Il 2011 jazzistico del nostro blog, inizia là dove era finito il 2010, nel segno di Matteo Nizzardo e Cristiano Coraggio. Il 18 dicembre scorso Matteo e Cristiano avevano accompagnato la spettacolare performance del sassofonista MAURO BOTTINI al caffè libreria live music Ithaca di Frosinone. Ero rimasto impressionato dalla prestazione dei due, dalla sapienza tecnica con cui avevano impreziosito il concerto del talentuoso sassofonista alatrese . Giovedì 5 gennaio eccomi di nuovo ad assistere ad uno splendido concerto del sodalizio Nizzardo-Coraggio alias “Bartleboom, duet” , dal nome del personaggio del romanzo di Alessandro Baricco “Oceano Mare” Matteo ha letto qualche passo del libro, tra un brano e l’altro, rendendo molto suggestiva la performance che diventava contaminazione di arti fra musica, letteratura e recitazione. Questa volta Nizzardo disponeva di un bel pianoforte in luogo dell’organo, Cristiano Coraggio sembrava più in forma che mai dietro a cimbali e tamburi. Ci troviamo dunque di fronte ad un duo - pianoforte batteria - una combinazione dalle sonorità molto particolari ma anche tecnicamente molto difficile da gestire. La mancanza di un basso, o di un contrabbasso costringe Nizzardo a un triplo lavoro: disegno ritmico, costruzione dell’armonia, esecuzione dell’improvvisazione. Ingrato è anche il compito di Cristiano Coraggio che, nell’esprimere il suo drummer poliedrico multiforme e ricco di controtempi, deve fare molta attenzione alla scansione non avendo una precisa linea di basso cui ancorarsi, deve, fra l’altro, sobbarcarsi il peso di sortite solistiche molto frequenti. Ma ai due nostri amici l’impresa non spaventa, anzi, fornisce gli stimoli giusti per sfoderare una magnifica prestazione. Il concerto prevede l’esecuzione di standards, brani in cui si sono cimentati tutti i più grandi jazzisti del mondo e la rivisitazione in forma jazzistica del pezzo classico di Jaquin Rodrigo “Concierto de Aranjuez”, operazione già messa in atto nel 1975 da musicisti del calibro di Jim Hall, Chet Baker, Paul Desmond, Sir Roland Hanna, Ron Carter e Steve Gadd. Si comincia con “Night in Tunisia” di Dizzy Gillespie un classico del Be-bop, brano di punta del mitico quintetto Parker-Gillespie-Powell-Roach-Mingus. L’interpetazione del Bartleboom duet è molto equilibrata, pur lasciando inalterata il carattere esuberante del brano, l’esecuzione risulta estremamente raffinata. Si prosegue con “'Round Midnight”, di Thelonius Monk. Qui Matteo Nizzardo sfodera un’improvvisazione di alto livello emotivo, dall’incredibile sensibilità melodica, Cristiano Coraggio arricchisce il fraseggio del piano , accarezzando elegantemente piatti e tamburi con le spazzole , il tutto a costruire un clima contemplativo, ipnotico, carico di pathos, tanto dal lasciare a bocca aperta il pubblico presente. Le impeccabili esecuzioni di “Stella by Starlight” - di Victor Young, uno dei brani preferiti di Miles Davis, e il classico “On Green Dolphin Street”, tema principale dell’omonimo film del 1947, pezzo eseguito da tutti i più famosi jazzisti del mondo - conducono ad Autumn Leaves, ovvero, “Les feuilles mortes” una canzone della musica popolare francese composta da Joseph Kosma con testi scritti dal poeta Jaquès Prevert, diventato in seguito un classico della musica jazz. Matteo Nizzardo parte direttamente improvvisando, non viene eseguito per nulla il tema, lo segue Cristiano Coraggio con un drumming fluido, swingante, i due musicisti intavolano un fitto dialogo fra di loro che coinvolge il pubblico sempre più rapito dal vento di note , arpeggi e fraseggi si susseguono. E dopo un incredibile battaglia improvvisativa, ecco che nelle misure finali si intuisce la melodia del tema. Signori, giù il cappello! Perchè improvvisare su un brano la cui traccia melodica non viene quasi mai citata è da grandi musicisti. Si prosegue in crescendo, fra un blues e una riflessione sui dialoghi di Bartleboom tratte dal libro di Baricco, frasi lette, anzi, recitate da Matteo Nizzardo (benedetto ragazzo anche l’attore vuoi fare!) e si arriva a un altra perla. “Someday my