domenica 17 ottobre 2010

Per battere chi ci sfrutta

di Luciano Granieri








Come è d’obbligo per  un autorevole organo  di contro informazione (mi sa che ci stiamo montando  la testa) , andiamo a riportare il   nostro  contributo in scritto e in video sulla eccezionale giornata vissuta sabato  alla manifestazione della FIOM. Prima di affrontare i temi più strettamente legati alle rivendicazioni, forniamo qualche informazione  su dove e come abbiamo partecipato all’evento. Secondo indole di Aut-Frosinone   la nostra collocazione nell’ambito del corteo era fra i movimenti più a rischio di “infiltrazione pilotata”, OLTRE LA FIOM.  Infatti abbiamo sfilato dietro le tute blu  di Cassino, in mezzo ai centri sociali riuniti dietro lo striscione “UNITI CONTRO LA CRISI”, davanti al gruppo di Action, guidato da Nunzio D’Erme, Andrea Alzetta (in arte Tarzan) e Luca Casarini, con cui abbiamo scambiato due parole sulle potenzialità della costellazione dei collettivi  presenti in piazza  di ricostituire un movimento popolare  forte simile a quello No global che tanta speranza aveva suscitato agli inizi del 2000  e che dopo la mattanza di Genova aveva subito  una sorta di diaspora. Naturalmente non potevamo trascurare, vista la nostra passione, di assicurarci un posto da cui fosse facile raggiungere tamburi e cimbali “PER BATTERE I PADRONI  E NON SOLO IN SENSO METAFORICO”  abbiamo, fra l’altro, apprezzato il drumming,  un po’ grezzo, per la verità,  del  nostro amico e compagno  Guglielmo Maddè  metalmeccanico della FIOM di Frosinone.  Riassumendo  Aut era vicino ai centri sociali,  ai disobbedienti, e  ai percussionisti. Dopo queste informazioni logistiche, veniamo alle questioni importanti. Per la prima volta abbiamo avuto la forte sensazione che una manifestazione potesse veramente costituire il  punto di partenza per la determinazione concreta  di un programma  di democrazia partecipata.  Il dato più importante che è emerso mette in luce come finalmente dietro la rivendicazione dei diritti negati da una classe politico-imprenditoriale, lanciata verso la reimposizione del dominio del mercato, con un cinismo incattivitosi dopo i nefasti effetti della crisi, ci sia la voglia di riappropriarsi della possibilità  di decidere del proprio futuro. Tutti, ma proprio tutti, operai, insegnanti, studenti, ricercatori,  rifiutavano   la logica  criminale per cui il predominio  nel mercato globale comporta  e giustifica   l’emarginazione di intere pezzi di società. Finalmente ieri  il nemico da combattere si è mostrato chiaramente in tutta la sua devastante potenza: Il capitalismo. Proprio  la condivisione da parte di tutte le componenti presenti in piazza sul reale pericolo di questo mostro  criminale, dà una grande speranza nella possibilità di un  riscatto popolare.  Certo gli avversari identificati erano comunque Berlusconi, la Gelmini,  Tremonti ma questi per la prima volta sono stati qualificati per ciò che sono, ossia mano armata dei mandanti: Marchionne, Marcegaglia, Montezemolo,  le organizzazioni finanziarie ,  e  le multinazionali. Attenzione però, perché quando  l’avversario vede scoperti i propri giochi, diventa molto più pericoloso. Ecco perché la manifestazione del 16 deve costituire il primo atto di una lotta aspra ed articolata nel tempo, al di là degli scioperi generali già decisi. Questa  lotta deve essere condotta da ognuno anche nel proprio privato, spiegando agli altri che affidarsi a sindacati che dicono di stare dalla tua parte ma che in realtà sono agenzie di collocamento al ribasso e servi dei padroni, identificare come causa del proprio stato precario l’extracomunitario,  o il compagno di lavoro meno tutelato, credere che sia  possibile a tutti  raggiungere quel  tenore di vita  dorato   che una tivvù ammazza cervelli, manganello occulto del potere, millanta ogni giorno, (basta vincere la competizione con il tuo vicino anche imbrogliando), significa determinare la propria emarginazione. Per finire una notazione sulla guerra dei numeri. Bene ha fatto la FIOM ad ignorarla. Eravamo in tanti, molti di più di ciò che si prevedeva, questa è la valutazione degli organizzatori. E  per la questura?...... Noi abbiamo accertato senza ombra di dubbio  la presenza di otto persone perchè le conosciamo, ci riferiamo agli amici......pardon COMPAGNI ( se no Spaziani si incazza)
Marco Maddalena  della Rete per la Tutela della Valle del Sacco, Bruno Roveda della sezione provinciale di Frosinone di Sinistra Ecologia e libertà,  Guglielmo Maddè della FIOM di Frosinone,
Ilaria Capogrossi dei Giovani Comunisti di Frosinone, Roberto Spaziani della sezione provinciale di Sinistra Popolare Di Frosinone , Andrea De Marchis, della Sezione Luigi De Rosa dei CARC, Maria Lucia Giovannangelo, collaboratrice di Aut nonché mia moglie, Luciano Granieri, cioè io, redattore di Aut e membro della Rete Antifascista Antirazzista del Basso Lazio. Per le altre centinaia di migliaia di persone che erano intorno a noi, non assicuriamo nulla, magari erano li casualmente per una passeggiata con bandierina o striscione al seguito ignari di  cosa stesse accadendo.











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