sabato 9 ottobre 2010

PRESIDIO DI PROTESTA ALLA SEDE DI CONFINDUSTRIA

dal Coordinamento Lavoratori/trici Autoconvocati/e CONTRO LA CRISI di Roma e del Lazio






NO al nuovo patto (anti)sociale!

Il perdurare della pesantissima crisi economica continua a gettare per la strada migliaia di lavoratori e lavoratrici nel nostro paese così come a livello internazionale. Gli ultimi dati parlano chiaro. Sono stati cancellati quasi 650.000 posti di lavoro e ci sono più di 900.000 cassaintegrazioni. Le uniche risposte che Governo e Confindustria rincorrono ogni giorno sono la compressione ulteriore degli stipendi, la cancellazione delle tutele normative e contrattuali residue, l’annichilimento di ogni idea di opposizione sindacale, un ulteriore aumento della produttività tramite flessibilità e precarietà.
Il collegato al lavoro in via di approvazione, il piano Marchionne per Pomigliano, i licenziamenti politici a Melfi e i tagli alla scuola, la campagna di criminalizzazione dei dipendenti pubblici, sfociate nel blocco delle retribuzioni per altri 4 anni e nella sospensione del rinnovo delle elezioni delle RSU così come la privatizzazione di ogni bene o servizio pubblico, sono alcune delle soluzioni che si vogliono dare per uscire dalla loro crisi e per riprendere ad aumentare i loro profitti facendone pagare pesantemente i costi all’intera classe lavoratrice. Semplicemente vergognosa, in questo senso, è la disdetta unilaterale del contratto nazionale dei metalmeccanici da parte di Federmeccanica con l’avallo servile di sindacati compiacenti come CISL-UIL e UGL. Ma particolarmente grave è anche l’intervento sulla scuola pubblica, che oltre a connotarsi come il più grande licenziamento di massa della storia della Repubblica, riduce il ciclo formativo all’unico obiettivo di plasmare una massa indefinita di studenti per lo sfruttamento futuro a cui saranno sottoposti quando entreranno in un mondo del lavoro senza più diritti. Davanti a questo quadro di macerie emerge, con preoccupante evidenza, l’incapacità di una risposta incisiva e generale a questi attacchi feroci. Le generose vertenze e mobilitazioni contro le chiusure aziendali, le delocalizzazioni e i licenziamenti restano isolate e troppo spesso non ottengono l’obiettivo che si prefiggono: la difesa del posto di lavoro e di un salario dignitoso. Con la privatizzazione di tutti i beni e servizi pubblici, il diritto alla casa e alla salute sempre più inaccessibile, l’intero scenario di
resistenza manca del livello minimo di unità tra quanti vogliono opporsi a questo bombardamento contro i diritti che colpisce lavoratori, studenti e tutti i settori sociali subalterni. Come non bastasse, si prospetta ora il rilancio di un nuovo Patto (anti)sociale contro i lavoratori con il tentativo di Confindustria di cooptare nella cogestione delle prossime controriforme anche la CGIL oltre ai
sindacati zerbini come CISL-UIL-UGL. Come lavoratori e lavoratrici, delegati RSU/RSA e RLS, coordinamenti e comitati di lotta di ogni sigla sindacale ci stiamo incontrando per sostenere una solidarietà trasversale e reciproca tra le diverse vertenze presenti nel nostro territorio, e stiamo lavorando per un allargamento a livello nazionale utile a ricostruire quella capacità autonoma di opposizione ai piani generali di ristrutturazione padronale. Il sindacato (indipendentemente da quello che ciascuno di noi si è scelto) è il nostro primo strumento di resistenza, ma senza l’unità di tutti i lavoratori e i settori colpiti dalla crisi rischia di rimanere un’arma spuntata. Per questo stiamo sostenendo da mesi tutte le mobilitazioni del mondo del lavoro nella città, consapevoli della necessità di un percorso che le connetta senza pregiudizi e che favorisca un’opposizione generale
alla crisi e alle sue opzioni di devastazione sociale. Oggi riteniamo necessario iniziare a dare una risposta indicando i principali responsabili, insieme al Governo, di questa crisi economica e chiedendo a tutti settori del lavoro in lotta di unirsi: la Confidustria. Invitiamo tutti i lavoratori e le lavoratrici, i delegati RSU/RSA e RLS, coordinamenti e comitati, le OO.SS., gli studenti e tutte le
realtà di lotta presenti su questo territorio a partecipare

MARTEDI 12 OTTOBRE – ore 17,00
AL PRESIDIO DI PROTESTA ALLA SEDE DI CONFINDUSTRIA
Viale dell’Astronomia (angolo P.zzale L. Sturzo)
CONTRO LA CANCELLAZIONE DELLE TUTELE DEI LAVORATORI
E CONTRO IL NUOVO PATTO SOCIALE ANTI-OPERAIO

Tutti uniti contro il Piano Marchionne e gli attacchi del padronato che colpiscono l’intero Paese!
Per gli stessi motivi invitiamo a valorizzare la mobilitazione della Fiom, nonostante le forti contraddizioni in cui vive, come momento unitario, allargando la partecipazione ad ampi settori del lavoro, della scuola, degli studenti e delle realtà sociali e di lotta. Facciamo appello ad uno spezzone autoconvocato di lavoratori/trici uniti/e contro la crisi alla manifestazione dei metalmeccanici di sabato 16 ottobre a Roma

 

