martedì 21 settembre 2010

Autunno caldo, ideologia o bassa politica?

di Andrea Cristofaro, Prc Frosinone



Sono stato testimone delle due giornate di protesta organizzate dalla Cgil, una contro la chiusura dell’ospedale di Ceccano, l’altra contro il rischio di ridimensionamento del nuovo ospedale di Frosinone. L’affluenza non è stata enorme, ma visto il periodo è stata accettabile. Se i motivi della protesta sono più che legittimi, non la penso allo stesso modo per le modalità con cui si è svolta la protesta e per i temi trattati dai politici intervenuti (già, perché hanno parlato solo dei politici). La mia impressione è che questa protesta diventi a tutti gli effetti una protesta a favore dei tagli alla sanità, e mi spiego: esponenti del centrosinistra illustrano come i limiti fissati dal governo riguardo ai posti letto ogni mille abitanti sia 3 virgola qualcosa, e che il centrosinistra durante il suo governo ha rispettato questo limite, operando nel contempo quelle che in un’azienda vengono definite delle ristrutturazioni, e che a seconda dei casi significano licenziamenti, tagli alle spese sulla sicurezza, cassa integrazione, precarizzazione. Nel caso della sanità si tratta in ogni caso di tagli alla spesa, ed i politici del centrosinistra che hanno parlato hanno rivendicato quei tagli. D’altronde durante la campagna elettorale con cui la Polverini ha poi vinto le elezioni, il centrodestra accusava il centrosinistra di aver distrutto la sanità in provincia e nella regione. Ora le parti si sono invertite: certo le scelte della giunta di destra sono scelte di pura macelleria riguardo al diritto alla salute degli abitanti della nostra provincia, e giustamente ora è il centrosinistra che accusa, portando conti alla mano il dato che ora i posti per mille abitanti scenderebbero a 2 virgola qualcosa. E allora perché io vedo il rischio che questa diventi una manifestazione in difesa dei tagli? Perché qui si parla di percentuali, mercificando la sanità e riducendola da diritto inalienabile di ogni persona a un privilegio che alcuni possono permettersi ed altri invece non potendoselo permettere devono arrangiarsi, per il semplice motivo che i bilanci e le percentuali dicono che questi ultimi devono arrangiarsi. Perché qui nessuno sembra mettere in dubbio il fatto che i tagli siano indispensabili, anzi si dà per scontato che i tagli vadano fatti, e quindi si fa a chi taglia in maniera migliore. Ma a qualcuno è venuto in mente che forse i tagli non vadano fatti? E’ venuto in mente a qualcuno che la sanità sia un campo in cui i tagli non vanno fatti, anzi vi si deve investire di più per tutelare il sacrosanto diritto alla salute di ogni cittadino? E’ venuto in mente a qualcuno che i tagli nella spesa per la sanità pubblica si traducono costantemente in ulteriori spese a favore della sanità privata? Ci dicono che bisogna eliminare i privilegi e gli sprechi della sanità pubblica: va bene, questo va fatto, e allora eliminiamoli questi privilegi. Ed invece a parole si dice di eliminare i privilegi ma nei fatti si tagliano i fondi pubblici e si aumentano i privilegi dei vari dirigenti, dei primari, delle ditte esterne. Quindi nessuno è impazzito: aveva ragione il centrodestra ad accusare il centrosinistra come ora ha ragione il centrosinistra ad accusare il centrodestra, ma si tratta solo di un gioco delle parti. Il vero problema è il sistema liberista che impone i tagli alle spese pubbliche; e tale sistema, pur con sfumature diverse, è appoggiato sia dal centrosinistra che dal centrodestra. Il risultato è quello di favorire i soggetti privati nel campo della sanità, perché così come succede nella scuola, nei trasporti, nel campo dell’energia, la distruzione del pubblico si risolve sempre in grossi regali ai privati. E le persone sono ridotte ad oggetti in balia della corrente senza punti di appoggio. E nello stesso discorso possiamo introdurre il tentativo di distruggere i diritti dei lavoratori e dei pensionati messo in atto da tempo ma ultimamente accelerato con i fatti di Pomigliano e di Melfi. Ed allora io mi chiedo e vi chiedo: ma si può essere contro i tagli alla sanità e poi essere d’accordo con Marchionne? Si può protestare contro i tagli alla sanità e poi non prendere posizione contro la privatizzazione dell’acqua o contro le devastazioni ambientali come la Tav, la creazione di inceneritori, il raddoppio di autostrade inutili o, ad es. l’aeroporto di Frosinone? Ebbene, è auspicabile innanzitutto che le vertenze sulla sanità nel lazio si uniscano e si organizzino per essere presenti contemporaneamente davanti alla regione lazio: quindi Ceccano, Pontecorvo, Frosinone, Montefiascone, etc., non per chiedere di non tagliare fondi alla sanità pubblica, ma per chiedere nuovi investimenti. E poi è importante che le diverse vertenze si uniscano: movimenti per la tutela dell’ambiente, per la difesa del lavoro, per la difesa dei diritti devono unire le forze perché l’avversario da combattere è lo stesso: il sistema liberista che mercifica tutto ciò che può essere soggetto a speculazioni private. Un appuntamento importante a cui tutti dovrebbero partecipare è a tal proposito la manifestazione nazionale del 16 ottobre a Roma indetta dalla Fiom. Solo se si riuscirà a compattare le lotte in un unico fronte esisterà qualche possibilità di ottenere qualcosa, e soprattutto si porteranno allo scoperto le incongruenze dei soggetti politici che contemporaneamente stanno dalla parte dei lavoratori e dalla parte dei padroni, dalla parte dei cittadini ma anche dalla parte degli speculatori che distruggono la dignità dei cittadini stessi. Voglio chiudere citando Ivan della Mea: “non facciamo confusione, se io sto con chi lavora io non sto con il padrone”.

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