sabato 25 settembre 2010

Il Tar del Lazio sede di Roma contro la Marangoni Tyre

di Alberto Valleriani   ReTuVaSa





Il Tar del Lazio sede di Roma, con ordinanza n. 4135/2010 ha confermato in sede cautelare la decisione presa dalla Conferenza dei Servizi del 14 giugno 2010, sul diniego alla richiesta della Marangoni Tyre di Anagni di bruciare nel suo inceneritore il c.d. car fluff, rifiuto classificato come “speciale e pericoloso”.
Viene quindi confermata, per la prima volta nella Valle del Sacco,  l'applicazione del “principio di precauzione” nella gestione dei rischi ambientali, sancito dalla Comunità Europea e recepito come principio fondamentale nel nostro Codice dell'Ambiente.
A questo principio il TAR si è richiamato, recependo anche dal punto di vista giuridico quanto i comitati e le Associazioni hanno sempre richiesto con il loro impegno civile, battendosi ed informando la comunità in ogni angolo di strada.
Si è trattato di una decisione che, anche se non definitiva, è di grandissima importanza per il futuro della vicenda, perchè già affronta i temi sostanziali riconoscendo che le motivazioni espresse dalla conferenza dei servizi del giugno scorso sono state puntuali ed adeguate, cosicchè non viene accolta nemmeno la richiesta della società di nominare un consulente d'ufficio per verificare gli atti della conferenza.
Ed ancora, altro aspetto di grande soddisfazione per le Associazioni, dai Giudici viene riconosciuto che la decisione della conferenza dei servizi non determina un rischio occupazionale, perchè non incide sulla possibilità di proseguire le attività attualmente in corso. E questo conferma che la posizione delle Associazioni non è mai stata contro l'occupazione, ma solo a difesa del bene primario della salute, per i residenti e per i lavoratori stessi.
L'impegno profuso per vivere in un territorio privo di nocività sta dando i primi importati frutti, segno di una inversione di tendenza di cui i cittadini debbono essere fieri, e che debbono essere di monito a tutti coloro che sino ad oggi hanno visto la Valle del Sacco come terra di razzia e malversazione.
Si conclude così una settimana che ha un valore fondamentale per il territorio, caratterizzata anche dall’offensiva di magistratura e forze dell’ordine che, come dimostra il caso Arpa, sta svelando i meccanismi perversi delle cause di inquinamento della nostra terra e dei corsi d’acqua, lasciati per lungo tempo senza una seria ed efficiente azione di monitoraggio.
Le associazioni e i comitati cittadini riuniti nel coordinamento ambientale plaudono a questa azione di contrasto alla delinquenza ambientale e promettono attenzione e sostegno alle istituzioni che si battono per la protezione del territorio.
Questo impegno si è esplicitato prima in manifestazioni, convegni, raccolte firme e sensibilizzazione delle istituzioni competenti; quindi, contrapponendosi in giudizio al ricorso della Marangoni, nominando legali di valore a difesa e sostenendo le dovute spese processuali; nelle prossime settimane, proseguiranno le iniziative volte a far sì che le istituzioni responsabili della tutela ambientale e sanitaria siano sottratte a quella coltre di connivenze ed illegalità che questa settimana sono state svelate dalla magistratura. Per questo verranno allestiti banchetti di sottoscrizione e informazione nei prossimi giorni al fine di rendere tutti partecipi, anche economicamente, ognuno nelle proprie disponibilità, di quanto avvenuto. A breve verranno inoltre comunicate le coordinate di conti correnti  per chi avesse intenzione di fare delle offerte tramite bonifico. Per info sui banchetti troverete a breve le indicazioni sui siti: http://retuvasa.org   ;   www.dirittoallasalute.com.

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