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venerdì 31 agosto 2018
Discarica di Colleferro, il movimento Rifiutiamoli diffida la Regione
PER USCIRE DALLA SOCIETA' DEL RANCORE, PER RIAPRIRE L'ORIZZONTE DELLE POSSIBILITA'
il contributo di Attac
Italia verso una manifestazione nazionale e oltre
La crisi della democrazia, in Europa e nel
nostro Paese, sta subendo un ulteriore avvitamento. A fronte di un' Unione
Europea totalmente avvinghiata al dogma delle politiche liberiste e di
austerità, la frustrazione sociale per il drammatico peggioramento delle
condizioni di vita diviene sempre più terreno di coltura -e, spesso, approdo di
governo- di formazioni politiche che fanno del sovranismo identitario e del
nazionalismo razzista l'orizzonte della propria azione.
Assistiamo così ad un tragico teatro, all'interno del quale
viene messa in scena una singolar tenzone fra avversari che sembrano
combattersi con asprezza, ma dentro un copione prestabilito di
rafforzamento del dominio delle elite economico-finanziarie, che
reclamano rassegnazione alle politiche di espropriazione di diritti, beni
comuni e democrazia.
Il governo Lega-5Stelle, insediatosi dopo le
elezioni del 4 marzo scorso, è da questo punto di vista un esempio evidente:
nato dalla socializzazione del rancore -sia esso prodotto dal cittadinismo
meritocratico' dei 5Stelle, sia esso prodotto dall''individualismo
proprietario' della Lega- dopo aver riempito i mass media di roboanti
dichiarazioni contro le politiche di austerità, ha di fatto canalizzato la
frustrazione sociale verso il razzismo e la guerra contro i poveri.
Lega e 5Stelle non sono ovviamente arrivati
all'improvviso; hanno occupato uno spazio, lasciato vuoto per decenni, da una
sinistra variamente articolata che, grazie all'interiorizzazione totale della
dottrina liberista e alle conseguenti politiche portate avanti, ha minato alle
fondamenta il proprio blocco sociale, fino a determinare la propria scomparsa
dalle istituzioni e la propria ininfluenza nella società.
Ciò a cui stiamo assistendo è, a nostro avviso, un'ulteriore
tappa della trappola del debito, che, dopo aver contributo, grazie alle
politiche liberiste e di austerità, all'enorme spostamento di ricchezza
collettiva nelle mani delle lobby finanziarie e dei ceti alti della società,
oggi interviene come arma di disciplinamento sociale.
E che necessita di autoritarismo per imporre la
rassegnazione sociale all'inevitabilità delle politiche d'austerità (“c'è il
debito, non ci sono i soldi”) e che necessita del razzismo
per canalizzare la frustrazione sociale per l'”impossibile” cambiamento (“se
i soldi non ci sono, prima gli italiani”).
Sembra un terreno abbondantemente arato che, giorno dopo
giorno, ci fa assistere attoniti al peggioramento delle relazioni sociali, al
superamento della soglia di dignità, all'emergere di un fascismo sempre meno
strisciante.
Tuttavia, la società italiana è attraversata da un
altro paradosso. Il numero di donne e uomini che, dentro la loro
quotidianità sociale, mettono in campo lotte, pratiche ed esperienze che
suggeriscono un altro orizzonte e un altro modello, non è mai stato così ampio
come in questi ultimi anni; contemporaneamente, questo insieme di donne e di
uomini non ha mai inciso così poco sull'agenda politica come in questi medesimi
anni.
E' come se la rassegnazione all'inevitabilità
della trappola del debito avesse ridimensionato anche il loro orizzonte e
l'azione compiuta da ciascuno di essi, pur essendo anche molto radicale dentro
l'esperienza specifica, avesse smesso di essere considerata parte di un sogno
collettivo per una società diversa.
