giovedì 27 dicembre 2018

Ciociari, brutti,sporchi, cattivi e assetati

Luciano Granieri Potere al Popolo Frosinone




Come siamo cattivi noi Ciociari!!! Siamo cattivi e fuori legge. Chi lo afferma? Acea, oltre che le istituzioni. Siamo cattivi  perché osiamo non pagare  bollette  idriche vessatorie dove  un metro cubo d’acqua a volte è fatturato  20 euro. Siamo fuori  legge perché, anche se chiediamo il rispetto  degli esiti referendari - quando nel giugno 2011 26 milioni di cittadini  deliberarono  che sull’acqua non si può fare profitto - oggi non è  la Costituzione che conta ma la  legge del mercato quella, cioè, che noi infrangiamo. 

Per la legge del mercato - che ha avuto il conforto del Consiglio di Stato attraverso  un pronunciamento del 2017  nel quali si sancì che l’acqua è un bene di rilevanza economica - i Ciociari  sono degli avanzi di galera. Talmente fuori  legge da essere oggetto di un decreto speciale  emanato nel 2016 dall’allora ministro delle finanze Padoan per cui solo per noi discendenti dei Volsci  non pagare  le bollette Acea è  reato penale e   comporta  il distacco del contatore.  

Le forze politiche hanno cercato di rabbonirci, quando non di fregarci, e di sfruttare la nostra rabbia per biechi scopi elettorali. Lo ha fatto  il Pd quando la sua maggioranza in Regione approvò  la legge 5 sulla gestione pubblica del servizio idrico rimasta  però lettera morta vista la mancata promulgazione dei  decreti attuativi. Lo ha fatto il Movimento 5 Stelle quando  è stata    eletta sindaco di Roma, e quindi maggiore azionista di Acea, la sua esponete Virginia Raggi. 

 Nonostante la promessa di cambiare il management della multiutility e di pubblicizzare l’azienda,  ha dimenticato che la prima stella delle 5 era quella dell’acqua pubblica . Oggi  gli azionisti continuano a spartirsi dividendi milionari e l’acqua a fuoriuscire senza controllo da una rete obsoleta a malandata . In realtà la sindaca un po’ di buona volontà ce l’aveva messa ponendo a capo di Acea un suo uomo di fiducia , tale Luca  Lanzalone , uno talmente abile da essere coinvolto, secondo l’accusa,  in un affare di mazzette in combutta con il costruttore Parnasi per lo stadio della Roma. 

Il destino dei fuori legge  ciociari, quindi, non resta  che quello della difesa dei propri contatori e della piazza, per reclamare l’illegale rispetto di un esito referendario plebiscitario.  Una rivendicazione  destinata a cadere nel vuoto?  Probabilmente si . 

Ma forse non tutto è perduto. Proprio il Parlamento del cambiamento potrebbe avere l’occasione di ristabilire la sovranità, più che popolare, sancita con i referendum del 2011. Il 25 ottobre scorso è iniziata la discussione presso la Commissione Ambiente della Camera  della legge recante “Disposizioni in materia di gestione pubblica e partecipativa del ciclo integrale delle acque” Non è altro che il testo aggiornato della legge d’iniziativa popolare presentato nel 2007 dal Forum Italiano dei Movimenti per  l’Acqua  a sostegno della quale  furono raccolte 400.000 firme. 

Lo stesso testo,  depositato nella scorsa legislatura con l’appoggio  dell’intergruppo parlamentare per l’acqua bene comune,  è stato  riproposto, debitamente aggiornato, anche in questa legislatura firmato da diversi parlamentari  5 Stelle. La proposta di legge prevede che il nostro Paese debba  dotarsi di un quadro legislativo unitario sul governo delle risorse idriche definite  come bene comune, con l’introduzione di modelli di gestione pubblica e partecipativa del servizio idrico.  

Ovviamente le grandi lobby dell’acqua e dell’energia (Hera, Iren, A2A e per l’appunto Acea), che negli ultimi sei anni hanno distribuito ai propri azionisti 3 miliardi di dividendi, stanno facendo il diavolo a quattro  in tutte le sedi istituzionali per impedire che la legge venga discussa ed approvata sottraendo alla voracità  del profitto un bene necessario alla sopravvivenza. 

Avrà il coraggio il M5S, oggi al  governo, di mettersi contro le multinazionali dell’acqua, oltre che i loro alleati leghisti visto che Salvini detiene 3.500 azioni di A2A? Si tratta di realizzare due promesse spese in campagna elettorale:  la gestione partecipata dell’acqua e la certezza di esame e valutazione delle leggi d’iniziativa popolare da parte del Parlamento. 