prince will come” il famosissimo tema del cartone disneyano “Biancaneve e i Sette Nani”, divenuto anch’esso standard jazzistico fra i più eseguiti. Qui a sorprendere è Cristiano Coraggio, su un “waltz” , da tempo dispari Cristiano si fa metronomo e contemporaneamente inventore di linee ritmiche multiformi . E’ difficilissimo eseguire dei tempi complessi, infarciti di controtempi su un timing dispari, ci vuole una sapienza ritmica fuori dal comune. Il tutto complicato dalla difficile situazione del contesto sonoro particolare definito dalla combinazione pianoforte-batteria. Bisogna porre attenzione a non sovrastare la timbrica del pianoforte e questa accortezza non deve limitare la personalità del batterista, Jack De Johnette è un maestro in queste situazioni (ascoltare il trio Jarrett- De Johnette-Peacock per credere) e anche Cristiano riesce benissimo a trovare un equilibrio timbrico e ad esprimere la ricchezza del suo drumming. Si conclude, prima del bis di rito, con il già citato “Concierto de Aranjuez” un interpretazione fantastica che vede al di là di improvvisazioni eccellenti, un' applicazione certosina nell’arrangiamento, con momenti di interazione, fra i due musicisti di altissimo livello, fino a sfociare nelle infuocate atmosfere spagnoleggianti tipiche del Chick Corea di “Fiesta”. Insomma ancora una volta Matteo e Cristiano hanno regalato piacevoli e intensi momenti di grande musica. Mentre scrivo queste note mi viene da pensare alla presentazione, avvenuta il pomeriggio precedente a quello del concerto presso la libreria Edicolè,dell'opera dedicata a Giuseppe Bonaviri “Un uomo come lui, raccolta di insoliti pensieri” Una raccolta di scritti inediti curata dalla figlia del grande scrittore “Giuseppina Bonaviri”. In quell’evento due giovanissime ragazze, una neo-laureata e una laureanda in lettere, hanno presentato e descritto la personalità e lo stile di Bonaviri in modo impeccabile, riuscendo a trasmettere a tutta la platea le emozioni che straripano dalle sue pagine. Unendo le sensazioni di quell’evento a quanto provato nel concerto del Bartleboom duet mi sorge spontanea una riflessione. Consola constatare che ci siano giovani sensibili alla cultura, capaci di donare grandi emozioni, consola ancora di più vedere che a questi alti momenti culturali partecipi un pubblico composto quasi esclusivamente da giovani, ragazze e ragazze . Chissà forse non tutta la popolazione giovanile si fa ammaliare dal grande fratello e dai “FIGLI DI MARIA” . Forse la monnezza mediatica che ci investe giorno dopo giorno non travolge tutto e tutti. Molti, e sono tanti, resistono soprattutto fra i giovani. Coraggio allora forse non tutto è ancora perduto.
giovedì 6 gennaio 2011
Bartleboom duet
di Luciano Grarnieri
Il 2011 jazzistico del nostro blog, inizia là dove era finito il 2010, nel segno di Matteo Nizzardo e Cristiano Coraggio. Il 18 dicembre scorso Matteo e Cristiano avevano accompagnato la spettacolare performance del sassofonista MAURO BOTTINI al caffè libreria live music Ithaca di Frosinone. Ero rimasto impressionato dalla prestazione dei due, dalla sapienza tecnica con cui avevano impreziosito il concerto del talentuoso sassofonista alatrese . Giovedì 5 gennaio eccomi di nuovo ad assistere ad uno splendido concerto del sodalizio Nizzardo-Coraggio alias “Bartleboom, duet” , dal nome del personaggio del romanzo di Alessandro Baricco “Oceano Mare” Matteo ha letto qualche passo del libro, tra un brano e l’altro, rendendo molto suggestiva la performance che diventava contaminazione di arti fra musica, letteratura e recitazione. Questa volta Nizzardo disponeva di un bel pianoforte in luogo dell’organo, Cristiano Coraggio sembrava più in forma che mai dietro a cimbali e tamburi. Ci troviamo dunque di fronte ad un duo - pianoforte batteria - una combinazione dalle sonorità molto particolari ma anche tecnicamente molto difficile da gestire. La mancanza di un basso, o di un contrabbasso costringe Nizzardo a un triplo lavoro: disegno ritmico, costruzione dell’armonia, esecuzione dell’improvvisazione. Ingrato è anche il compito di