Piena solidarietà con la senatrice Alima Boumedien-Thiery

dal Comitato con  la Palestina nel cuore e Forum Palestina




Solidarietà con Alima Boumedien-Thiery   pieno  sostegno alla campagna di Boicottaggio Sanzioni e Disinvestimento nei  confronti di Israele e per la  Palestina libera. 
Il movimento di  Boicottaggio Disinvestimento e Sanzioni  contro l’economia di guerra e  l'apartheid israeliana  è stato messo sotto processo in Francia  per la  seconda volta. Giovedi 14 ottobre la Senatrice Alima Boumedien-Thiery  sarà chiamata sul banco degli imputati  con l’accusa di “istigazione  all'odio razziale” e “discriminazione contro la nazione israeliana”. Questo processo  ha luogo mentre, nonostante la complicità dell’Unione  Europea e degli Stati Uniti nei confronti di Israele, sta crescendo in  tutto il mondo un movimento di condanna e di pressione contro la 
politica razzista e la pulizia etnica israeliana, un movimento che si  esprime anche attraverso lo strumento del Boicottaggio dell’economia di  guerra israeliana.
In soli cinque anni questo movimento si è esteso,  ramificato e strutturato dando vita a campagne di sensibilizzazione che  hanno prodotto significativi risultati .
Molti sono i musicisti, gli  attori di fama internazionale come Carlos Santana, Elvis Costello, 
Scott Heron, Gorilla'z, Dustin Hoffman solo per citarne alcuni, hanno  ritirato la loro partecipazione ai festival promossi dalle istituzioni  israeliane nella Palestina occupata, mentre intellettuali, artisti e 
docenti  israeliani che hanno apertamente sostenuto le tesi sioniste e  colonialiste israeliane sono stati "accolti" da partecipate   contestazioni e  azioni di boicottaggio in ogni angolo del vecchio 
continente. La politica israeliana attraverso  la pratica del terrore  e dello spregio del diritto internazionale sta determinando nella  coscienza generale la necessità di dare una pace giusta, una terra dai  confini certi e rispettati al popolo Palestinese. L’equazione  antisionismo uguale antisemitismo è giustamente recepita come un  meschino ricatto morale, sono gli stessi democratici di cultura ebraica  a sottolineare come sia immorale identificare la politica dello stato  israeliano con l’ebraismo. La campagna di boicottaggio sta macinando  successi anche nel campo del boicottaggio economico, delle sanzioni  istituzionali e del disinvestimento. Diversi governi e parlamenti dall’Uruguay, al Venezuela, al Cile hanno richiesto sanzioni nei confronti  di Israele, molti sono i sindacati nazionali tra cui la USB e la Fiom,  ai quali si è aggiunta la WFTU (World Federation Trade Union ) che  hanno adottato la campagna BDS. 
L’affermazione del movimento BDS nato  in Palestina e che  va estendendosi come movimento internazionale,  preoccupa molto i sionisti dentro e fuori Israele, tanto che il governo  israeliano ha richiamato all’appello le lobbyes sioniste perché  facciano pressione sui propri governi affinché il Boicottaggio sia  perseguito per legge, magari utilizzando l’accusa di antisemitismo. La repressione contro gli attivisti della campagna BDS è in piena  escalation in Francia con processi contro gli attivisti ed ora con la  persecuzione/intimidazione della senatrice Alima Boumedien-Thiery, che  un anno fa ha partecipato ad un'azione BDS nella regione di Parigi e  che supporta attivamente la campagna BDS. Il suo processo è previsto  giovedì 14 ottobre a Pontoise (Nord di Parigi). Alima è accusata (come  tutti gli altri attivisti BDS perseguiti) di “istigazione all'odio  razziale” e “discriminazione contro la nazione israeliana”. Il  querelante, Sammy Ghozlan, è un noto lobbista sionista sostenuto nella  sua azione dal  governo francese. Il governo Fillon  sta facendo  pressioni sulla magistratura affinché i giudici francesi condannino  i  militanti del movimento BDS. Sammy Ghozlan ha intentato più di 80  denunce per razzismo, è un fanatico che scrive articoli deliranti sui 
siti dei coloni israeliani non solo contro i palestinesi ma anche  contro il giudice internazionale Richard Goldstone definito una “merda”  e un “bastardo” ed è riuscito a paragonare Obama al Faraone che “rese  schiavi gli ebrei”. Questo processo riguarda una compagna, una  senatrice democratica ed è quindi l'intero movimento internazionale per  il BDS che rischia di perdere con lei un membro del parlamento e il  diritto a farla rieleggere in caso di condanna. Molti complici dei crimini di guerra israeliani sarebbero felice di sbarazzarsi di lei,  perché Alima è attiva su molti fronti “scomodi”, come la questione  degli immigrati, dell'islamofobia, della situazione dei prigionieri, e  di ogni tipo di discriminazione e legge repressiva. Alima da membro del  Parlamento Europeo nel 2002, ottenne un voto a favore della sospensione  degli accordi commerciali fra Europa e Israele . La difesa di Alima è  una battaglia di solidarietà e insieme di agibilità politica che va aldilà dei confini francesi e che rischia di essere un precedente per l’intera Europa.


Lunedì 11 Ottobre ore 17.30

Sit In davanti 
all'ambasciata francese in Piazza Farnese 



Piena solidarietà con la 
senatrice Alima Boumedien-Thiery

 per adesioni :

com  cell.3471845229







Stella Ciao, il futuro ci appartiene

di Luciano Granieri, Jacopo Granieri, Luc Girello

Il disegno di legge 1905/08, tutt’ora in fase di approvazione, si propone di riorganizzare il sistema universitario invocando merito ed efficienza solo per giustificare ulteriori tagli e finanziamenti, per cercare di far  quadrare i bilanci. Non c’è spazio per la qualità!
Le proposte di razionalizzazione dell’offerta formativa che porteranno alla fusione di dipartimenti e di intere facoltà, la mortificazione del ruolo dei ricercatori, l’ingresso delle fondazioni e la riduzione della rappresentanza studentesca testimoniano chiaramente che si tratta di un attacco frontale all’Università pubblica, in coerenza con l’attacco complessivo alla scuola pubblica portato avanti in questi anni dal governo Berlusconi. E’ diritto e dovere di tutti, studenti, ricercatori, professori e liberi cittadini difendere l’università e l’istruzione pubblica in genere dagli attacchi di questo governo. E’ necessario opporsi con forza ad una riforma che mina nel profondo il carattere pubblico e laico dell’istruzione, è necessario CONTRASTARE con ogni mezzo  un Governo che considera il sapere una mera voce di bilancio, che non investe nella cultura, nel lavoro, nelle giovani generazioni. L’estate scorsa ha visto forti contrasti all’interno del Governo Berlusconi. Lo scontro, tutt’ora in corso, tra Fini, Berlusconi  e Bossi rappresenta una crisi importante di cui il movimento degli studenti e dei lavoratori deve approfittare per rilanciare l’offensiva in difesa dei propri diritti. In poco più di un anno e mezzo Berlusconi è stato protagonista di licenziamenti di massa  sia nel settore pubblico che privato, ha sostenuto i piano criminale della Fiat di chiusure licenziamenti  e soppressione dei più elementari diritti  dei lavoratori, a cominciare dal diritto di sciopero e di salari più dignitosi.  I precari della scuola, già prima che finisse l’estate e riprendesse l’anno scolastico, hanno cominciato le loro proteste, che sono sfociate nel blocco del porto di Messina da parte di centinaia di persone. Un’azione importante che dimostra  che i movimenti in campo sono forti e che possono mettere in difficoltà il governo! Per il 16 ottobre la FIOM, il sindacato degli operai metalmeccanici, ha indetto una grande manifestazione contro il governo e i padroni. A questa giornata di lotta  hanno già aderito i precari della scuola e dell’università. Di fronte all’immobilismo e all’incapacità  del Partito Democratico e di tutto il centro sinistra di saper offrire una reale alternativa di lotta per cacciare Berlusconi, dobbiamo rilanciare con forza l’offensiva  sul terreno della difesa dei nostri diritti. Il movimento studentesco unito a quello dei lavoratori può sconfiggere questo governo.









