Rete Antirazzista Bari
Lunedì 1 agosto
Al fianco dei migranti del Cara di Bari-Palese
Una rivolta annunciata quella dei migranti del C.A.R.A. di Bari-Palese.
Stamattina eravamo con loro che hanno manifestato la loro rabbia fuori dal CARA. Eravamo con loro già da quando sono arrivati a Manduria, scappando da una guerra a cui l´Italia contribuisce con il suo arsenale, eravamo con loro quando sono arrivati al CARA di Bari e hanno deciso di fare domanda d'asilo. Abbiamo sentito le loro lacrime, le loro grida di rabbia quando hanno ricevuto il diniego in quanto non riconosciuti degni di asilo politico. Proprio così, perché per il Ministero dell'Interno non ha importanza se sei in fuga da una guerra, se la Libia è sotto i bombardamenti della Nato o di Gheddafi o dei ribelli e se è il paese il cui lavori da anni, se avevi una vita, non importa se in Libia ti danno la caccia sia gli uomini di Gheddafi sia i rivoltosi. Non importa insomma da dove vieni: non sei cittadino libico quindi non hai diritto d'asilo. L´attesa nel C.A.R.A. significa mesi di degrado terribile, senza doccia, con un solo pasto al giorno, isolato dalla città, senza possibilità di vita all'interno di una struttura militarizzata come il CARA di Bari (all'interno appunto di una
base dell'Areonautica). E dopo la penosa attesa arriva il diniego del permesso di soggiorno che significa ricevere la condanna definitiva del ritorno all'inferno da cui sei scappato.
Dopo aver chiesto alla Presidenza della Regione, agli Enti Locali, a esponenti politici, dopo aver occupato per due volte i binari, dopo aver manifestato in tanti sotto la Prefettura di Bari senza aver alcuna risposta se non un "si vedrà" stamattina è esplosa la rabbia. Non si può giocare con la vita delle persone, non si può giocare per equilibri politici con una vicenda umanitaria che quotidianamente assume i tratti della tragedia (mentre stamattina a Bari i migranti manifestavano il Mediterraneo ha fatto arrivare a Lampedusa un altro barcone con altri 25 morti a bordo). Non si può dire come ha fatto il Sottosegretario Mantovano semplicemente che "la violenza è intollerabile", per noi è ancora meno tollerabile attraversare il Mediterraneo scappando da una guerra, vedendo morire i tuoi compagni di viaggio, essere rinchiuso in una tendopoli dove la regola è lo stato di eccezione, e poi ancora attendere in una base militare per essere rispedito verso morte certa o abbandonato a una vita da clandestino. E´ intollerabile che dal 1991 ci siano solo risposte di politica emergenziale come l´ultima proposta della Regione Puglia che decide di chiudere la tendopoli di Manduria per riaprire la ex- base militare di San Vito dei Normanni, una discarica di amianto che si vuole trasformare in un´ennesima discarica umana. Stamattina eravamo al loro fianco e continueremo a camminare con loro imparando dalla loro determinazione la capacità di prendersi ciò che è dovuto senza indietreggiare, senza aver paura, assumendosi fino in fondo le scelte dei gesti che la rabbia ti costringe a compiere.
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