Cristiano Coraggio che, nell’esprimere il suo drummer poliedrico multiforme e ricco di controtempi, deve fare molta attenzione alla scansione non avendo una precisa linea di basso cui ancorarsi, deve, fra l’altro, sobbarcarsi il peso di sortite solistiche molto frequenti. Ma ai due nostri amici l’impresa non spaventa, anzi, fornisce gli stimoli giusti per sfoderare una magnifica prestazione. Il concerto prevede l’esecuzione di standards, brani in cui si sono cimentati tutti i più grandi jazzisti del mondo e la rivisitazione in forma jazzistica del pezzo classico di Jaquin Rodrigo “Concierto de Aranjuez”, operazione già messa in atto nel 1975 da musicisti del calibro di Jim Hall, Chet Baker, Paul Desmond, Sir Roland Hanna, Ron Carter e Steve Gadd. Si comincia con “Night in Tunisia” di Dizzy Gillespie un classico del Be-bop, brano di punta del mitico quintetto Parker-Gillespie-Powell-Roach-Mingus. L’interpetazione del Bartleboom duet è molto equilibrata, pur lasciando inalterata il carattere esuberante del brano, l’esecuzione risulta estremamente raffinata. Si prosegue con “'Round Midnight”, di Thelonius Monk. Qui Matteo Nizzardo sfodera un’improvvisazione di alto livello emotivo, dall’incredibile sensibilità melodica, Cristiano Coraggio arricchisce il fraseggio del piano , accarezzando elegantemente piatti e tamburi con le spazzole , il tutto a costruire un clima contemplativo, ipnotico, carico di pathos, tanto dal lasciare a bocca aperta il pubblico presente. Le impeccabili esecuzioni di “Stella by Starlight” - di Victor Young, uno dei brani preferiti di Miles Davis, e il classico “On Green Dolphin Street”, tema principale dell’omonimo film del 1947, pezzo eseguito da tutti i più famosi jazzisti del mondo - conducono ad Autumn Leaves, ovvero, “Les feuilles mortes” una canzone della musica popolare francese composta da Joseph Kosma con testi scritti dal poeta Jaquès Prevert, diventato in seguito un classico della musica jazz. Matteo Nizzardo parte direttamente improvvisando, non viene eseguito per nulla il tema, lo segue Cristiano Coraggio con un drumming fluido, swingante, i due musicisti intavolano un fitto dialogo fra di loro che coinvolge il pubblico sempre più rapito dal vento di note , arpeggi e fraseggi si susseguono. E dopo un incredibile battaglia improvvisativa, ecco che nelle misure finali si intuisce la melodia del tema. Signori, giù il cappello! Perchè improvvisare su un brano la cui traccia melodica non viene quasi mai citata è da grandi musicisti. Si prosegue in crescendo, fra un blues e una riflessione sui dialoghi di Bartleboom tratte dal libro di Baricco, frasi lette, anzi, recitate da Matteo Nizzardo (benedetto ragazzo anche l’attore vuoi fare!) e si arriva a un altra perla. “Someday my prince will come” il famosissimo tema del cartone disneyano “Biancaneve e i Sette Nani”, divenuto anch’esso standard jazzistico fra i più eseguiti. Qui a sorprendere è Cristiano Coraggio, su un “waltz” , da tempo dispari Cristiano si fa metronomo e contemporaneamente inventore di linee ritmiche multiformi . E’ difficilissimo eseguire dei tempi complessi, infarciti di controtempi su un timing dispari, ci vuole una sapienza ritmica fuori dal comune. Il tutto complicato dalla difficile situazione del contesto sonoro particolare definito dalla combinazione pianoforte-batteria. Bisogna porre attenzione a non sovrastare la timbrica del pianoforte e questa accortezza non deve limitare la personalità del batterista, Jack De Johnette è un maestro in queste situazioni (ascoltare il trio Jarrett- De Johnette-Peacock per credere) e anche Cristiano riesce benissimo a trovare un equilibrio timbrico e ad esprimere la ricchezza del suo drumming. Si conclude, prima del bis di rito, con il già citato “Concierto de Aranjuez” un interpretazione fantastica che vede al di là di improvvisazioni eccellenti, un' applicazione certosina nell’arrangiamento, con momenti di interazione, fra i due musicisti di altissimo livello, fino a sfociare nelle infuocate atmosfere spagnoleggianti tipiche del Chick Corea di “Fiesta”. Insomma ancora una volta Matteo