Oggi e domani saremo chiamati alle urne per le elezioni politiche e regionali. Quello che accadrà è ignoto, ma quello che è accaduto nell'ultima legislatura è storia. In linea teorica si dovrebbe imparare dal passato, per non ripetere gli errori commessi. Per questo, ho deciso di ripercorrere gli eventi della legislatura Berlusconi - Monti, con i video di Aut. Video che testimoniano quanto accaduto sia livello nazionale che locale. Speriamo che questi contributi possano allungare la memoria corta di molti concittadini
Buona Visione
Settembre 2008. Intervista a Marco Travaglio sulla questione Alitalia. Incontro avvenuto presso la libreria Ubik di Frosinone
Febbraio 2009, la battaglia sul salario minimo garantito l'avevamo iniziata sin dal 2009 un banchetto per la raccolta firme a Sora
Febbraio 2010 i fascisti di CasaPound, al soldo di Berlusconi che ne fa la sua manovalanza sporca, irrompono a Frosinone. La gente reagisce. Presidio antifascista a Madonna della Neve
Aprile 2010. Comincia la campagna per la raccolta firme per i referendum sull'acqua e i beni comuni. Alex Zanotelli interviene a Frosinone
Maggio 2010. Continuano le guerre di pace. Giuliana Sgrena, giornalista del "manifesto", rapita e poi liberata in Iraq, interviene ad Anagni
Ottobre 2010. Continua l'occupazione di CasaPound nel capoluogo. Noi rispondiamo invitando a presentare i propri libri Carla Verbano, che oggi non c'è più, con il suo libro sull'omicidio del figlio Valerio ucciso per mano fascista e Guido Caldiron, giornalista, scrittore e profondo studioso di gruppi neofascisti.
Ottobre 2010. Le nefandezze del governo Berlusconi in materia di sanità e istruzione pubblica, provocano la sollevazione anche della sonnolenta società civile frusinate
Fra la fine del 2010 e l'inizio del 2011, l'attacco ai diritti dei lavoratori portato dal governo Berlusconi e dalla protervia dell'Ad Fiat Marchionne, costringono il mondo del lavoro alla sollevazione. Di seguito i due cortei indetti dalla FIOM a Roma e a Cassino.
Il regime Berlusconiano costringe a scendere in piazza anche in difesa della costituzione e per la difesa dei beni comuni. Una parte della manifestazione di Roma.
Giugno 2011. La campagna per i referendum sui beni comuni si conclude con una critical mass a Frosinone. I referendum saranno vinti, ma la volontà dei cittadini non verrà mai rispettata. Nel luglio del 2011 si cerca di dare la spallata definitiva all'insano progetto dell'aeroporto Ferentino Frosinone
Ottobre 2011, è l'ora dello spread, la troika europea impone ai governi progetti lacrime e sangue per risanare la crisi finanziaria, delle banche e favorire gli speculatori. Il 17 ottobre gli IDIGNADOS italiani scendono in piazza. Le forze dell'ordine danno il meglio di se.
Maggio 2012. Elezioni comunali a Frosinone. Nel frattempo il governo Monti ha sostituito il governo Berlusconi. Nel capoluogo il candidato a sindaco di Sel Marina Kovari è sostenuta oltre che da Sel, anche da Rifondazione e dalla lista civica "Frosinone bene Comune" Giorgio Cremaschi invitato ad un dibattito, parla di lavoro e di Imu.
Ottobre 2013. irrompono le primarie del Pd
Ottobre 2012. I cittadini della Valle del Sacco si ribellano all'inquinamento e allo sfruttamento capitalista del territorio. Manifestazione a Colleferro
E siamo ad oggi elezioni 2013. NON VOTATE I FASCISTI.
E' finito questo nostro viaggio. Spero che abbia indotto a riflettere per evitare di ripetere certi errori. Per chi va votare. BUONO VOTO
Dichiarazione resa al presidente del seggio della sezione n.19 di Frosinone .
"Io sottoscritto,
Luciano Granieri, nato a Roma il
7/11/1961, residente a Frosinone in Via Vado del Tufo n.83
DICHIARO
Di rifiutare le schede elettorali per le elezioni
politiche 2013 . Non è mia intenzione esprimere una scelta fra le forze che si
presentano a chiedere il consenso. Sono stanco di dover scegliere il male
minore, mi piacerebbe votare qualche volta direttamente per il bene e non per il male
seppur minore. Inoltre ritengo la legge
elettorale attuale non in grado di
assicurare rappresentanza e partecipazione democratica.
In fede
Luciano Granieri
Questa è il testo che domenica 25 febbraio chiederò di
far verbalizzare al presidente del seggio, rifiutando le schede elettorali.Accetto tutte le critiche ma l’accusa secondo cui non votando non si
esercita il diritto di espressione democratica , la rifiuto totalmente. Domenica io esprimerò un giudizio, farò la mia
scelta, (quella di non votare) che verrà messa a verbale. E’ una scelta che non
si esercita nel’urna, ma assolutamente legittima e
tecnicamente possibile. Alcuni rumors, in giro per la rete e anche per le strade, indicano che questa soluzione sarà ampiamente praticata da molti altri elettori. Il successo di questa iniziativa, unito magari al caos che un movimento 5 stelle al 25%, sarà sufficiente a far salare il banco? Non lo so ma lo spero fortemente.
Una campagna elettorale diversa. Questa è
stata la campagna elettorale di Alternativa Comunista. Davanti alle scuole, alle
università, alle fabbriche in mobilitazione. Insieme a studenti, operai,
precari, cassaintegrati e disoccupati. Gli stessi che sono stati candidati nelle
nostre liste per la camera e per il senato.
Mentre tutte le altre forze politiche si
sono esibite nei salotti televisivi, nei santuari dello spettacolo, noi di
Alternativa Comunista, sottoposti ad una rigida censura mediatica, abbiamo fatto
propaganda del nostro programma nelle piazze, nei luoghi della vita reale e
concreta. Mentre tutti gli altri dipingevano un mondo astratto, tinto di belle
parole e scenari favolistici, Alternativa Comunista ha parlato nelle piazze e
nei comizi di un mondo reale. Il mondo in cui milioni di lavoratori non riescono
ad arrivare alla terza settimana del mese, impossibilitati a mantenere una
famiglia, ad avere un posto di lavoro stabile e una sicurezza di vita. Il mondo
reale di milioni di studenti e studentesse che vedono aumentare di anno in anno
il costo delle tasse universitarie, la precarietà del diritto allo studio,
restringersi i margini per ottenere una borsa di studio. Il mondo reale in cui
alla stragrande maggioranza della popolazione è precluso un futuro, uno scenario
di vita diversa, migliore.
