domenica 25 luglio 2010

Cobham un cantiere aperto sulla World Music - di Luciano Granieri

Billy Cobham è tornato in ciociaria. Dopo la performance a Colfelice di tre anni fa, il batterista panamense ma newyorchese d’adozione, si è esibito sabato scorso ad Alatri  nell’ambito della rassegna Alatri in blues. Questo festival sta diventando una solida tradizione in Ciociaria e già da quando era Colfelice blues esibiva  la peculiarità  di ospitare  grandi batteristi.  Da Karl Palmer a Dave Weckl a Oracio El Negro Herndez. Insomma un  appuntamento  imperdibile per chi ama tamburi e cimbali. Anche venerdì  infatti il popolo dei batteristi, dopo aver visitato gli stand con le ultime novità in fatto di bacchette piatti e tamburi, si è radunato sotto il palco per non perdersi neanche un beat di un musicista, che ha fatto la storia della batteria jazz e jazzrock. Di Billy Cobham abbiamo già scritto in sede di presentazione dell’evento pubblicando anche una interessante intervista nel post  COBHAM_DAL_JAZZ_AL_JAZZROCK_AL_MONDO
Concentriamoci quindi sul concerto, di cui trasmettiamo un ampio contributo filmato con ben quattro brani. Billy Cobham anche questa volta ha tenuto fede alla sua fama di scorpitore di talenti. La nuova line up è composta da musicisti giovani e di grande talento provenienti dalla Francia multietnica , e dall’Inghilterra multietnica  . Jean -Marie Ecay– chitarra da Parigi  , Fifi Chayeb – basso,  da Nizza, Junior Gill - steel pan/Pan Cat Mallots/percussioni, da Londra,  Christophe Cravero – tastiere e violino,  da Iles de France  Camelia Ben Naceur – tastiere dai Pirenei, tutti dotati di ottima tecnica improvvisativa, ampia  varietà di fraseggio, grande capacità di dialogare fra loro, con lampi di virtuosismo di notevole livello. Il tutto però senza cadere nell’autocompiacimento e nel manierismo. Una band dal groove illimitato, ma anche dall’estrema raffinatezza di esecuzione. Una menzione speciale per la stupenda Camelia Ben Naceur, una musicista notevolmente  talentuosa dalle grandi risorse  improvvisative. Il concerto si è sviluppato sulla traccia dell’ultimo CD di Cobham “Palindrome” incisione di cui abbiamo già trattato sempre nel post  COBHAM_DAL_JAZZ_AL_JAZZROCK_AL_MONDO Sono stati eseguiti tutti i brani di questo lavoro da Mirage, a Cancun Market, a Two For Juan, da Saippuakivikaupias, Obliquely Speaking. Molto particolare è stata l’esibizione di Junior Gill allo steel pan in Cancun Market, il musicista inglese di origini brasiliane ha  creato  un gioco precussivo che, incrociando col drumming di Cobham, produceva un complesso armonico ritmico veramente originale. Numerosi e notevoli le sortite solistiche di  Chayeb Ecay, cosi come sono stati determinanti i contributi di Cristophe Cravero con il Violino e le tastiere. Un consiglio, non perdetevi l’assolo di Cameila Ben Naceur in   “Stratus”,  un brano tratto dall’LP del 73’ Spectrum, strabiliante. Ma veniamo a Billy. Questo signore di 65 anni è la dimostrazione vivente che dopo decenni e decenni di concerti, incisioni, composizioni, clinics , si è ancora in grado di migliorare. Il suo drumming pur mantenendo quelle caratteristiche magmatiche, rutilanti  cariche di controtempi (più volte ha eseguito delle bossa nova, sempre con soluzioni ritmiche differenti) tipiche del Cobham che conoscevamo, si impreziosisce di una raffinatezza fuori dal comune. Altro consiglio, per rilevare l’evoluizione tecnico ritmica di Cobham ascoltate le due versioni di Stratus, quella pubblicata nel post COBHAM_DAL_JAZZ_AL_JAZZROCK_AL_MONDO e quella che segue questo intervento. La differenza è enorme. Un ulteriore testimonianza della ricerca  ancora ben attivo che contraddistingue il linguaggio del batterista panamense è stata l’assolo finale. Oltre alle solite sfavillanti e spericolate rullate, in cui traspare una tecnica immensa (spalle e braccia quasi ferme, con le bacchette che volano governate esclusivamente dai polsi e dalle dita)  la sortita solistica ha messo in luce la sperimentazione  timbrica con la modulazione del beat ora più marcato ora più accennato, una straordinaria  combinazione di timing fra i piedi (doppia cassa /charleston), e le mani (rullante tom e cimbali). Insomma cosa altro chiedere ad un musicista, che è sempre in evoluzione alla ricerca di linguaggi sempre diversi, che in ogni suo progetto valorizza giovani musicisti dal talento cristallino? Nulla, c’è solo da ascoltare
Buona visione.








Nessun commento:

Posta un commento