e Cristiano hanno regalato piacevoli e intensi momenti di grande musica. Mentre scrivo queste note mi viene da pensare alla presentazione, avvenuta il pomeriggio precedente a quello del concerto presso la libreria Edicolè,dell'opera dedicata a Giuseppe Bonaviri “Un uomo come lui, raccolta di insoliti pensieri” Una raccolta di scritti inediti curata dalla figlia del grande scrittore “Giuseppina Bonaviri”. In quell’evento due giovanissime ragazze, una neo-laureata e una laureanda in lettere, hanno presentato e descritto la personalità e lo stile di Bonaviri in modo impeccabile, riuscendo a trasmettere a tutta la platea le emozioni che straripano dalle sue pagine. Unendo le sensazioni di quell’evento a quanto provato nel concerto del Bartleboom duet mi sorge spontanea una riflessione. Consola constatare che ci siano giovani sensibili alla cultura, capaci di donare grandi emozioni, consola ancora di più vedere che a questi alti momenti culturali partecipi un pubblico composto quasi esclusivamente da giovani, ragazze e ragazze . Chissà forse non tutta la popolazione giovanile si fa ammaliare dal grande fratello e dai “FIGLI DI MARIA” . Forse la monnezza mediatica che ci investe giorno dopo giorno non travolge tutto e tutti. Molti, e sono tanti, resistono soprattutto fra i giovani. Coraggio allora forse non tutto è ancora perduto.
Il 2011 jazzistico del nostro blog, inizia là dove era finito il 2010, nel segno di Matteo Nizzardo e Cristiano Coraggio. Il 18 dicembre scorso Matteo e Cristiano avevano accompagnato la spettacolare performance del sassofonista MAURO BOTTINI al caffè libreria live music Ithaca di Frosinone. Ero rimasto impressionato dalla prestazione dei due, dalla sapienza tecnica con cui avevano impreziosito il concerto del talentuoso sassofonista alatrese . Giovedì 5 gennaio eccomi di nuovo ad assistere ad uno splendido concerto del sodalizio Nizzardo-Coraggio alias “Bartleboom, duet” , dal nome del personaggio del romanzo di Alessandro Baricco “Oceano Mare” Matteo ha letto qualche passo del libro, tra un brano e l’altro, rendendo molto suggestiva la performance che diventava contaminazione di arti fra musica, letteratura e recitazione. Questa volta Nizzardo disponeva di un bel pianoforte in luogo dell’organo, Cristiano Coraggio sembrava più in forma che mai dietro a cimbali e tamburi. Ci troviamo dunque di fronte ad un duo - pianoforte batteria - una combinazione dalle sonorità molto particolari ma anche tecnicamente molto difficile da gestire. La mancanza di un basso, o di un contrabbasso costringe Nizzardo a un triplo lavoro: disegno ritmico, costruzione dell’armonia, esecuzione dell’improvvisazione. Ingrato è anche il compito di Cristiano Coraggio che, nell’esprimere il suo drummer poliedrico multiforme e ricco di controtempi, deve fare molta attenzione alla scansione non avendo una precisa linea di basso cui ancorarsi, deve, fra l’altro, sobbarcarsi il peso di sortite solistiche molto frequenti. Ma ai due nostri amici l’impresa non spaventa, anzi, fornisce gli stimoli giusti per sfoderare una magnifica prestazione. Il concerto prevede l’esecuzione di standards, brani in cui si sono cimentati tutti i più grandi jazzisti del mondo e la rivisitazione in forma jazzistica del pezzo classico di Jaquin Rodrigo “Concierto de Aranjuez”, operazione già messa in atto nel 1975 da musicisti del calibro di Jim Hall, Chet Baker, Paul Desmond, Sir Roland Hanna, Ron Carter e Steve Gadd. Si comincia con “Night in Tunisia” di Dizzy Gillespie un classico del Be-bop, brano di punta del mitico quintetto Parker-Gillespie-Powell-Roach-Mingus. L’interpetazione del Bartleboom duet è molto equilibrata, pur lasciando inalterata il carattere esuberante del brano, l’esecuzione risulta estremamente raffinata. Si prosegue con “'Round Midnight”, di Thelonius Monk. Qui Matteo Nizzardo sfodera un’improvvisazione di alto livello emotivo, dall’incredibile sensibilità melodica, Cristiano Coraggio arricchisce il fraseggio del piano , accarezzando elegantemente piatti e tamburi con le spazzole , il tutto a costruire un clima contemplativo, ipnotico, carico