sabato 28 febbraio 2015

La marcia dei ricchi

Nadia Urbinati  fonte: http://www.sbilanciamoci.info/

Oligarchi/La convergenza delle forze nel campo sociale e in quello economico ha vinto sulle resistenze e come esito abbiamo una massa di senza-potere senza organizzazioni di resistenza. Perciò è ipocrita gridare allo scandalo contro il populismo, che non fenomeno scatenante ma sintomo, retto sull’illusione data ai senza-potere di mutare la loro sorte

Per i classici, la tirannia era il solo vero rischio anti-democratico, nella forma individuale o di piccoli gruppi (di oligarchi). La licenza e l’ingordigia per il potere erano le passioni a rischio di sovvertire l’ordine, spesso con il sostegno del più poveri, mesmerizzati dai demagoghi. Lo scenario che ci possiamo attendere oggi è diverso: non masse anarchiche e in ebollizione, non guerrieri e oligarchi di ceto; ma masse di individui isolati negli stati-nazione e oligarchi della finanza nei villaggi globali. Una società divisa tra subalterni dentro i confini statali e plutocrati dentro i confini del loro potere globale.
Alla base, una convergenza di tutti i poteri che originariamente operavano separatamente, secondo il modello liberale classico: il potere economico, quello religioso e quello politico. Sheldon Wolin ha chiamato questa nuova società un “totalitarismo invertito”, nel quale pubblico e privato diventano simbiotici e perdono la loro specifica distintività. “Invertito” non significa che una sfera prende il posto dell’altra (come col patrimonialismo). Significa che l’una e l’altra sono in un rapporto di integrazione totale (come la scuola statale e quella privata parificata che sono dette appartenere a un sistema pubblico integrato). Convergono e danno luogo a qualche cosa di nuovo, una incorporazione di forme che erano separate. E questo spiega il lamento per il declino dei corpi intermedi: una società totalizzante.
Mentre alle origini della modernità, l’economia di mercato aveva promosso decentralizzazione e frantumato i monopoli (Adam Smith) stimolando la libertà economica e indirettamente l’espansione dei diritti, civili e politici, nella nostra società assistiamo a un processo molto diverso. Qui, imprenditori e capitalisti finanziari alimentano il loro potere nella misura in cui cancellano la decentralizzazione e creano una società organica e incorporata, sia a livello nazionale che internazionale.
Si tratta di un ritorno al monopolio, non più nella forma di un bisogno tirannico di accumulo, come nel passato, ma nella forma organizzata da norme e abiti comportamentali che generano una classe di ricchi globali; una società a sé stante di persone che stilano tra loro contratti matrimoniali, che non hanno nazione e vivono nelle stesse città e negli stessi grattacieli. Che si monitorano a vicenda, cercando di captare i mutamenti di fortuna. E creano istituzioni internazionali loro proprie con le quali determinare la vita degli stati, ovvero della classe dei senza-potere, che vivono dentro gli stati e se varcano i confini lo fanno per emigrare andando a rioccupare la stessa classe nel nuovo paese; una classe di milioni di disaggregati, illusi di essere liberi perché parte di social network.
Questa lettura mostra la traiettoria della modernità dall’individualismo all’olismo, da una società che riposava sul conflitto tra eroi individuali o di casato, e poi tra le classi organizzate in partiti, a una società che è un vero corpo omogeneo e unitario, sia negli strati bassi che in quelli alti. E se e quando i conflitti esplodono, si tratta di eventi periferici (alcune fasce di precariato, questa o quella regione contro il centro, ecc.) che non cambiano il carattere dell’ordine globale e non ne incrinano l’organicità.
A provarlo basta pensare a questo: molte delle strategie sviluppate nella società moderna per rendere possibile la resistenza individuale a questa logica olistica stanno producendo l’effetto opposto. Per esempio, i partiti di sinistra del ventesimo secolo avevano lo scopo di rivendicare i diritti dei molti contro l’abuso del potere dei pochi potenti; e usavano la sola arma che i deboli hanno da sempre: l’alleanza, l’unione, l’integrazione delle forze sparse. In questo modo riuscivano a resistere all’oligarchia industriale.
Ma il risultato, che sta sotto i nostri occhi, è molto diverso dalle aspettative o dalle intenzioni originarie: i partiti che si nominano di sinistra operano contro i diritti sociali e la dignità politica delle moltitudini mentre svolgono il ruolo di convincere i senza-potere che quel che occorre fare è assecondare la logica del sistema, quindi lavorare nel rischio e senza diritti e procurarsi una formazione funzionale alla loro oggettiva precarietà. La favola del merito è il nucleo di questa ideologia della subalternità.
La convergenza delle forze nel campo sociale e in quello economico ha vinto sulle resistenze e come esito abbiamo una massa di senza-potere senza organizzazioni di resistenza. A questo punto resta ai deboli il populismo, che ripropone il vecchio mito collettivo del vox populi vox dei, salvo usarlo, come facevano gli antichi demagoghi, per attuare un cambio di leadership che non cambia la condizione dei molti. È ipocrita gridare allo scandalo contro il populismo, che non è il fenomeno scatenante ma il sintomo, retto sull’illusione data ai senza-potere di mutare la loro sorte.

