giovedì 15 novembre 2018

Lo sgombero del Baobab chiama alla mobilitazione e alla solidarietà

Luciano Granieri  dell'assemblea territoriale di Frosinone di Potere al Popolo.





 A seguito dello sgombero del presidio umanitario  Baobab Experience di Roma, ordinato dal ministro dell’INTERiora addominali (e da ciò che da esse in basso  si estende), 150  migranti e richiedenti asilo  saranno esclusi  dall’accoglienza istituzionale e costretti a dormire per strada.  Fra essi ci sono   donne,  bambini e una famiglia italiana che come gli immigrati è in grande difficoltà . Alla faccia del “prima gli Italiani” .  

Ad oggi è urgente aiutare chi è stato cacciato in strada dal ministro dell’INTERiora addominali  fornendo  coperte, indumenti  e generi di prima necessità. Il movimento Rifiutiamoli di Colleferro ha istituito presso il suo presidio,  nato  per scongiurare il revamping di due inceneritori, un centro raccolta di beni di conforto, attivo già da oggi. E’ possibile portare coperte, latte in polvere ed altri generi alimentari  presso Largo  Don Nicola Fontana nel quartiere di Colleferro Scalo vicino alla stazione ferroviaria,  dalle 8,00 alle 12,00 nella mattinata, e dalle 15,00 alle 18,00 nel pomeriggio. Inoltre, a breve, il centro Baobab renderà noto un codice   IBAN dove poter effettuare donazioni per  aiutare le persone messe in strada.  

Dobbiamo mobilitarci prima che la faccenda finisca nella mani della neo eletta, anche con i voti dei 5 Stelle , presidente della commissione diritti umani del Senato  Stefania Bucciarelli. Una che ha fatto delle ruspe spianatrici dei campi profughi  una filosofia di vita,  un programma politico. Una  che condivide la risoluzione del problema migratorio con chi ha invocato  lo sterminio nei forni crematori per gli immigrati. 

L’assemblea    di Potere al Popolo di Frosinone, insieme alle altre realtà territoriali del Lazio, compresa quella dell’Alta Valle del Sacco, sarà in prima linea nel coadiuvare la raccolta di soldi e beni di prima necessità per gli sfrattati dal ministro dell’INTEriora addominali. Vogliamo ricordare all’illuminato titolare del ministero della cloaca, che mettere per strada della gente senza documenti significa rendere disponibili  braccia per lavoro nero e criminalità organizzata, alla faccia della sicurezza!  

Esortiamo fortemente,  inoltre, tutti colori i quali hanno votato 5S, per dabbenaggine, per insipienza, per stupida rivalsa, per miopismo  politico, ad essere  i primi a mobilitarsi in  favore degli sfollati del Baobab, perché è loro la responsabilità di aver portato al governo certi mostri come il ministro dell’INTERiora e la presidente della commissione delle ruspe. 

Così come invitiamo fortemente ad attivarsi per lo stesso obiettivo gli elettori del Pd, perché proprio un loro ministro con uno sciagurato  decreto,  per il quale assurgeva a principio di difesa della democrazia la repressione dei più poveri, ha aperto la strada al peggiore odio sociale. 

Come detto noi di Potere al Popolo ci mobiliteremo sin da subito, come credo faranno altrettanto altre compagne e compagni, nonostante fra di noi ci sia  qualcuno che fa fatica ad arrivare a fine mese.  Andiamo volentieri in deficit sapendo che questo potrà portare conforto alle vittime   della barbarie, non come il governo per cui il deficit  serve  a diminuire la tasse ai ricchi. 

A proposito!  A quando lo sgombero del palazzetto di CasaPound?  Il rispetto della legalità deve valere per tutti anche per i  neri del terzo millennio.

