sabato 17 luglio 2010

Colleferro di nuovo tra la cronaca dei rifiuti - da ReTuVaSa

Operazione di servizio Ragnatela
 
Centomila tonnellate di rifiuti pericolosi, compresi scarti della raffineria di Gela, smaltiti illegalmente fra il 2005 e il 2009 in discariche italiane ed europee, con la copertura di un ufficiale di polizia giudiziaria in servizio presso la procura della Repubblica di Macerata, sospettato di intascare tangenti per insabbiare i controlli. E' l'operazione 'Ragnatela', condotta dai carabinieri del Noe di Ancona e coordinata dalla procura di Napoli, che ha sgominato un'organizzazione criminale con base nelle Marche, presso la Eco service srl di Corridonia (Macerata), un gruppo industriale attivo nella gestione integrata dei rifiuti, e diramazioni in Campania, Lombardia, Puglia, Abruzzo, Lazio e Sicilia. Trenta gli indagati, di cui cinque finiti in carcere e quattro agli arresti domiciliari su ordine del gip di Napoli. Sotto sequestro la Eco Service e tutti i suoi impianti e mezzi di trasporto, insieme a 90 mila euro di tributi non versati alle Regioni Marche e Puglia per il pagamento dell'ecotassa. L'indagine e' partita da un controllo del Noe nella discarica di Casoria, in Campania. Da li', gli investigatori del Nucleo per la tutela dell'ambiente hanno ricostruito l'intero percorso dei flussi illegali di rifiuti: un business da 5 milioni di euro per l'organizzazione malavitosa, che poteva contare sulla collaborazione compiacente di produttori, trasportatori, laboratori di analisi e impianti di gestione e discariche di mezza Italia. Accompagnati da formulari, certificati e registri di carico e scarico falsificati, gli scarti, provenienti in genere dal centro-sud (anche dall'azienda multiservizi di Roma e da un sito dismesso di Colleferro) erano diretti nelle Marche, o in discariche della Puglia, dell'Abruzzo, della Lombardia e della Germania, per essere smaltiti dopo essere transitati nell'impianto di Corridonia per un trattamento specializzato fittizzio. Scarti del petrolchimico siciliano, melme, terre e rocce da scavo, miscele di rifiuti pericolosi, fanghi industriali, filtri, ceneri pesanti, fanghi di perforazione, polveri di caldaia e altre sostanze tossico-nocive, contaminate da arsenico, cromo, rame, piombo, zinco e idrocarburi, avrebbero dovuto essere trattati come rifiuti speciali pericolosi. Invece, venivano 'ripuliti' solo sulla carta, per risparmiare sui costi di gestione di macchinari e procedure, e avviati a discariche pubbliche, come normali rifiuti. Gli impianti, fra questi la discarica 'Senesi' di Morrovalle (Macerata), accettavano i carichi sapendo che erano incompatibili con le proprie autorizzazioni, e che avrebbero messo a rischio la salute dei cittadini. Due famiglie marchigiane attive nel redditizio settore del trattamento dei rifiuti e un ufficiale di Pg che fungeva da 'talpa', sviando i controlli di vigilanza ambientale e consultando le banche dati di polizia per agevolare i mercanti di scarti, dietro compensi in denaro. Sono loro, secondo la tesi della procura di Napoli, i principali protagonisti del maxi traffico illegale di rifiuti scoperto dal Noe con l'operazione 'Ragnatela'. Undici le ordinanze di custodia cautelare per associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, truffa aggravata, corruzione e accesso abusivo a sistemi informatici notificate agli indagati. In carcere sono finiti Pietro Palmieri, 62 anni, titolare della Eco service srl di Corridonia (Macerata), mentre il figlio Giordano, 35 anni, responsabile tecnico della societa', ha ottenuto gli arresti domiciliari. Custodia in carcere per i maceratesi Gianfranco Bernabei, 67 anni, e il nipote Adriano, 55 anni, responsabile commerciale e tecnico e coordinatore operativo della Eco Service, e per l'agente di Pg della procura di Macerata Marcello Cioppettini, 63 anni, di Macerata e il legale rappresentante e direttore della discarica 'Senesi' di Morrovalle Rodolfo Briganti, 51 anni, di Porto Sant'Elpidio (Fermo). Agli arresti domiciliari invece Enrico Vita, 65 anni, di Macerata, direttore tecnico e preposto della discarica 'Senesi', Sergio Gozza, 57 anni, indermediario bresciano di rifiuti, e Paolo Marinelli, 38 anni, di Montecassiano (Macerata), consulente per le attivita' transfrontaliere dell'Eco Service. Il gip ha poi disposto l'obbligo di dimora per Francesco Maio, 58 anni, di Lanciano (Chieti), legale rappresentante della discarica 'Bleu' di Canosa di Puglia (Barletta-Andria-Trani), e Maurizio Campitelli, 49 anni, di Castel Frentano (Chieti), gestore della 'Bleu'. Diciannove gli indagati a piede libero fra Marche, Lombardia, Abruzzo e Puglia. Gli impianti di gestione su cui l'organizzazione poteva contare sorgono nelle province di Macerata, Ascoli Piceno, Siracusa, Napoli, Caserta, Roma, Bari, Taranto, Salerno e Brescia. Dieci le ditte di trasporto al centro dei flussi di rifiuti, operative nelle province di Macerata, Napoli, Caserta, Siracusa e Bari, quattro le discariche pubbliche (a Macerata, Ascoli Piceno, Bari e Taranto). Il valore complessivo dei beni sequestrati (compresi cinque mezzi fra autocarri e auto) e' di 20 milioni di euro. Un centinaio i carabinieri che hanno preso parte all'operazione, militari del comando della Tutela per l'ambiente e dei comandi provinciali di Macerata, Ascoli Piceno, Chieti e Brescia.




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