giovedì 26 febbraio 2015

Davide Faraone, sottosegretario all'istruzione dichiarazioni contestate

Comit. Naz. a sostegno della Legge d'iniziativa popolare

Con una forte presa di posizione, il Comitato nazionale a sostegno della legge d'iniziativa popolare "per una buona scuola per la Repubblica" ha replicato alle affermazioni del sottosegretario all'istruzione Davide Faraone
Riportiamo qui, per chiarezza d'informazione il comunicato stampa del Comitato:

"Ieri, nel corso della trasmissione radiofonica "Fahrenheit su rai3, il sottosegretario al Miur onorevole Faraone si è così espresso: "Faremo un decreto in cui ci starà dentro tutto quello che riteniamo utile per la scuola italiana. Lo strumento del decreto ci consente di fare tutto in fretta perché sono molte le riforme che vanno in Parlamento ma poi si perdono in quella palude, quindi non si conclude mai una riforma utile della scuola".
Parole che esprimono un volgare disprezzo per le funzioni del Parlamento, considerato uno strumento inutile ("una palude in cui tutto si impantana"), un ostacolo da poter bellamente aggirare con lo strumento della decretazione d'urgenza
E' così resa evidente l'intenzione del governo di andare oltre quanto fino all'altro ieri più volte dichiarato: decreto d'urgenza per il precariato docente, disegno di legge per la riforma della scuola.
Denunciamo quindi con forza le intenzioni del governo che dichiara di voler procedere ad una riforma complessiva della scuola in modo illegittimo, superando i limiti posti dalla Costituzione alla decretazione d'urgenza, svuotando delle sue funzioni il Parlamento e realizzando nei fatti, oltre che nelle parole, uno sfregio alla democrazia e alla dialettica parlamentare.
Denunciamo che si voglia ricorrere a tale improprio strumento anche per evitare il confronto con la ragionevolezza, la chiarezza, la semplicità e la costituzionalità dei principi contenuti nella legge d'iniziativa popolare "per una buona scuola per la Repubblica" già in Parlamento da mesi, sia alla Camera che al Senato, riproposta da 33 deputati e senatori, ed oggi finalmente conosciuta dall'opinione pubblica anche grazie all'informazione indipendente e coraggiosa della trasmissione "Presadiretta".
L'uso della decretazione d'urgenza renderebbe infatti del tutto impossibile il confronto tra la proposta governativa e la Lip, sottoscritta in maniera certificata da oltre 100.000 cittadini, seppellendola ancora una volta sotto la polvere parlamentare, seppellendo con essa la scuola della Costituzione, rendendo evidente a tutti quanto sia del tutto insincera la tanto declamata "volontà" del governo di voler ascoltare e confrontarsi con tutti. Si tratta, ancora una volta, di sola propaganda, di sole spudorate bugie.
Ci appelliamo agli studenti, ai genitori, agli insegnanti, ai cittadini tutti affinché esprimano con forza la propria indignazione e la propria volontà di difendere la scuola pubblica statale e l'idea stessa di democrazia
".