Un
programma differente, un programma di classe! Questo è il
mondo di Alternativa Comunista, dei suoi candidati a queste politiche, tutti
precari, lavoratori, disoccupati e studenti. Insieme agli operai della Om
Carrelli, della Bosch, della Magneti Marelli (Fiat), davanti all’Ilva di Taranto
che vuole socializzare la devastazione ambientale mentre ha accumulato per anni
immensi profitti sulle spalle dei lavoratori e dei cittadini, beneficiando anche
di ingenti finanziamenti pubblici da parte del governo nazionale e del
governatore della Puglia Nichi Vendola.
Insieme a questi lavoratori abbiamo
presentato un programma differente, un programma di classe, una prospettiva
alternativa ad un modello di sviluppo, quello capitalistico, la cui efficienza
ha trovato la sua smentita più radicale proprio con questa crisi globale, una
crisi che in un attimo ha fatto piazza pulita delle illusioni del profitto, una
crisi che viene fatta pagare sistematicamente alle fasce più deboli della
società, a studenti, lavoratori dipendenti, piccoli commercianti e immigrati,
mentre i veri artefici di questa devastazione, speculatori, banchieri e top
manager, continuano ad accumulare profitti, pagano meno tasse e devastano altre
migliaia di vite. Contro questa piccola minoranza di sfruttatori Alternativa
Comunista ha avanzato il suo programma, un programma nell’interesse della classe
lavoratrice e delle nuove generazioni, un programma che chiama le cose con il
loro nome, senza nascondersi dietro i neologismi di cui è stracolmo il pallido
vocabolario del resto della sinistra italiana. Siamo stati gli unici a parlare
chiaramente del bisogno di una rivoluzione, una rivoluzione “incivile”, fatta di
nazionalizzazione e gestione operaia delle fabbriche che chiudono e licenziano,
fatta di reddito sociale per i disoccupati e precari, fatta con una scala mobile
dell’orario di lavoro per riassorbire la disoccupazione; una rivoluzione che
passa attraverso il rifiuto del pagamento del debito delle banche, la
nazionalizzazione di queste in un'unica banca sotto il controllo sociale dei
lavoratori, la fuoriuscita immediata dall’Unione europea dei capitalisti,
dall’euro, dalla Nato e la disdetta di tutti i trattati firmati in questi anni
che agevolano la libera circolazione di merci e capitali e il deliberato
massacro di ampie fasce della società.
Votare Alternativa Comunista: un voto alle lotte! Per
le elezioni politiche del 24 e 25 febbraio facciamo appello a tutti i
lavoratori, gli studenti, i cittadini che avvertono sempre più il peso della
crisi, a barrare il simbolo di Alternativa Comunista, a barrare il simbolo delle
lotte che in tutti questi anni abbiamo portato avanti contro un sistema che non
ha più nulla da offrire a gran parte della società.
Dove non saremo presenti sulla scheda
facciamo appello all’astensione, perché non ci sono altre liste che possano
rappresentare gli interessi reali della classe operaia e degli studenti in
lotta. Non ci sono altre forze politiche e sociali che si sono schierate senza
se e senza ma dalla parte dei lavoratori.
Dunque: votare Alternativa Comunista dove
siamo presenti, astenersi dove non siamo riusciti a presentare le nostre liste!
Ma chiediamo anche qualcosa di più a chi ci sostiene e a chi crede nel nostro
progetto, cioè nel progetto della rivoluzione socialista. Siamo infatti
consapevoli che non è barrando un simbolo che si può uscire dalla crisi e dal
sistema che l’ha provocata. Non è dalle urne che uscirà la soluzione per le
masse popolari italiane, di qualunque colore sia il nuovo governo, sarà sempre
un governo antipopolare e antioperaio, un governo al servizio delle
multinazionali e della finanza globale, un braccio operativo in mano alla Troika
(Ue, Fmi, Bce). La soluzione, la vittoria per i lavoratori e le nuove
generazioni, potrà uscire solamente dalle lotte, dalle piazze e dalle fabbriche
in mobilitazione, potrà aversi solamente costruendo un fronte comune tra tutti i
lavoratori, gli studenti, gli immigrati, che hanno interessi comuni da
difendere, battaglie comuni da portare avanti, mete comuni da raggiungere. Per
questo noi chiediamo il voto ad Alternativa Comunista ma anche la partecipazione
attiva dei lavoratori e dei giovani per concretizzare il nostro programma di
classe e di opposizione alle logiche capitalistiche. Votare Alternativa
Comunista, in definitiva, significa votare una prospettiva di lotta che per
trovare forza dev’essere portata avanti quotidianamente con la partecipazione
attiva di lavoratori e giovani.
Non pagheremo noi, lavoratori, precari e
studenti, la crisi delle banche e delle multinazionali!
Questo mondo lo dobbiamo rovesciare,
costruendo nelle lotte una prospettiva rivoluzionaria!
Il Forum Rifiuti Zero per il Lazio (FRZL) ha chiesto nelle scorse
settimane un incontro a tutti i candidati Presidenti alla Regione Lazio per un
confronto sulle posizioni delle varie liste rispetto alla nostra Piattaforma sui
Rifiuti (vedere il documento successivo ). Tra i temi fondamentali: il NO a
discariche, inceneritori e ogni tipo di combustione nel trattamento dei
rifiuti urbani; l’eliminazione di improprie incentivazioni che sono, in
sostanza, elargizioni scellerate; la Riduzione a monte dei rifiuti e la
previsione del recupero solamente come Recupero di materia e non di energia; il
NO alle centrali a biogas/biomasse (più di 160 autorizzate nella sola
provincia di Roma); l’avvio della Raccolta Differenziata spinta porta a
porta a Roma e nel Lazio.
Queste le conclusioni che abbiamo tratto dagli incontri con i candidati
che hanno risposto alla nostra richiesta:
Forte convergenza con il programma esposto dalla delegazione del
Movimento 5 Stelle, anche riguardo alle problematiche relative a CSS
(Combustibili Solidi Secondari) e biogas/biomasse;
Stessa concordanza di basi nell’incontro con la rappresentanza della
lista Amnistia, Giustizia e Libertà sia sull’impostazione di massima, sia
sulla contrarietà totale a CSS e impianti a biogas;
Forte convergenza con la lista Rivoluzione Civile, in particolar
modo sul finanziamento della raccolta differenziata porta a porta su tutta la
città e sulla ferma opposizione al proliferare di centrali a biogas;
Più articolato e contradittorio l’esito dell’incontro con la delegazione
della coalizione a sostegno di Nicola Zingaretti. Ad una sostanziale
concordanza sulla necessità di intervenire a monte sulla riduzione dei rifiuti e
raggiungere gli obiettivi fissati di RD – peraltro rimanendo stupiti della loro
affermazione sulla necessità di anni per raggiungerli e non di semestri come
ipotizzato da esperti del settore – non abbiamo riscontrato posizioni chiare e
inequivocabili sul rifiuto dell’incenerimento e ci siamo trovati su posizioni
divergenti rispetto alle centrali a biogas e al compostaggio
anaerobico.