Considerato che da quando è al governo il Movimento 5 Stelle, non solo ha mandato a farsi friggere gran parte  dei  buoni propositi  abbondantemente profusi in campagna elettorale, ma ha anche fatto carta straccia delle funzioni  Parlamentari, non nutriamo molta fiducia.  Se si esautora il Parlamento della sua funzione legislativa, figuriamoci se tale prerogativa potrà essere concessa  ad un’iniziativa popolare. 

Dunque l’appello che facciamo ai 26 milioni di cittadini che hanno votato per l’acqua pubblica è quello di tornare nelle piazze a fare pressione su Parlamento  e Governo affinchè la proposta di legge sulla gestione del sistema idrico venga finalmente discussa e approvata. E’ un appello che rivolgiamo soprattutto ai Ciociari che, qualora passasse il testo d’iniziativa popolare , cesseranno di essere dei fuori legge senza Dio e non dovranno più difendere con le unghie e con i denti i propri contatori, oltre che a tornare in possesso di un bene  necessario allo sviluppo della dignità della persona umana.

FERMATEVI

Coordinamento per la Democrazia Costituzionale 



Non possiamo sottovalutare quanto sta avvenendo nelle istituzioni del nostro paese e neppure l'assenza di un vero confronto politico.
Il parlamento è ridotto a votificio, con l'uso di decreti, voti di fiducia, testi sconosciuti votati a scatola chiusa come sta accadendo sulla legge di bilancio. 
Speravamo in una svolta dopo la deriva istituzionale nella precedente legislatura e la vittoria del No nel referendum del 4 dicembre 2016. Invece il governo espresso dalla coalizione giallo-verde sta rifacendo gli stessi errori, con un crescendo preoccupante.
Per riassumere in un concetto la nostra richiesta alla nuova maggioranza:

Fermatevi !

Consentite un confronto politico di merito, non prendetevi la grave responsabilità di continuare su una deriva, fin troppo in continuità con gli errori precedenti, che porterebbe a mettere in discussione aspetti centrali della nostra Costituzione e a creare un distacco ulteriore tra rappresentati e rappresentati.
Sarebbe un grave errore rimettere al centro del dibattito politico le modifiche della Costituzione. La Costituzione della nostra repubblica, nata dalla Resistenza al nazifascismo, merita rispetto ed è l'architrave del nostro assetto istituzionale. Singole modifiche della Costituzione com'è previsto dall'articolo 138 sono possibili, ma non possono e non debbono essere piegate a interessi di parte e ad esigenze momentanee.
La Costituzione è un bene comune a tutti noi, nessuno può stravolgerla a proprio piacimento. Quando ci si è provato i cittadini hanno respinto i tentativi di stravolgimento e se dovesse essere ancora necessario il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale è pronto, se necessario, a rientrare in campo per impedire stravolgimenti costituzionali, fino ad impegnarsi in campagne referendarie. Tutti farebbero bene a ricordare che all'inizio del 2016 il No era dato al 20 % ma alla fine il voto No è arrivato al 60% e il 4 dicembre 2016 ha vinto.
Chiediamo di fare conoscere le proposte di modifica della Costituzione e di poterle discutere con il tempo necessario. In particolare chiediamo di aprire una riflessione preventiva sulle proposte di attuazione dell'attuale (nefasto) articolo 116 della Costituzione per bloccare ogni tentativo di differenziare diritti fondamentali dei cittadini italiani per regioni, pensiamo a salute, istruzione, ambiente, condizione di lavoro, pensioni.
La trattativa in corso tra Governo e Lombardia, Veneto, Emilia è del tutto nascosta ai cittadini. Chiediamo di conoscere, di poter esprimere opinioni. Non solo noi ma tutti i cittadini italiani, avviando una grande operazione di trasparenza. Questo va fatto ora perche' le decisioni istituzionali rischiano di essere irreversibili.
Invece è necessario affrontare ora, senza ritardi, la modifica della legge elettorale, che deve essere cambiata sulla base di due principi: sostanziale rispetto della proporzionalità e garanzia che i cittadini potranno scegliere direttamente tutti i deputati e i senatori chiudendo il triste periodo dei nominati dall'alto.


lunedì 24 dicembre 2018

L'hub emergenziale


 Il Comitato  “ Salviamo l’ Ospedale  di  Anagni “
Diritto alla Salute,  Anagni  Viva,   Comitato Osteria della  Fontana,  Anagni Scuola Futura,
LegAmbiente Circolo di Anagni,  Comitato Residenti Colleferro,   Re.Tu.Va.Sa., Comitato S.
 Bartolomeo,Comitato Ponte del Papa.