Il Comitato nazionale a sostegno della Legge d'iniziativa popolare "per una Buona scuola per la Repubblica"

ACQUALE COSTO?

ACQUA,DIRITTI SOCIALI, DEMOCRAZIA
ACQUALE COSTO?

MANIFESTAZIONE PROVINCIALE  SABATO 14 MARZO - FROSINONE
Partenza Villa Comunale ore 10.00

Valutiamo non ulteriormente accettabile e sostenibile lo stato della gestione e del servizio all’interno dell’AmbitoTerritoriale Ottimale 5 Lazio meridionale – Frosinone, ormai giunto al limite della sostenibilità sociale e della legalità.
L’acqua prima di tutto è un diritto inalienabile perché essenziale alla vita ed il servizio idrico è un servizio essenziale reso alla colletività. Questo contrasta evidentemente con gli aumenti reali delle nostre bollette che in poco più di un anno sono schizzate da un minimo del 35% per un'utenza commerciale sino a giungere al 71,6% per una coppia di pensionati al minimo consumo.
Il diritto inalienabile all’acqua contrasta anche con i distacchi del servizio di erogazione che continuano a verificarsi e che sono da considerarsi una grave violazione ai danni della persona e inaccetabili in uno stato di diritto. Ancor più grave quando il distacco viene usato dal gestore privato come pratica estorsiva per i tanti cittadini che contestano quanto fatturato sulle bollette esercitando il loro diritto sacrosanto di contestare quanto si ritiene non fornito.
La privatizzazione dell’acqua come tutte le politiche liberiste messe in campo, sta devastando le nostre comunità, ci ha tolto la possibilità di controllo e di accesso al servizio e sta producendo gravi danni all’ambiente per l'eccessiva captazione delle sorgenti che determina una netta riduzione dell'acqua nei fiumi, per la scarsa manutenzione delle fognature che genera un inquinamento diffuso nel territorio e per la mancanza di un'efficace funzionamento dei depuratori che scaricano nei fiumi acque ancora troppo inquinate.In questo senso le resistenze sui temi dell’acqua sono sempre più dentro tutte le altre conflittualità nel nostro territorio come in tutto il Paese.
Vogliamo riprenderci l’acqua e cambiare rotta.
Prima di tutto vogliamo che venga data immediata attuazione alla risoluzione del contratto per colpa del gestore che i Sindaci hanno già deliberato il 21 dicembre 2009 mentre la Segreteria tecnica ha formalmente messo in mora il gestore per le sue inadempienze nell’autunno del 2013.
Intanto, chiediamo che venga tutelato da parte dei sindaci il diritto inviolabile della persona all’accesso all’acqua e ai servizi igienico - sanitari ordinando il riallaccio immediato del servizio quando il gestore viola questo diritto.
Affinché si concretizzi il nuovo modello di gestione della risorsa e del servizio idrico previsto dalla nuova normativa regionale, chiediamo che venga approvata in tempi brevi la Legge che dà attuazione alla legge regionale n. 5 del 4 aprile 2014, Tutela governo e gestione pubblica delle acque, legge di iniziativa popolare votata all’unanimità dal Consiglio regionale.
Questa Legge, in controtendenza con quanto legiferato nelle altre regioni, prevede la definizione dei nuovi Ambiti di Bacino Idrografico (ABI) sulla base della risorsa nella sua tutela e salvaguardia e una nuova Convenzione di cooperazione tra i comuni all’interno dell’Ambito che riporta il controllo e le decisioni nei consigli comunali con la partecipazione diretta dei cittadini. La legge istituisce un fondo cui potranno attingere gli ABI che opteranno per la gestione attraverso un soggetto di diritto pubblico.