Roma 8 ottobre. Studenti universitari  e medi, insieme a ricercatori precari, docenti e comitati dei genitori riempiono le strade  e assediano in tremila il  ministero della “DISTRUZIONE” pubblica per il “No Gelmini Day”. Contro il Veleno degli alchmisti Berlusconi-Tremonti-Gelmini che intossica la vita di chi vorrebbe un’istruzione pubblica, non elitaria e di qualità, una sanità ed un lavoro decente,  si moltiplicano le iniziative di Piazza. Arrivederci  il 16 ottobre accanto alla FIOM.

Il brano è “Veleno”  seguito da “Il pirata satellitare” dei Modena City Ramblers dal CD “Radio Rebelde”

Foto Jacopo Granieri

giovedì 7 ottobre 2010

Se non lo fanno loro facciamolo noi

di Angelino Loffredi



Finalmente si potrà assistere ad un confronto e ascoltare in diretta le diverse posizioni per poter capire e regolarci di conseguenza.
Venerdi 8 ottobre alle ore 17,30, infatti, nell’aula del Comune di Aquino ci sarà una iniziativa promossa dall’Associazione per l’Alternativa di centrosinistra.
Sarà possibile conoscere le posizioni della Fiom, Fim, Uilm sugli avvenimenti accaduti a Pomigliano ed a Melfi e sulla disdetta del contratto firmato nel 2008.
Una iniziativa utile e necessaria perché permette agli operai ed ai cittadini che credono alla Costituzione quali regole tuteleranno gli operai Fiat di Piedimonte S. Germano.


Tutti noi stiamo ancora con Abdallah

Jesse Bacon,
Jewish Voice for Peace




Dear Luciano,
What would you do if soldiers came to take your land away? Would you be brave enough to stand up to them, with your family in harm's way? What if a soldier pointed a gun at your daughter? Would you be able to push it away, and not pick up a gun yourself?

Perhaps if you had the courage of Abdallah Abu Rahmah. And yet, his courage is not unique. It is shared by the great majority of Palestinians, who commit larger and smaller actions of nonviolent resistance to the occupation with dignity and steadfast determination every day of their lives.
Abdallah Abu Rahmah helped to organize that resistance into weekly protests, capturing the attention of the world. He has hosted a group of Nobel Laureates and other international leaders known as The Elders, pictured here paying their respects to Abdallah's cousin, Bassem, who was killed by the Israeli army last year in one of these protests.
The Israeli authorities want to make an example out of Abdallah. In August, he was unfairly convicted of organizing illegal marches and of incitement and now awaits sentencing. The prosecution has demanded that Abu Rahmah be sent to prison for a period exceeding two years, stating that a harsh sentence is required to serve as deterrence to others who may follow in his footsteps.
We follow in his footsteps, as do many others. Across the globe thousands of people have written and called their governments with a simple message: Abdallah Abu Rahmah has committed no crime, and we demand his freedom!

We who draw inspiration from his actions must speak now. Now is the time to raise our voices and ensure that Abdallah Abu Rahmah is free to organize and advocate for the rights of his community. We stand with Abdallah.

Israel must realize that leaders like Abdallah offer the best hope for a just peace for Israelis and Palestinians alike. We need to tell our governments to use their influence with Israel to free Abdallah Abu Rahmah.

In solidarity,
Jesse Bacon,
Jewish Voice for Peace


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Cosa faresti se i soldati venissero a portarti  via la tua   terra. Avresti il coraggio di resistergli con la tua famiglia in pericolo? Cosa faresti se un soldato puntasse un’arma contro tua figlia. Saresti in grado di spingerlo via e non impugnare una pistola tu stesso? Forse.  Se avessi avuto il coraggio di Abdallah Abu Rahmah. Inoltre il suo coraggio non è unico ma è condiviso dalla maggior parte dei palestinesi che commettono azioni grandi e piccole di resistenza non violenta all’occupazione con dignità e determinazione costante ogni giorno della loro vita. Abdallah Abu Rahmah si è speso per organizzare tale resistenza nel corso delle proteste settimanali catturando l’attenzione del mondo intero. Ha ospitato un gruppo di premi Nobel e leaders internazionali  (vedi la foto nel testo in inglese) conosciuti come gli Anziani a conferire  il loro rispetto al cugino di Abdullah, Bassem,  che fu ucciso dall’esercito israeliano l’anno scorso in una di queste proteste. Le autorità israeliane vogliono fare  di  Abdallah un esempio. Nell’agosto scorso è stato condannato per l’organizzazione di marce illegali e di incitamenteo alla protesta e ora attende la condanna. L’accusa ha chiesto che Abu Rahmah venga spedito in prigione per un periodo superiore ai due anni affermando che una pena dura potrà  servire da deterrente per altri che volessero seguire le sue orme. Noi seguamo le sue orme assieme a molti altri. Attraverso il mondo , migliaia di persone hanno scritto e si sono appellati ai loro governi con un semplice messaggio:  Abdallah Abu Rahmah non ha commesso alcun crimine e noi chiediamo la sua libertà. Noi che traiamo ispirazione dalle sue azioni dobbiamo parlare adesso. Ora è il momento si alzare la voce per fare in modo che Abdallah Abu Rahmah possa liberamente organizzare e sostenere i diritti della sua comunità. Noi stiamo con  Abdallah.
Israele deve capire che leader come Abdallah offrono la migliore speranza per una pace giusta per israeliani e palestinesi. Dobbiamo dire ai nostri governi a usare la loro influenza con Israele per liberare Abdallah Abu Rahma.

Con solidarietà


Jesse Bacon,
Jewish Voice for Peace.



mercoledì 6 ottobre 2010

LETTERA APERTA AGLI STUDENTI E ALLE LORO FAMIGLIE


Cara studentessa/caro studente, Gentile genitore,

come probabilmente sapete l’ Università italiana vive una fase di tremenda crisi. Il governo, con le ultime leggi finanziarie, ha ridotto del 20% i finanziamenti all’ Università. Del 20% !!! C’è da chiedersi: quale altra parte del sistema statale – Trasoprti, Sanità, Giustizia – potrebbe reggere un taglio di questo tipo? Basta pensare che la scuola italiana è in crisi estrema con dei tagli del 10% circa. Questa scelta avrà delle conseguenze di cui tutti voi dovete essere coscienti

