Attualmente la Federazione della sinistra, con Rifondazione dentro, è data dai sondaggi elettorali attorno all’ 1% . Una percentuale irrisoria se si pensa che l’altra costola dell’ex Prc, Sel, è accreditata dell’8%. In città pur avendo un consigliere di maggioranza espresso da una lista di cui Rifondazione è parte il risultato probabilmente non sarà migliore . Riflettendo su questi dati mi chiedo: è stato saggio iscriversi a Rifondazione in questi periodi bui ? Non sarà stata una scelta folle? Non nego che in questa mia decisione una quota di demenzialità è decisamente presente ma, al di là del fatto che condivido il progetto del nuovo segretario Andrea Cristofaro, mi stimolano le operazioni impossibile e far risorgere questo partito è veramente un’operazione impossibile, a meno che non si operi una rivoluzione dal suo interno. La prima riflessione da cui partire è che non si può affermare di voler far saltare il banco se poi attorno a quel banco ci si vuole accomodare anche solo per consumare gli avanzi . Cosa intendo per “banco”? La metafora indica il sistema dell’alternanza bipolare. Coalizioni di destra e di centro, alternandosi al potere , assicurano la pace sociale necessaria affinchè le trame del finanzcapitalismo possano continuare indisturbate nel perseguire il loro piano di impoverimento dei redditi da lavoro in favore dell’accumulazione finanziaria. In Italia il berlusconismo ha avuto successo fino a quando è riuscito a combinare la tutela degli affari giudiziari del capo con l’impegno governativo a favore di banchieri e padroni nazionali . Oggi la poca credibilità di cui il governo, in balia delle procure e bloccato da forti dissensi interni, gode da parte degli organismi finanziari internazionali, sta provocando il malcontento della finanza e dell’imprenditoria nostrana , non solo, ma nella sua inettitudine sparge ulteriore benzina sul fuoco di un conflitto sociale che rischia di diventare ingovernabile, saldandosi con le varie proteste anticapitaliste attive in Europa e non solo. Nelle condizioni attuali il governo Berlusconi è diventato un vero pericolo per i potentati economici, e la caparbietà con cui una maggioranza corrotta continua mantenerlo in piedi è ormai un ostacolo insormontabile al libero fluire dei flussi finanziari. La vera opposizione è esercitata da una strana coalizione extra parlamentare la cui portavoce è il capo di confindustria Emma Marcegaglia coadiuvata dai sindacati della triplice. GIA’ I PADRONI PER DISPERAZIONE SI SONO ALLEATI CON I SINDACATI la qual cosa anziché far inorridire i lavoratori iscritti a Cisl e Uil , quelli della Cgil un qualche mal di pancia ce l’hanno, ha provocato l’orticaria a Marchionne il quale ha predisposto la fuga di Fiat da Confindustria. Ma qual è la condizione di chi l’opposizione dovrebbe farla realmente , come è strutturato il gruppo che da tempo si sta scaldando a bordo campo pronto ad entrare in sostituzione del governo attuale proprio in virtù del principio dell’alternanza prima citata? Sicuramente per il finanzcapitalismo l’attuale centrosinistra ha tutte le credenziali per sostituire al comando l’anomalia berlusconiana. Gode di una maggiore credibilità da parte degli organismi finanziari internazionali, i dirigenti democratici hanno ritenuto e ritengono necessarie le politiche lacrime e sangue imposte della triade BCE, Unione Europea, FMI, hanno sempre sostenuto che l’impasse attuale è causato da un liberismo mal governato e non dalla crisi irreversibile del capitalismo . Il Pd è lontano anni luce dal condividere una politica anticapitalista. Ma per assicurare la piena riuscita dell’alternanza il centro sinistra attuale deve poter essere in grado governare i movimenti sociali e il malcontento dei lavoratori . Per far questo è necessaria la costruzione di una socialdemocrazia fortemente moderata nei programmi e nella simbologia, guai ad esibire la falce e martello, interna al centro sinistra che compartecipi con i liberali del Pd al governo del paese . Una corrente interna al gruppo bersaniano che si mostri apparentemente antagonista alla dirigenza con solidi legami nel sociale e nel mondo del lavoro, che controlli la protesta sociale, appoggiandola, ma limitandone la deriva rivoluzionaria, facendo in modo che non disturbi più di tanto. Pienamente funzionali a questo ruolo sono Sinistra Ecologia e Libertà, per la parte politica, la CGIL per la parte sindacale. Sel, ad esempio sta stringendo rapporti con i dissidenti casariniani, con i centri sociali pro Pisapia a Milano, con vari movimenti giovanili attivi nelle realtà locali. Ci troviamo comunque sempre in un ambito in cui non emerge mai una forte critica al capitalismo e al liberismo, tutt’al più si prefigura un sistema dove gli effetti più nefasti della dittatura del mercato vengano mitigati . In questo quadro come si pone Rifondazione Comunista? Attualmente è all’interno della Federazione della sinistra con Pdci, Socialismo 2000 , Lavoro e solidarietà . La minuscola congrega di Diliberto al di là di una forte simbologia comunista da sbandierare al prossimo congresso è sulla rampa di lancio per approdare dritta dritta in braccio al centro sinistra. Patta e Salvi sono anche loro con le valige in mano per passare armi e bagagli alla corte di Bersani. A guardia del contenitore vuoto della Federazione della Sinistra è rimasta Rifondazione. In questo contesto si impone una scelta. O seguire la marea socialdemocratica moderata che sta salendo sul vagone di Sel per agganciarsi al Pd, gettando a mare ogni velleità di costituirsi come una vera forza anticapitalista, o riappropriarsi del proprio DNA comunista, antiliberista