Nessuna risposta dalle liste collegate alla candidatura di Francesco
Storace né dalla Lista Civica per Bongiorno Presidente
Il Forum rileva dunque una significativa divergenza tra le proprie
posizioni e quelle espresse dalla coalizione a sostegno di Nicola
Zingaretti, che implicano il mantenimento e l’implementazione del “ciclo
integrato dei rifiuti”, su cui si fonda il modello di gestione attualmente
vigente nella Regione Lazio.
Il fatto che forze politiche più che rilevanti nello scenario elettorale
abbiamo assunto posizioni distanti dall’impostazione del Forum, che punta alla
determinata implementazione della strategia “Rifiuti Zero”, non può che destare
forte preoccupazione nei comitati cittadini.
In tutti i casi, il Forum osserverà con attenzione la fase conclusiva
della campagna elettorale e vigilerà, immediatamente dopo il voto, sull’operato
della nuova giunta regionale, nonché sul rispetto degli impegni presi da parte
delle forze politiche con le quali ha interloquito. Il lavoro del Forum
continuerà senza fare sconti a nessuno, nel pieno di un contesto critico e –
citando gli ispettori europei – “vergognoso”, come quello di Roma e del
Lazio.
IOVOTOPULITO
Campagna del Forum Rifiuti Zero Lazio
I CITTADINI DI ROMA E DEL LAZIO SONO STANCHI DI VELENI, MINACCE AL
TERRITORIO, INEFFICIENZA E FALSE PROMESSE. LANCIAMO ALLA POLITICA UN APPELLO:
CHIEDIAMO L’IMPEGNO IMMEDIATO PER UNA GESTIONE FINALMENTE VIRTUOSA DEI RIFIUTI
DI ROMA E LAZIO. AI RAPPRESENTANTI DELLE FORZE POLITICHE ABBIAMO CHIESTO DI
SOTTOSCRIVERE QUESTI 10 PUNTI E ATTUARLI NEI FATTI. IMMEDIATAMENTE DOPO IL VOTO,
IL FORUM RIFIUTI ZERO LAZIO VIGILERA’ SULL’OPERATO DELLA NUOVA GIUNTA REGIONALE
E SUL RISPETTO DEGLI IMPEGNI PRESI DALLE FORZE POLITICHE CON I CITTADINI CHE IL
FORUM RAPPRESENTA.
UN NUOVO PIANO RIFIUTI. La
bocciatura del piano rifiuti del Lazio da parte del TAR impone la necessità di
un nuovo piano rifiuti che rispetti la
salute dei cittadini e l’ambiente, in linea con le direttive UE, senza
deroghe e sotterfugi.
NO A DISCARICHE E INCENERITORI.Il ‘ciclo integrato dei rifiuti’ finora proposto insiste tragicamente
sullo schema incenerimento-discariche. Chiediamo alla politica regionale un Sì
deciso, competente e determinato al modello “Rifiuti Zero senza discariche – senza
inceneritori”.
IL RECUPERO DI MATERIA. Il
nuovo piano rifiuti dovrà dare la priorità assoluta al recupero della
materia e abbandonare il ricorso all’incenerimento (la cosiddetta
‘valorizzazione energetica’) in linea con le raccomandazioni della C.E. per
l’abolizione del conferimento in discarica e negli inceneritori entro il
2020.
LA RACCOLTA DIFFERENZIATA PORTA A
PORTA. Il primo atto fondamentale del nuovo Consiglio Regionale deve
essere lo stanziamento di adeguati
fondi economici per l’implementazione della Raccolta Differenziata (RD)
di tipo domiciliare (cioè porta-a-porta) su tutta l’area di Roma e su tutte le
Province, con l’obiettivo del raggiungimento del 65% del materiale
riciclato.
RIDUZIONE A MONTE DEI
RIFIUTI.Chiediamo l’impegno della politica e forti
investimenti economico-culturali per prevenire e ridurre la produzione dei
rifiuti all’origine, attraverso debite pressioni sul mondo industriale e
imprenditoriale.
RICICLO TOTALE. Chiediamo
l’avvio di moderne filiere di
riciclaggio delle materie seconde estratte dai rifiuti, secondo i
concetti europei del Riciclo Totale.
IL COMPOSTAGGIO. Chiediamo
alle amministrazioni di investire sullo sviluppo e la realizzazione di centri di compostaggio aerobico della
frazione organica da raccolta differenziata domiciliare destinati alla
produzione di compost di qualità.
NUOVE ISOLE ECOLOGICHE.
Chiediamo l’implementazione del numero di Isole Ecologiche con un rapporto di
almeno 1 per 50-100mila
residenti e adeguati investimenti economico-culturali nel riutilizzo e
valorizzazione degli oggetti scartati.
ABOLIZIONE DEGLI INCENTIVI PER GLI
IMPIANTI A BIOMASSA/BIOGAS. Chiediamo una decisa presa di
posizione per abolire l’incentivazione per gli impianti a biomassa/biogas, che
distorce il corretto ciclo dei
rifiuti assimilandoli a materiali per fonti energetiche rinnovabili e
sottraendo risorse alle vere rinnovabili.
DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA.Chiediamo l’attuazione di ogni forma di partecipazione civica non solo di
tipo consultivo, ma anche decisionale, a livello locale e
regionale. Chiediamo inoltre la fine
dei commissariamenti speciali: che la politica si riappropri delle
decisioni e relative responsabilità.
Il FORUM RIFIUTI ZERO LAZIO collega organicamente
numerosi comitati e associazioni civiche e ambientaliste del territorio
regionale, in rappresentanza delle rispettive comunità che si battono in difesa
della salute della popolazione, in difesa delle risorse naturali del pianeta, in
favore di pratiche virtuose capaci di creare imprenditorialità e occupazione
diffuse e sostenibili. I 10 PUNTI sono il frutto di anni di lotte, studi e
ricerche in collaborazione con le massime autorità scientifiche, amministrative
e imprenditoriali nel settore dei rifiuti.