La prima conseguenza è quella di un aumento costante e progressivo delle tasse universitarie; le tasse aumenteranno già dal prossimo anno di circa il 20%. A tale aumento ne seguiranno altri negli anni successivi, di entità eguale e forse maggiore. Tra tre-cinque anni le tasse universitarie di uno studente proveniente da una famiglia di reddito medio saranno aumentate del 100%. Che senso ha aumentare le tasse universitarie, già da quest’ anno, con le famiglie in crisi e la sofferenza economica in atto? E’ questa la suoluzione alla crisi del nostro paese? Perchè gli altri paesi avanzati (USA, Germania, Francia) stanno invece aumentando o mantenendo invariate le risorse per l’istruzione, l’ Università e la ricerca? Con questi taglil’ Italia è il paese europeo che investe di meno nella ricerca e nell’ Università: solo lo 0,8% del PIL, cioè della ricchezza del paese. La media europea è 1,4%

La seconda conseguenza è quella della riduzione dei servizi agli studenti. Diminuiranno le borse di studio, le mense, le case dello studente, verranno tagliati molti corsi di laurea, ed è già stato istituito il numero chiuso in tutti i corsi di studio. Perchè il governo afferma che vuole tutelare il diritto allo studio quando in 60 anni di vita repubblicana non è mai stata fatta una seria politica in tal senso? Non si vergogna? Senza queste forme di assistenza, infatti, solo le famiglie ricche e non troppo numerose potranno affrontare la scelta di una formazione universitaria di qualità dei figli. Questo non è giusto, non è civile, non è dignitoso.

La terza conseguenza è il licenziamento di migliaia di persone che lavorano nell’ Università e la riduzione della qualità dell’ offerta didattica. Troppo spesso la televisione e i giornali danno un’ immagine distorta dell’ Università. L’ Università dei “baroni”, l’ Università del nepotismo, L’ Università dei figli dei figli, degli amici degli amici. Nell’ Università esistono certi casi di gestione poco trasparente, come in altre parti del nostro sistema statale. Ma nell’ Università lavorano con sacrificio e con retribuzioni penose, migliaia e migliaia di giovani. Forse voi studenti non sapete che il 40% circa di quelli che giustamente chiamate “professori” sono precari, “contrattisti”, che verranno fortemente penalizzati dai tagli ai finanziamenti dell’ Università pubblica previsti dal governo già a partire da quest’ anno. E forse voi genitori ignorate che senza quel 40% l’ offerta didattica rischierebbe, a fronte di un aumento delle tasse, di essere affidata a soggetti estranei all’ Università e assolutamente non qualificati che certamente non potrebbero garantire quell’ alto livello di formazione che oggi più che mai il mercato del lavoro richiede. L’ Università attende una riforma; una riforma che punisce i baroni, i privilegi, le cricche. Lo scorso luglio il Senato della Repubblica ha approvato il DDL 1905 (la cosiddetta “Riforma Gelmini”). Una legge dannosa e inutile che consegna le Università nelle mani di manager di nomina politica, riduce la democrazia negli atenei (dando tutto in mano a pochi baroni), relega i giovani studiosi in un limbo di 11-13 anni di precariato (cosa impensabile in qualsiasi altro paese europeo) prima dell’ assunzione come docenti, dipendente comunque dalle risorse finanziarie. In realtà la riforma del ministro Gelmini punirà soprattutto i deboli, quelli che non sono tutelati, facendo pagare il conto solo alla nuova generazione, costituita dagli studenti e dai giovani precari in attesa di assunzione.

Per tutte queste ragioni il mondo dell’ Università ha deciso di protestare.
Hanno deciso di protestare, rinunciando agli insegnamenti, i ricercatori, assunti e valutati solo per fare ricerca, con la possibilità di svolgere attività didattica integrativa di supporto ai professori associati ed ordinari, ma che in realtà coprono (volontariamente e gratuitamente) circa il 35% degli insegnamenti dell’ Università italiana e svolgono una parte essenziale della ricerca avanzata. Hanno deciso di protestare i professori associati, il cui ruolo viene svilito e disconosciuto, e sempre più  i professori ordinari si stanno unendo alla protesta nazionale, accettando solo le ore di insegnamento frontale prescritte dalla legge, nella consapevolezza che questa “riforma” costituisce la fine dell’ Università italiana. Moltissimi tra i colleghi precari e tra gli studenti condividono e sostengono la nostra protesta e con essi il personale tecnico-amministrativo delle Università. Molti atenei sono già sull’ orlo della chiusura. Molte Facoltà chiudono. Decine di corsi di laurea vengono tagliati. Con questa politica l’ Italia diventerà presto un paese sottosviluppato.

Vogliamo una Università che aiuti il paese a crescere e a diventare forte; una Università che dia benessere e futuro ai nostri giovani. Perchè l’ Università è il cervello di un paese moderno; L’università e la scuola sono l’ unico strumento per rispondere alle sfide culturali ed economiche del futuro.

Non siamo ingenui: il futuro, il benessere non ce li regalerà la televisione!

Per questo, cari studenti, cari genitori, vi chiediamo di sostenere la nostra protesta. La nostra protesta è a vostra disposizione; la nostra protesta ha un senso se diventerà la protesta degli studenti, delle famiglie, di tutta l’ Università.

Non lasciamo che nessuno rubi il nostro futuro!


I Ricercatori delle Facoltà di Architettura Valle Giulia e Ludovico Quaroni
Contro il DDL Gelmini per una Università pubblica, libera e aperta a tutti

Primi vagiti alla Sapienza

da Atenei in Rivolta - Roma



Prima grande giornata di mobilitazione  alla Sapienza. Le due assemblee convocate in contemporanea a Fisica e a Lettere hanno visto la partecipazione di centinaia di studenti . Dai dibattiti è emersa con forza la necessità di allargare la protesta, di uscire allo scoperto, di cominciare ad invadere le strade e le piazze di questo Paese.
Le parole si sono presto trasformate in fatti: intorno alle 13:15 circa le due assemblee si sono sciolte coordinatamente e centinaia di studenti si sono riversati all'interno della città universitaria, dando vita ad un grande corteo che, dopo aver circolato all'interno della Sapienza, è uscito dalle mura universitarie senza alcuna autorizzazione.
Gli studenti hanno sfilato per circa un'ora nelle strade limitrofe alla città universitaria, bloccando il traffico e paralizzando la viabilità. Due gli striscioni esposti con su scritto: "Contro il Governo dei tagli, Scienze in mobilitazione" e "No alla Riforma, No ai tagli".

