lunedì 1 agosto 2011

Un Pensiero per Gioele

Giovanni Morsillo



Apprendo ora della scomparsa di Gioele Fuligno. Senza retorica, come faceva lui, piango davvero un compagno fraterno che non conosceva la falsità, e procedeva in un mondo che non gli somigliava per nulla come si trovasse proprio dove voleva essere. Aveva fede, Gioele, ed io non credente lo chiamavo scherzosamente "peccatore". Questo nomignolo, con cui affettuosamente mi rivolgevo a lui ogni volta che parlavamo, era un modo intimo di comunicargli la mia ammirazione, oltre la stima.
Sì, mi sono spesso soffermato anche da solo a riflettere sulle cose che ci dicevamo, e ho sempre visto la staordinarietà di quel suo riuscire ad essere senza concedere nulla all'apparire, che non gli apparteneva.
Ho trovato Gioele per caso (o no?) quando per un po' cercammo di fare qualcosa di comunista, e lo accompagnai nel suo giro elettorale quando accettò la candidatura alle europee per il PdCI. Imparai delle cose da lui, cose che non dimentico. Mi onoro di averlo conosciuto, e in sua memoria parlerò ai miei figli di quello che è stato per me incontrarlo.
Il male che lo ha corroso non può nulla contro la dignità che ha seminato.
Uomini come Gioele danno ancora, nonostante tutto, un senso alla nostra ricerca di una dimensione giusta in cui coesistere.
 
A Gioele vada la mia umilissima ma fraterna e profonda commozione. Ai suoi familiari, ai suoi confratelli, a chi gli ha voluto bene ed a chi ne ha ascoltato le parole, il cordoglio e l'augurio di riuscire a seguirne i passi ancora per tanto.
 
Giovanni Morsillo
 

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