lunedì 6 giugno 2011

Che ne è dell'Italia neocoloniale?

Luciano Granieri


Che ne è della guerra in Libia? I resoconti di questo ennesimo conflitto  umanitario, o di liberazione che dir si voglia, sono spariti dalle televisioni e dai giornali, salvo qualche rara eccezzione . Si sa che Gheddafi sta trattando la sua buona uscita . Ma che sviluppi hanno le azioni belliche? Perché tanti disperati scappano dalla Libia rischiando di trovare la morte in mare? Vediamo di aggiornare la situazione. Il quartier generale alleato, d’istanza a  Napoli, annuncia che per la prima volta il 4 giugno sono stati usati elicotteri d’attacco. Sono Tiger francesi, Gazzelle e Apache britannici armati da missili Hellfire che vengono lanciati a 8 km dall’obbiettivo e colpiscono  prima che gli elicotteri aggressori siano visibili alla  contraerea. Vengono usati inoltre aerei telecomandati Usa Predator/Raptor equipaggiati da una testata a frammentazione o termobarica. Questa, esplodendo, crea un vuoto d’aria che provoca la morte per asfissia di  chiunque si trovi nell’area anche all’interno di edifici e rifugi . L’utilizzo di velivoli  d’attacco da parte della Nato ha il preciso scopo di preparare il terreno per  lo sbarco delle truppe a terra . Gli elicotteri che attaccano in Libia partono  da navi d’assalto Tonnerre (francese) e Ocean (britannica) dalle quali, al momento opportuno, possono sbarcare migliaia di soldati e armi pesanti. Siccome il congresso Usa ha confermato la contrarietà ad inviare truppe di terra per evitare di ritrovarsi invischiato in un pantano tipo Afghanistan, l’incombenza toccherà agli eserciti alleati: truppe francesi, britanniche e italiane sotto comando americano. A testimonianza dell’inasprimento dell’offrensiva,  nella base di Gioa del Colle sono arrivate bombe a guida laser da una tonnellate le cui testate ad uranio impoverito e tungsteno possono distruggere edifici rinforzati. Questi micidiali ordigni equipaggeranno Eurofighter e Tornado in decollo  dall’aeroporto pugliese. “Tali armamenti ci permettono di proteggere i civili e realizzare gli scopi delle Nazioni Unite” sostiene Liam Fox segretario britannico della difesa. Ma la settimana scorsa è arrivata la denuncia del Vescovo Copto di Matrouh e del Nord Africa, Bakhomis Demetry  il quale sostiene che negli ultimi raid aerei sono state colpite e danneggiate due chiese copte, quella di San Giorgio a Misurata  e quella di San Marco a Tripoli. Dunque il nostro governo, con il convinto appoggio dell’opposizione, si sta rendendo complice di una vera e propria guerra di aggressione. Che Berlusconi e la sua maggioranza, ormai in stato confusionale, abbiano  potuto avvallare l’ennesima mattanza  a rimorchio di francesi inglesi e americani, non ci stupisce più di tanto. E’ grave che questa sporca guerra dagli echi colonialisti sia benedetta da coloro che si fanno paladini della Costituzione , salvo poi tralasciare il rispetto dell’articolo 11 quello famoso in cui si afferma “CHE L’ITALIA RIPUDIA LA GUERRA ECC. ECC. ” Vogliamo sperare che le forze popolari, i movimenti, che hanno contribuito in modo così determinante alle vittorie di Pisapia De Magistris e Zedda, possano a livello nazionale porre la questione all’interno di quella nomenclatura piddina che ha avuto il merito in questi anni di:  DECRETARE IL TRIONFO DI BERLUSCONI, E FAR SPARIRE I MOVIMENTI COMUNISTI DAL PARLAMENTO.


Il video che segue è: 

Lybiam - guerra per la democrazia o guerra neocoloniale?

di Daniele Sepe


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