Moltissimi gli slogan urlati dagli studenti, dall'ormai famoso "Noi la crisi non la paghiamo", ai cori contro la riforma come "Respingiamo questa riforma", fino a cori contro la privatizzazione degli atenei pubblici: "Se l'università sarà privatizzata, ogni facoltà sarà una barricata".
Le assemblee hanno anche programmato le prossime scadenze di mobilitazione: l'8 ottobre gli universitari scenderanno in piazza al fianco della scuola con un corteo unitario della Sapienza. Appuntamento a Roma ore 9 a Piramide.
La prossima settimana si andrà sotto la Camera in occasione dell'inizio della discussione del Ddl Gelmini, attualmente programmata per il 14 ottobre ma non è escluso un'anticipazione della discussione dovuta alla forte pressione della Gelmini, dei Rettori e di Confindustria.
Queste mobilitazioni e le prossime assemblee serviranno infine a costruire una grande manifestazione per il 16 ottobre, giornata in cui è stata convocata una manifestazione nazionale a Roma dalla Fiom. In quella giornata sarà fondamentale saldare e ricomporre le tante rivolte presenti oggi nel Paese, dal lavoro, all'istruzione, ai migranti fino ad arrivare alle lotte in difesa dei territori e dei beni comuni.

La mobilitazione si sta dunque allargando a macchia d'olio. Gli studenti hanno cominciato a scendere in piazza.
L'autunno è sempre più caldo, Governo e Confindustria sono avvertiti!




La scuola che piace a grillo e ai suoi grullini

di Checchino Antonini


La manifestazione di Cesena del 25 e 26 settembre 2010 promossa da Beppe Grillo e dal suo movimento è stata un grande successo. Qualcuno ha parlato di entrata diretta nell'arena politica da parte di Beppe Grillo. In realtà chi, come me, segue le mosse di Grillo da molto tempo, sa benissimo che il Movimento 5 Stelle è nato come movimento politico nel significato più autentico del termine, un movimento che vuole agire sulla realtà che ci circonda per modificarla. E il Movimento 5 Stelle non è certo nato il 25 settembre 2010.
In effetti devo dire che seguo Grillo da molto tempo: a parte gli inizi da comico (famosa la sua battuta sui socialisti in Cina che gli costò cara...), ho seguito i suoi spettacoli posteriori alla sua cacciata dalle televisioni, quegli spettacoli che apparivano ed erano veri momenti di rottura con il linguaggio e i temi che passavano (a passano tuttora...) nella “scatoletta incantafessi” (era così che mia nonna definiva la televisione già più di 30 anni fa).
Ho seguito Grillo da quando spaccava i computer sul palcoscenico fino a quando ha cominciato invece a magnificare le doti e le possibilità di internet.
La lettura dei suoi commenti sul suo sito rappresenta per me un obbligo quotidiano nonché un piacere. A chi, come me, da adolescente negli anni '70 del secolo scorso, parlava e trattava argomenti come l'energia solare (qualcuno ricorda le prime spillette del “sole che ride”?) si apre il cuore a sentire parlare Grillo di ambientalismo vero, concreto. Tutto questo per dire che, se devo rivolgermi una critica preliminare, forse nel considerare il cosiddetto “fenomeno Grillo” io parto da un pre-giudizio positivo.
Ecco allora che nel suo post del 26 settembre 2010 ( Siamo vivi siamo vivi siamo vivi )
leggo: «Il movimento coincide con le sue proposte, con le sue azioni, con il suo programma. Chi dice che facciamo proteste e non proposte è in malafede o un imbecille inconsapevole». Aria nuova! Linguaggio diretto, semplice! Finalmente!
Ora, io sono un modesto e umile maestro elementare (oggi si dice: docente di scuola primaria) e sono nel mondo della scuola, come insegnante, da quasi 30 anni. La scuola è stata ed è la mia vita (professionalmente parlando): credo di conoscere molto bene tutte le sue varie sfaccettature: dagli aspetti filosofico/pedagogici, alle problematiche didattico/metodologiche, ai temi di natura politico/amministrativa, alle piccole questioni di pratica quotidiana. Mi è allora sorta spontanea una curiosità: il Movimento 5 Stelle che cosa propone al riguardo? Su un tema così fondamentale (e ripeto fondamentale) per il futuro di una nazione, un movimento politico non può non avere le idee chiare; un movimento poi che vuole cambiare lo stato delle cose esistente deve per forza avanzare delle proposte concrete inserite in un quadro più generale lucido e di spessore.
Il programma del Movimento 5 Stelle c'è già: c'è un continuo richiamo da parte di Beppe Grillo a leggerlo e diffonderlo. È chiaro che non è un programma definitivo: è, immagino, una prima piattaforma e come tale lo considero, ovvero una prima solida base a cui eventualmente aggiungere altri elementi. E allora, andiamoci a leggere il programma del Movimento 5 Stelle relativo all'Istruzione (è proprio questo il termine usato come titolo nel testo del programma).
Per cominciare, vedo che è riassunto in 13 punti. Benissimo, mi dico. Massima sintesi, poche parole ma chiare: dopo i programmi mastodontici ed enciclopedici del Partito Democratico ci voleva un po' di semplificazione! Quindi passo a leggere i contenuti e a questo punto tutto il mio slancio positivo subisce una brusca battuta d'arresto.
La partenza è sicuramente un po' banale: “Abolizione della legge Gelmini”. D'accordo, sono d'accordo, ma non considero questo un punto fondante per costruire qualcosa di nuovo. Mmm, partenza con un orizzonte un po' ristretto. Comunque, procediamo: “Diffusione obbligatoria di internet nelle scuole con l'accesso per gli studenti”; “Graduale abolizione dei libri di scuola stampati, e quindi la loro gratuità, con l'accessibilità via internet in formato digitale”; “Insegnamento a distanza via internet”; “Accesso pubblico via internet alle lezioni universitarie”. Credo di aver capito: sintetizziamo questi quattro punti con una sola parola: Internet.
Andiamo avanti: “Insegnamento obbligatorio della lingua inglese dall'asilo”: in realtà si tratta di una proposta minima poiché l'inglese si insegna già obbligatoriamente come seconda lingua a partire dalle scuole primarie; si tratterebbe quindi di estenderlo solo alla scuola dell'infanzia (o forse all'asilo nido, non si capisce). Comunque, sintetizzo anche qui con una sola parola: Inglese.
Altro punto: “Integrazione Università/Aziende”. Ci sono: possiamo usare nuovamente una sola parola: Impresa.
A questo punto mi fermo un attimo: abbiamo già superato la metà del programma (7 punti su 13) ed ecco che mi assale un vago, spiacevole, fastidioso senso di déjà vu. Internet, Inglese, Impresa.
Sì, vi è tornato in mente anche a voi? Il programma/slogan di qualche anno fa di Forza Italia: le famose tre I!
Sono preso da un certo sconforto e scoramento … ma non demordo. Proseguo. Sicuramente, penso, il discorso si farà, come dire, più pregnante. Altro punto: “Risorse finanziarie dello Stato erogate solo alla scuola pubblica”. Oh, finalmente! Grande! Però, in effetti, non mi sembra ci sia niente di nuovo: credo di aver letto qualcosa di simile in un testo poco conosciuto e poco diffuso di questi tempi, mi sembra si intitoli: “Costituzione della Repubblica Italiana”. Comunque è bene averlo ribadito.
Mi sono un po' ripreso. Posso allora proseguire nella lettura del programma. “Valutazione dei docenti universitari da parte degli studenti”; “Insegnamento gratuito della lingua italiana per gli stranieri (obbligatorio in caso di richiesta di cittadinanza)”; “Sviluppo strutture di accoglienza per gli studenti”. Anche qui, mi sembra che siano punti minoritari per chi vuole cambiare il mondo (o per lo meno la scuola): tra l'altro sono cose che in parte già si fanno.
Un ulteriore sconforto mi prende alla lettura del decimo punto: “Investimento nella ricerca universitaria”. È da quando ho il lume della ragione (o almeno così credo) che sento parlare i politici di tutte le “razze” (cosiddetta destra e cosiddetta sinistra, cosiddetta maggioranza e cosiddetta opposizione, al governo o no) di aumentare gli investimenti nella ricerca universitaria. Insomma: dov'è l'analisi sferzante, dove sono le proposte concrete, nuove, rivoluzionarie del Movimento 5 Stelle? Mi cascano le braccia! Ma devo reggermi forte, perché devo arrivare all'ultimo punto del programma, questa sì, finalmente, una proposta forte, di spessore, direi quasi letteralmente nevralgica, che può scalfire il sistema: “Abolizione del valore legale dei titoli di studio”.
Prima ancora, però, di cominciare ad analizzare la proposta (è positiva? è negativa?), mi assale nuovamente un senso di malessere, di fastidio, di … déjà vu (sì, le stesse sensazioni di prima). Ma chi avanzava, già in tempi non sospetti, questa proposta? Non ho una grande memoria, eppure anche stavolta un lampo mi illumina: “Piano di rinascita democratica”: sì, certo, proprio quello, il piano della Loggia Propaganda 2 di Licio Gelli! Vado a controllare: Sezione Programmi, Punto b1: “Abolizione della validità legale dei titoli di studio”.
Come un Barbapapà, rimango … di stucco: c'è forse un barbatrucco?
La base solida del programma del Movimento 5 Stelle che riguarda il rinnovamento di un settore vitale per la società, qual è quello della scuola, della formazione, dell'istruzione, è costituita da una serie di ovvietà, di proposte di piccolo cabotaggio, dalle famose tre I di Berlusconi e da un punto forte già avanzato dalla P2 di Gelli!!! Che delusione!
Certo, sul blog di Grillo ho letto qualcosa (qualcosina...) di più interessante, ma resta il fatto che il Movimento 5 Stelle (non chiamiamolo partito...) propone come base di programma per la scuola quello che abbiamo appena visto.
C'è pur sempre una via di uscita, una prospettiva che ci fa intravedere lo stesso Grillo (sempre da: “Siamo vivi! Siamo vivi! Siamo vivi!” del 26 settembre 2010): «Gli iscritti potranno creare una lista civica, proporre un candidato e in futuro modificare il programma in stile Wikipedia». Ci risiamo, penso, con questa idea un po' fissa di internet! Modificare il programma in stile Wikipedia??? E che cosa ne verrà fuori? Siamo proprio sicuri che cambiare la realtà sia come cambiare una voce su un'enciclopedia via internet? Però, a ben pensarci, quasi quasi, perché no? Potrei sempre iscrivermi al Movimento 5 Stelle e cambiare il programma (in futuro, mi si dice), magari potrei aggiungere questo punto: «Riforma della scuola – Selezione meritocratica – borse di studio ai non abbienti – scuole di stato normale e politecnica sullo stile francese».
Ho appena semplicemente citato il punto b.12 della sezione “Medio e lungo termine” del “Piano di rinascita democratica” della P2, quello di prima. Mi viene quasi quasi da pensare che questa proposta della P2 sia più avanzata del programma del Movimento 5 Stelle. Ma questi sono davvero cattivi pensieri!
Sarà meglio che torni a correggere i compiti di matematica dei miei alunni!