La questione  sanitaria  di Anagni è rimasta sospesa in un limbo di incertezze. Ci sono iniziative in corso per le  quali hanno  messo il loro impegno  istituzioni, associazioni  e  comitati ma finora i risultati non  ci sono stati.

A risvegliare un po’ l’ attenzione sulla  situazione ha  pensato, ancora una  volta,  l’ ex –assessore regionale, ora  consigliere, Mauro Buschini, con un altro dei suoi clamorosi annunci/proposta di  interventi volti al  miglioramento dell’ assistenza sanitaria  ai cittadini di Anagni e dei comuni  limitrofi.

Ora si  annuncia  un “ hub” emergenziale   ( bisogna  chiamarlo così per quell’ inguaribile provincialismo linguistico-culturale che   vieta  alle  persone  comuni  di capire  subito di che si parla), cioè un  Centro di  Emergenza (cioè un parcheggio?),  da realizzare  nelle  adiacenze dell’ autostrada, che risolverebbe  l’ esigenza  delle  urgenze.

E’ l’amenità di fine anno che si aggiunge a quelle che ci siamo sentiti raccontare in questi  anni  di battaglie tra  cittadini e istituzioni, provinciali e regionali. Una per tutte: il Presidio Sanitario Ambientale (PRESA), tanto dispendioso quanto inutile.

Alla  proposta di  Buschini ha risposto il Sindaco Natalia in termini  molto  netti e  chiari, sottolineando come  ad  Anagni serva  la  riapertura del  Pronto  Soccorso.

Il  Comitato per l’ Ospedale ribadisce che la  richiesta del Pronto Soccorso, il mantenimento degli impegni sottoscritti  dalla ASL nel piano  Aziendale vanno rispettati.  Non c’ è da  aggiungere altro.
L’ impegno di tutti va in questa  direzione.  Nessuno, Comitati e  associazioni, intende  arretrare  rispetto a  questa  linea.

Il nostro obiettivo, comunque, resta sempre il Pronto Soccorso e la realizzazione dei  cinque punti della delibera dei sindaci del 2016!

domenica 23 dicembre 2018

Riflessioni sulla conferenza stampa della asl –Tempi di attesa - 19.12.2018


Francesco Notarcola – Coordinatore di CittadinanzattivaTDM – Componente dell’Osservatorio sui tempi di attesa della asl di Frosinone





La conferenza stampa, indetta dalla dirigenza generale, allo scopo di illustrare la pianificazione adottata per ridurre le liste d’attesa inerenti alla diagnostica per immagini ha evidenziato:

a) L’importanza di una pressante e quasi quotidiana denuncia di Cittadinanzattiva TDM e delle sue iniziative pubbliche, che hanno costretto, finalmente la dirigenza asl a uscire allo scoperto adottando i primi provvedimenti;

b) Un ulteriore spostamento del pubblico verso il privato;

c) Una notevole insufficienza dirigenziale della asl ne’ alcuna chiarezza in merito ad eventuali responsabilità personali dei dirigenti in base a quanto dichiarato in conferenza;

d) La umiliazione professionale dei medici e degli operatori delle UOC di radiologia.

Il dott/sig. Maurizio Nicolini, consulente incaricato di mettere a punto detto piano, ha esposto, SENZA PRESENTARE UNA RELAZIONE SCRITTA, le azioni che il gruppo manageriale della Asl, guidato dal commissario straordinario Luigi Macchitella, avrebbe adottato a ben tre anni dal suo insediamento. Ecco gli annunci: .

1) Sostituzione o nuova fornitura “in affitto” del parco ecografi per N. 6 ecografi . Frosinone avrà un ecografo di alta fascia. Primo passo ma assolutamente insufficiente, considerando che nello” Spaziani” il reparto di Chirurgia ha un ecografo rotto da mesi e che in quello di Medicina l’ecografo è obsoleto;

2) Frosinone ha un nuovo primario ma Cassino e Sora restano ex art.18. L’applicazione di questo articolo genera un contenzioso che costa centinaia di migliaia di euro;

3) I turni di lavoro saranno dalle ore 8 alle ore 14 e dalle ore 14 alle ore 20 per tutti gli operatori. Quanto sopra, previsto dal decreto regionale dell’aprile 17, è applicato un anno e 8 mesi dopo;