È necessaria una grande mobilitazione che punti a risolvere quella che è divenuta una vera e propria emergenza sociale.
Per adesioni scrivere a: comitatoacquapubblicafrosinone@gmail.com

Prime adesioni: Comitato acqua pubblica provincia di Frosinone, Unione Sindacale di Base Confederazione Frosinone, Confederazione Cobas Frosinone, Meetup 5Stelle di Frosinone, Ceccano, Ferentino, Isola Liri, Cervaro, Alatri, Veroli, Centro studi Tolerus, Retuvasa, Ass.Oltre L’Occidente, Ass.Frosinone bella e brutta, Ass.AUT Frosinone, Ass. Terradolce - Anagni, Coordinamento provinciale Sanità Frosinone, Consulta delle associazioni, Società Operaia mutuo soccorso, Ass.Frosinone Possibile, Comitato civico Laboratorio Scalo, Comitato Acqua Nostra di Cassino, Konsumer Italia di Frosinone, Partito Socialista Italiano Federazione provinciale, Giovani socialisti provincia di Frosinone, Partito Democratico Frosinone, Sinistra Ecologia Libertà Federazione provinciale, Cittadinanza Attiva Lazio, Legambiente, Comitato locale per il lavoro Frosinone, Sylvatica  

martedì 24 febbraio 2015

Sanità, l'atto aziendale fantasma

Coordinamento Provinciale Sanità

Uno, nessuno e centomila: anche Pirandello non riesce ad uscire dal porto delle nebbie che da Roma, via Cristoforo Colombo (sede Presidenza  Regione Lazio) si estende fino a Frosinone tutto confondendo in un mare di ombre cinesi.
Ci riferiamo, ovviamente, alla nota vicenda dell’atto aziendale: approvato? Non approvato? Solo parzialmente osservato? Da riscrivere e ripresentare ai sindaci? E si perché stiamo osservando, affascinati DA un avvincente balletto di dichiarazioni, smentite, precisazioni, vigorose, femminili, prese di posizione che ci confondono e ci lasciano perplessi.
Reparti che chiudono, si riaprono, si accorpano, dea che compaiono e scompaiono nel giro di poche ore, primari multivalenti saltellanti da una struttura all’altra dotati innegabilmente del dono dell’ubiquità. Il tutto condito dalle immancabili case della salute o del parto che sempre più sembrano moltiplicarsi.
Tutto ciò in un contesto sempre più irritante di pavido silenzio da parte di quei rappresentanti politici eletti dai cittadini che dovrebbero sentire il dovere, per lealtà, onestà, correttezza democratica e per amore verso questa terra e il suo corpo elettorale, di impegnarsi a sua tutela: il tutto con poche eccezioni: così come abbiamo letto dalla stampa le uniche concrete prese di posizioni in consiglio regionale sono venute dal PSI Oscar Tortosa, MS5 Davide Barillari e FI Mario Abruzzese.
Non sappiamo come andrà a finire questa STORIA CHE A NOI APPARE SOLO UNA  MISEREVOLE COMMEDIA DELLE PARTI ORCHESTRATA  A DANNO DEI CITTADINI, ma l’orizzonte che ci si prospetta è MOLTO oscuro, E' fatto di una organizzazione sanitaria sempre più  avvilita e progressivamente demolita che produce quotidianamente drammi, sofferenze e dolori mentre i sindaci ed i partiti locali e provinciali tacciono.
Il coordinamento provinciale della sanità fa appello a tutti i cittadini affinché partecipano a tutte le iniziative in atto sabato 28 febbraio 2015 e domenica 1 marzo a Frosinone presso l’auditorium Colapietro, e domenica 1 marzo presso l’auditorium ex Capitol a Sora.
È ora che i QUASI tremila medici di questa provincia facciano sentire la loro voce. Non è possibile che una categoria di professionisti tanto importante per la salute della gente e per la via delle persone, colpita nella propria dignità personale e professionale NON SI RIAPPROPRI IN PIENO DEL SUO RUOLO, IN PARTICOLARE  in situazioni drammatiche come la nostra E CIASCUNO CON IL SUO IMPEGNO PERSONALE, LASCIANDO STARE LE DECREPITE DECLARATORIE DEI SOLITI SOLONI INCONCLUDENTI.






