Al via la raccolta firme contro il nucleare

di Pietro FeroneSegretario  PdCI- Federazione della Sinistra Sezione di Aquino



“La sezione di Aquino sarà protagonista nella raccolta firme per la promozione di un referendum contro il nucleare”. Ad annunciarlo è Pietro Ferone, segretario della locale sezione del PdCI- Federazione della Sinistra.
“Domenica 10 saremo presenti, per tutta la mattinata, in Piazza Aquino per iniziare la raccolta delle sottoscrizioni per il referendum popolare a sostegno della di una proposta di legge di iniziativa popolare. La proposta dal titolo “Sviluppo dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili per la salvaguardia del clima” – spiega Ferone – è stata depositata in Cassazione lo scorso 7 di giungo e per renderla legge dello Stato sono necessarie 50mila firme entro il Natale 2010.  Per questo rivolgo un appello a tutti quelli che vogliono dire no al nucleare e si alle rinnovabili a manifestare il loro consenso alla legge con una firma.  Tutta la sinistra – spiega – è fortemente contraria al nucleare per quattro motivi: l’energia nucleare è costosa, pericolosa, non è abbondante né pulita, il problema dello smaltimento delle scorie è lontano dall’essere risolto”.
“ Crediamo – dice  Pietro Ferone – è necessario tenere conto anche del referendum del 1987 quando il popolo italiano si è espresso a larghissima maggioranza contro il nucleare. Il governo Berlusconi invece punta ad un ritorno dell’energia atomica con un investimento massiccio di risorse economiche per la costruzioni delle centrali, senza tener minimamente conto della volontà del popolo italiano.  Noi diciamo invece si ad una nuova politica energetica fondata sulle energie rinnovabili. Questo perché il sole, il vento, la forza dell’acqua fluente e il calore che scorre sotto terra sono le uniche fonti di cui l’Italia resterà sempre veramente ricca e sono le uniche da cui trarre energia pulita. Sono fonti – dice – da cui potranno scaturire anche nuove possibilità occupazionali. Per questo – conclude – invito tutti a venire a firmare domenica 10 in Piazza San Tommaso ad Aquinov per dire un secco no al nucleare ed un forte si alle rinnovabili”.
  06/10/2010, Aquino

                                                                 

martedì 5 ottobre 2010

FORNACE PROSSIMA ALLO SGOMBERO: PRONTI A RESISTERE!

