giovedì 12 maggio 2011

Professori politicizzati

Giovanni Morsillo

I professori politicizzati devono essere perseguiti. Male, anzi, malissimo! A parte la chiarissima violazione del principio della libertà di insegnamento che non è teorico ma attiene alle libertà del cittadino; a parte ancora il fatto che gli insegnanti vengono selezionati (dopo formazione nelle scuole italiane in potere di rilasciare titoli validi all'esercizio della professione) in concorsi pubblici con tanto di commissioni ministeriali, anche se adesso non vanno più di moda e si procede con una sorta di caporalato sub-regolamentato; a parte che nella valutazione della presunta politicizzazione degli insegnanti non sembrano entrare le convinzioni religiose, ci sembra che questo nuovo colpo di mortaio alla libertà degli italiani prefiguri piuttosto una messa sotto il ricatto dei dirigenti per gli insegnanti scomodi. Come si fa, ad esempio, a stabilire se un insegnante è politicizzato un tanto che basti a sbatterlo fuori dalle patrie aule scolastiche? Ci saranno commissioni che valuteranno con che foga parla del Risorgimento? O si studieranno le sue lezioni sull'Impero romano? E se è un insegnante di matematica, basterà citare Einstein per essere arruolato nei disfattisti, o Odifreddi per meritare il ludibrio? Se poi si insegna Scienze (noi siamo all'antica, chiamiamo le cose in italiano), si potrà dire che l'Uomo discende dalla scimmia (sebbene qualcuno stia velocemente risalendo) oppure sarà indispensabile aggiungere il prologo "Secondo alcune teorie..." e poi dichiarare in fretta che "Ma non si hanno certezze, più definita è l'idea di una creazione divina...". 
Personalmente, ci siamo formati nelle discipline di Storia e di Filosofia (che scriviamo con la maiuscola per profonda riconoscenza e reverenza dovuta) con docenti alternativamente di altissimo e infimo valore, tutti cattolici. E non di sisnistra. Alcuni (quelli alti) davvero stimolanti e di grande capacità nell'appassionare gli studenti alla materia, rispettandone le pur acerbe convinzioni ed aiutandone la ricerca intellettuale, con grande senso della responsabilità di guida (e non di padrone) che l'insegnante deve avere. Altri, (quelli meno dotati), mediocri anche sul piano intellettuale, oltre che culturale e formativo, con scarse doti di sensibilità, ma non pericolosi. Magari un po' perdigiorno, ma non in grado di costringere gli allievi innocenti a forgiarsi un'idea conforme alla linea politica dei professori. In lettere italiane  e latine, esclusa una parentesi di un solo anno, abbiamo avuto il piacere di conoscere un'infinità di insegnanti, alla faccia della continuità, ma sempre tutti stranamente democristiani DOC, che però generalmente non impedivano un lavoro serio, proficuo e culturalmente aperto. Che poi alcuni allievi più zucconi come noi abbiano appreso poco, fa statistica ma non cambia la sostanza. Matematica e scienze le abbiampo affrontate (Liceo Scientifico) con docenti anche qui di volta in volta nuovi, il che ci ha garantito un panorama vasto da vera par condicio. Tuttavia, non ci è mai sembrato che un integrale o una derivata potessero essere di destra o di sinistra. I nostri riferiemnti topografici sono stati sempre e solo le ascisse e le ordinate, che non sono opposte ma perpendicolari. Inoltre, il punto di partenza delle coordinate (che potrebbe idealmente assomigliare al centro) era lo zero, che non ci pare fosse una gran considerazione di sé, se espressa da democristiani...
Dopo tutta questa odissea liceale, quale risultato abbiamo? Che i poveri professori centristi, democristiani, qualche reazionario che non manca mai, hanno prodotto una classe nella quale, su sedici diplomati, otto erano comunisti nelle varie connotazioni (all'epoca c'era Lotta Continua, gli Indiani Metropolitani, Autonomia Operaia, e un sacco di altri ultrarivoluzionari che chiamavano nemici del popolo noi poveri comunisti della FGCI), due o tre democristiani o socialisti, il resto se ne stropicciava allegramente.
Adesso nostro figlio, che frequenta una scuola assai più qualificata della nostra, si trova a confliggere con docenti di Storia, Filosofia, Lettere antiche e moderne, Scienze e Matematica, che vanno dal moderatissimo spirito democratico alla reazione più rozza. Questo non gli ha impedito di maturare una coscienza, acerba e vigorosa, da comunista impegnato e serio.
Forse per opportunismo dovremmo quindi plaudire all'idea normalizzatrice di questi campioni della scemenza che teorizzano madrasse talebane al posto di scuole laiche e democratiche. Ma abbiamo troppo rispetto per i principi, per piegarli alla convenienza, e quindi nonostante tutto sia a favore del nostro sostegno alla richiesta stravagante del governo, noi di fendiamo una scuola dove possano insegnare perfino i comunisti, continuando a celare la speranza che restino in molti i professori conservatori capaci di far nascere coscienze rivoluzionarie, come i nostri a suo tempo hanno fatto.
Saluti.
GM
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Un emendamento che andrà legato alla proposta di legge , sui professori politicizzati, prevede sanzioni anche per i professori tifosi.  Il caso di Lorenzo è sintomatico in . L'alunno frequentando un Liceo Classico di Roma (non citiamo il nome per la privacy) ha un professore di educazione fisica tifosissimo della roma.......ECCO I RISULTATI .


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