venerdì 7 maggio 2021

Cchiù Faizzer pe' tutti

 Luciano Granieri



Son s’cioppà, ve la ricordate la canzone di Enzo Jannacci del 1985? Gli appassionati del musicista milanese sicuramente l’avranno presente. Ma per chi non la conoscesse riassumiamo la storia. Si tratta di un povero cristo, mezzo ubriaco, un po’ mal messo, che al bancone del bar chiede una sigaretta ad un tizio molto snob il quale, fumando Marlboro, indossando le Timberland e frequentando l’Amnesy, un locale molto in voga negli anni ‘80, schifato dallo stato disperato del suo interlocutore, nega la sigaretta con la scusa che è l’ulitma. Il tizio fuori di testa esasperato, dallo snobismo del frequentatore dell’Amnesy, ruba la Marlboro ugualmente nonostante gli venga detto, che sia l’ultima. 

Era una canzone dell’’85 ma, se la volessimo aggiornare ad oggi, allo status di privilegiato, codificato dalle Marlboro e dalle Timberland, dovremmo aggiungere la vaccinazione anticovid da Pfizer. E’ già perchè il privilegio di ricevere almeno una dose di Pfizer fa status. Non sei a’ la page se non sei vaccinato con Pfizer! 

Pfizer.......e sai cosa t’iniettano -Pfizer “What else” -Pfizer perchè io valgo. Anche alla teoria di Bauman, per cui si crede di essere rispettati per ciò che si ha e non per ciò che si è, va apportata la modifica in base alla quale, si crede di essere rispettati in base al vaccino iniettato. Insomma anche se giri in Ferrari, abiti in una megavilla, sfoggi borse di Vuitton, evadi le tasse, non sei nessuno se non sei immunizzato con Pfizer. 

Si teme addirittura la distribuzione di vaccini con il marchio contraffatto su bancarelle improvvisate davanti agli ospedali con personaggi che accalappiano i pazienti al grido “accattateve o’faizzèr freshco freshco”. A pensarci bene si potrebbe sviluppare un bel business attraverso la vendita di capi e accessori griffati con la scritta. “J’ai ètè vaccinè avec faizzèr” che, se ci fate caso, è la stessa pronuncia del preparato spacciato sottobanco. 

E’ indubbio, Pfizer è sinonimo di successo. Altrimenti non si spiega perchè pur di avere una dose del vaccino del produttore delle pillole blu, si scomodano conoscenze moooolto in alto, il senatore o il deputato,  il medico amico del cognato della zia, il banchiere, o si è disposti ad andare negli Emirati Arabi, oppure a pagare cifre inimmaginabili. Già sento lo slogan delle prossime campagne elettorali, anzichè “cchiù pilù pe’ tutti” si griderà “cchiù Faizzer pe’ tutti". 

Se ti fai con Astrazeneca, invece, sei un poveraccio, rischi le pene dell’inferno assediato da febbre convulsioni, circondato da disgraziati che ti chiedono la sigaretta e tu a sgolarti a dire che è l’ultima. Del resto da una mistura che costa solo due euro a dose che cosa vuoi pretendere? E ancora più sfigato sei se ti fai con J&J una sola pungicata, giù il finestrino, su la manica, e tutto è a posto. Che diamine! Neanche la soddisfazione di una seconda dose! E poi tutto fatto così in mezzo al parcheggio di un centro commerciale, che vergogna! Chi si immunizza in questo modo è un reietto della società. 

Ma sapete com’è? Per noi la lotta di classe è rimasta un faro nella nebbia, per cui “Viva i vaccini proletari”Vaccinandi proletari di tutto il mondo unitevi! Rifiutate  l’antidoto capitalista e imperialista,  immunizzativi con il medicamento Cubano. 

Evviva Cuba! Evviva la rivoluzione.



Evviva Cuba!

giovedì 6 maggio 2021

DEF 2021: è stata prevista l’Autonomia Differenziata!

 Esecutivo nazionale NO AD



Il governo Draghi con il Documento di Economia e Finanza 2021 ha confermato, tra i disegni di legge collegati alla legge di Bilancio 2022-2024, il DDL “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata di cui all’art.116, 3° comma, Cost.”.

Ha, cioè, riproposto al Parlamento, e Camera e Senato hanno accettato ratificando il DEF 2021 lo scorso 22 aprile, (ed è la terza volta consecutiva!) di riservare un iter legislativo privilegiato ad una proposta di legge che ratifichi l’autonomia differenziata delle regioni a statuto ordinario, con il rischio aggiuntivo che qualora intervenisse modificandoli sui capitoli di bilancio 2022-2024, potrebbe essere sottratta a qualsiasi richiesta di referendum abrogativo.

Tale fatto politico non può essere considerato né una pura distrazione né una mera concessione alla Lega ed ai sostenitori dell’autonomia differenziata per tenere unita la maggioranza.

Si tratta di una provocazione irresponsabile.

