mercoledì 6 ottobre 2010

La scuola che piace a grillo e ai suoi grullini

di Checchino Antonini


La manifestazione di Cesena del 25 e 26 settembre 2010 promossa da Beppe Grillo e dal suo movimento è stata un grande successo. Qualcuno ha parlato di entrata diretta nell'arena politica da parte di Beppe Grillo. In realtà chi, come me, segue le mosse di Grillo da molto tempo, sa benissimo che il Movimento 5 Stelle è nato come movimento politico nel significato più autentico del termine, un movimento che vuole agire sulla realtà che ci circonda per modificarla. E il Movimento 5 Stelle non è certo nato il 25 settembre 2010.
In effetti devo dire che seguo Grillo da molto tempo: a parte gli inizi da comico (famosa la sua battuta sui socialisti in Cina che gli costò cara...), ho seguito i suoi spettacoli posteriori alla sua cacciata dalle televisioni, quegli spettacoli che apparivano ed erano veri momenti di rottura con il linguaggio e i temi che passavano (a passano tuttora...) nella “scatoletta incantafessi” (era così che mia nonna definiva la televisione già più di 30 anni fa).
Ho seguito Grillo da quando spaccava i computer sul palcoscenico fino a quando ha cominciato invece a magnificare le doti e le possibilità di internet.
La lettura dei suoi commenti sul suo sito rappresenta per me un obbligo quotidiano nonché un piacere. A chi, come me, da adolescente negli anni '70 del secolo scorso, parlava e trattava argomenti come l'energia solare (qualcuno ricorda le prime spillette del “sole che ride”?) si apre il cuore a sentire parlare Grillo di ambientalismo vero, concreto. Tutto questo per dire che, se devo rivolgermi una critica preliminare, forse nel considerare il cosiddetto “fenomeno Grillo” io parto da un pre-giudizio positivo.
Ecco allora che nel suo post del 26 settembre 2010 ( Siamo vivi siamo vivi siamo vivi )
leggo: «Il movimento coincide con le sue proposte, con le sue azioni, con il suo programma. Chi dice che facciamo proteste e non proposte è in malafede o un imbecille inconsapevole». Aria nuova! Linguaggio diretto, semplice! Finalmente!
Ora, io sono un modesto e umile maestro elementare (oggi si dice: docente di scuola primaria) e sono nel mondo della scuola, come insegnante, da quasi 30 anni. La scuola è stata ed è la mia vita (professionalmente parlando): credo di conoscere molto bene tutte le sue varie sfaccettature: dagli aspetti filosofico/pedagogici, alle problematiche didattico/metodologiche, ai temi di natura politico/amministrativa, alle piccole questioni di pratica quotidiana. Mi è allora sorta spontanea una curiosità: il Movimento 5 Stelle che cosa propone al riguardo? Su un tema così fondamentale (e ripeto fondamentale) per il futuro di una nazione, un movimento politico non può non avere le idee chiare; un movimento poi che vuole cambiare lo stato delle cose esistente deve per forza avanzare delle proposte concrete inserite in un quadro più generale lucido e di spessore.
Il programma del Movimento 5 Stelle c'è già: c'è un continuo richiamo da parte di Beppe Grillo a leggerlo e diffonderlo. È chiaro che non è un programma definitivo: è, immagino, una prima piattaforma e come tale lo considero, ovvero una prima solida base a cui eventualmente aggiungere altri elementi. E allora, andiamoci a leggere il programma del Movimento 5 Stelle relativo all'Istruzione (è proprio questo il termine usato come titolo nel testo del programma).
Per cominciare, vedo che è riassunto in 13 punti. Benissimo, mi dico. Massima sintesi, poche parole ma chiare: dopo i programmi mastodontici ed enciclopedici del Partito Democratico ci voleva un po' di semplificazione! Quindi passo a leggere i contenuti e a questo punto tutto il mio slancio positivo subisce una brusca battuta d'arresto.
La partenza è sicuramente un po' banale: “Abolizione della legge Gelmini”. D'accordo, sono d'accordo, ma non considero questo un punto fondante per costruire qualcosa di nuovo. Mmm, partenza con un orizzonte un po' ristretto. Comunque, procediamo: “Diffusione obbligatoria di internet nelle scuole con l'accesso per gli studenti”; “Graduale abolizione dei libri di scuola stampati, e quindi la loro gratuità, con l'accessibilità via internet in formato digitale”; “Insegnamento a distanza via internet”; “Accesso pubblico via internet alle lezioni universitarie”. Credo di aver capito: sintetizziamo questi quattro punti con una sola parola: Internet.
Andiamo avanti: “Insegnamento obbligatorio della lingua inglese dall'asilo”: in realtà si tratta di una proposta minima poiché l'inglese si insegna già obbligatoriamente come seconda lingua a partire dalle scuole primarie; si tratterebbe quindi di estenderlo solo alla scuola dell'infanzia (o forse all'asilo nido, non si capisce). Comunque, sintetizzo anche qui con una sola parola: Inglese.
