Un governo allo sbando, delegittimato dal grandioso voto referendario del popolo italiano, si è preso una meschina rivincita questa mattina facendo caricare a freddo, senza alcuna giustificazione, la manifestazione di protesta che l’alleanza sociale e sindacale “Roma Bene Comune”, che raggruppa numerose strutture e organizzazioni romane tra le quali i COBAS, aveva indetto contro le politiche governative nella città e nel Paese e per la difesa del diritto al lavoro e alla casa, dei beni comuni e degli spazi pubblici.
La manifestazione era assolutamente pacifica ed esprimeva la rabbia popolare con slogan, striscioni, canti ironici e sbeffeggiamento della squallida congrega che, nel contempo, rappattumava i cocci governativi e fingeva di essere in ottima salute grazie al millesimo voto di fiducia strappato da Berlusconi ad una genia di parlamentari succubi e servili. Dunque, l’aggressione non può avere alcuna giustificazione, e rivela la vendicativa e isterica crisi di nervi che ha attraversato l’aula parlamentare e il governo Berlusconi.
Oltre alle “forze del disordine” in divisa, hanno agito anche alcune persone, non meglio identificate, in borghese che si sono scagliate a più riprese contro alcuni manifestanti. La risposta è stata comunque lucida e forte: dalla piazza è partito un corteo che ha portato la protesta per le strade del centro di Roma, aumentando via via il numero dei partecipanti, che poi sono successivamente tornati, una volta calmatesi le intemperanze poliziesche, a Montecitorio. E’ questo l’ennesimo segnale del fatto che il governo Berlusconi è oramai in netta minoranza nel Paese ed è allo sbando: ma nostro compito ora, sulla spinta del successo referendario e dell’ondata popolare in difesa dei beni di tutti/e e per tutti/e, è quello di porre fine al berlusconismo, alla folle idea, dominante anche nel centrosinistra, che si possa uscire dalla crisi con le privatizzazioni, il massacro della scuola e della sanità pubblica, dei beni comuni, del diritto all’abitazione e al reddito, alle pensioni, ad un salario decente. Dopo trenta anni di craxi-berlusconismo, facciamo vincere il “noi” sull’”io”, la solidarietà e la giustizia sociale sull’arrivismo, sulla competizione individuale sfrenata, sulla corruzione e la politica politicante. Paghi la crisi chi non l’ha mai pagata e chi ne ha tratto ulteriore ricchezza per sé e per la propria banda!
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