PROGRAMMA SABATO 28/02/2015
H 15,00 – ESPOSIZONE ARTISTICA E FOTOGRAFIA a cura del Gruppo Artisti
Volontari dell’ass. Forming e del Centro Interarte Pubblica e popolare

H 16,00 – DIBATTITO “FROSINONE LA CITTA’ PIU’ INQUINANATA D’ITALIA:
L’INSOSTENIBILE PESANTEZZA DELLE POLVERI SOTTILI (PM10)”,
intervengono Riziero Concetti, chimico e Profeta Zangrilli, pneumologo,
modera Giovanni Magnante

H 17,45 – ESIBIZIONE MUSICA DA CAMERA EVENOS QUARTET, 
MicheleCarere, Gabriele Coggi, Selene Malizia, Adriano Fabio Testa

H 18,15 – Dibattito “LA VALLE DEL SACCO TRA INQUINAMENTO AMBIENTALE
E EMERGENZA SANITARIA. QUALE FUTURO?”, intervengono Alberto
Valleriani (Retuvasa), Roberto Passetti (ambientalista), Anita Mancini
(architetto ambientalista). Modera Aniello Prisco

H 19,45 – Degustazioni con prodotti offerti dalle aziende aderenti alla CIA
(Confederazione italiana agricoltori)

H 20,30 – EVENTO MUSICALE CON GRUPPO FOLCLORISTICO BIFOLK



PROGRAMMA DOMENICA 01/03/2015
H 10,00 – Filmato documentario
“SANITA"’ CIOCIARA, CRONACA DI UNA MORTE ANNUNCIATA”
regia di Luciano Granieri

H10,30 – Poesie dialettali DEL PROF. ERCOLE MARINO MARTIRE

H 11,00 – Dibattito “GLI OSPEDALI E I SERVIZI SANITARI SUL DISTRETTO : QUALI PROSPETTIVE”
Intervengono i sindaci dei capoluoghi di Latina Giovanni Di Giorgi, e di Frosinone,
Nicola Ottaviani. Sono statiinvitati tutti i sindaci della Provincia.
Modera Francesco Notarcola

domenica 22 febbraio 2015

Programma politico.

Luciano Granieri

Non so se ve ne siete accorti ma la questione è estremamente grave. La  fuga dei capitali dalle banche greche, che sta aggravando la situazione economica ellenica è l’estrema arma che il capitalismo finanziario ha usato per ridurre allo stremo  il popolo greco e riportare Tsipras a più miti consigli. 

Domani il governo guidato da Syriza dovrà presentare alla troika , per l’occasione rinominata “istituzioni”,  un programma molto simile al memorandum per avere un prestito ponte che le  consenta di sopravvivere per altri  quattro mesi.  E’ l’ennesima dimostrazione che ormai sulla pelle della gente non decidono  i Parlamenti o i Governi eletti . Questi, o sono consenzienti con i diktat del capitalismo finanziario, o devono capitolare  colpiti delle armi che l’alta  finanza può usare per ridurre alla fame chi osa opporsi. 

Fra i Governi consenzienti naturalmente c’è quello italiano, il quale con il jobs act, ovvero la riduzione in schiavitù dei lavoratori, decisa  attraverso una legge delega conferita all’esecutivo per decretazione d’urgenza, ha rispettato alla virgola la lettera che nel 2011 la BCE  fece recapitare all’allora governo Berlusconi. Altro che battere i pugni sul tavolo, Renzi è il miglior esecutore delle regole  che il capitalismo finanziario impone  attraverso le istituzioni antidemocratiche europee. Non a caso i più grandi fondi d’investimento e banche d’affari accordano appoggio incondizionato all’ex sindaco fiorentino, che forte di questi endorsement e di una pletora di servi sciocchi più pericolosi degli squadristi,   tiranneggia gli italiani. 