Quando, in
seguito alla morte per incidente stradale del giovane Roberto Cocco (20 febbraio
2004), decidemmo di impegnarci per la prevenzione di altre, consimili tragedie,
ci ponemmo tra gli obiettivi principali la conclusione dei lavori per la messa
in sicurezza della “Monti Lepini”.
Nel 2004 la
“pratica” era già aperta da molti anni, ben quindici milioni di euro erano stati
stanziati dalla Regione Lazio, ma passi avanti da parte dell’Amministrazione
Marzi non ne erano stati fatti.
Il 24 febbraio
2005, finalmente, il consiglio comunale di Frosinone approvò il progetto
preliminare dell’opera.
Da quella data
tanti anni e diverse Amministrazioni comunali sono passati, i quindici milioni
di euro sono diventati sempre meno adeguati e – naturalmente – la manutenzione,
anche essenziale, è stata abbandonata, perché, come più volte ci è stato
ripetuto, “non vale la pena di spendere soldi, visto che la strada sta per
essere rifatta…”.
Il 26 maggio
2011 (ben cinque mesi dopo l’aggiudicazione della gara) fu firmato il contratto
tra il Comune di Frosinone e la società appaltatrice dei lavori (Delta
Costruzioni).
Sembrava di
essere veramente all’atto finale, ma la tragicommedia era solo all’inizio con,
al centro della trama, un’inchiesta giudiziaria sull’allora sindaco Michele
Marini e difficoltà sempre più crescenti, da parte della Regione, a saldare i
vari stati di avanzamento lavori.
La conclusione è
sotto gli occhi di tutti: la circolazione sulla “Monti Lepini” è quanto mai
difficoltosa per i veicoli, a causa del restringimento della carreggiata in
corrispondenza dei cantieri, ma soprattutto per i pedoni, che non possono
nemmeno più utilizzare le banchine laterali.
Concludiamo con
una pacata ma ferma domanda al sindaco Nicola Ottaviani: c’è qualche speranza
che questa vergogna finisca?
Testo tratto dal libro 101 donne che hanno fatto grande Roma, di Paola Staccioli(Newton Compton 2011)
Wilma fa parte di quei morti che in pochi ricordiamo,
Wilma è morta in un’azione armata e quindi è seppellita dall’oblio che avvolge quegli anni.
Anni immensi, dove centinaia di migliaia di persone in tutto il territorio europeo credevano di poter sovvertire il presente e costruire un nuovo futuro.
Il tessuto sociale in cui son cresciuti coloro che poi hanno deciso di armarsi era un patrimonio immenso di fermenti rivoluzionari poi sventrato dalla storia dei vincitori,
dalla memoria a compartimenti stagni che in questi anni è stata alimentata da troppi.
Wilma, nome di battaglia Roberta, era sangue nostro.
In ogni sua scelta…
Ciao Wilma!
“Un ferale alfabeto si snoda la mattina del 21 febbraio 1986 a Roma, sull’asfalto di via della Farnesina. Come in un’agghiacciante partita di Scarabeo i cartellini della Polizia scientifica mettono in fila, uno dopo l’altro, i tasselli dell’orrore.
La lettera A è il corpo di una giovane. Con il volto verso il suolo. I quotidiani indugiano sui particolari dell’abbigliamento. Quasi che il mosaico di colori possa rendere meno glaciale la scena. Giaccone e sciarpa viola, borsa di cuoio a tracolla, zuccotto di lana scuro con borchie di metallo, guanti bianchi e neri da sci, stivaletti con la suola di gomma. B, C, D… bossoli, macchie, schegge… H, una pistola calibro 38. L’arma con cui ha sparato Wilma Monaco, militante dell’Unione dei comunisti combattenti (Udcc), formazione armata nata da una scissione delle Brigate rosse. L’organizzazione è alle prese con una situazione di grave crisi. Quasi tutti i membri sono in carcere, dilagano i cosiddetti pentiti, i dissociati. Le azioni sono ormai sporadiche. Il clima è pesante. Sono gli anni del craxismo trionfante. La sconfitta, profonda, ha travolto la sinistra, nelle sue rappresentanze storiche. I movimenti operai, studenteschi, femministi, sono rifluiti, i gruppi extraparlamentari dissolti nel nulla. Ma alcuni militanti vogliono proseguire la lotta. Cercano una via d’uscita, una strada di cambiamento e rivoluzione sociale.
Wilma è con loro. Dai tempi della scuola non ha mai abbandonato l’impegno politico. Infanzia a Testaccio, diploma al liceo linguistico, lavoro come impiegata. Nel 1977-78 milita in uno dei vari gruppi riuniti a Roma sotto la sigla di Movimento proletario di resistenza offensivo (Mpro), in contatto con le Brigate rosse. Effettuano azioni, anche illegali, prevalentemente sui temi della casa e del lavoro. Allo scioglimento del Mpro, insieme ad altri militanti Wilma costruisce i Nuclei clandestini di resistenza.
Dal 1982, quando le Brigate rosse vacillano sotto il terremoto di arresti provocati in primo luogo dal pentitismo, il dibattito sul futuro della lotta armata investe anche l’area semilegale e la rete di appoggio diffusa che ruota intorno all’organizzazione. Wilma partecipa. Disorientata come molti suoi compagni. In bilico fra le lotte di massa e l’ipotesi armata, è in prima fila nelle battaglie del movimento pacifista contro l’installazione dei missili a Comiso, nelle iniziative dei disoccupati delle Liste di Lotta.
Riparata a Parigi in seguito a una denuncia, insieme agli scissionisti delle Brigate rosse fonda l’Udcc. È la fine del 1985. Lo stesso anno è stato arrestato l’ex marito, da cui si è separata affettivamente e politicamente. Lui è un brigatista “ortodosso”. La nuova struttura, l’Udcc, intende invece mantenere acceso lo scontro, anche militare, ma considera la lotta armata uno strumento di lotta, sia pure decisivo, non una strategia.
Quella del 21 febbraio 1986 è la prima azione del gruppo. Obiettivo del commando – due uomini e due donne – Antonio Da Empoli, neodirettore del Dipartimento degli Affari economici e sociali della presidenza del Consiglio, collaboratore diretto di Bettino Craxi. Un incarico importante ma nell’ombra. Deve essere gambizzato, si dice in gergo. I quattro si appostano vicino all’edicola dove l’uomo si ferma ogni giorno andando a Palazzo Chigi. Sono le nove. La zona è tranquilla ed elegante. Da Empoli esce di casa, compra i giornali, torna verso la macchina, qualcuno grida il suo nome. Lui si volta, l’uomo spara. Viene ferito in modo non grave a una mano e a una coscia. La reazione è immediata. L’autista è un poliziotto, che si catapulta in strada facendo fuoco. Il commando è disorientato. Wilma tenta di coprire la fuga dei compagni. Avanza, spara tre colpi. Poi cerca di raggiungere la Vespa. Non ce la fa. Barcolla, crolla a terra, ferita a morte nonostante il giubbotto antiproiettile che indossa sotto la giacca. Gli altri riescono a far perdere le loro tracce.
