Una giornata veramente particolare quella di lunedì 20 settembre a Frosinone, una giornata di intensa attività politica, ovviamente come la intendiamo noi, fuori dalle aule e dentro le piazze. C’erano da rivendicare due diritti semplici, semplici, quello alla salute e quello all’istruzione. Si comincia a mezzo giorno davanti al nuovo ospedale di Frosinone intitolato a Fabrizio Spaziani. Nosocomio aspirante alla qualificazione di Dea di II livello che, nonostante le strutture già pronte, non è ancora funzionante né è dato sapere quando potrà aprire. Eppure la situazione del vecchio Umberto I è drammatica soprattutto nel reparto medicina. Personale medico e paramedico insufficiente costretto a turni massacranti, malati lasciati al proprio destino, un pronto soccorso in cui, forse il soccorso si ottiene ma la prontezza è sicuramente una chimera, sono i flagelli di una struttura che ormai sta scoppiando. La ragione che si adduce da parte della Regione per giustificare il ritardo nell’apertura del nuovo ospedale è, tanto per cambiare, la mancanza di fondi necessari a retribuire medici e infermieri. Eppure basterebbe stabilizzare i sanitari precari che sono molti e togliere qualche convenzione a cliniche private di amici e di amici degli amici. Ma come è noto la politica lacrime e sangue della sanità laziale ordita dalla giunta Polverini, dettata dal capo Berlusconi e spalleggiata dal tutore Alemanno , consiste nel togliere alla collettività e ai meno abbienti , per dare alle lobbies della finanza . Già sabato 19, la comunità di Pontecorvo era scesa in piazza bloccando l’autostrada per protestare contro la chiusura, l’ennesima in Provincia, del locale ospedale. Ma al di là dei contenuti della manifestazione bene illustrati dagli interventi in video, ci preme porre l’accento sull’eccezionalità della protesta. E’ una delle poche volte in cui la politica segue la gente, si mobilita insieme al popolo per l’ottenimento di bisogni primari . Come è noto la battaglia per l’apertura del nuovo ospedale Fabrizio Spaziani è stata concepita e sviluppata da movimenti e associazioni di cittadini. In questo frangente i rappresentanti erano guidati dai rappresentati . Dunque nel corteo che ha attraversato i cortili del nuovo ospedale accanto alle associazioni e ai singoli cittadini, molti dei quali anziani, c’erano la Cgil con il proprio delegato alla funzione pubblica Beatrice Moretti, c’era la FIOM, i consiglieri regionali d’opposizione Esterino Montino, (PD) Ivano Peduzzi e Fabio Nobile (Fds), Francesco Scalia (PD), Luigi Nieri (Sel) e il sindaco di Frosinone Michele Marini. Tutti dietro al POPOLO guidato da Guglielmo Maddè candidato alle ultime elezioni regionali per Rifondazione Comunista. Notabili dirigenti di partito , amministratori pubblici, sindacati, tutti insieme a seguire il POPOLO e la FALCE E MARTELLO. Certo il povero Maddè sbracciandosi lamentava il fatto che certa gente non era più adusa alla piazza, ma riabituarsi è facile basta volerlo. Pensando ai discorsi inconcludenti e sterili ascoltati durante le giornate della festa del PD, un evento di una tristezza unica, ci siamo resi conto, che le diatribe fra una corrente e l’altra, i veti incrociati sulle alleanze , sulle primarie i ragionamenti sull’opportunità di un coordinatore regionale piuttosto che un altro, venivano spazzati via dalla volontà popolare che ha altre necessità . Forse il PD ma anche gli altri partiti della diaspora della sinistra dovrebbero trarre insegnamento da questo lunedì 20 settembre, lasciar stare le alchimie, ascoltare i cittadini la cui agenda politica è fatta di bisogni, aspirazioni, speranze , e porre questa agenda politica alla base del proprio agire.
P.S.
Per quanto attiene alla manifestazione dei precari della scuola riferiamo in altro post.
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