sabato 12 febbraio 2011

Se non ora quando. E' necessario esserci

di Luciano Granieri.



Nella redazione di Aut la decisione di appoggiare il Collettivo delle "Donne in Terra Ciociara" e di partecipare alla manifestazione dl 13 febbraio, sia a Frosinone che a Roma, è scaturita abbastanza facilmente, senza bisogno di grandi discussioni. Confesso però che qualche perplessità l’ho avuta. Dal comunicato che invita alla partecipazione,  pubblicato dagli organizzatori e dai media maintream di centrosinistra, traspaiono dei concetti secondo me discutibili. E’  indubbio che, così come è  impostato il ragionamento, si individuano due categorie di donne, quelle di “buonaffare”-offese nella loro dignità, sollecitate alla sollevazione-   e quelle di “malaffare” - le frequentatrici delle ville dei potenti, strumento di offesa della dignità femminile, veicolo di un’ immagine della donna offensiva per la donna stessa. Personalmente rifiuto questa divisione fra buoni  e cattivi . L’immagine che esce dalle notti di Arcore è offensiva per la dignità di tutti, donne e uomini. Ad onor del vero la successiva precisazione delle “Donne in Mobilitazione" secondo cui, (cito testualmente): “La nostra manifestazione non è fatta per giudicare altre donne, contro altre donne, o per dividere le donne in buone e cattive. I nostri cartelli o striscioni ne terranno conto”, aggiusta  un po’ il tiro, ma se si è resa  necessaria una precisazione significa che il problema è emerso . Il riferimento all’offesa della   morale religiosa   mi sa tanto di trasversalità forzata. Di quale religione parliamo?  Se consideriamo la morale cattolica questa viene per lo più offesa proprio dai cattolici più intransigenti. Inoltre come non capire l’atteggiamento di alcuni movimenti femministi che interpretano la manifestazione del 13 come l’ennesima strumentalizzazione della donna usata per raggiungere obbiettivi che la politica non riesce ad ottenere, in questo caso le dimissioni di Berlusconi.  Non risulta che ci si ribelli più di tanto nell’apprendere che ancora oggi l’83% degli omicidi   di donne  avviene per mano di mariti e fidanzati . A parte una manifestazione, tenutasi il 24 novembre 2007  che aveva l’emblematico titolo “l’assassino non bussa, ha le chiavi di casa”, nulla si muove e si è mosso in difesa della vittime di queste assurde violenze da parte  di chi oggi invita alla protesta .  Chissà forse per paura di intaccare l’immagine ipocrita della famiglia perfetta , imposta da quella stessa morale religiosa che si vuole difendere . Ma al di là di queste perplessità alla manifestazione di domani  chi come me è contro il capitalismo e il liberismo sfrenato  deve assolutamente partecipare. Infatti, a mio parere,  il modello di relazione fra donne e uomini  raccontato  dalle televisioni - che hanno mercificato il valore  di ogni rapporto umano-  e realizzato   dal regime sessuale di Arcore,   contiene tutti interi gli aspetti più feroci del liberismo. Anche qui esiste una figura umana privata della propria dignità perché ridotta a merce. La “merce prostituta” diventa simile alla merce “braccia e menti da lavoro”.  Le prestazioni professionali  di donne e uomini che hanno studiato, si sono applicati,  hanno faticato  e faticano tutt’ora nel loro lavoro  sono considerate semplice merce da sfruttare al massimo  e comprare  al costo più basso possibile . Tale  merce,  necessaria perché il “denaro non si mangia” , è vista come un qualcosa da marginalizzare sempre più in quanto  non produce godimento personale. Questa è la differenza con l’altra merce . Anche le “merce prostitute” è sfruttata al massimo  ma,  essendo  necessaria alla,  privatizzazione del godimento   , è molto più costosa,  prezzo che i potenti   non hanno difficoltà a pagare, sia in denaro che con  poltrone in Parlamento o nelle amministrazioni locali. Altri aspetti comuni sono la performance, questa  deve essere la più elevata  possibile, da un lato nell’ottenimento dei profitti,  dall’altro nella percezione della propria virilità ; la competizione che il liberismo vuole selvaggia. Per vincere, è lecito calpestare diritti, aggirare o eliminare  regole, lacci e laccioli senza curarsi del sangue delle vittime . Altrettanto selvaggia la competizione  deve essere nella relazione mercificata uomo donna in cui per competere con la propria senilità e impotenza è lecito aiutarsi con viagra e vari stimolatori, ma soprattutto è lecito e necessario  usare  sempre più prostitute, anche minorenni , ingaggiare rapporti seriali consumare più donne possibili . A livello non senile fuori dalla realtà dorata  di ville e castelli la competizione è ingaggiata  fra maschio e maschio. Purtroppo    chi non ha soldi e potenza per acquistare la “merce  prostitute” ,  avendo in mente l’immagine  distorta, diffusa dai media “BERLUSCONISTI” della donna sempre disponibile preda designata ovunque e comunque dell’uomo,   crede di ottenere facilmente  l’oggetto del suo godimento. Ciò fuori dalla realtà virtuale  non è  possibile, per cui se non sono i soldi a assicurare il proprio piacere e ad ottenere lo  strumento per certificare la propria virilità , si passa ai metodi violenti, allo stupro. Per questi motivi sarò in piazza il 13 febbraio. Manifesterò per combattere questa forma di sfruttamento e scempio della dignità di tutti. Sfruttamento e scempio della dignità che in epoca di capitalismo selvaggio attacca il complesso delle relazioni sociali, precarizzando sempre di più le condizioni di vita della collettività. Con l’auspicio che questo appuntamento non rimanga isolato, ma diventi l’inizio di un percorso di liberazione popolare che possa confluire in un   contesto generale, dove già sono attive  altre mobilitazioni come quella degli insegnanti e dei lavoratori,   do appuntamento a tutti domani mattina a Frosinone ore 10,30  in L.go Turriziani e domani pomeriggio in  P.zza del Popolo a Roma.

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