Termina la vita così, a ventotto anni, Wilma Monaco. Roberta il suo nome di battaglia. Un’esistenza simile a quella di tanti coetanei cresciuti sull’onda lunga del Sessantotto, nel clima delle grandi passioni politiche, del fermento sociale che ha attraversato il paese, della strategia della tensione attuata per frenare il cambiamento. Del tentativo di definire un’ipotesi rivoluzionaria per i paesi a capitalismo avanzato.
Nel marzo del 1987 l’Udcc uccide il generale dell’Aeronautica Licio Giorgieri, prima di essere smantellata dagli arresti.”
E’ la
prima volta che propongo un contributo
video così lungo . Ma ho deciso di postare il bel fil documentario “UCCIDETE LA
DEMOCRAZIA” realizzato dal giornalista Enrico Deaglio sulle elezioni del 2006, perché proprio alla vigilia di una tornata contrassegnata da una campagna elettorale così
virulenta è bene mettere in guardia da ciò che potrebbe accadere. E’ del tutto evidente che non ritengo capace l’attuale ministero degli interni, e in particolare il ministro Cancellieri che
lo guida, di ordire certi trucchetti, ma
mi guarderei bene, qualora avessi intenzione di non esprimere una scelta fra i
vari contendenti, di andare al seggio e inserire schede bianche o nulle all’interno
dell’urna. La tentazione di usare questo enorme numero di voti inespressi per
farci qualche sordido imbroglietto potrebbe giocare brutti scherzi anche solo in singole province . E si sa quanto il destino delle elezioni sia
profondamente legato, soprattutto per il sistema elettorale del Senato, ai risultati locali. Dunque è necessario che
chi come il sottoscritto non accetta di partecipare alla prossima truffa
elettorale, stia molto attento a come esercita questo che considero un diritto
vero e proprio. Per evitare il rischio che il proprio non voto si trasformi nel
voto a favore di qualcuno, facciamo appello affinchè chi vorrà astenersi, o non
si rechi al seggio, o come farò io, rifiuti le schede e faccia verbalizzare dal presidente
del seggio l’avvenuto rifiuto e le
motivazioni che lo hanno determinato. Aggiungo qualche altra piccola nota sul film
documentario realizzato da Deaglio sulle elezioni politiche del 2006. Rivivere
quella situazione kafkiana, non fa altro che rafforzare la mia convinzione sul rifiuto di questo teatrino che
è tutto fuorchè democratico. Nel film si intende bene come ad infangare la
memoria dei partigiani non siamo noi che decidiamo di non votare. Il mancato
rispetto della lotta partigiana iniziò proprio con la strage di Portella della
Ginestra, dove il sistema democristiano succube dell’imperialismo americano,
soffocò nel sangue, con l’utilizzo del banditismo, la legittima
vittoria dei comunisti e dei socialisti alle prime elezioni locali tenutesi in
Sicilia dopo la proclamazione della
Repubblica. L’offesa a chi ha
combattuto durante la resistenza l’hanno recata e la stanno recando le istituzioni che consentono a partiti e
movimenti palesemente inneggianti al fascismo di andare in piazza a propagandare
il loro portato di odio e razzismo e addirittura di presentarsi alle elezioni. Sia chiaro sono d’accordo
con chi sostiene che l’elezioni sono uno dei punti più alti di espressione democratica,
ma proprio per tale motivo ritengo che rovinare questo atto truccandone
le dinamiche con l’introduzione di artifizi per cui il voto del cittadino non
conta nulla sia, questo si, un atto
fortemente antidemocratico e lesivo della memoria della lotta di liberazione.
Ed infine, il film ci pone altre domande: Perché nessuno del centro sinistra ha chiesto conto di quanto avvenuto,
accettando di farsi impallinare, una volta al governo, proprio a causa dell’esiguità
dei numeri, da un Mastella qualunque, preparando
il ritorno in pompa magna del cavaliere nel 2008? Se consideriamo la grave
omissione del primo governo Prodi nel redigere una vera legge contro il conflitto
di interesse che potesse estirpare l’anomalia berlusconiana e, venendo all’oggi,
i continui autogol che l’attuale Pd persevera
nell’infliggersi tali da inficiare un risultato elettorale che fino a pochi
giorno fa non sembrava essere in discussione, sorge il
sospetto che in fin dei conti i riformisti non abbiano tutta questa voglia di governare. In fondo basta essere eletti in Parlamento, poi se si
siede nei banchi dell’opposizione non è una iattura, anzi, scaricare la colpa
di certi disastri alla maggioranza di opposto colore potrebbe essere proficuo
assai, soprattutto se questa maggioranza, indipendentemente dal suo orientamento,
è costretta, dai trattati firmati da Berlusconi e ratificati da Monti, a proseguire nella devastazione sociale imposta
dalla troika europea. Una profonda riflessione si impone.
Se rivede la difesa a 3, che ignorando Genova e recuperando il
precedente de Firenze ce fa soride.
Se rivede Poropiris nella difesa de cui sopra, il che trasforma
il soriso in quarcosa de più simile a na mezza paresi.
“Che è oh, nsei contento? Che è quaa faccia”“No no che scherzi,
so contento, Piris è sinonimo de sicurezza, poi a 3 è er suo, ce giocava da
piccolo nel Rosario Fiorello Central, è solo er freddo che iriggidisce i
muscoli”.
E’ pure er giorno dell’esordio dall’inizio de Torosidis, pe
l’amici Er Kierika, pei nemici Porosidis, pe noi uno che sostanzialmente deve
core na cifra e nun fa cazzate.
Ma soprattuto è er giorno dell’esordio der paraculo
riscaldamento a domicilio, pratica suggerita da spin doctor in pausa da
campagna elettorale, che non consiste nella capillare diffusione de stufette
porta a porta, ma in una serie de esercizi aerobici prepartita da svorgese
sotto Mamma Curva.
Madre Sud accoje i fii scapestrati proprio come se fa cor fio
che torna tardi a casa, prima mpo sulle sue perchè mpo te lo deve fa pesà e
perchè s’era preoccupata, ma poi t’abbraccia e nte lascia più, e se te molla è
solo pe guardatte camminà sulle zampe tue.
