Il consiglio comunale del 14 settembre ha portato una novità nel comune di Frosinone, importante soprattutto in un periodo come quello presente. Dall’aula consiliare è arrivato il messaggio che non sempre gli interessi dei privati riescono a prevalere su quelli della comunità, e soprattutto che se i cittadini riescono ad unire le forze è possibile arrestare quei meccanismi, ben collaudati e diffusi nel passato e nel presente, tramite i quali immensi patrimoni pubblici sono andati persi o svalutati. Due mozioni, una presentata dalla consulta delle associazioni con la firma di 750 cittadini, ed una messa a punto nel circolo Carlo Giuliani del Prc di Frosinone e presentata dal consigliere Smania della lista “la sinistra” (Prc, Verdi, Pdci), riguardavano il problema della salvaguardia del sito archeologico posto nei pressi della villa comunale. La mozione della lista la sinistra aveva come punto centrale il blocco di qualsiasi permesso a costruire nelle aree private adiacenti senza una precedente valutazione dell’importanza dei reperti archeologici presenti nell’area pubblica. Quindi fino a che non verranno portati a termine nell'area pubblica i lavori in precedenza bloccati per mancanza di fondi per riportare alla luce i resti delle terme romane, non si può concedere nessun permesso alla costruzione nelle aree private adiacenti. La mozione presentata dalle associazioni invece oltre a chiedere che si ponessero i vincoli all’area, presentava anche un progetto di parco archeologico da sviluppare nell’area stessa. C’è da dire che le due mozioni, che si completano a vicenda, sono state presentate indipendentemente l’una dall’altra, visto che la mozione della lista La Sinistra era stata presentata già in un consiglio comunale a giugno e non era stata discussa per mancanza del numero legale. Un esempio quindi del fatto che se politica e società civile lavorano insieme sulla base di obiettivi comuni, i risultati si ottengono, eccome se si ottengono.
Nessun commento:
Posta un commento