da SOS Fornace


Da fonti certe abbiamo appreso che entro la fine di questa settimana verrà tentato lo sgombero del Centro Sociale SOS Fornace. E' evidente il malcelato tentativo di alzare il livello della tensione in vista del corteo di sabato 9 ottobre contro il Piano Alfa e in difesa del territorio, per spaccare l'ampio fronte - dall'opposizione sociale a quella consigliare - che scenderà in piazza unito nel denunciare la "prima pietra" di Expo 2015, madre di tutte le speculazioni sul territorio. Questo tentativo arriva inoltre una settimana dopo la nostra denuncia dell'imbarazzante comportamento di Fiera Milano che, a dispetto della scintillante immagine che propone di sè, produce sul territorio del quale si vanta di essere vetrina, solo precarietà e disoccupazione, come dimostra la recente vicenda degli 85 lavoratori lasciati a casa. La giunta comunale, più volte dichiaratasi a favore dello sgombero della Fornace, vuole evidentemente coprire con questo provvedimento il fallimento del modello della città vetrina, sotto gli occhi di tutti in termini di servizi pubblici dismessi e beni comuni espropriati, col favore degli speculatori di CL e la copertura politica di chi, come la
Lega Nord, della difesa del territorio si riempe la bocca ma nei fatti è complice del saccheggio.
Questa ennesima minaccia non è solo un attacco a uno spazio sociale, ma ai percorsi autorganizzati e all'intera opposizione sociale del territorio che esprimono una voce critica e contrastano una
ricostruzione della metropoli imposta da chi sta sfruttando la crisi per aumentare i propri profitti.
Invitiamo perciò tutti i solidali a un'assemblea pubblica che si terrà in Fornace martedì 5 ottobre alle 21:30 per preparare la resistenza allo sgombero. Portate sacchi a pelo e coperte, si dorme all'interno
dello spazio per difenderlo.

Martedì 5 Ottobre - h. 21:30
ASSEMBLEA PUBBLICA CONTRO LO SGOMBERO
SOS Fornace - Rho, via S. Martino 20

Mercoledì 6 ottobre - h. 5:00
PRESIDIO E COLAZIONE ANTISGOMBERO
SOS Fornace - Rho, via S. Martino 20

Giovedì 7 ottobre - h. 5:00
PRESIDIO E COLAZIONE ANTISGOMBERO
SOS Fornace - Rho, via S. Martino 20

Venerdì 8 ottobre - h. 5:00
PRESIDIO E COLAZIONE ANTISGOMBERO
SOS Fornace - Rho, via S. Martino 20

Sabato 9 ottobre - h. 9:30
CORTEO CONTRO IL PIANO ALFA
IN DIFESA DEL TERRITORIO
Rho - Stazione FS

Il 9 ottobre davanti ai cancelli fiat

il volantino nazionale del Pdac per la manifestazione del 9 ottobre a Torino promossa da Usb

Nel 1919-1920 (Biennio rosso) ci fu in Italia un’ondata di lotte rivoluzionarie. La scintilla partì dai metalmeccanici. Tutto era partito da uno scontro sindacale (per una richiesta di aumento salariale) ma ben presto la lotta si allargò. Settembre 1920 segnò il momento più alto della lotta: gli operai occuparono le fabbriche nel cosiddetto triangolo industriale:Milano–Torino-Genova. A Torino l’ufficio di Agnelli diventò la sede del comitato di occupazione e in alcune fabbriche, tra cui la Fiat, la produzione continuò, dopo aver cacciato padroni e dirigenti, sotto la direzione dei Consigli operai che ebbero un potere reale e che presero il posto delle “commissioni interne”, che erano costituite da elementi opportunisti scelti dalle burocrazie sindacali.
Grandi manifestazioni paralizzarono il Paese. Nel settembre 1920 la classe operaia italiana aveva assunto il controllo delle fabbriche e degli impianti ma fu sconfitta a causa dell’assenza di un sindacato di classe e di un partito rivoluzionario. Il padronato poté contare molto poco sulle truppe dello Stato che, infatti, passarono in gran numero con gli insorti ma poté contare sui dirigenti riformisti del Psi (Partito Socialista Italiano) e della Cgil. A causa del riformismo dei dirigenti e delle burocrazie sindacali, che frenarono la presa del potere operaio in cambio di un cospicuo aumento salariale e di altre concessioni che i padroni erano disposti a pagare pur di non perdere tutto, e a causa soprattutto dell’assenza di un’organizzazione che fosse realmente in grado di consolidare la vittoria, la classe operaia venne ricacciata indietro e la sua sconfitta spalancò le porte al fascismo. Il fascismo rappresentò la vendetta della borghesia che era stata sfidata, e la sconfitta della classe operaia diventò la sconfitta di tutto il proletariato e delle masse popolari italiane.
 
Oggi, 9 ottobre 2010, siamo a Torino, chiamati dal sindacato di base Usb
per “respingere l’attacco squadristico in atto contro tutti i lavoratori”
 
La crisi internazionale del capitalismo pone di fronte alla classe operaia e a tutti i salariati, in ogni luogo di lavoro, la necessità di rispondere all’attacco del padronato e del governo che agiscono per confermare e per aumentare i lauti profitti di capitalisti e banchieri, scaricando la crisi del sistema sulle masse popolari. E’ tempo di ricostruire l’unità dei lavoratori (da Castellammare di Stabia a Marghera, da Pomigliano a Torino, dal mondo della fabbrica a quello della scuola, dagli ospedali ai call-center, dai lavoratori pubblici ai lavoratori immigrati di Rosarno) affinché si moltiplichi la coscienza del fatto che la stragrande maggioranza della popolazione sta mantenendo una manciata di sfruttatori capitalisti. Questa manciata di sfruttatori deve essere spazzata via dalla storia dell’umanità: cominciamo a farlo con gli scioperi, i blocchi, le occupazioni ad oltranza.
Anche per questo, anche il 16 ottobre saremo in piazza a Roma al fianco degli operai della Fiom: per strappare i lavoratori all’influenza nefasta delle direzioni sindacali opportuniste – come quelle di Cisl e Uil, ma anche della Cgil – occorre essere al fianco dei lavoratori che ogni giorno vengono traditi dalle burocrazie dei loro sindacati, per guadagnarli alla costruzione di quel grande e unico sindacato di classe che ancora manca.
Facciamo tesoro del passato e, imparando anche dalla sconfitta della coraggiosa lotta della classe operaia italiana del 1920, costruiamo il sindacato di classe e il partito rivoluzionario, indispensabili strumenti per difendersi dall’attacco del padronato e per vincere.


