venerdì 29 aprile 2011

Il semaforo è Rosso Stop alle Basi e ai Fasci

di   Doriana Goracci    fonteReset Italia

Aprile 2011, oggi, un articolo dell’Unione Sarda, dedicato a un amico di Facebook,Antonello Tiddia, soprannominato il Minatore Rosso.Vi riporto vari pezzi…perchè le “Malattie Sardegna basi militari”…sono tutte ricollegabili.






Era cominciata ieri per me la conoscenza di questi Accadimenti, si può leggere sul Blog di Antonello Tiddia, la cronaca , quanto mai nera…: Minacce al leader antiradar “Vi comunichiamo che abbiamo condannato a morte Antonello Tiddia, il minatore rosso”. Poche righe, infarcite di minacce e insulti, scritte a mano con un pennarello rosso e indirizzate alla redazione di Carbonia de L’Unione Sarda. La lettera è stata spedita il 18 aprile da Cagliari da qualcuno che si firma “Nuclei fascisti sociali” e che inneggia al Duce dopo aver annunciato un’azione violenta (“prima lo gambizziamo e poi lo uccideremo”) contro l’operaio della Carbosulcis Antonello Tiddia, 49 anni, in questi giorni in prima linea nell’ambito della protesta contro l’installazione del radar della Guardia di Finanza nella località “Su Semaforu” a Sant’Antioco. Chi scrive, accusando Tiddia di essere “amico degli indipendentisti e degli anarchici”, fa proprio riferimento a questa battaglia, ma anche a quelle a cui l’operaio ha preso parte negli ultimi anni “contro i radar – si legge – contro le basi militari, nucleare, in difesa di Bruno Bellomonte e come delegato Rsu Carbosulcis, sempre a favore degli operai”. Chi scrive conclude dicendo “Vogliamo vendicare la gambizzazione del camerata Andrea Antonini a Roma”. I tempi biblici nella consegna della corrispondenza del Sulcis hanno fatto sì che la lettera venisse recapitata in redazione soltanto ieri mattina: è stata immediatamente consegnata ai carabinieri della stazione della Compagnia di Carbonia e sulla faccenda è già stata avviata un’indagine. (s. p.)
(IlMinuto) – Cagliari, 28 aprile – Il Minatore Rosso non è solo. A 24 ore dalla pubblicazione sulle pagine locali dell’Unione Sarda di un articolo che denuncia le gravi minacce fasciste indirizzate ad Antonello Tiddia con una lettera anonima inviata alla redazione di Carbonia del principale quotidiano sardo, sono numerosi gli attestati di solidarietà – anche su Facebook – nei confronti del protagonista della mobilitazione contro la costruzione del Radar a Capo Sperone, a Sant’Antioco: l’ultima di una lunga serie di battaglie in decenni di attività politica e sindacale. “Il Minatore Rosso – scrive Anghelu Marras del Sindacadu de Sa Natzione sarda – non è solo, con lui c’è la parte migliore del nostro popolo sardo. I topi che, di tanto in tanto escono dalle loro fogne, per diffondere la peste, sappiano che con le minacce e le intimidazioni, non fermeranno la nostra volontà di cambiare il futuro di quest’Isola e rendere felice e appagato il nostro Popolo”. Con Tiddia, delegato sindacale Rsu Carbosulcis, anche la Cgil. “Si tratta – sottolinea il segretario generale della Filtem Cgil del Sulcis Iglesiente Francesco Carta – di un fatto di assoluta gravità che fuori dal tempo e dal mondo, un modo codardo per far tacere una voce di dissenso democratico su un argomento che pone al centro la salute e la sicurezza dei cittadini”. Vicina al Minatore Rosso anche Sinistra Critica. Esprimendo la solidarietà di Sc a Tiddia – militante di questa organizzazione anticapitalista – Gianluigi Deiana sottolinea “la capacità di Tiddia di portare senza spirito settario la lotta comunista a fianco delle opposizioni più esposte ai colpi della reazione, e tra queste soprattutto le opposizioni indipendentiste e anarchiche”. L’Osservatorio per la libertà e contro la repressione ricorda infatti l’impegno del Minatore Rosso “per la libertà di Bruno Bellomonte”, dirigente di aMpI. “Noi pensiamo con Antonello – sottolinea l’Osservatorio – che Bruno sia innocente e troviamo vergognoso che una persona possa rimanere in galera per due anni in attesa che finisca il primo grado di un processo puramente indiziario e basato sul nulla”.
“Non è la prima volta che Antonello Tiddia, il “minatore rosso” della Carbosulcis noto per le sue battaglie pacifiste, riceve minacce. Già qualche mese fa su Facebook, utilizzando un account falso, qualcuno gli aveva mostrato intenzioni ben poco amichevoli. Tanto che Tiddia, 49 anni, minatore alla Carbosulcis e delegato sindacale, aveva sporto denuncia alla Polizia postale. Martedì nella redazione di Carbonia de L’Unione Sarda è arrivata una lettera, spedita da Cagliari il 18 aprile, firmata dai “Nuclei sociali fascisti”, con insulti e minacce di morte per Antonello Tiddia. «Ho appreso la notizia dal giornale – dice – ero in pullman con i miei colleghi e qualcuno mi ha letto la notizia. Ho pensato che mi stessero prendendo in giro e invece era tutto vero». Non se ne fa una ragione di queste nuove minacce. «Sono sereno e tranquillo: il mio impegno pacifista nasce da convinzioni profonde, ma sono amico di tutti, dialogo e mi confronto anche con posizioni ideologiche e politiche molto diverse dalla mia. Sempre senza nessun problema». Al minatore di Sant’Antioco sono arrivati ieri tanti attestati di solidarietà: telefonate di amici, esponenti politici, tanti commenti sul suo profilo su Facebook. «Queste minacce tendono in modo vigliacco – scrive l’Osservatorio per le Libertà e i Diritti – ad intimidire e perciò comprimere le manifestazioni di dissenso e di lotta». Anche dal gruppo di minoranza consiliare di Sant’Antioco Città Nuova arriva una nota di solidarietà: «Non bisogna sottovalutare – si legge – i sintomi dell’intolleranza politica». Duro l’intervento di Roberto Puddu segretario provinciale della Cgil per «una lettera con folli contenuti, politici e criminali, che non hanno e non devono avere dimora nel nostro territorio – dice – ad Antonello, recentemente rieletto nella Rsu della Carbosulcis (lista Cgil), va il pieno sostegno di tutta l’Organizzazione sia nella situazione sindacale, che nella condivisa battaglia contro l’installazione del Radar a Su Semafuru e contro le basi militari in tutta la Sardegna. “
Ieri su Facebook, per l’occasione,  avevo messo un video No Radar a Capo Sperone – Manifestazione Sant’Antioco 16 Aprile 2011. e oggi lo “piazzo” quì in rete, perchè Muri Basi Centrali Radar …non ne vogliamo…



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