venerdì 6 maggio 2011

Referendum, 500 sì dalla società civile


Sono arrivate a 500 le adesioni all’appello "PER CAMBIARE
lanciato da quaranta esponenti di associazioni, sindacati, media e movimenti.
Per fermare le manovre del governo che vuole cancellare i referendum.
Per cancellare, sul serio, il nucleare, la privatizzazione dell’acqua e il “legittimo impedimento”.
Per mettere l’Italia sulla via di uno sviluppo più sostenibile e di una democrazia più partecipata.
Per raggiungere il quorum e per la vittoria dei SI ai referendum del 12 e 13 giugno 2011.

Per cambiare. Appello per i Referendum del 12-13 giugno 2011 è stato sottoscritto in pochi giorni da 500 cittadini e cittadine. L’appello e le 500 firme raggiunte sono pubblicati sui siti:
Le adesioni all’appello si raccolgono all’indirizzo mail

L’appello ha avuto tra i primi firmatari Giulio Marcon della campagna Sbilanciamoci, Tonio Dell’Olio di Libera, l’associazione antimafia, Maurizio Landini, segretario della Fiom Cgil, Rossana Rossanda, fondatrice del quotidiano il manifesto, Paolo Flores, direttore diMicromega, Paolo Serventi Longhi direttore di Rassegna Sindacale, Gianni Mattioli del Comitato Vota SÌ per fermare il nucleare, Flavio Lotti della Tavola della Pace, Mimmo Pantaleo segretario della Flc Cgil, Paul Ginsborg di Libertà e Giustizia.

L’appello denuncia le manovre del governo che vuole cancellare il referendum sul nucleare e oscura l’informazione sul voto. Chiede ai cittadini di trasformare il loro impegno nelle mobilitazioni degli ultimi anni – per il lavoro, i diritti, la legalità, la scuola, l’ambiente, la pace – in una partecipazione di massa al voto del 12-13 giugno.
“La politica istituzionale finora non ci ha ascoltato. Tutto questo può cambiare” sostiene l’appello. Con i referendum si può imporre alla politica “la volontà dei cittadini, riprendere il potere di decidere che tipo di democrazia e di sviluppo vogliamo avere”.

L’appello spiega le ragioni per votare SÌ ai quattro quesiti referendari:
• Il nucleare non serve all’Italia ed è inaccettabile dopo il referendum del 1987 che l’aveva rifiutato e dopo il disastro di Fukushima. Ora il governo – vista l’impopolarità del nucleare – ha fatto una retromarcia che potrebbe far saltare il referendum. È un primo parziale successo, ma la decisione del governo non dà garanzie per il futuro. Serve l'impegno perché i cittadini si pronuncino con il voto contro il nucleare.
• L’acqua non è una merce come le altre, è un servizio essenziale che non può essere lasciato ai privati.  Qui i referendum sono due: uno sulla gestione privata e l’altro sui profitti delle imprese – la legge prevede per i gestori un rendimento non inferiore del 7%. Anche sull’acqua il governo ha prospettato modifiche alla legge per evitare i due referendum senza fare marcia indietro sulla privatizzazione. Anche sull’acqua serve l'impegno perché i cittadini si pronuncino con il voto contro la privatizzazione.
• Il legittimo impedimento è un arbitrio del potere e la Corte costituzionale ne ha già abrogato le norme portanti; bocciando quel che resta della legge, metteremmo fine alle leggi “su misura” per evitare che Silvio Berlusconi affronti i processi in corso.

L’appello invita i cittadini a cogliere l’occasione dei referendum non solo per far sentire le proprie voci, ma per far valere il potere del proprio voto: “Un successo dei SÌ al Referendum costringerebbe la politica – sia del governo che dell’opposizione – a fare i conti con la volontà dei cittadini. L’impegno delle mobilitazioni sociali non si limiterebbe a manifestazioni finora inascoltate, ma cancellerebbe alcune delle peggiori leggi introdotte dal governo”.

I promotori annunciano una campagna d’informazione a sostegno di quella promossa dai Comitati per il SÌ, e una serie di iniziative in diverse città.

Per informazioni e iniziative:

Per saperne di più:

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