Non si può riaprire la strada politico legislativa, seppure nel prossimo futuro, a velleitarie prassi secessioniste e autarchiche, mentre la epidemia pandemica Covid-19 sta imperversando ancora sul popolo italiano in tutte le regioni del Nord, del Centro e del Sud e continuano a realizzarsi diseguaglianze nell’accesso ai vaccini tra i cittadini e le cittadine delle diverse regioni.

Non sono bastate tutte le pessime prove che le amministrazioni regionali hanno fornito nella pretesa di definire autonomamente (e velleitariamente) norme e regole su sanità, scuola, trasporti, ambiente, beni culturali?

Non sono bastati i morti e gli effetti disastrosi sull’economia, sulla convivenza civile e sociale, in particolare per le fasce deboli e non protette della società, in cui le epidemie producono i loro effetti più gravi?

Purtroppo, anche il governo Draghi, e vista l’esperienza del 2020 peggio del suo predecessore, non ha voluto ricorrere:

- all’art. 120 della Cost. comma 2° “Il Governo può sostituirsi a organi delle Regioni, delle Città metropolitane, delle Province e dei Comuni (omissis) quando lo richiedono la tutela dell’unità giuridica o dell’unità economica e in particolare la tutela dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, prescindendo dai confini territoriali dei governi locali”,

 - all’art. 117 comma 2 lettera q, prevede la profilassi internazionale tra le materie di competenza legislativa esclusiva dello Stato che la stessa Corte Costituzionale ha richiamato  con comunicato del  del 24 febbraio 2021.

- all’art. 6 della Legge 833/78, che recita: “Sono di competenza dello Stato le funzioni amministrative concernenti: (omissis) b) la profilassi delle malattie infettive e diffusive, per le quali siano imposte la vaccinazione obbligatoria o misure quarantenarie, nonché gli interventi contro le epidemie e le epizoozie”.

Ci rifiutiamo di credere che il Parlamento voglia assumersi la responsabilità storica di approfondire i disastri già provocati dalla prima regionalizzazione attuata in applicazione della riforma del Titolo V della Costituzione del 2001.

Proprio ciò che è successo e sta succedendo in conseguenza di quella riforma, compresi gli scontri tra Stato e regioni, dimostra che un solo passo in più sulla strada dell’autonomia regionale aprirebbe scenari inquietanti di vera frantumazione della Repubblica, di balcanizzazione del Paese.

Ciò di cui ha bisogno il Paese è di fermarsi, non di procedere ulteriormente nella divisione. Da parte nostra, non staremo a guardare e ci mobiliteremo, anche con petizioni popolari, per fermare questo scempio. Non lasceremo le proteste di piazza alle destre.

Già abbiamo iniziato: dal 25 Aprile si è aperta in Emilia-Romagna la raccolta di firme per una petizione per il ritiro della richiesta di autonomia differenziata avanzata nel 2018 dalla regione Emilia-Romagna.

Perseguiremo lo stesso obbiettivo in tutte le regioni a statuto ordinario.

Lo faremo nel nome della Resistenza, nel nome della Costituzione, nell’interesse del mondo del lavoro e delle componenti fragili della società; ci batteremo perché la Repubblica rimanga una e indivisibile, per garantire uguaglianza dei diritti e ottemperanza ai doveri, contro vecchie e nuove diseguaglianze.

Lo faremo con quanti - cittadine e cittadini, associazioni, sindacati, partiti, personalità, organi di stampa e mass media - condividono le ragioni di questa lotta e l’impegno per tenere unito il Paese.

 

Il Parlamento e le Regioni abbandonino

una volta per tutte e per sempre

ogni tentazione di autonomia regionale differenziata!

 

 


martedì 4 maggio 2021

Omicidi sul lavoro

 Umberto Franchi



HANNO UCCISO LUANA ,IN UNA AZIENDA TESSILE A PRATO

- Luana aveva 23 anni, era madre di un bimbo di 5 anni, lavorava in una azienda tessile a Montemurlo Prato, alle 10 del mattino le sue vesti sono state risucchiate da un rullo e lei è stata massacrata ;

- è stata uccisa perché significa che quel rullo non aveva strumenti di protezione , altrimenti non poteva essere risucchiata nel macchinario;

- è  stata uccisa perché le aziende per produrre con ritmi più veloci spesso tolgono le protezioni esistenti;

- è  stata uccisa perché le aziende per risparmiare sui costi del lavoro , non fanno investimenti alla fonte sui macchinari, non fanno formazione, informazione, addestramento dei lavoratori;

- è stata uccisa perché le aziende non applicano la legge su il "testo unico sulla sicurezza" , sapendo che la legge fu depenalizzata dall'ultimo governo Berlusconi (e gli altri governi l'hanno lasciata depenalizzata) e non rischiano di andare in galera ma al massimo una multa;

- è  stata uccisa perche' in Italia esistono 46 forme di lavoro precario derivanti dalla legge n. 30 detta "legge Biagi" , aggravata dal Jobs Act voluto da Renzi, togliendo l'art. 18 dello Statuto dei Lavoratori e i datori di lavoro possono dire: " lavora come ti comando o li c'è  il cancello", ti licenzio !