E' a questo variegato mondo di esperienze,
dalle lotte per i diritti sociali a quelle di sostegno ai migranti, dalle
battaglie contro la precarietà alle esperienze di mutualismo conflittuale,
dalle lotte contro le grandi opere a quelle per la riappropriazione sociale dei
beni comuni, dalle esperienze di una diversa agricoltura e produzione alle
realtà di autogoverno urbano e sociale, che vorremmo rivolgerci per porre le
medesime domande che attraversano anche noi:
E' questa la società che vogliamo?
Possiamo assistere al drastico peggioramento delle
condizioni di vita e delle relazioni sociali senza provare a mettere in campo
un nuovo protagonismo collettivo?
Possiamo sottrarci alla finta contrapposizione fra
establishment e sovranismo reazionario non con l'esilio, ma con uno scarto di
lato e un salto in avanti?
Noi
pensiamo di si e per questo rispondiamo positivamente alla proposta lanciata da
Il Manifesto per una manifestazione nazionale a settembre contro il razzismo.
Perchè tuttavia non rimanga un evento tanto fondamentale
quanto episodico, crediamo sia utile porre a tutti noi un ulteriore domanda:
Perchè non provare a costruire luoghi di confronto e
di convergenza delle lotte, delle vertenze, delle esperienze e delle pratiche
alternative, che si prefiggano, nelle forme, nei tempi e nei modi che da questi
usciranno, un appuntamento nazionale di incontro, per dire tutte e tutti
assieme:
“Fuori dalla trappola
del debito, dal razzismo e dalla precarietà,
diritti, beni comuni e
democrazia per tutti”?
Non sappiamo se sarà possibile, né quale potrà essere
l'approdo.
Ma abbiamo deciso di riprendere a camminare e vorremmo farlo
tutte e tutti assieme.
Con la consapevolezza di non voler mai rinunciare a cambiare
lo stato di cose presenti e di voler riaprire l'orizzonte delle possibilità.
D'altronde, anche il loro potere, che pur appare feroce, è
profondamente fragile. Perchè dura solo finchè dura la nostra rassegnazione.
ATTAC ITALIA
a tutte le realtà
interessate ad approfondire queste riflessioni e proposte, chiediamo di
segnalarsi scrivendo a segreteria@attac.org
mercoledì 29 agosto 2018
Una prefetta di....classe
Luciano Granieri
Ve la ricordate la prefetta di Frosinone Emilia Zarrilli?
Quella che ha sempre rifiutato un confronto con
gli ex lavoratori Multiservizi, accampati sotto una tenda per
rivendicare il proprio sacrosanto diritto ad un posto di lavoro? Diritto sacrificato dal sindaco Ottaviani sull’altare
di una scombicchierante strategia di rapina dall’occupazione alla becera
propaganda? Ingiustizia , per altro, sanata dalla magistratura.
Sua Eccellenza Zarrilli! la funzionaria tutta inciuci con il sindaco di Frosinone , che ignorò l’inopinabile e disdicevole faccenda dell’arresto
del vice sindaco De Santis per una
sordida storia di corruzione relativa agli appalti sui rifiuti. Una vicenda
così rumorosamente silente da non interessare la prefetta sulle proroghe illegittime che il comune accordava, nonostante
lo scandalo, alla stessa ditta corruttrice.
La Zarrilli! Quello stesso rappresentante del governo, a
cui non faceva né caldo né freddo che un
tale di nome Ciavardini, in detenzione presso il carcere di Frosinone - estremista nero, condannato
insieme ad altri suoi gaglioffi fascisti
per la strage di Bologna, e di vari altri reati fra cui il
concorso nell’omicidio del poliziotto Franco Evangelisti perpetrato il 28 maggio del 1980 davanti al Liceo Classico
Giulio Cesare a Roma -fosse
costantemente fuori dalla galera ed esercitasse la nobile funzione di operatore culturale .
Quella prefetta, all’inizio di luglio ha lasciato il nostro territorio
sostituita dal dott. Ignazio Portelli.
