sabato 14 maggio 2011

Perché votare sì al referendum sul nucleare

 Coordinatore della Legambiente per la provincia di Frosinone Francesco Raffa


Nell'ambito delle attività previste dal Comitato di Frosinone per il Referendum Contro il Nucleare, il Circolo “Il Cigno” della LEGAMBIENTE, comunica che sabato 14 maggio 2011 (nel pomeriggio dalle ore 17.00 alle ore 20.00) e Domenica 15 maggio (dalle ore 9.30 alle ore 13.00 e dalle ore 17.00 alle ore 21.00) si svolgerà l’iniziativa di volontariato ambientale, “UN SI PER DIRE NO - STOP AL NUCLEARE” consistente sostanzialmente in un’azione di sensibilizzazione sui temi referendari, sugli effetti dell’energia nucleare e sui disastri ad essa connessi.
Nell’occasione sarà allestito un banchetto, nei pressi della chiesa Sacra Famiglia in via Don Minzoni, presso cui è prevista la distribuzione di volantini e di materiale informativo del Comitato nazionale del referendum e della Legambiente.
Si coglie l’occasione per porgere distinti saluti.
Per i dettagli organizzativi
Francesco Raffa 339.1886677

Perché votare sì al referendum sul nucleare

1. Il nucleare è una tecnologia pericolosa

Come dimostrano la tragedia giapponese di Fukushima e il disastro di Cernobyl, non esiste tecnologia che possa escludere il rischio di gravi incidenti con fuoriuscita di radioattività.

2. Le centrali rilasciano radioattività nell’ambiente anche nel normale funzionamento

Un impianto nucleare emette radioattività anche senza incidenti. I bambini che abitano vicino alle centrali corrono maggiori rischi di contrarre la leucemia. L’agricoltura e il turismo rischiamo di essere pesantemente penalizzati.

3. Lo smaltimento definitivo delle scorie è un problema irrisolto

Le scorie sono molto pericolose e restano radioattive per decine di migliaia di anni. Non esiste al mondo un deposito definitivo per smaltirle in sicurezza per un periodo così lungo. 

4. Il nucleare è una fonte energetica molto costosa

L’elettricità dall’atomo, considerando anche la dismissione delle centrali e lo smaltimento delle scorie, costa più delle altre fonti di energia. I maggiori costi inevitabilmente verranno scaricati nella bolletta dei cittadini.

5. Il nucleare non riduce le importazioni

Il nucleare produce solo elettricità (pari a solo il 25% dei consumi energetici dell’Italia) e non viene usato per alimentare il settore dei trasporti, produrre calore per l’industria e per gli edifici. Per questo non ridurrà in modo significativo le importazioni delle fonti fossili: infatti in Francia, noto paese nuclearista, il consumo procapite di petrolio è più alto che in Italia.

6. Il nucleare produce pochi posti di lavoro

Una centrale in costruzione produce 3.000 posti di lavoro, che si riducono a 300 nella fase di esercizio. In soli 10 anni la Germania può vantare 350.000 addetti nel settore delle rinnovabili, mentre in Italia al 2020 con le fonti pulite si potrebbero creare almeno 200mila posti di lavoro.

7. Le centrali utilizzano l'uranio, materia prima in via di esaurimento

L’uranio è una materia prima che deve essere importata. È una risorsa limitata, disponibile in natura ancora per qualche decina di anni, come il petrolio e il gas.

8. La legge italiana prevede l’uso dell’esercito per realizzare le centrali

Grazie alla legge approvata nel 2009 il governo italiano può usare l’esercito per imporre al territorio la costruzione delle centrali nucleari, con inevitabili conflitti istituzionali e sociali.

9. L’Agenzia per la sicurezza nucleare è a favore dell’atomo

I membri dell’Agenzia, a partire dal presidente Umberto Veronesi, minimizzano ogni problema del nucleare, dallo smaltimento delle scorie all’insicurezza delle centrali. Sono quindi a favore dell’atomo: un interesse di parte come può garantire la sicurezza dei cittadini?

Tra i paesi  industrializzati, l’Italia è stato il primo ad uscire dall’atomo. Nei prossimi anni ci seguirà la Germania. Perché tornarci?

Legambiente è tra le 60 associazioni che hanno costituito il comitato referendario "Vota SI' per fermare il nucleare" www.fermiamoilnucleare.it

 

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