- E' STATA UCCISA PERCHE ' IL SINDACATO E' DEBOLE E NON RIESCE A CONTRATTARE PER CAMBIARE L'ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO E FAR RISPETTARE LE LEGGI !;

- E' STATA UCCISA PERCHE' VIVIAMO IN UN SISTEMA CAPITALISTA BARBARO E PERVERSO DOVE ANCHE DURANTE LA PANDEMIA DA COVIDE CON IL LOCKDOWN, GLI OMICIDI BIANCHI SUL LAVORO AUMENTANO IN CONTINUAZIONE !

MA FINO A QUANDO I LAVORATORI SOPPORTERANNO ?

lunedì 3 maggio 2021

Riabilitazione in jazz di Nilla Pizzi

 Luciano Granieri




Uno stereotipo diffuso da sfatare in ambito musicale, è che i jazzisti, ed in più generale gli appassionati di jazz, abbiano la puzza sotto il naso in relazione ad altre forme di musica. In parte ciò è vero, ma riguarda per lo più certi “intellettualoidi” pieni di se, i "più ortre"per dirla con il Nicola di "C'eravamo tanto Amati" alias Stefano Satta Flores.  Nessuno di loro fortunatamente è un musicista. 

La storia che segue è paradigmatica per sfatare questo stereotipo. 

Nel 1958 vinse l’ottava edizione del Festival di Sanremo il brano, pietra miliare della musica leggera italiana, “Nel blu dipinto di blu” cantato da Domenico Modugno, in coppia con Johnny Dorelli. Fu una rivoluzione, per certi versi,  perchè la costruzione di quel pezzo aveva destrutturato i canoni tipici della canzone italiana. 

Non fu un caso che in quella kermesse sanremese  i rappresentanti della vecchia guardia, fino ad allora campioni delle classifiche dei dischi, furono detronizzati. Ad esempio cantanti come Claudio Villa e Giorgio Consolini, apparvero improvvisamente desueti. Ma a pagarne maggiormente le spese fu Nilla Pizzi, spodestata dal trono di regina della canzone italiana. 

Stampa e TV si occuparono copiosamente della caduta della Nilla nazionale. Per gli appassionati di jazz la cosa non interessò granchè.  Infatti la Pizzi era considerata la  cantante anti-jazz per autonomasia.

Ma  dal 6 all’11 maggio dello stesso anno, al teatro Quirino, il Jazz Club Roma organizzò il secondo festival jazz della Capitale. A presentare i centodiciannove jazzisti italiani che si susseguirono sul palco, fu Enzo Tortora. Si esibirono i gruppi di Nunzio Rotondo, Gil Cuppini, Basso-Valdambrini con Romano Mussolini, Pietro Umiliani con Bill Smith, e tanti atrli solisti, oltre ad orchestre di revival New Orleans fra le quali la Roman Jazz Band (1-2), la Original Lambro e molte altre ancora. 

Ma un evento importante e sicuramente inaspettato, avvenne la sera dell’8 maggio. Riportiamo la cronaca di quella giornata descritta dal giornalista Piero Vivarelli sul giornale “il Tempo” del 9 Maggio: 

“Serata particolarmente bollente quella di ieri sera alla sei giorni jazzistica del “Quirino”. Merito, prima di tutto, dei complessi che si sono esibiti, scatenando l’entusiasmo vibrante del pubblico, e poi per un episodio, in verità polemico, e significativo avvenuto verso la fine. E’ successo infatti che il festival ha avuto come ospite, incedibile a dirsi, nientemeno che Nilla Pizzi. Quando Enzo Tortora ha annunziato la presenza in sala della “signora della canzone” il pubblico ha accolto la cosa con boati di disapprovazione tali da far temere il linciaggio. Poi, però, la Pizzi, con coraggio leonino, è salita sul palcoscenico, dichiarando ufficialmente che la sua vera autentica passione è il jazz anche se “questa musica rappresenta un fatto artistico talmente serio che fin quando non lo avrò abbastanza studiato non mi sentirò degna di affrontarlo personalmente”. Solo come modesto contributo e con umiltà e visibilmente emozionata, come non l’avevamo vista mai, neppure a Sanremo, la Pizzi si è quindi esibita in “When the Saints Go Marchin’In ed il pubblico, che non credeva alle proprie orecchie, l’ha giustamente accolta alla fine con un calorosissimo applauso”. 

La decisione di ospitare la Pizzi fu presa da Carlo Loffredo e mai riabilitazione di una regina senza più corona fu più significativa. Ciò a dimostrare che, al netto di qualche posizione ingiustificatamente elitaria, il jazz è per, e di tutti. Così come ha affermato in una recente intervista Pat Metheny la musica non è di nessuno è di chiunque voglia ascoltarla e suonarla.