di pathos, tanto dal lasciare a bocca aperta il pubblico presente. Le impeccabili esecuzioni di “Stella by Starlight” - di Victor Young, uno dei brani preferiti di Miles Davis, e il classico “On Green Dolphin Street”, tema principale dell’omonimo film del 1947, pezzo eseguito da tutti i più famosi jazzisti del mondo - conducono ad Autumn Leaves, ovvero, “Les feuilles mortes” una canzone della musica popolare francese composta da Joseph Kosma con testi scritti dal poeta Jaquès Prevert, diventato in seguito un classico della musica jazz. Matteo Nizzardo parte direttamente improvvisando, non viene eseguito per nulla il tema, lo segue Cristiano Coraggio con un drumming fluido, swingante, i due musicisti intavolano un fitto dialogo fra di loro che coinvolge il pubblico sempre più rapito dal vento di note , arpeggi e fraseggi si susseguono. E dopo un incredibile battaglia improvvisativa, ecco che nelle misure finali si intuisce la melodia del tema. Signori, giù il cappello! Perchè improvvisare su un brano la cui traccia melodica non viene quasi mai citata è da grandi musicisti. Si prosegue in crescendo, fra un blues e una riflessione sui dialoghi di Bartleboom tratte dal libro di Baricco, frasi lette, anzi, recitate da Matteo Nizzardo (benedetto ragazzo anche l’attore vuoi fare!) e si arriva a un altra perla. “Someday my prince will come” il famosissimo tema del cartone disneyano “Biancaneve e i Sette Nani”, divenuto anch’esso standard jazzistico fra i più eseguiti. Qui a sorprendere è Cristiano Coraggio, su un “waltz” , da tempo dispari Cristiano si fa metronomo e contemporaneamente inventore di linee ritmiche multiformi . E’ difficilissimo eseguire dei tempi complessi, infarciti di controtempi su un timing dispari, ci vuole una sapienza ritmica fuori dal comune. Il tutto complicato dalla difficile situazione del contesto sonoro particolare definito dalla combinazione pianoforte-batteria. Bisogna porre attenzione a non sovrastare la timbrica del pianoforte e questa accortezza non deve limitare la personalità del batterista, Jack De Johnette è un maestro in queste situazioni (ascoltare il trio Jarrett- De Johnette-Peacock per credere) e anche Cristiano riesce benissimo a trovare un equilibrio timbrico e ad esprimere la ricchezza del suo drumming. Si conclude, prima del bis di rito, con il già citato “Concierto de Aranjuez” un interpretazione fantastica che vede al di là di improvvisazioni eccellenti, un' applicazione certosina nell’arrangiamento, con momenti di interazione, fra i due musicisti di altissimo livello, fino a sfociare nelle infuocate atmosfere spagnoleggianti tipiche del Chick Corea di “Fiesta”. Insomma ancora una volta Matteo e Cristiano hanno regalato piacevoli e intensi momenti di grande musica. Mentre scrivo queste note mi viene da pensare alla presentazione, avvenuta il pomeriggio precedente a quello del concerto presso la libreria Edicolè,dell'opera dedicata a Giuseppe Bonaviri “Un uomo come lui, raccolta di insoliti pensieri” Una raccolta di scritti inediti curata dalla figlia del grande scrittore “Giuseppina Bonaviri”. In quell’evento due giovanissime ragazze, una neo-laureata e una laureanda in lettere, hanno presentato e descritto la personalità e lo stile di Bonaviri in modo impeccabile, riuscendo a trasmettere a tutta la platea le emozioni che straripano dalle sue pagine. Unendo le sensazioni di quell’evento a quanto provato nel concerto del Bartleboom duet mi sorge spontanea una riflessione. Consola constatare che ci siano giovani sensibili alla cultura, capaci di donare grandi emozioni, consola ancora di più vedere che a questi alti momenti culturali partecipi un pubblico composto quasi esclusivamente da giovani, ragazze e ragazze . Chissà forse non tutta la popolazione giovanile si fa ammaliare dal grande fratello e dai “FIGLI DI MARIA” . Forse la monnezza mediatica che ci investe giorno dopo giorno non travolge tutto e tutti. Molti, e sono tanti, resistono soprattutto fra i giovani. Coraggio allora forse non tutto è ancora perduto.
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