Giovedì 11 agosto 2011 ore 16,30, Sala Teatro di P.zza Marconi, Monte San Giovanni Campano. Comincia qui la lunga serata e la lunga notte della batteria. Insieme ad altri batteristi giovani e meno giovani, ho deciso di partecipare al drum clinic di Virgin Donati. La clinic, per chi non fosse addentro alle cose musicali, è un sorta di seminario tenuto da uno strumentista il quale illustra e condivide con altri musicisti tecnica, idee e creatività usati nell’esecuzione e nell’improvvisazione. La scelta di Virgil Donati da parte dell’organizzazione “Alatri in blues” non poteva essere più azzeccata. Virgli è un drummer che nella sua carriera ha esplorato tutti i linguaggi musicali suonando con grandi musicisti, dal rock alla fusion ,al jazz . Suoi compagni di viaggio sono stati, fra gli altri, Derek Sherininan (Planet X), Steve Walsh, Josh Stone, Branford Marsalis, Kenny Kirkland , dunque è in grado di padroneggiare le tecniche più disparate. Virgil Donati inoltre è un vero innovatore dello strumento, in particolare sull’uso del doppio pedale. Fino ad oggi questa tecnica , diffusa in gran parte nel metal, non era mai stata oggetto di particolari studi. La maggior parte dei batteristi usano il doppio pedale per lo più con figure ritmiche in quattro o multipli, ottavi e sedicesimi (Virgli ha eseguito una serie anche in trentaduesimi. Da paura!!!!) . Donati invece ha escogitato sequenze più complesse : con l’uso di tempi dispari , paradiddles e altre figure particolari. Combinando l’innovativo lavoro dei due piedi, che non necessariamente viene eseguito sulla cassa ma anche sui charleston, con la straordinaria indipendenza delle mani che a destra, ad esempio, suonano un groove in tempi pari e a sinistra in tempi dispari, il drumming che ne risulta è veramente fuori dal comune. Presentato il personaggio veniamo all’evento. All’ingresso del teatro mi vengono consegnati quattro fogli con quattordici esercizi di applicazione paradiddles. Questa è una novità . Di solito nelle clinic di due ore il musicista mostra alcune esecuzioni senza entrare nel dettaglio della musica, qui invece subito ci si trova di fronte agli spartiti, una piacevole ma impegnativa novità. Entra Virgil e si accomoda dietro un drum set che prevede oltre alla solita dotazione di tom e timpani, due rullanti e tre charleston di cui uno chiuso. Si comincia con alcune misure disegnate sui tre charleston, in particolare la mano destra sul charleston chiuso batte il quattro mentre i piedi sparano un doppio paradiddle sui charleston aperti. Poi entrano in scena i tamburi ed è un orgia poliritmica. L’uso del doppio pedale è tutto un programma. Si alternano tempi dispari, accelerazioni improvvise, cambi di accenti. Ma al di la della indubbia spettacolarità ascoltando con attenzione ci si rende conto che ogni esecuzione, anche quelle non supportate da una base di altri strumenti , ha una forma precisa sono delle composizioni vere e proprie per batteria. Ad esempio, c’è l’ esposizione di un tema, composto da un groove con la parte destra e due paradiddles singoli a sinitsra , una volta eseguita questa figura per un numero di misure definito, comincia una fase improvvisativa che si sviluppa attraverso cambi di ritmo, rullate, alternanza di terzine e sestine per poi tornare alla esposizione iniziale riproponendo le stessa figura ritmica con cui ha avuto inizio il pezzo. Dopo avere apprezzato l ’immensa tecnica e la straordinaria fantasia di Virgil si passa agli esercizi. Virgli li spiega e li esegue uno per uno ripetendoli più volte illustrando le difficoltà che ognuno presenta in termini di senso del ritmo e coordinazione Invita poi qualcuno dalla platea a salire sul palco e ripetere gli esercizi. E’ prodigo di consigli insistendo sulle regole basilari, raccomanda di contare le battute anche quando si eseguono groove standard per capire sempre dove ci si trova all’interno della misura. Insomma due ore fitte e stimolanti in cui è emerso chiaramente che il sottoscritto fino ad oggi, picchiando su piatti e tamburi, tutto ha fatto tranne che suonare la batteria in modo decente . Non esiste riflesso filmato della clinic, o riprendevo, o prestavo attenzione al maestro, c’è però il video con cui Virgil Donati ha aperto il Sound Wave Festival . Dopo di lui irromperà Carl Palmer ma questo è oggetto di altro post. Per gli schiatta pelli più esigenti, postiamo la prima serie di esercizi che Virgil ci ha mostrato in modo che potranno sfiziarsi nel provarli sulla loro batteria.
Le voci che si sentono mentre Virgil suona appartengono a due signore che credevano di assistere ad un concerto di Gigione. Deluse se ne vanno scambiandosi la buonanotte.
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