Ce sta Ercapitano e ce sta Capitan Pio, ce sta er Cipolla che se
deve fa na cifra perdonà, ce sta Ladolescente che è l’unico che ha giocato bene
na settimana fa, ce sta Bosnia Capoccia e ce sta Franco, l’unico che non teme
fischi.
I segnali ce stanno tutti. Ma noi de segnali positivi e de
relative disilussioni ce venimo ar mondo e ce crepamo ner giro de 24 ore da
secoli, quindi il tutto rimane confinato a un diffuso e malcelato senso de vago
ottimismo da tenè er più possibile a bada.
Se parte e quello che de solito viene accompagnato co na vena de
insofferenza assurge a motivo de speranza ner domani, co discrete prospettive
pure pe er dopodomani: “Ahò, 10 minuti e stamo ancora zerazzero”.
Memori dell’andata, dopo artri 10 a reti imbiancate stamo
carichi “Aò 20 minuti e niente massacro! Daje!”. Anche perchè er nemico a
strisce schierato oggi nun pare animale feroce ma bestia domestica, che po
comunque esse un discreto dito ar culo, ma quantomeno nte lascia co la panza
sgarata in mezzo ala Savana.
Anzi, de sgarato, dopo 18 minuti, ce sta solo lo stinco delo
svizzero meno neutro sgravato dale mucche viola, quello cor nome da sussidiario
de geografia (e comunque prima o poi ci andremo a Vaduz, armeno pe vedé se
esiste davero) che capisce tosto l’ammonimento da ammonizione de Capitan
Palloppiede.
Noi semo puliti, quadrati, ordinati, precisi quanto lo po esse
un naufrago che ha toccato tera pe grazia ricevuta, discretamente propositivi,
mai veramente pericolosi ma manco mai in vero pericolo.
Ovviamente, manco er tempo de dillo, ma anche solo de permettese
de pensallo, e il pericolo se manifesta.
Punizione dala mattonella de Pirlo.
L’ideale pe “la maledetta de Pirlo".
L’ideale pe fa dì a Caressa sta cazzata dela maledetta de Pirlo.
Guarda caso batte Pirlo.
Gne se po nasconne niente a Pirlo.
Che lui non è solo indomito barzellettiere, imitatore,
ballerino, ventriloquo, cabarettista a tutto tondo, performer Burlesque,
trapezista circense, depositario della Sacra Verve, ma è proprio svejo de suo.
L’omo che sussurava ai cavalli “deprimemose ar passo” scaja
verso la porta na palletta de veleno che pare nata apposta pe annà a stirà le
zampe all’angoletto basso.
Franco vola e stavorta non c’ha sorprese ad attendelo
all’atterraggio. La manonitudine vince sulla velenitudine, na parata de Cristo.
Che, come scritto e rappresentato sur Vangelo de Panini, tra un miracolo
e l’artro giocava in porta.
E a proposito de miracoli, c'è da registrà l'ennesimo atto de
santità de San Francesco da Porta Metronia, concretizzatose stavolta in
un'operazione a stadio aperto, effettuata co la parte del proprio corpo che
mejo risponde agli ordini del padrone: i piedi.
Perchè dopo mezz'ora de suppliche e de lamentele da parte de
Euphoria Pirlo, Ercapitano nse l’è sentita de ignorà un omo in difficoltà.
“Ho qualcosa nel ginocchio Francesco, mi fa male, non riesco a
correre, imponi su di me le tue mani salvifiche”“Eh, lì è quarcosa che deve
spurgà, stai gonfio stai, e comunque co le mani ce fai poco, co queste ar
massimo ce magno e ce scrivo”“Fai come credi, ma fai, non resisto più”“Eh ma
devo incide eh, too dico, non sarà na passeggiata, lì c’è da apr씓Te ne prego!
Non mi fido dei miei medici, tu solo hai parole di vita”“Vabbè fermate che me
pari Pjanic, arivo, tiè”
Chirurgico e millimetrico, il tacchetto Capitano seziona la
carne Pirla ormai prossima alla putrefazione e la libera dal siero venefico che
la insidiava dall’interno. Il sangue che sgorga porta via con sé il maleficio e
sventa il rischio di vedere il calcio privato di un fuoriclasse. Ancora una
volta sto gioco deve dì grazie Arcapitano, nce se crede. La sutura lascia un
tatuaggio de graffio de tigre, na roba tarmente artistica e fomentatrice che
Bonucci, appena la vede, se sente subito motivato a chiamà er motivatore suo pe
fassene fa uno uguale.
In tutto ciò Osvardone se move e sgomita, s’accentra e ritorna,
se libera e se propone, co la voglia di fare ma soprattutto la serenità tipica
de chi gira pe il campo co addosso na lettera scarlatta e un cartello che reca
scritto “HO FATTO UNA CAZZATA MASTODONTICA E ME VOJO FA PERDONA’”.
Non succedendo niente de particolare, le considerazioni dei più
se soffermano sull’unica vera novità de sta gara: er Kierika. “Questo nun po
giocà a pallone!!!!” sentenzia er capannello de urlatori de Tevere dimenticando
d’avello appena finito de dì de tutti a partì da Totti. “Pare Masciarelli ar
derby der còre”, chiosa namico più amorevole e ottimista. La verità è che er
Kierika pare na cifra tranquillo, de sicuro più de noi. Nonostante un rodaggio
farraginoso, egli pare giocatore de categoria, tipo na seconda de vertice, ma
pure na prima de metà classifica se la farebbe da titolare inamovibile. Egli,
soprattutto, pare giocatore greco.
Se badi che per giocatore greco non s’intende giovane de belle
speranze andato a farsi ossa e sopracciglia ner Veneto leghista, bensì
giocatore che ner precipizio senza fonno der carcio greco ci ha pascolato fino
a du minuti fa ar punto da perde buona parte de capelli senza trovà er tempo de
facce caso, che artrimenti se sarebbe rasato a zero pure lui. Er giocatore
greco è, come ce fu chiaro co Traianos, colui ar quale de notte ricresce la
barba. Er giocatore greco non longilineo, quello der tipo der Kierika pe
capisse, c’ha financo i peli sula schiena.Che je ricrescono de notte. E fanno
rumore come la barba de Dellas.