martedì 13 novembre 2018

Stop agli inceneritori, la lotta paga

Potere al Popolo di Frosinone e dell'Alta Valle del Sacco



Le assemblee  territoriali di Potere al Popolo della  provincia di Frosinone   e dell’Alta Valle del Sacco salutano  con soddisfazione il decreto della giunta regionale del Lazio che determina il definitivo blocco degli inceneritori di Colleferro . Soprattutto,  intendiamo  ringraziare il Movimento Rifiutiamoli che è riuscito con caparbietà e consapevolezza a mobilitare  nella lotta contro le inquinanti ciminiere   i cittadini  di Colleferro e di gran parte della Valle del Sacco. Il movimento  Rifiutiamoli, insieme ad  altre associazione e alla popolazione, ha  dimostrato ancora una volta che la lotta paga. Il presidio permanente presso la via d’accesso agli impianti che ha bloccato i camion con i rifiuti da bruciare, tre manifestazioni ed una serie di altre iniziative, hanno  portato all’esito tanto agognato:  cioè che  da quelle ciminiere non uscirà  più  nemmeno un grammo di CO2 e di altri veleni derivati dalla combustione de rifiuti. Anche il piano della Sindaca di Roma Virginia Raggi di utilizzare uno degli impianti di proprietà al 40% di AMA per bruciare l’immondizia di Roma è fallito. Potere al Popolo di Frosinone, e dell’Alta Valle del Sacco,  oltre a gioire per tali  esiti,  auspica che questo  sia solo un primo passo verso una totale ristrutturazione del sistema di smaltimento  in vigore nella Regione Lazio.  E’ ora che la stessa Regione si doti di un piano dei rifiuti  ancora inesistente . Il  precedente, pianificato dalla giunta Polverini,  è abbondantemente scaduto. La  mancanza di una pianificazione  certa,  basata sulla differenziazione il ricircolo e il riuso, ha comportato il ricorso a  soluzioni emergenziali volte a favorire il profitto delle aziende private interessate ad aumentare il numero di discariche ed inceneritori. Gli  impianti  di Colleferro dovevano essere attivati proprio  per costituire un incentivo all’acquisto da parte di ditte private della società a capitale pubblico Lazio Ambiente.  Ribadiamo che la gestioni di servizi fondamentali come lo smaltimento dei rifiuti deve salvaguardare la  qualità dell’ambiente e la salute della popolazione, non il profitto dei privati. E’ ferma intenzione dei militanti di Potere al Popolo di Frosinone  impegnarsi  a risolvere il  grave problema dell’inquinamento che flagella la Valle del Sacco, da Colleferro fino a Ceprano. Non è più tollerabile che,  nonostante il territorio sia stato classificato SIN (Sito d’Interesse Nazionale), nonostante qualche bonifica sia  partita, insistano nella Valle ancora innumerevoli fonti d’inquinamento. E’ inutile pulire se c’è ancora chi sporca. La vicenda degli inceneritori di Colleferro  dimostra che quando il Popolo agisce con consapevolezza, partecipa fattivamente alle lotte, è capace di esercitare un grande potere, altro che populismo. Potere al Popolo!



lunedì 12 novembre 2018

Festa Rifiutiamoli II Inceneritori di Colleferro #spentipersempre

Movimento Rifiutiamoli




Spenti per sempre 

La giunta regionale ha decretato la fine degli inceneritori di Colleferro: le due ciminiere non bruceranno più neanche un grammo di immondizia. 

Un anno di presidio permanente, tre manifestazioni e innumerevoli iniziative cittadine,la consapevolezza di un territorio, la sua costante mobilitazione e l'impegno dell'amministrazione di Colleferro. Tutto questo ha portato al fermo definitivo degli inceneritori. 

E' una vittoria di metodo, di piazza e d'impegno collettivo.



Bisogna continuare a vigilare, c'è la necessità di continuare il percorso di mobilitazione, lo sappiamo, ne siamo consapevoli. Vigiliremo sulla composizione del piano rifiuti e ci opporremo a un eventuale arrivo dei rifiuti della Capitale in un impianto di recupero.

Intanto vogliamo festeggiare perché gli inceneritori non riapriranno. Vogliamo festeggiare insieme perché questa battaglia ambientalista è patrimonio collettivo.






domenica 11 novembre 2018

Cronache di una giornata antifascista antirazzista e femminista

Luciano Granieri





Più che del cambiamento questo è il governo del dimagrimento. Da quando si è insediato siamo sempre a fare jogging in piazza fra cortei e presidi , dalla Diciotti a Riace, da Macerata a Trieste a Lodi. Sempre in movimento a protestare contro razzismo, fascismo, diritti negati alle donne e a chi ha orientamenti sessuali non etero. Continuamente in cammino  contro la barbarie imperante che un governo a guida leghista , spalleggiato dai grillini in gita premio in Parlamento, sta imponendo al paese e alla sua natura democratica generata dalla lotta antifascista. 

Non che con Renzi si disertasse la piazza, ma la melassa liberista-riformista , producendo lo stordimento degli  organismi intermedi - leggi sindacati, e delle associazioni collaterali - ha limitato, e di molto il ricorso alla protesta. E non si può negare che con  un conflitto sociale anestetizzato, è stato più facile far passare robaccia  come il jos act, o il decreto Minniti, potente apripista al becero razzismo gialloverde. 

Autunno caldo, nuova stagione di lotte, mettetela come vi pare, ma anche sabato 10 novembre gambe in spalla perché il vento deve tornare a soffiare. Due  manifestazioni previste: un sit-in alle 11,00 vicino a Piazza Venezia contro il DDL Pillon , già in discussione al Senato, e la manifestazione contro il decreto Salvini ed il governo. Corteo   che sarebbe partito alle 14,00 da piazza della Repubblica per raggiungere San Giovanni. 