Non sappiamo se per Frosinone l’avvicendamento sarà proficuo, certo è che Sua
Eccellenza Zarrilli, non appena
insediatasi nella nuova prefettura di Pistoia, ha cominciato a fare danni.
Ha
chiuso il centro di accoglienza per migranti di Don Massimo Biancalani, quello
che fece adirare ed indignare leghisti e
fascisti postando su Facebook, le foto di alcuni
richiedenti asilo, accolti nel CAS della
sua parrocchia di Vicofaro , che si
ristoravano con un bagno in piscina. La decisione della prefetta Zarrilli ha subito suscitato un tweet
entusiasta del ministro per la promozione della razza italica Matteo
Salvini che così esultava: “Tempi duri
per il prete che ama circondarsi di migranti, ancora un po’ e la canonica
scoppiava…..”
Ma perché la Zarrilli ha chiuso il centro di accoglienza di
Don Biancalani? Perché è fascista? Forse. Perché odia i poveracci ? Sia bianchi (i lavoratori della Multiservizi di
Frosinone), che neri (i migranti della parrocchia di Vicofaro) . Non
lo sapremo mai.
Il provvedimento di chiusura del CAS, emesso da Sua Eccellenza , ufficialmente parla
di un mancato adeguamento di sicurezza della cucina. Resta da capire come l’insufficiente messa
a norma di un locale, sito da tutta altra
parte rispetto alla zona di accoglienza
dei migranti, possa determinare la chiusura dell' area. Resta altresì da
capire come il complesso del CAS di Vicofaro fosse regolare per l’ex prefetto il Dott. Angelo Ciuni ma non
per la sua sostituta Zarrilli che ne ha
insindacabilmente decretato la chiusura.
Per chiarezza d’informazione bisogna aggiungere che in quella cucina,
dotata di forno a legna, dodici ragazzi immigrati, dopo aver frequentato un corso per
pizzaioli certificato Haccp, gestivano la “Pizzeria dei Rifugiati” preparavano
e servivano pizze per clienti entusiasti. Ma tutto ciò per Sua Eccellenza , a
fronte della mancanza di qualche solaio ignifugo, non si sa quanto
indispensabile, doveva essere bloccato, alienato forse per sempre.
Del resto come dubitare
dell’esperienza di un funzionario che fu
capo dello sportello unico per l’immigrazione a Roma? In realtà da dubitare ci
sarebbe perché nel 2009 la D.ssa Zarrilli ,nell’adempimento di questa
funzione, fu accusata di corruzione in
atto pubblico. Secondo gli inquirenti a corrompere il futuro prefetto di Frosinone sarebbe stato
tale Luigi Di Maio (un omonimo del vice presidente del consiglio) direttore dell’agenzia di consulenza China Service, il quale avrebbe pagato una vacanza a Dubai, per Sua Eccellenza ed alcune sue amiche, in cambio del via libera ad
una pratica di ricongiungimento familiare di due cittadini cinesi . Una vacanza
che, secondo una verifica dei libri contabili, sarebbe costata a China Service poco più di ottomila euro. Per dovere di cronaca
l’inchiesta è ancora in corso .
A proposito di legalità se non ricordiamo male,
anche i grillini locali ebbero a che dire con la prefetta in merito all'esistenza di una ineluttabile ed in inindagabile
zona grigia presente in ogni territorio ,
dove la legalità si contamina con
l’illegalità. Naturalmente per quei grillini, ogni dubbio su Sua Eccellenza Zarrilli
sarà stato fugato dal suo provvedimento di chiusura del CAS di Don Massimo con tanto di encomio
cinguettato dall’alleato Salvini.
