mercoledì 3 novembre 2021

Post Covid: nulla sarà come prima. Per la sanità pubblica è peggio di prima.

 

Luciano Granieri

Operatore volontario Cittadinanzattiva Tribunale per la Difesa dei diritti del Malato



Alla direzione generale della Asl di Frosinone

Al Sindaco di Frosinone

Al procuratore della Repubblica di Frosinone

Epc

Agli organi d’informazione



Il 26 ottobre 2021 ho accompagnato mia madre di 89 anni alla visita nefrologica di controllo, come da terapia necessaria al trattamento di una insufficienza renale cronica, presso l’ambulatorio specialistico della asl di Frosinone (palazzina Q). Il piano diagnostico-terapeutico prevede una visita nefrologica a cadenza trimestrale, con rinnovo del piano terapeutico per il farmaco Aranesp, se necessario, la pianificazione della successiva visita di controllo e prescrizione di nuove analisi.

Mia madre si muove con il deambulatore perché ha difficolta a camminare ed , in particolare, i giorni precedenti la visita, la malattia la rende particolarmente debole. L’ambulatorio è al quarto piano e l’ascensore era rotto. Si utilizzava una sorta di monta-carichi, di solito in uso al personale di servizio che però, considerato il sovrautilizzo determinato dalla rottura dell’ascensore normale, non era mai disponibile. Quando lo era, bisognava fare in modo di entrare in pochi, massimo due o tre persone, per non creare assembramento. Passata circa mezz’ora d’attesa, con tutti i disagi del caso, abbiamo intercettato la corsa giusta. Dopo un’ora la visita. A conclusione del controllo la dottoressa ci informava , desolata, che non risultavano al computer i codici esenzione: visita, analisi e farmaco, avrebbero dovuti essere pagati. La specialista trascriveva le prescrizioni sulla ricetta bianca personale, e ci consigliava di far riportare il tutto sulle ricette dematerializzate dal Medico di Base, sospettando che la mancanza dei codici fosse un problema del sistema informatico della Asl . Mia madre andava nel panico temendo di dover pagare prestazioni oltremodo costose. Ho cercato di rassicurarla. Di fatto la mancanza della ricetta dematerializzata, non mi consentiva di prenotare la visita in mattinata.

Avevo già potuto constatare, entrando nella palazzina Q, come la zona del Cup fosse molto affollata, determinando un pericoloso assembramento, in barba alle norme anticovid. Mi ricordai, anche, che la stessa deprecabile situazione sussisteva già del 31 agosto scorso quando prenotai la visita nefrologica del 26 ottobre. Mi domandai perché era così difficile, come noi del Tribunale dei diritti del Malato abbiamo da sempre proposto, pianificare che la prenotazione delle seconde visite avvenisse direttamente dal computer dello specialista senza l’inutile passaggio al Cup.

Nel pomeriggio mi sono recato presso l’ambulatorio del medico curante il quale mi confermava che le esenzioni erano a posto, e mi spiegava che ogni tre mesi il computer di ogni soggetto prescrittore deve essere aggiornato, altrimenti i codici esenzioni si perdono. Evidentemente l’ambulatorio di nefrologia non aveva il computer aggiornato. La prenotazione della visita slittava al giorno dopo, così come la somministrazione delle iniezioni slittava a due giorni dopo, dovendo queste essere ordinate, e ciò era molto grave, considerando che mia madre ne aveva bisogno subito.

Con le ricette dematerializzate il 27 ottobre mi recavo al Cup. Andai nel primo pomeriggio, in un orario in apparenza decongestionato, per evitare di aspettare molto tempo. Invano. Ritiravo il numeretto alle 14,54. Lo sportello mi chiamava alle 17,03 dopo più due ore. Dovevo anche discutere con l’operatrice la quale mi diceva che non poteva confermare la data della visita della nefrologa perché’ la ricetta era stata emessa dal medico generico. Raccontavo tutta la storia dei codici di esenzione senza convincere la solerte sportellista, fino a quando un’altra operatrice, presumo la responsabile, autorizzava a confermare la data prescritta perché’ da alcuni giorni si registrava confusione nella gestione delle esenzioni. Ad onor del vero sia sul display dei numeri di prenotazione e su cartelli affissi alle pareti, si leggeva un avviso nella quale la Asl si scusava con i pazienti per possibili disservizi dovuti a lavori necessari a migliorare il ReCup. Disagi persistenti, per quanto ho potuto verificare, almeno dal 31 agosto. Mi sono quindi chiesto quali siano i criteri di scelta delle società private che si occupano di manutenzione e aggiornamento delle strutture, ma soprattutto, chi controlla lo svolgimento del lavori, perché una operazione di miglioramento del servizio non può provocare disagi per così lungo tempo.

Morale della favola, per una semplice visita di controllo, da evadere al massimo in una mattinata, mi sono trovato a dover sottrarre due giorni al mio lavoro .