La conclusione, più volte espressa da questo blog è che serve una seria lotta al capitalismo finanziario e alle sue  pratiche ultraliberiste. Ma è possibile individuare un percorso  per dare una concretezza a questo proposito? Provo a fornire qualche suggerimento.  L’Italia, non potrà mai estinguere il suo debito di 2000 miliardi e la regola imposta dal fiscal compact per cui entro il 2020 dovremmo riportare  l’attuale   rapporto deficit/pil del 130%  al 60% concorrerà all’esecuzione di una drammatica macelleria sociale.  

Tale situazione di evidente insolvibilità , prima o dopo finirà, per gettarci nella braccia della troika,(Bce, Eu, Fmi)  che in cambio del proprio aiuto esigerà la totale distruzione di ciò che resta dello stato sociale e la vendita ai privati dei beni dello Stato.  Dunque il primo passo per liberarsi da questo giogo è uscire dall’euro,   di seguito operare una moratoria ed un audit sui debiti da assolvere  ed  emettere un quantità di moneta necessaria ai bisogni sociali del paese.  

Contestualmente è necessario dare corso alcune procedure interne per proteggere il potere d’acquisto dei salari e la quota degli stessi salari sul Pil.  Infatti se da un lato  le crisi valutarie che seguono tali processi di svalutazione hanno un impatto positivo sulla bilancia commerciale, aumentando le esportazione,  dall’altro indeboliscono notevolmente il potere d’acquisto delle retribuzioni. Quando l’Italia nel 1993 uscì dal sistema monetario europeo (sme)  i salari reali si ridussero del 4% mentre la quota dei salari sul Pil si ridusse del 9%.  

Quindi l’uscita dall’euro deve essere accompagnata da politiche di salvaguardia dei salari , adottando sistemi tipo la scala mobile, e predisponendo corposi piani di  investimento nello stato sociale. Ma ancora più urgente è raccogliere la firme per indire  un referendum abrogativo sul jobs act. Una legge che, sia nel merito (la riduzione in schiavitù dei lavoratori) ,che nel metodo (il totale stravolgimento delle procedure parlamentari con la decretazione d’urgenza su una delega governativa),  lede  i principi democratici e la dignità delle persone. 
Riepilogando: Rifiuto dei trattati europei, con esclusione della carta dei diritti  -  uscita dall’euro - rinegoziazione del debito la cui parte legittima verrà pagata in lire - protezione del potere d’acquisto dei salari reali a fronte della svalutazione monetaria conseguente all’abbandono della moneta unica -  referendum abrogativo del jobs act.  

Potrebbe essere l’inizio di un programma politico per una forza che abbia come primo obbiettivo la lotta al capitalismo finanziario?  Ragioniamoci.



Diffida al commissario Raio

 Consulta dell'Ambiente di Piedimonte San Germano 

A seguito del silenzio perpetuato dal 2 febbraio scorso ad oggi del Commissario Straordinario Dott. Ernesto Raio del Comune di Pontecorvo, in merito alla richiesta assunta al protocollo generale in data 26 gennaio 2015 circa la sospensione dei lavori di realizzazione dell'impianto gassificatore di 200 kW in Via Le Cese (località Ravano) a Pontecorvo e all'istituzione urgente di un tavolo tecnico, i rappresentanti di associazioni e comitati ambientalisti Alessandro Barbieri, Maddè Guglielmo, Salvatore Avella e Maurizio De Vincenzis hanno protocollano in data 20 febbraio formale diffida, invitando il Commissario a rispettare entro i termini previsti dalla legge gli impegni presi dichiarati sia a mezzo stampa, sia direttamente ai sopracitati cittadini. «Auspichiamo che la massima autorità sanitaria, cui rappresenta il Commissario pro tempore, attui immediatamente i principi di integrazione e di azione preventiva in materia igienico sanitaria (Principio di Precauzione) a tutela della popolazione residente»