Immigrazione, sbarco sulle coste di Latina

PEDUZZI (FdS), GALIENI E FIORELLA (PRC): “Basta respingimenti”

“Quanto avvenuto sulle coste di Latina è l’ennesima dimostrazione del fallimento della politica dei respingimenti». È quanto sostengono Ivano Peduzzi, capogruppo della Federazione della Sinistra alla Regione Lazio, Stefano Galieni, responsabile nazionale immigrazione del Prc e Claudio Fiorella responsabile politico della federazione di Latina, sempre del Prc, in merito agli  sbarchi che si sono registrati questa mattina. «I due natanti con a bordo circa 150 migranti giunti nei pressi di Anzio e Latina- continuano - hanno probabilmente dovuto intraprendere una rotta pericolosa e lunghissima per evitare le coste libiche e arrivare sani e salvi a terra. Fra loro ci sono minori, persone che hanno diritto all’asilo politico o che cercano accoglienza e possibilità di progettarsi un futuro.
 
Le leggi attuali – affermano - rendono difficile se non impossibile l’accesso a tali procedure ed è necessario che istituzioni, locali, nazionali e internazionali, intervengano a garantire i diritti dei cittadini migranti. Chiediamo che innanzitutto sia reso possibile a legali, associazioni umanitarie, rappresentanti di forze politiche e sociali, di incontrare i circa 26 migranti finora trattenuti. La visita lampo, dovuta a necessità unicamente propagandistiche del ministro dell’interno Maroni, non deve assolutamente divenire l’alibi per poter affermare la presenza positiva delle istituzioni. Accoglienza e solidarietà – concludono - debbono restare parte integrante delle politiche regionali, in osservanza alla stessa legge sull’immigrazione approvata con la precedente legislatura».

LETTERA APERTA DEI FAMILIARI DELLE 7 VITTIME THYSSENKRUPP

Siamo i familiari dei sette ragazzi della ThyssenKrupp di Torino che sono stati bruciati vivi il 6 dicembre di tre anni fa…

Le nostre vite si sono fermate quel giorno, come le loro…

Da allora a oggi, per più di 100 udienze, si è svolto il processo nei confronti dei responsabili di quelli morti. I cittadini e i lavoratori di tutta Italia, e di Torino in particolare, sono stati con noi.

Adesso, il processo si chiude e i giudici dovranno prendere la loro decisione.

E’ di nuovo ora!

Ora come all’inizio è importante che i cittadini e i lavoratori siano di nuovo presenti con noi, in aula e davanti al Tribunale.

E’ importante che i giudici non siano lasciati soli nel momento in cui dovranno decidere.

I GIORNI 5, 8 E 13 OTTOBRE RIEMPITE DI NUOVO CON NOI LA MAXI AULA 1 DEL TRIBUNALE DI TORINO

I conti non sono chiusi: spetta ai giudici stabilire che genere di pena meriti il comportamento degli imputati.

La sentenza dovrà riconoscere il valore della vita dei nostri ragazzi.

Torino, 2 ottobre 2010

FIRMATO: I FAMILIARI DELLE 7 VITTIME

Recapiti telefonici dei familiari delle vittime ThyssenKrupp:

340/09.03.117
349/82.03.456
340/48.22.658
347/69.11.328

La lunga notte con Ferrero

di Fausta Dumano



Blocco Notes, la redattrice di Aut giovedì sera è andata in trasferta la location è un circolo Arci di Cassino, un circolo che neanche il navigatore satellitare indovina, questa volta non è colpa mia che navigo sperduta....nella galassia della frastagliata sinistra . A spingermi nel cassinate è un libro “Quel che il futuro dirà di noi  Idee per uscire dal capitalismo in crisi e dalla seconda repubblica”. Sono le idee di Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista. Un’insolita presentazione, dalla cucina arrivano i piatti delle penne all’arrabbiata (i comunisti sono arrabbiati) la boscaiola, le patatine, la salsiccia complimenti a cuochi, questa volta la cucina è gestita dai maschi, ma non perché si è rovesciato il mondo, c’è stata la rivoluzione e le donne non sono più “quelle della cucina” è una questione di sopravvivenza, non di femminismo, le donne nel partito almeno nel frusinate sono poche. Il confronto con il segretario è invece condotto con le regole della giungla maschile, le poche compagne sgomiteranno per prendersi la parola. I compagni hanno tante cose da dire, le varie anime di Rifondazione sono tutte presenti, anime che vedono il nemico prima in quello che è più vicino nella strada. Sul tavolo del confronto arrivano tutti i nodi della politica, l’alleanza democratica contro Berlusconi , la Federazione della Sinistra perché nelle anime c’è chi vuole parlare con Bersani e non con Vendola, chi vuole parlare con Ferrando e Malabarba, chi vuole stare nelle istituzioni chi nella piazze. Chi ha rispolverato Bertinotti e la politica dei due atti; dentro e fuori!!! Una variegata sinistra. Nell’ascotlare la Babele delle lingue, lo sfogatolo, perché a volte mi sembra di essere in una seduta dei gruppi AMA, il mutuo aiuto e Ferrero lo psicanalista A volte avanti ai miei occhi appare un ingarbugliato labirinto, dove i fili del gomitolo di Arianna si sono intrecciati a trovare l’uscita  del labirinto per liberarsi dal Minotauro (Berlusconi) è impresa ardua. In quei momenti il segretario mi sembra il Dio della speranza, l’ultimo Dio che abbandona gli uomini alla vita del paesaggio sepolcrale.
Davanti ai miei occhi si materializza un Paolo Ferrero inedito, prima di tutto per la grande disponibilità al confronto dalle 9 all’una e mezza della notte, uno resistente. Tollerante e disponibile, nell’archivio della mia memoria  è la prima volta che ascolta  un  segretario  nazionale  così “la base” ho sempre pensato che il problema in Rifondazione non sia  il segretario, ma certa anime che lo circondano in segretaria....Anche il cane che Angela Scarparo, la sua compagna, la scrittrice, porta dietro è un cane resistente tollerante , non abbaia mai, neanche quando gli uomini abbaiano... E’ una cagna con una stoffa particolare, ha marciato al G8 dell’Aquila, sotto i ponti del Tevere con i precari della scuola. La presenza della vulcanica Angela colora la grigia sede dell’Arci . Una notte lunga, intensa, la redattrice di Aut ha tirato l’alba ancora una volta, ma felice di aver scoperto che c’è ancora chi si appassiona per trovare la luce del futuro. La lunga notte con Ferrero, blocco notes, tanti incipit. I comunisti non mangiano i bambini, ma le penne all’arrabbiata, nel buio della notte idee per essere visibili. Il segretario strappa applausi, un’ovazione quando dice “Occupiamo la Rai” il partito invisibile sta conducendo tante lotte in basso a sinistra, ma la tv non ne parla, anche la mamma di Ferrero gli chiede “Ma hai cambiato lavoro?”. Una lunga notte con Paolo, quel cordone ombelicale che la redattrice di Aut non riesce a recidere, quel cordone che esplode con le bolle purulente ....ma questa è un’altra storia . Alle prime luci dell’alba mi tuffo nella lettura del libro.