venerdì 5 agosto 2011

GIOELE, MAESTRO DI PACE

Franca Dumano


Profondamente addolorata dalla morte di Gioele, scrivo per lui un ultimo saluto e un ringraziamento.

Grazie a Gioele per il suo insegnamento di pace, articolato su vari livelli: teorico, teologico,pratico.
Brillante  studioso e  seguace del pensiero di Martin Luther King e di Gandhi, cultore dei valori costituzionali, della laicità e dei diritti civili.
 Teologico - per le ore preziose in cui mi spiegava passi biblici, mi consigliava letture, tesseva le trame della bella esperienza del gruppo ecumenico, “profeta di giustizia”(come è stato definito dal pastore battista Salvatore  Rapisarda in un affettuoso ricordo) , apriva per me le porte del Deuteronomio, mi faceva conoscere lo spirito critico Karl Barth e la sua applicazione del metodo dialettico hegeliano alla teologia, mi faceva amare D. Bonhoeffer e scoprire la via della teologia della “secolarizzazione” di Harvey Cox, mi illuminava sul ruolo dell'apostolo Paolo ( a me fino ad allora antipatico per un passo poco felice sulla donne chiacchierone)
 Pratico - per le tante occasioni in cui cercava di spiegarmi come contenere la mia rabbia e farla canalizzare in progetti costruttivi, maestro illuminato nella quotidiana di risoluzione di conflitti realistico, pragmatico, sincero; per la sua attività nel gruppo di lavoro per la pace, in anni bellissimi e intensi in cui accanto  a lui scoprivo il mondo e il pacifismo, scrivevo la tesi sui filosofi della pace, scoprivo il pensiero di Aldo Capitini. Intorno a noi, nonostante mobilitazioni massicce,  il primo intervento italiano nella guerra del Golfo Persico cambiava per sempre gli scenari mondiali, inaugurava  una triste stagione di interventi “umanitari” mai conclusa, implodeva nella filosofia della pace di Bobbio e nella vanificazione degli strumenti di pace internazionali..
La sua luce interiore brillava negli interventi pubblici e nelle nostre riunioni serali a Sant'Angelo in Villa, il suo radicalismo mi affascinava e sfiorava la purezza.
La sua autorevolezza e la sua disarmante sincerità sedavano conflitti in me e intorno a me, generavano spunti di riflessione cui ancora penso e che spero di essere in grado di trasmettere a mio figlio.  
La sua solidarietà era reale, concreta, profondamente ancorata ai suoi ideali, ma semplice e diretta.
Non ho potuto partecipare all'abbraccio degli amici e della famiglia  a Sant'Angelo in Villa del 31 luglio; in  rete ho letto il bell'intervento di Paolo Iafrate  e la giusta associazione di Armando Mirabella  fra Gioele e Andrea Coccia, indimenticabili punti di riferimento nella nostra e in altre generazioni;  mi unisco alle loro parole di ciociari impegnati nel quotidiano, ma con un'altra prospettiva.
Scrivo da Carrara, (dove vivo da qualche anno) “lontana” dalla terra di origine, vedo le cose da un'altra ottica, più distaccata per alcuni aspetti e più sentimentale per altri.  A Carrara  proseguo la mia 'esperienza di “migrazione” iniziata nel 1994, con la vincita del concorso in Procura a Torino  e il conseguente, repentino trasferimento.  Trasferimento “protetto” da Gioele,in tutto e per tutto, che mi mise in contatto con la straordinaria accoglienza battista di suoi colleghi piemontesi,mi aprì le porte magiche delle valli valdesi,  mi rassicurò sull'esperienza del distacco, raccontandomi gli anni degli studi teologici a Rivoli, delle albe intraviste dalla finestra della stanza degli studi  o nelle passeggiate di riflessione, non mancando di descrivermi la tensione ideale e politica degli anni 60 a Torino e riuscendo a farmi amare questa città,  ancora prima di arrivarci.
Mi raccontò ancora dell'esperienza di Ginevra, come membro del Comitato centrale del Consiglio Ecumenico delle Chiese) della fecondità mentale ed emozionale che si realizza parlando una lingua diversa dalla linguamadre. Le sue riflessioni sulle esperienze all'estero (Haiti; ad es) furono illuminanti per me in discussioni sulla vita dei primi migranti che incontrammo per il corso di italiano  a Frosinone.
 Molte altre volte nella mia vita mi sono rivolta a lui e alla sua esperienza; maestro di francese prima delle partenze per i miei viaggi di volontariato in Mali e maestro di speranza e volontà di cambiamento per i miei disastrosi ritorni; pragmatico maestro di pace in conflitti interpersonali, familiari, associativi.
 Da Gioele ho sempre trovato solidarietà, accoglienza e conforto,anche nella triste esperienza della malattia e della morte di mia madre.
Grazie Gioele e grazie Stefania di aver cantato per me “We shall overcame” in una riunione lontana nel tempo del gruppo della pace.
Grazie, maestro di pace.


Ci uniamo alle parole di Franca Dumano . Ricordiamo Gioele associando la sua pesonalità ad  un grande del Jazz. John Coltrane. Un artista che ha trovato nel profondo dellla sua anima, in una intensa meditazione intimista  l'ispirazione per suonare della grande musica. Il brano è Equinox. Insieme a John Coltrane al sax tenore ci sono i suoi compagni storici di sempre:
McCoy Tyner - Pianoforte
Steve Davis -Contrabbasso
Elvin Jones-Batteria

Luc Girello

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