mercoledì 15 settembre 2010

Manifestazione alla Fiat di Piedimonte per i tre operai licenziarti a Melfi

da Associazione Politico- Culturale 20 ottobre



Grande successo martedì per la manifestazione in difesa dei tre operai dello stabilimento Fiat di Melfi licenziati e reintegrati per ordine del giudice dal management della casa automobilistica torinese.
Alla manifestazione, che si è svolta davanti ai cancelli dello stabilimento di Piedimonte San Germano hanno preso parte anche i tre operai i quali hanno tenuto un discorso,  in difesa del lavoro e dei diritti dei lavoratori, più volte interrotto dagli applausi e dall’entusiasmo dei tantissimi operai presenti durante il cambio turno delle 14.
I tre operai dello stabilimento Fiat di Melfi hanno sottolineato l’importanza di una mobilitazione unitaria dei sindacati e della sinistra in difesa dei diritti fondamentali dei lavoratori, non solo nel settore metalmeccanico. “Quello che è successo a noi – hanno detto – è solo la punta di un iceberg che pian piano emergerà. C’è bisogno di una mobilitazione decisa per far si che tali episodi non succedano in altri stabilimenti e soprattutto qui a Cassino”.
A raccogliere  l’appello è l’Associazione Politico Culturale 20 Ottobre che per voce del suo esponente di spicco, Oreste Della Posta, si schiera in difesa dei tre operai e dei diritti dei lavoratori.
“Era da anni che non si vedeva così tanta partecipazione ed attenzione da parte degli operai ad iniziative del genere davanti ai cancelli della Fiat” ha detto Della Posta che ha continuato dicendo che “ora come non mai c’è bisogno di unità, determinazione e coraggio da parte di tutti, sindacato e politica per fare quadrato intorno ai lavoratori, ai precari di tutti i settori. In particolare – ha continuato – nella nostra provincia di Frosinone che, a partire dall’autunno, sarà colpita da una dura crisi occupazionale soprattutto nel settore metalmeccanico. Crisi dalla quale il Governo Berlusconi, l’amministrazione Polverini e la politica di Marchionne non aiutano sicuramente ad uscire. Per farlo c’è bisogno di una sinistra unita che persegua una politica che porti a più salari, più diritti e più lavoro per tutti”.




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