mercoledì 2 marzo 2011

I briganti, patrioti o delinquenti?

di Oreste Della Posta



Nell’ambito dei festeggiamenti dei 150 anni dell’unità d’Italia le Associazioni “20 ottobre” e “Progresso e Solidarietà” organizzano presso la sala consiliare del  comune di Arce, l’evento-dibattito: “I briganti, patrioti o delinquenti?”. La manifestazione, che si terrà il 5 marzo prossimo alle ore  17,00, sarà coordinata da Luisa Carducci — associazione «Progresso e Solidarietà» e sarà introdotta dal sindaco di Arce Roberto Simonelli. Sono previsti gli interventi di Brigida Fraioli — assessore alla cultura del comune di Arce, Oreste Della Posta — associazione «20 ottobre», Pierluigi Moschitti e Vincenzo Di Brango — studiosi di storia e Romeo Fraioli — centro studi «B. Nardone».
È prevista la proiezione del documentario, a cura di Vincenzo Di Brango, “Terra è Libertà” che ricostruisce, con un taglio storiografico non coerente all’epopea risorgimentale ufficiale, gli eventi storici che vanno sotto il nome di “unità d’Italia”, prima fra tutte la sanguinosa guerra del brigantaggio che sconvolse il paese per oltre un quinquennio. Il documentario, presentato in anteprima all’università “La Sapienza” di Roma il 6 dicembre 2010, è stato poi riproposto in diverse sedi tra cui quella dei “Quaderni Calabresi” di Vibo Valentia e del circolo “Amici miei” di Londra. Sarà un occasione per discutere anche della nostra terra che fu coinvolta direttamente nella guerra civile di quegli anni e alimentò il brigantaggio post-unitario con personaggi ancora nella memoria di molti, da Luigi Alonzi (Chiavone) di Scifelli a Domenico Coja (Centrillo) di Cardito, da Domenico Rossini di Roccasecca a Bernardo Colamattei di Colle San Magno, dalla corposa compagine di Sant’Apollinare (Valente, Costantino, Caronte e gliu Zelluso) alle interessanti figure femminili di Rosa Cedrone da San Donato Valcomino e Maria Capitanio di San Vittore del Lazio.
Il titolo "Terra è Libertà” scaturisce dalle osservazioni che l’avv. Nicola Lombardo (impersonato da Ivo Garrani nel commovente film di Florestano Vancini “Bronte, cronaca di un massacro che i libri di storia non hanno raccontato”) presidente del municipio di Bronte, fervido democratico, rappresenta ad una ingenua camicia rossa garibaldina poche ore prima di essere fucilato nel “nome di Garibaldi” da parte delle truppe al comando del genocida Nino Bixio.
“Per i contadini del sud, della Sicilia, la terra è il pane, la terra è libertà!” dice Lombardo e fu proprio in nome della libertà rappresentata dalla promessa di terra che molti patrioti del meridione sacrificarono la loro vita combattendo coloro che invece giunsero al sud per una guerra sporca, fuori dal diritto internazionale, per consolidare il potere liberale che avrebbe fatto del Piemonte un posticcio Stato italiano. Si tratta di un documentario di 56 minuti che, utilizzando molta della filmografia esistente, di registrazioni di trasmissioni televisive (passate spesso in silenzio o nelle ore meno abbordabili per gli utenti tv), ricostruisce il doppio binario su cui si sono snodate le vicende risorgimentali relative all’Unità d’Italia; ossia quel Risorgimento che già dai moti del 1848 ha registrato il popolo come elemento essenziale della lotta sociale senza che le sue esigenze di eguaglianza e libertà trovassero consacrazione nell’esito della lotta e quel Risorgimento avocato dalla massoneria liberale tramite il braccio armato di Cavour e dei Savoia. Per questo la guerra civile degli anni successivi ai finti plebisciti, per questo la rivolta dei contadini (che gli scrittori salariati infamarono con il nome di briganti per citare Gramsci), rappresenta una tappa fondamentale nel patrimonio culturale di questo paese che viene ancora tenuta nascosta, rimossa e taciuta.
È previsto anche un intermezzo musicale con canzoni legate alla tradizione brigantesca e contadina. 

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