In verità ce la siamo presa un po’ comoda per cui arriviamo  in piazza Venezia, a mezzogiorno passato . Il flash mob organizzato dalle donne di Non una di Meno si è  concluso come gli interventi delle  esponenti della rete dei centri antiviolenza  Di.Re.  Simone Pillon, chi è costui?  Trattasi di  senatore leghista, anche lui in gita premio a Palazzo Madama, il quale, per contrastare una malattia che sta solo nella sua testa, la chiama  “Sindrome di Alienazione Parentale” ha deciso che una donna per lasciare un marito che la picchia e la violenta abbia bisogno dell’aiuto di un mediatore sociale, da pagarsi a spese proprie, per convincerla che in fondo qualche ricovero al pronto soccorso, qualche frattura, o occhio pesto, provocato dall’amorevole compagno,  non sono ragioni tanto gravi da chiedere la separazione e mettere in discussione la famiglia tipo  del prsepe.  

Arriviamo mentre  la piazza sta smobilitando. Sulla salita Magnanapoli, incrociamo  qualche militante di “Non una di Meno” . C'è ancora gente  fra cui due nostri amici, o meglio compagni, di Sinistra  Italiana e di Possibile. Ci dicono che il sit-in è stato molto partecipato.  Si sono visti anche alcuni membri del Pd, il segretario Martina, Zingaretti  e l’ex ministra Valeria Fedeli. In effetti, sui diritti civili il governo Renzi, anche se frenato dal prode Alfano, qualcosa ha concluso. Mentre  stiamo li a parlare  fa  la sua comparsa una camionetta spara idranti della Polizia. Un immagine non molto rassicurante pensando al corteo anti Salvini  e contro il governo che di li a poco sarebbe partito da Piazza  della Repubblica. 



In effetti qualche cattiva notizia comincia  a trapelare.  Da WhatsApp  La nostra compagna Carla, di Potere al Popolo e Democrazia Atea, ci informa  che la polizia sta fermando i pullman dei manifestanti diretti  a Roma chiedendo loro i documenti.  Manca  poco meno di un’ora  alle 14,00.  Cominciamo a muoverci per arrivare in tempo a P.zza dell Repubblica. 

Passando per Via Nazionale ci imbattiamo  in un “Roma Store”. Guarda, guarda, avevo giusto bisogno di un portachiavi della Roma.  Che sarà mai! perdere qualche minuto per risolvere l’incombenza ed immergersi per un po’ fra maglie e gadget giallorossi.  Fatto l’acquisto proseguiamo e  ci accorgiamo che poco più avanti c’è uno” Juventus Store”. A Roma uno Juventus Store! C’è poco da meravigliarsi la trasversalità del merchandising riesce ad attivare un multiculturalismo calcistico globale , cosa che il nuovo governo gialloverde vuole distruggere fra gli umani, cercando di condannare   e reprimere le differenze fra colori di pelle, orientamento, sessuale e censo  . 

P.zza della Repubblica è  inondata di sole, con dei riverberi  di iride che filtrano dai fiotti della fontana dell’Esedra. Passate le 14,00 i militanti continuano ad arrivare con bandiere striscioni e cartelloni. Ci dirigiamo verso il nostro spezzone, quello di Potere al Popolo,  integrato da Democrazia Atea. Proprio Viola Carofalo , la nostra portavoce nazionale, ci conferma che la situazione dei pullman si sta aggravando  . Decine di torpedoni sono bloccati ai caselli,   altri deviati e fermati negli autogrill. I militanti vengono fatti scendere, ripresi da una telecamera di un solerte carabiniere, invitati a posare per  una  foto segnaletica, mostrando il viso con accanto il proprio documento, d’identità. Vengono perquisiti gli zaini e sequestrati striscioni. Non mi sorprenderei se qualcuno si fosse ritrovato senza qualche panino. Vuoi mettere la letalità di uno sfilatino  con la mortadella che ti colpisce in pieno volto! 

I pullman fermati dalla Polizia


La  sicurezza  dei cittadini è un’esigenza infinitamente più importante del diritto costituzionale  di manifestare, quindi ringraziamo le forze dell’ordine per i loro minuziosi controlli. Siamo certi che lo stesso trattamento verrà riservato ai leghisti che l ‘8 dicembre prossimo convergeranno verso Roma per una manifestazione, contro l’Europa. Curioso il fatto che un ministro   organizzi una manifestazione contro un’istituzione (l’Europa)  che detesta, ma   in fondo dice di rispettare. Però  sapete?  Quando uno della Lega diventa ministro è come un  villano che andando in signoria fa piangere pure la Vergine Maria, (corsivo di mio nonno) .  