Dopo tre anni di permanenza alla direzione generale, il Commissario, ha dovuto chiamare un consulente, di cui non si conosce ne’ il relativo contratto firmato in data 18 10 2018 ne’ il relativo costo per il 2018 e 2019, per accorgersi, dopo tre anni, dell’ovvio. E cioe’ che occorreva :

a) Armonizzare i turni d’impiego di radiologi, tecnici, infermieri dedicati.

b) Adeguare i tempi di esame alla media regionale con conseguente risparmio di spese per straordinari, pari ad un importo quantificato superiore ai 300 mila euro l’anno , dopo aver pubblicamente dichiarato una carenza di una trentina di radiologi ?. Ma perché mai solo oggi la Asl si rende conte del monte ore in straordinario pagato, quando negli anni passati si e’ utilizzato, a 60 euro/ora, personale dipendente della Regione Campania? Personale che ancora viene utilizzato in altre branche specialistiche per esempio a Cassino ?

c) Perche’ approntare un piano di formazione ,senza specificarne le relative spese , per i tecnici di radiologia di cui , a detta della direzione generale, l’80% non sarebbe in grado di gestire le macchine così dette pesanti ( TAC e RMN ), ossia le apparecchiature che prevedono maggior utilizzo di mezzi di contrasto, quando sono anni che i laureati in “tecnica sanitaria di radiologia medica “ escono gia’ formati per dette competenze? Il problema potrebbe in gran parte essere dipendente dall’eta’ media avanzata del personale e a fine carriera?

d) Uniformare , in attesa della mitologica futura scheda-tessera informatica sanitaria del cittadino , le agende CUP al sistema informativo per la diagnostica per immagini RIS. Oggi il radiologo che riceve il paziente deve riscrivere la cartella clinica ex novo con perdite di tempo non certo utili a ridurre la lungaggine dell’esame ma soprattutto con mancata possibilita’ di valutarne la congruità, valutare i precedenti e la storia clinica del paziente ma anche differenziare il paziente ricoverato meno collaborante e con multiple problematiche sanitarie.

e) Accesso solo tramite sistema CUP alla disponibilità di esame delle strutture private accreditate per limitare sia la perdita di tempo per il paziente ma anche per i controlli incrociati degli esami prenotati ed effettuati e sulla loro CONGRUITA’ nel principio che Il CUP ( struttura pubblica) e’ al servizio del privato ma il privato convenzionato viene programmato ed e’ soggetto al controllo del pubblico.

f) Destinare gli esami di routine alle strutture territoriali, lasciando alla UOC gli esami più complessi piuttosto che delegare alle strutture private accreditate un numero maggiore di esami . Perché ad oggi non ne svolgono già abbastanza?

g) Adeguamento ed uniformita’ del consenso informato

h) Valutazione dei reali carichi di lavoro delle diverse figure professionali con adeguamento al tempario regionale assumendo le figure carenti tramite concorsi, sempre promessi, dopo espletata la mobilità, evitando contratti bimestrali a partite iva di per se’ limitativi di qualsivoglia reale e seria programmazione .

Altre delucidazioni in merito al servizio le ha fornite il nuovo primario della UOC di radiologia dott. Germano Scevola, radiologo interventista. Il quale ha annunciato l’assunzione a tempo indeterminato tramite concorso di nuovi radiologi in modo da evitare il ricorso a prestazioni per incarico straordinario notoriamente anche più costose. (Delibera della asl per assunzioni radiologi bocciata dalla Regione con conseguente nuova ripresentazione il 18/12/2018 ,di una nuova delibera per soli 4 radiologi  -in presenza anche di personale in prossimo pensionamento - e inizio di una nuova trafila sperando di non rivedere il “ping pong regione-asl della precedente delibera)

Oltre l’affitto degli ecografi la asl si doterà di moderni macchinari per LA TAC E LA RMN che oggi mancano o forse più correttamente sono con il tempo diventati obsoleti .

Insomma entro febbraio 2019 il sistema riassorbirà le liste d’attesa e funzionerà meglio . Perché ad oggi funziona peggio, o non funziona proprio?

Le liste di attesa sono una camera oscura. Di tutto quanto detto non c’e’ stato fornito alcun documento scritto inerente le coperture economiche, le modalità, il numero e la tipologia del personale da assumere, i protocolli con gli Enti convenzionati, ecc.

OSSERVATORIO della asl sui tempi di attesa: prima riunione 17 sett. Richiesta dati. Ad oggi niente. Che cosa si osserva e si valuta senza dati ?