Er primo tempo se ne va così, in relativa tranquillità, senza
spargimenti de sangue se non quello de Pirlo, cor calore degli spalti a fa da
contraltare a un freddo de Cristo. Che, come scritto sur Vangelo de Ermèteo,
generava anticicloni pure a occhi chiusi e bendato. Miracoli de dubbia utilità,
dirai tu. Sì ma anche meno, te risponderemo noi. Perchè non è che stai qua a dà
le pagelle a Gesùcristo eh. C’avrà avuto i motivi suoi. Mamma mia. Sempre a
mette bocca. E che è. Na pentola de facioli. Ma leggite la scheda e basta no?
Amo fatto tanto pe scrivela, mo te devi fa er sangue cattivo su sta cosa. E’ da
sabato sera che aspetti, mo devi fa er pignolo. Co Gesucristo poi. Bah. Allora
fa na cosa, scrivilo te er Vangelo. Eh? Famo così? Ahhh ahhhh mo te cachi
sotto? Te ce sai mette coi regazzini eh? Guarda fatte nfavore, statte zitto.
Bravo. Ciao.
L’intervallo ha il sapore de na polemica inutile co nipotetico
lettore dela scheda.
E Vucinic? Eh? Eh? Ndo sta sto core de latta? Eh? Nse fa vede
eh? Paura eh? Ah eccolo, no vabbè stavamo a scherzà Mì, oh, OH.
Un brivido lungo quanto er Montenegro percore la schiena de
tantemila schiene coi peli quante semo ner momento in cui la difesa intiera se
fa nostalgica e contestatrice tornando zemaniana giusto er tempo de perdese
Pogba, carneade dala pettinatura e dai mezzi fisici e tecnici utili a finì in
nazionale in cinque o sei sport diversi che oggi ha momentaneamente deciso de
venì a cacà er cazzo a noi. Pogba nell’area gvà e indietro lagdà là dove arigvà
Mirkò, che da fori areà al volo incollà in pogsà per il postèr de
Tuttosport utile a immortalà er gò dela domenicà.De sabato però, ragion per cui
non va, fischi per lui, sciabolata, e altre cazzate utili ar poro Piccinini.
Su quer tiro voglioso ma stitico finisce la partita de Vuziniz e
dela Juve in generale, e comincia definitivamente la nostra. Er Trio de difesa,
sussurrando ar nemico “you don’t love me I don’t love you”, inibisce cor soriso
e l’apparecchio tra i denti ogni tentativo avverso. Centrocampo e attacco
corono e sovrappongono de ripartenza coatta e spavarda ar punto da comincià a creà
occasioni utili a rivalutà mpo tutti, co Buffon a parà ogni pretesa der Cipolla
di modo da lasciacce sospesi ner dubbio tra miracolo suo e gò magnato nostro.
Poi succede che er Capitano sfascia tutto.
La vita, la morte, i miracoli, la tristezza, la depressione, la
rassegnazione, la delusione, le attese tradite, i pareggi in casa, le sconfitte
fori, le vittorie a tavolino, gli obiettivi sfumati, le qualificazioni mancate,
i derby persi, i passaggi sbajati, le uscite sfarfallate, le imbucate dell’artri,
i gò magnati nostri, la classifica inutile, i sabato rovinati, le domeniche
sgarupate, i lunedì incupiti, i martedì rimuginati, i mercoledì de coppartrui,
i giovedì de coppartrui, i venerdì de speranza e de novo i sabato rovinati.
Spazzati via dalla Madre De Tutte Le Bombe, La Genitrice De
Tutte Le Suatte, la Levatrice De Tutte Le Pigne. Rasi al suolo, polverizzati,
cancellati dalla faccia della terra ma soprattutto dalla faccia nostra che nse
ricordava più come se strilla de gioia e liberazione.
E’ lei, è la Bomba Intelligente.
E’ quell’urlo che ariva imprevisto, perché ce so gò che puoi
prevedé co nanticipo de mezzo secondo utile a non perde la corda vocale, e gò
come questo che se materializzano prima de pensalli, e te costringono a portà
er volume delo strillo dar minimo ar massimo, come quando sbatti pe sbajo sula
manopola der volume delo stereo arzandolo a livelli dove volontariamente non
l’hai portato mai.
Te giri e abbracci la prima cosa che te se move nei paraggi
prima che quella cosa abbracci te. Tipo un signore antico e gentile casuale
compagno dele sventure d’annata, ar quale finarmente strizzi tutte le vertebre,
ce salti e lo tieni saltando, e quando lo molli pe guardatte in faccia
coll’artri millemila lo fai piano, pe paura d’avé fatto danni sparpajando
costolette de tifoso felicemente fratturato sui seggiolini.
Tutto ciò non è per sempre, chiaro.E’ per mo. E’ per noi.Poi
tornerà tutto eh. Mica semo così fregnoni che pensamo che un tiro risolve i
problemi de na vita. Ma mo levateve tutti, scansateve proprio.
Chi non ha intenzione de scansasse manco de un millimetro dalla
sua posizione privilegiata de Primo Adoratore Dercapitano è Miralem, ormai
prossimo al’estasi e al rapimento in cielo. Tanta è la voglia de urlà più
dell’artri e de fallo vedé ai fotografi immortalanti, che nella foga
dell’eccesiva divaricazione orale atta all’esplorazione de forme de bestiale
ruggito ancora ignote, la mandibola je se svita, la testa je s’allunga vieppiù,
e le capocce deformate de Elio e le storie tese a Sanremo, tornano normali.
“AZIONE INSIEME, PALLA A TE DA TIRO MIO RIBATTUTO, SE PO
PRATICAMENTE DI’ GOL INSIEME, ESULTIAMO INSIEME, NA VITA INSIEME,
SPOSAMOSE CAPITA’!”“Eeeeeh?”“NO DICO...ESULTIAMO INSIEME!”“E
dopo?”“CAPITA’!”“No, prima de quello”“ESULTIAMO INSIEME!”“Guarda ringrazia che
mo me devo fa sommerge dalla caratteristica esurtanza liberatoria che prevede
che tutti me se ammucchieno addosso, sennò era ora de affrontà sto discorso una
volta pe tutte”“EEEEEH ESULTIAMO CARATTERISTICI AMMUCHIATI EEEEEHHHH INSIEMEEEE
DAI TUTTI E UNDICI! TUTTI! PURE FRANCO! OH! FRANCO! OOOOHH FRANCOOOOOO,
vabbè...famo in dieci, è uguale”
Poi se ricomponemo. Manca ancora na cifra. Tipo na ventina de
minuti, contro la prima in classifica ferita e vogliosa, che accidentarmente
non battemo da lustri in cui se sentivamo molto più illustri d’adesso. Scalà er
K2, disintossicasse da Ruzzle, arivà fino ala fine de na canzone dei Modà, fa
pià na laurea a Giannino, tutto sommato, ar confronto, ce sembrano imprese ala
portata.