Fatto sta che il corteo non parte,  per aspettare i militanti bloccati sui pullman.  Dopo un’ora e mezzo, nonostante ben 43 bus non siano stati fatti arrivare,con rabbia,  partiamo ugualmente . Lo spezzone di Potere al Popolo chiude il corteo,  gli  striscioni  dietro cui ci raduniamo recitano : l’anticapitalismo è il vero antirazzismo” e “al mondo ci sono due razze chi sfrutta e chi è sfruttato” Poco innanzi vicino  al camioncino da cui risuonano slogan e canti, gli  immigrati dettano i tempi della protesta. Questa è la novità rispetto alle altre manifestazioni. Sono proprio, i richiedenti asilo, gli immigrati in cerca di lavoro, gli  sfruttati  che guidano la manifestazione, gridando indefessamente nei microfoni e nei megafoni. E poi dici che non ti vengono a rubare il lavoro!  Ci hanno sostituito  anche nella guida delle manifestazioni!  

Decido di lasciare lo spezzone di Potere al Popolo e cerco di raggiungere la testa del corteo per vedere quanti siamo. Ebbene non riesco ad arrivare davanti per la lunghezza del serpentone. In testa dovrebbe esserci Mimmo Lucano . Raggiungo a mala pena  lo  striscione della Ong spagnola Proactive Open Arms,  ma davanti ci sono ancora i centri sociali, Melting Pot e tutti i ragazzi venuti dalla Campania , gli ex Opg  Je So’ Pazzo e tanti altri ancora . Impazzano striscioni e cartelli il più gettonato è quello che riporta la nota frase: “Tu non sei razzista, si strunz”. Siamo tanti! Sicuramente più dei ventimila attesi nonostante altri  militanti siano stati bloccati dalla polizia sui pullman. 



Torno, con la lingua di fuori, nel mio spezzone. In un tripudio di bandiere rosse, come non si vedeva da tempo, sono   davanti a noi  i compagni del Partito Comunista dei Lavoratori, gli anarchici, quelli di Sinistra Anticapitalista e di Rifondazione, avanti  ancora i Cobas e poi una miriade di  centri sociali ed associazioni di immigrati.  Si procede lentamente fra Termini, Via Cavour, Via Merulana, mentre il sole scompare dietro agli austeri palazzi del centro storico, facendo posto alla brezza di una bella serata romana. 

Fra uno slogan e l’altro, ci si confronta, si raccontano le proprie esperienza.  C’ intratteniamo affabilmente con la dottoressa Elisabetta Canitano, candidata alle ultime regionali per Potere al Popolo.  Dei black block neanche l’ombra, tanto l'abbiamo sgamato da dove vengono, e  loro lo sanno.  Per cui non si sono fatti vedere. Stranamente i passanti, i cittadini romani non ci guardano con rabbia per avergli bloccato mezza città, ma sono ammirati, ci applaudono quasi, forse il vento antifascista sta tornando a fischiare davvero.  

Dopo due ore di passeggiata entriamo in una San Giovanni bellissima . Qui ci rendiamo conto di essere veramente tanti.  Non c’è il palco promesso dove avrebbero dovuto suonare i Modena City Ramblers, Eugenio Bennato ed esibirsi Ascanio Celstini, ma poco importa.  Dopo gli  striscioni e i panini metteremo in conto anche il sequestro del  palco. 

Soddisfatti salutiamo i compagni e ci avviamo verso la stazione  con lo stomaco che reclama di essere in qualche modo soddisfatto. L’insegna con scritto  Rosticceria Piccola Palermo” promette arancini e specialità siciliane sublimi. Entriamo ma a porgerci gli  arancini bollenti,  sono due pakistani.  Dei conterranei  di Montalbano nessuna traccia. Eppure quegli arancini sono buonissimi, come se li avessero cucinati siciliani da sette generazioni. Dunque non conta di dove sei se sai fare gli arancini se siciliano anche tu.  

Stanchi arriviamo al Treno. Nei sedili vicino a noi ci sono due ragazzi gay, uno di lingua inglese, l’altro italiano. Il dialogo fra di loro si svolge comunque in inglese per non far capire ciò che si stanno dicendo  ma, ahi loro,  l’idioma  di Albione non ci è sconosciuto. Anche non volendo capiamo tutto ciò che si stanno dicendo. Stanno litigando. L’uno accusa l’altro di non amarlo abbastanza, l’altro risponde imputando a sua volta al compagno di non rivolgergli abbastanza attenzioni, preso com’è da  tanti altri amici. Insomma per farla breve assistiamo ai  classici dialoghi di una coppia in crisi. La  sofferenza è uguale a quella di una coppia etero, anzi forse più profonda. Ci dispiace per quei ragazzi per le loro incomprensioni . Ci piace pensare, però ,  che dopo essere scesi dal treno possano essersi chiariti per tornare ad amarsi. Altrimenti chi lo vuole sentire Pillon! Sarebbe capace di dire che lo coppie gay litigano sempre sintomo certo  di un morbo da debellare!