a cura di Luciano Granieri
Rileggere il passato per costruire il futuro, in base a questa logica presentiamo un inchiesta a puntate sulla Singer di Leinì. La storia di questa fabbrica metalmeccanica, il suo sviluppo il suo declino e la sua chiusura, costituiscono una tappa importante e nell’evoluzione della lotta operaia dopo i conflitti della fine degli anni sessanta. Gli operai della Singer di Leinì misero in atto, nella seconda metà degli anni ‘70 delle forme di protesta contro la chiusura della loro fabbrica, molto dure e aspre, durante i tre anni di assemblea permanente aprirono anche una Radio “Radio Singer” dalla quale informavano la gente sull’evolversi dell’occupazione. Nonostante la grande determinazione ne uscirono sconfitti. Nel 1978 la fabbrica chiuse. Ma le ragioni della sconfitta risultarono particolari e inedite . Gli operai furono disorientati dal fatto di non avere una controparte contro cui lottare all’interno della unità produttiva. La Singer era una multinazionale e come tale la dirigenza era fuori dalla fabbrica. Le lotte operaie messe in atto alla fine degli anni ’60 avevano come teatro la fabbrica e una controparte padronale ben definita. In questo caso la fabbrica stessa diventava un teatro di conflitto senza nemico, anzi non esisteva più come luogo di contrapposizione e il nemico era un fantasma liquido privo di corporeità. Tutto ciò ha disorientato gli operai frantumandone gli obbiettivi di lotta , disgregando la consolidata solidarietà di classe. Poco a poco saliva la percezione che forse per sbarcare il lunario fosse meglio intraprendere un percorso individuale svincolato dalla condivisione con gli altri operai. I fatti della Singer, eccezionali per l’epoca, oggi sono all’ordine del giorno. Gli operai non hanno più una coscienza di classe non sanno più chi è il reale nemico da combattere la stretta sui diritti operata dalla Fiat ha trovato terreno fertile proprio grazie a questa frammentazione iniziata alla fine degli anni ’70 cui resiste come unico baluardo la FIOM e i sindacato di base . A questa degenerazione della solidarietà di classe ha contribuito, l’insipienza e il tradimento di sindacati e partiti politici referenti del lavoro salariato, prima nel non pianificare una strategia nuova adatta a combattere sul nuovo terreno costruito dalle multinazionali, e poi farneticando soluzioni di equidistanza fra capitale (reale –finanziario) e lavoro diventando burocrati portaborse delle multinazionali stesse e delle banche, umiliando ulteriormente quella classe che avrebbero dovuto difendere. L’inchiesta è tratta dalla rivista “Ombre Rosse” una rivista edita dalla Savelli che diffondeva le sue pubblicazioni negli anni settanta. Per facilità di fruizione la posteremo in tre parti La prima e quella già pubblicata sopra, le altre seguono . Speriamo che rileggendo il passato, SIA POSSIBILE RICONQUISTARE IL PROPRIO FUTURO A COMINCIARE DALLO SCIOPERO DEL 28 GENNAIO.
La Singer di Leinì, alle porte di Torino, nasce negli anni Cinquanta, vive a pieno il boom economico degli anni Sessanta, e conosce poi un lento ma inarrestabile declino negli anni Settanta, fino alla definitiva chiusura nel 1978. Il suo arrivo segna profondamente le dinamiche del luogo che la vede crescere: donne e uomini che dentro l’edificio lavorano, crescono, protestano, si aggregano. Vivono. La storia dell’azienda è paradigmatica di quello che l’industria italiana ha rappresentato in quegli anni per il nostro Paese, che vede incrociarsi la vita delle persone con i simboli del nuovo
benessere (come i frigoriferi nuovi di zecca che ogni giorno escono proprio dallo stabilimento Singer), il tempo libero con i ritmi della fabbrica, le proteste operaie con alcuni eventi culturali di altissimo livello. La fabbrica e le sue vicende diventano un punto di osservazione privilegiato per narrare i nuovi universi lavorativi che mescolano tempo libero ed esperienze sindacali e culturali fiorite proprio tra i cancelli della fabbrica. Alla notizia della chiusura dello stabilimento, ed è questo che rende la Singer in qualche modo unica, non ci si limita a scioperi, cortei e manifestazioni. All’interno della fabbrica occupata, le lotte per la difesa della produzione e del posto di lavoro si intrecciano con eventi culturali di altissimo livello organizzati dagli stessi lavoratori. Sul palco della Singer si esibiscono Guccini, Milva, Franca Rame, Dario Fo e il Living Theatre, che per la prima
volta propone un percorso teatrale anticipando il teatro di comunità, i cui contenuti emergeranno in maniera rilevante nei decenni successivi. Tutto questo rappresenta un elemento di pressoché assoluta novità nel panorama delle lotte operaie di quegli anni. Un percorso di protesta che si fa percorso creativo, grazie anche alla diretta partecipazione dei lavoratori che danno vita a Radio Singer, la prima radio libera a trasmettere da una fabbrica, e realizzano numerosi murales sulle pareti dello stabilimento. Artisti ed operai che, grazie al documentario, potranno tornare a ricordare quei giorni, raccontando a distanza di anni, quelle esperienze. Un viaggio che si intreccia con il territorio circostante, segnandolo profondamente e facendo emergere lo stretto legame esistente tra una città e la sua fabbrica e di come questa abbia profondamente influenzato le vicende personali e collettive di uomini e donne nel nostro Paese.
Nel 1977, la multinazionale produttore americano macchina da cucire, Singer, ha chiuso la sua fabbrica a Leini. La forza lavoro Singer aveva lottato e suggestivo per anni. Ma nonostante il tempo e le energie spese da tanti, i loro sforzi sono stati vani. Il 1 ° ottobre 1977, Radio Singer, la voce della protesta ha dovuto piegarsi ; diverse molotov sono state gettate al bar Angelo Azzurro di Torino, un ragazzo è stato ucciso, e con lui è morto un'epoca e un amore.
ERA IL 1977 che chiudeva la SINGER DI LEINI .Un pò di storia da RADIO SINGER .PER I MIEI EX COLLEGHI CHE CON ME L'ANNO VISSUTA !
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