A proposito,
a quando il gruppo 5S in consiglio comunale passerà in maggioranza a
supporto dell’appena costituta compagine salviniana facente capo ai consiglieri
fuoriusciti dalla lista Ottaviani, Enrico Cedrone e Sara Bruni? Sarebbe un bel
modo per suggellare il ferreo contratto di governo anche a Frosinone.
lunedì 27 agosto 2018
Salvini demagogia a buon mercato
Avv. Felice Besostri
Molto demagogicamente Salvini annuncia che rinuncia all'immunità. Di che parla ? E' stato denunciato per un reato ministeriale, non coperto dall'immunità prevista dall'art. 68 Cost. per i parlamentari, ma solo, a partire dalla riforma del 1993, per perquisizioni personali o domiciliari, arresti o altre forme di limitazioni della libertà, o per mantenerli in detenzione in caso di arresto obbligatorio in flagranza. Essendo nota la sua poca attenzione alle istituzioni e alle dinamiche legislative non stupisce che Salvini ignorasse la riforma che aboliva l'autorizzazione a procedere anche per i parlamentari, ma i mezzi di informazione non dovrebbero prestarsi a diffondere una falsa notizia sulla rinuncia ad un'immunità che non è prevista, e perciò ridursi a megafono di un'operazione di propaganda. Piuttosto un PM accorto avrebbe dovuto avvalersi dell'art.17 del DPR n,. 3/1957, che impone ai funzionari di non obbedire ad ordini che implichino la commissione di un reato e li considera,in difetto, colpevoli dello stesso. Tanto più che un ordine formale non c'era né motivato nè in forma scritta come prescritto dalla legge. Un chiaro avvertimento che chi esegue ordini illegittiimi non è coperto dal suo ministro, né può godere dei suoi privilegi.
domenica 26 agosto 2018
Raduno per la pace e i diritti 21 settembre Sant’Anna di Stazzema
Il 21 settembre a partire dalle 14.30 tutti a Sant’Anna di Stazzema per un raduno in difesa dei valori della Pace, della non violenza, della solidarietà, della libertà di opinione e di tutti i valori della Costituzione
nella Giornata Internazionale della Pace
Cara cittadina, caro cittadino,
sta succedendo qualcosa che non possiamo più sottovalutare, siamo di fronte al diffondersi di episodi di intolleranza, di rievocazione dei totalitarismi, ad appelli inaccettabili di discriminazione diffusi da altoparlanti, a porti chiusi a bambini malati nella totale indifferenza di tutti e addirittura con il plauso del governo.
I campanelli continuano a suonare ed in troppi fanno finta di non sentire.
Serve un moto di orgoglio, un cambio di passo non solo da chi è chiamato a ricoprire incarichi pubblici, ma nella società che sembra essersi assopita e quasi rassegnata.
Nella Giornata internazionale della Pace che è stata deliberata dall’Onu come giorno di riflessione e di sospensione dei conflitti, il 21 settembre, chiediamo a tutti di venire a Sant’Anna di Stazzema, nel Parco Nazionale della Pace dalle 14.30 in poi a dire che non ci rassegniamo a politiche che violano le più elementari forme di convivenza civile, al ritorno dei nazionalismi, dei razzismi: anche ottanta anni fa si cominciò dicendo che qualcuno era diverso, poi si arrivò alla più devastante guerra che la storia ricordi. Ecco perché a Sant’Anna di Stazzema vogliamo organizzare un raduno per la pace, che non è assenza dalla guerra, ma è l’assenza dalle condizioni che portano alla guerra ed in cui l’essere umano, uomo e donna, può realizzarsi, nel rispetto delle giustizia, libertà dal bisogno, libertà di opinione, con più diritti per tutti.
Fare finta che non stia succedendo qualcosa è un aiuto a populismi e nazionalismi che sono il contrario dei valori della cittadinanza che vogliamo affermare.
Ti aspetto a partire dalle 14.30 a Sant’Anna di Stazzema, Parco Nazionale della Pace, per una invasione pacifica di tutti noi cittadini in un luogo tanto significativo.
Il Sindaco di Stazzema
Maurizio Verona