Altro punto: “Integrazione Università/Aziende”. Ci sono: possiamo usare nuovamente una sola parola: Impresa.
A questo punto mi fermo un attimo: abbiamo già superato la metà del programma (7 punti su 13) ed ecco che mi assale un vago, spiacevole, fastidioso senso di déjà vu. Internet, Inglese, Impresa.
Sì, vi è tornato in mente anche a voi? Il programma/slogan di qualche anno fa di Forza Italia: le famose tre I!
Sono preso da un certo sconforto e scoramento … ma non demordo. Proseguo. Sicuramente, penso, il discorso si farà, come dire, più pregnante. Altro punto: “Risorse finanziarie dello Stato erogate solo alla scuola pubblica”. Oh, finalmente! Grande! Però, in effetti, non mi sembra ci sia niente di nuovo: credo di aver letto qualcosa di simile in un testo poco conosciuto e poco diffuso di questi tempi, mi sembra si intitoli: “Costituzione della Repubblica Italiana”. Comunque è bene averlo ribadito.
Mi sono un po' ripreso. Posso allora proseguire nella lettura del programma. “Valutazione dei docenti universitari da parte degli studenti”; “Insegnamento gratuito della lingua italiana per gli stranieri (obbligatorio in caso di richiesta di cittadinanza)”; “Sviluppo strutture di accoglienza per gli studenti”. Anche qui, mi sembra che siano punti minoritari per chi vuole cambiare il mondo (o per lo meno la scuola): tra l'altro sono cose che in parte già si fanno.
Un ulteriore sconforto mi prende alla lettura del decimo punto: “Investimento nella ricerca universitaria”. È da quando ho il lume della ragione (o almeno così credo) che sento parlare i politici di tutte le “razze” (cosiddetta destra e cosiddetta sinistra, cosiddetta maggioranza e cosiddetta opposizione, al governo o no) di aumentare gli investimenti nella ricerca universitaria. Insomma: dov'è l'analisi sferzante, dove sono le proposte concrete, nuove, rivoluzionarie del Movimento 5 Stelle? Mi cascano le braccia! Ma devo reggermi forte, perché devo arrivare all'ultimo punto del programma, questa sì, finalmente, una proposta forte, di spessore, direi quasi letteralmente nevralgica, che può scalfire il sistema: “Abolizione del valore legale dei titoli di studio”.
Prima ancora, però, di cominciare ad analizzare la proposta (è positiva? è negativa?), mi assale nuovamente un senso di malessere, di fastidio, di … déjà vu (sì, le stesse sensazioni di prima). Ma chi avanzava, già in tempi non sospetti, questa proposta? Non ho una grande memoria, eppure anche stavolta un lampo mi illumina: “Piano di rinascita democratica”: sì, certo, proprio quello, il piano della Loggia Propaganda 2 di Licio Gelli! Vado a controllare: Sezione Programmi, Punto b1: “Abolizione della validità legale dei titoli di studio”.
Come un Barbapapà, rimango … di stucco: c'è forse un barbatrucco?
La base solida del programma del Movimento 5 Stelle che riguarda il rinnovamento di un settore vitale per la società, qual è quello della scuola, della formazione, dell'istruzione, è costituita da una serie di ovvietà, di proposte di piccolo cabotaggio, dalle famose tre I di Berlusconi e da un punto forte già avanzato dalla P2 di Gelli!!! Che delusione!
Certo, sul blog di Grillo ho letto qualcosa (qualcosina...) di più interessante, ma resta il fatto che il Movimento 5 Stelle (non chiamiamolo partito...) propone come base di programma per la scuola quello che abbiamo appena visto.
C'è pur sempre una via di uscita, una prospettiva che ci fa intravedere lo stesso Grillo (sempre da: “Siamo vivi! Siamo vivi! Siamo vivi!” del 26 settembre 2010): «Gli iscritti potranno creare una lista civica, proporre un candidato e in futuro modificare il programma in stile Wikipedia». Ci risiamo, penso, con questa idea un po' fissa di internet! Modificare il programma in stile Wikipedia??? E che cosa ne verrà fuori? Siamo proprio sicuri che cambiare la realtà sia come cambiare una voce su un'enciclopedia via internet? Però, a ben pensarci, quasi quasi, perché no? Potrei sempre iscrivermi al Movimento 5 Stelle e cambiare il programma (in futuro, mi si dice), magari potrei aggiungere questo punto: «Riforma della scuola – Selezione meritocratica – borse di studio ai non abbienti – scuole di stato normale e politecnica sullo stile francese».
Ho appena semplicemente citato il punto b.12 della sezione “Medio e lungo termine” del “Piano di rinascita democratica” della P2, quello di prima. Mi viene quasi quasi da pensare che questa proposta della P2 sia più avanzata del programma del Movimento 5 Stelle. Ma questi sono davvero cattivi pensieri!
Sarà meglio che torni a correggere i compiti di matematica dei miei alunni!

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