sabato 3 settembre 2011

Servizi scolastici:aumenti reali e aumenti percepiti.

Luciano Granieri



Ieri  mattina ancora una volta mi sono trovato a varcare la soglia della sala consiliare per discutere con il sindaco l’assurda  questione degli aumenti tariffari per la mensa e il trasporto scolastico. Insieme al sottoscritto, presente per  Aut, sedevano sulle poltrone consiliari esponenti di altri movimenti e organizzazioni tra i quali:  Paolo Iafrate e Andrea Cristofaro  del   Comitato genitori, insegnanti, ausiliari, operatori delle scuole dell'infanzia e primaria, Lorenzo Rea della Confederazione cittadina dei COBAS, Luciano Bragaglia dell’associazione volontariato e blog correlato “Frosinone belle e Brutta”, Fulvio Pica del Coordinamento provinciale per l’acqua pubblica. L’incontro era stato richiesto con una lettera, inviata al sindaco,  in cui il comitato, analizzando la delibera relativa ai  servizi scolastici ,  aveva riscontrato un aumento tariffario fuori dal comune  (VEDI POST LA SCUOLE E' CARA). Si   chiedeva ragione di questo comportamento all’amministrazione del tutto in linea con le politiche del  governo tese allo  smembramento dei  servizi sociali, ma in contrasto con quanto da sempre affermato  dal sindaco Michele Marini, per cui la sua amministrazione,  anche in presenza di tagli sconsiderati da parte dell’esecutivo , mai avrebbe intaccato la spesa sociale. La premessa del sindaco in effetti partiva da queste considerazioni. A  fronte di una diminuzione del 60% delle risorse destinate dallo Stato ai comuni per le politiche sociali, il comune di Frosinone non ha ridotto di un euro i fondi destinati a questo capitolo, recuperando le mancate entrate con una riduzione degli sprechi. A seguito di tale premessa  del tutto prevista,  si entrava nel merito dei conti. Il consulente amministrativo del Comune Dott. Andrea Manchi, sosteneva, suoi conti alla mano, che l’aumento non era quello calcolato dal comitato ma era ben inferiore, solo il 14% . Tale aumento  era dovuto alla  differente tipologia della gara d’appalto indetta per la determinazione della ditta fornitrice dei pasti di quest’anno . Gara improntata  non più al massimo ribasso, dove l’elemento determinate è il minor costo possibile , ma al massimo vantaggio,in cui il criterio di scelta è l’associazione del costo,che non necessariamente deve essere il più basso, con la qualità del servizio. Dunque a fronte di un aumento tariffario del 14% si avrebbe l’erogazione di un servizio qualitativamente migliore. Il tutto sarà da verificare. Resta comunque ll  dato certo che i genitori non stanno iscrivendo i bambini ai corsi che prevedono il tempo prolungato proprio perché hanno la percezione di un aumento ben più alto. E la percezione è divenuta reale nell’aula consiliare quando, al dl la della discussione sul sistema di calcolo, si è confrontato, davanti al sindaco e al consulente economico,  il vecchio piano tariffario con quello nuovo ( 429 euro l’anno contro le attuali 600 per una fascia di reddito ISE da 5.000 a 10.000 euro) la percentuale di aumento è inequivocabilmente del 28% . A questo si aggiunge l’altra annosa questione del sistema forfettario di pagamento della retta. I 600 euro vanno erogatI indipendentemente dal numero di giorni in cui si usufruirà della mensa. Vale a dire che nei giorni in cui un alunno sarà  assente non consumerà  un pasto che ha  già pagato. Ovvero si  paga per un servizio di cui non si è usufruito . Maggiori saranno i giorni di assenza dei bambini, maggiore sarà la quota di aumento che andrà ad aggiungersi  a quel 28%. Dopo diatribe e discussioni calcoli e sotto calcoli Michele Marini ,il suo consulente Andrea Manchi e il segretario generale, presente alla riunione, Dott.Adriano Marini,  hanno dovuto prendere atto che la situazione è esattamente questa. Per cui si è deciso che la quota forfettaria verrà abolita e i fondi che mancheranno, a seguito di questa decisione,  verranno reperiti  attraverso il recupero dell’evasione tariffaria, e un aumento del buono mensa a carico delle fasce di reddito più elevate. Per rendere più equo questo sistema si è stabilito di riconsiderare la conformazione delle fasce di reddito. Attualmente ci sono quatto scaglioni: da 0 a 2.000 euro, da 2.000 a 5.000, da 5.000 a 10.000, oltre 10.000 (reddito ISE) . In pratica sulla quarta fascia dovrebbe poggiare l’onere del riequilibrio delle tariffe. In realtà, un reddito ISE di 10.000/15.000 euro non è elevatissimo, parliamo di gente che guadagna 1.200 – 1.300 euro al mese, ci troviamo in una classe medio bassa a cui sarebbe ingiusto far pagare tutto l’onere del riequilibrio tariffario. Si è dunque deciso di riformulare la fasce di reddito, inserendo un quinto scaglione che raggruppi i  redditi più consistenti, 20.000 euro e oltre, a cui chiedere un contributo più alto. La stessa operazione è utile anche per determinare le tariffe dello scuola bus. In relazione a questo servizio il sindaco ha smentito il fatto che ci sarà  una diminuzione delle linee da 12 a 5. Ci sarà semplicemente una ridefinizione dei percorsi, in base alle zone di residenza dei bambini rispetto all’ubicazione della scuola che devono frequentare. In realtà un aumento è stato necessario  per aggiornare una tariffa , secondo Marini , tra le più basse d’Italia. La novità sta nel fatto che anziché chiedere un contributo unico di 180 euro l’anno uguale per tutti, come era in passato  si sono diversificati gli importi in base alle già citate  fasce di reddito in particolare da 2.000 a 5.000 si pagano 112 euro, da 5.000 a 10.000, 148 euro, oltre 10.000,  225 euro anche in questo caso l’onere sta tutto sulle spalle di lavoratori dal reddito medio basso per cui  sarà necessaria una quinta fascia di reddito da 20.000 euro e oltre che dovrà sostenere l’aumento a fronte di una diminuzione delle tariffe per le altre fasce. Riepilogando nel nostro incontro con il Sindaco Michele Marini abbiamo ottenuto: l’abolizione della tariffa forfettaria per la mensa e il trasferimento  degli aumenti dei servizi su  una fascia di reddito realmente più alta. Non è molto ma neanche poco. Ora però il problema è informare immediatamente i cittadini di queste modifiche in maniera che possano  tornare ad iscrivere i loro bambini ai corsi che prevedono il tempo prolungato. A conclusione di questo post, vorrei aggiungere qualche considerazione personale. Nell’arco di due mesi ci siamo seduti, noi cittadini comuni,  sulle poltrone dei consiglieri per suggerire: l’interrogazione dell’amministrazione  alla corte dei conti, in merito alla possibilità di assumere direttamente i lavoratori della municipalizzata “Multiservizi”,  e per riscrivere completamente il piano tariffario dei servizi scolastici secondo principi più equi. La domanda sorge spontanea se a legiferare sono i cittadini i consiglieri e la giunta  che ci stanno a fare?  In realtà non mi interessa molto conoscere la risposta, ognuno ,se vuole, dia la sua. Ciò che è importante invece è sottolineare ancora una volta che la cittadinanza organizzata e consapevole dei diritti che gli spettano  è in grado di provvedere autonomamente a se stessa , senza delegare ad altri le determinazione del proprio futuro. Questa è la strada da percorrere si vuole uscire dal tunnel, è bene ricordarlo sempre. 

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