Eppure non soffrimo praticamente mai.
Belli, compatti, sporchi e cattivi, non se scomponemo manco
all’ingresso de Seba la formica stronza. Certo, quando er carcio moderno
riesuma Anerka proprio al nostro cospetto e proprio nei minuti che ce separano dall’unica,
fin qui, gioia dell’anno, er tifoso smadonna. Senza senso, senza logica, senza
stile. E però too ricordi Sansone? Come fai a non fa tesoro del’esperienza più
fresca e a nun pensà ala prima pagina de Tuttosport de domani co Anerka che
bacia la maja e dichiara “30 sur le champs!”.E invece no.La capoccia a ovo de
Anerka va dietro le punte a fa specchio riflesso cor cranio der subentrato
Bradley. Roba da mettese l’occhiali da sole ale 22.30 de sera.
Ma pe loro è buio, pericoli zero.
Addirittura, a na cinquina dar termine, Aurelio se permette er
lusso dela mossa segreta, o armeno tale sembra a noi che de provà a difende un
risultato non volemo sentì più ragione da mpar d’anni almeno. Quando Totti esce
cor tributo de Olimpico, Coni, Unione Europea, Unione Africana, Commonwealth,
Onu e Festival de Sanremo, tutti aspettamo Lopez, l’Incisivo Lopez.
Ma entra Sturmentruppen Florenzi, UNCENTROCAMPISTAPENAPUNTA.
“Ce piace vince facile eh”, pensamo lì pe lì, graziarcazzo che
poi vinci, eh, stai unazzero, mancheno 5 minuti, levinapuntapencentrocampista,
così so boni tutti a vince, così, sobbo....
E però er brivido de piacere ce cresce dentro forte quanto un
sempre più insopprimibile STICAZZI!!! che non urlamo perché de scorettezza
politica de sti tempi ce ne sta in giro tarmente tanta che abussanne mo, qui,
pare mpeccato.
E però la Juve attacca, tira e crossa e rimpalla senza
costrutto, fino all’urtimo secondo, perché er parucca così ja insegnato, mai
rassegnasse, un rimedio, na cura, niniezione denergia, un trapianto de vigore
se trova sempre. Tipo un carcio d’angolo a tempo de recupero scaduto.
Quando Buffon parte dall’area sua pe venì a fa der male nela
nostra, l’effige de Rampulla che esurta ce se staja nitida. Se non ora quando
uno come Buffon potrà fa na cosa der genere? Solo questo je manca a lui e noi
certe vorte paremo creati apposta pe riempì le mancanze artrui. Ecco, guarda te
come deve finì st’impresa sa. Tanto amo fatto, tanto amo visto, tanto amo detto
e sperato, che voi scommette che Buffon la intruppa de twitter e segna? Daje,
che te ce giochi?
Alla domanda traditora, er portierone nazionale se distrae quer
tanto che basta all’arbitro pe non piglià in considerazione l’ipotesi e sancì
la fine.
(ASCA) - Bruxelles, 20 feb - Le discariche a Riano, Pian Dell'Olmo e a Monti dell'Ortaccio non vanno fatte, il commissario straordinario per l'emergenza rifiuti nel Lazio va rimosso dal suo incarico, e al piano per Roma va data attuazione. Sono solo alcuni dei punti contenuti del documento approvato in commissione Petizione del Parlamento europeo. L'organismo parlamentare ha adottato all'unanimita' (27 voti a favore) la relazione sulla missione del Parlamento Ue in Lazio e Campania compiuta dal 29 al 31 ottobre 2012 per monitorare la gestione del ciclo dei rifiuti nelle due regioni. Il risultato della missione, boccia senza appello la regione del centro. ''La situazione nel Lazio resta molto critica'', si denuncia nel rapporto conclusivo.
Nel documento approvato si chiede, per il Lazio, ''l'immediata revoca dei poteri conferiti al commissario straordinario attraverso l'utilizzo dello strumento della legislazione di emergenza, visto che tale posizione si e' rivelata inadeguata alle necessita' di un'appropriata gestione dei rifiuti''. Cio' ''soprattutto in ragione delle sue priorita' a breve termine e di scarsa portata, laddove sarebbe invece necessario fronteggiare temi sostanziali che costituiscono un problema di medio e lungo termine piu' ampio e strutturale''. Per la commissione Petizione il ruolo e l'autorita' del commissario straordinario in Lazio ''e' del tutto inadatto ai reali problemi che affronta la popolazione, visti i livelli spaventosi della cattiva amministrazione di lungo corso. Inoltre, i poteri di emergenza sono chiaramente controproducenti, oltre che in flagrante violazione di molti aspetti della legislazione dell'Ue in materia di rifiuti''.
Sul fronte dello smaltimento dei rifiuti, il Parlamento Ue manifesta la ''ferma opposizione alla designazione dei siti di Monti dell'Ortaccio e Pian dell'Olmo come discariche, in ragione dell'impatto cumulativo di tali siti con altre strutture esistenti e data la loro vicinanza alle abitazioni e ai corsi d'acqua''. Per cui si raccomanda alle autorita' italiane di ''stabilire criteri piu' chiari sulla base delle pertinenti direttive dell'Ue per la designazione dei siti delle discariche, ove necessari nel contesto di una generale strategia dei rifiuti''. A detta dei parlamentari europei nel Lazio le autorita' politiche sono andate avanti ''senza agire sulle gravi conseguenze cumulative di una politica dei rifiuti completamente inadeguata dove l'intera 'politica dei rifiuti' equivaleva alla 'politica delle discariche' ogni volta che si trovava un sito conveniente''. Il tutto ''ignorando le conseguenze sociali e ambientali e, soprattutto, lasciando tale politica ampiamente nelle mani di un'unica, volenterosa, societa' privata del settore''. Ed e' dunque ''per questa e per molte altre ragioni'' che la delegazione inviata in Italia si dice ''contraria'' alla realizzazione di nuove discariche a Riano, Pian dell'Olmo e a Monti dell'Ortaccio. Critiche mosse anche all'impianto di trattamento dei rifiuti di Villa Spada: per i deputati europei ''si trova indubbiamente nel posto sbagliato, e si auspica un suo spostamento data la sua prossimita' al centro residenziale''.
La commissione Petizione comunque si dice ''compiaciuta'' del 'Patto per Roma' del 4 agosto 2012 sulla gestione dei rifiuti, ma ne chiede ''l'efficace attuazione'' ribadendo la necessita' di ''stabilire chiaramente misure e responsabilita' concrete per raggiungere efficacemente gli obiettivi stabiliti''.