e porsi all’opposizione del sistema bipolare dell’alternanza tanto caro al finanzcapitalismo borghese. Bisogna scegliere: o sedersi al banco accontentandosi degli avanzi, o far saltare il banco. La prima ipotesi sembra quella più gradita a Ferrero, ma anche a Grassi. L’uno dalle pagine del manifesto del 18 settembre implora Pd. Sel e Idv affichè volgano il loro sguardo pietoso verso il Prc, l’altro invoca “un’unità nella diversità” con Sel . Ciò significherebbe abdicare completamente alla propria identità anticapitalista e antiliberista più volte sbandierata nella manifestazioni ma che non è pregiudiziale, secondo la dirigenza, per un eventuale alleanza con il Pd. Nella seconda ipotesi, sicuramente si rafforzerebbe il carattere comunista, con un’idea precisa su chi nella ineludibile lotta di classe in atto fra capitale e lavoro debba soccombere. Riemergerebbe quell’impeto antiliberista e anticapitalista spesso invocato da una base sempre più spaesata e in crisi di identità. Lo scotto da pagare sarebbe la completa solitudine nel panorama politico nazionale con il serio rischio di scomparire . Però se a questa fase di recupero di autonomia ed identità si accompagnasse la ricerca di una attiva collaborazione con quei movimenti popolari fatti di studenti, lavoratori precari, disoccupati, insegnanti, che ogni giorno lottano e resistono nella società civile per la difesa del posto di lavoro ,per una scuola pubblica di qualità, per un sevizio sanitario efficiente , Rifondazione non sarebbe più sola. Ma per essere credibili agli occhi di questi nuovi compagni di viaggio è necessario scrollarsi di dosso l’ansia dello strapuntino, degli avanzi da consumare alla tavola dei liberali . Forse insieme con una nuova forza da cercare nella società civile e non negli sgabuzzini dei palazzi del potere sarà possibile far saltare il banco. La stessa identica situazione si sta riproducendo a Frosinone. Qui con la costituzione di un contenitore vuoto come la “Lista la Sinistra ” ,comprensiva dei Verdi e del Pdci alleata al Pd, nel 2007 Rifondazione riuscì a vincere le elezioni . Ha perfino ottenuto, da metà consiliatura, un consigliere nella maggioranza liberal democratica guidata dal sindaco Marini. Ma quanto è costato in termini di perdita di identità e autonomia questa scelta? Molto, moltissimo. Nella recente Liberafesta organizzata a Frosinone i dirigenti locali, a parte il segretario del circolo Carlo Giuliani di Frosinone Andrea Cristofaro, parlavano di Federazione della Sinistra, di accordi elettorali, i militanti parlavano di comunismo . Questo è un segnale inequivocabile di come la base mal sopporti una scelta governista insieme a forze liberali, inutile per la promozione sociale dei cittadini e devastante sul piano dell’autonomia delle scelte. Gli sviluppi recenti della situazione politica frusinate hanno fatto emergere il ruolo preponderante di Sel che ha avuto un’evoluzione parallela a quella nazionale. Nato come movimento antagonista all’amministrazione comunale , attivo con altri compagni nelle lotte contro la mercificazione del centro storico , contro il nucleare, prima annacqua la protesta contro l’aeroporto decontestualizzano il problema della speculazione edilizia dal quadro globale, poi diventa oggetto del desiderio delle attuali forze di maggioranza, cedendo alle lusinghe tanto da ottenere un consigliere, eletto nel Pd, trasferitosi per l’occasione dentro le fila vendoliane . In questo contesto il circolo Carlo Giuliani di Rifondazione di Frosinone ha scelto di cambiare rotta e far saltare il banco . Ovvero uscire dell’attuale maggioranza e dalla Lista la Sinistra , sacrificando il consigliere che, non essendo d’ accordo agirà di conseguenza, abbandonare i vecchi compagni con cui ha condiviso le briciole del banco senza incidere sulla politica della città capoluogo e cercare nuovi compagni con cui rovesciare il banco per ricostruire una città nuova dove i cittadini diventino protagonisti del governo della comunità sconfessando quell’orrido sistema per cui l’amministrazione si fa esecutrice dei desiderata delle grandi imprese che da sempre hanno governato e governano la città. La scelta è coraggiosa . Ad oggi non so se verrà accettata a livello provinciale e regionale. Ma è proprio il coraggio di questa scelta un po’ folle che mi ha spinto a sposare il progetto del Circolo Carlo Giuliani. Chissà se pochi pazzi scatenati riusciranno da questa terra martoriata a restituire credibilità ad un partito che una volta aveva il 12% in città? E’ una scommessa difficile, quasi impossibile, ma io ci credo, NOI CI CREDIAMO.
una volta c'era la sinistra extraparlamentare,oggi c'è la sinistra antigovernista......figli di uno stesso protocollo che vuole sempre qualche frangia attegiarsi ad avanguardia rivoluzionaria.Ma intanto il mondo gira,e i pochi operai,i pochi studenti,i pochi disoccupati alle ultime elezioni amministrative hanno dato fiducia al progetto FDS e non hanno preso in considerazione un partito che va da solo.Perchè ? Probabilmente se a rispondere a tale quesito fosse un marxista integralista risponderebbe col vecchio aneddoto: "la lotta inizia laddove c'è coscienza di classe". Ma intanto il mondo gira e i proletari di tutto il mondo quando si uniscono rivendicano diritti e lavoro ma non hanno dietro nessuno, ne le avanguardie ne i riformisti;hanno dietro di loro solo i soliti problemi.I folli a volte muovono il mondo,ma nella maggior parte dei casi sono un problema per coloro che hanno vicino e per loro stessi. da Erasmo da Rotterdam
RispondiEliminaUn'osservazione al commento precedente di "Anonimo". Il quale, mi si consenta, credo sia anonimo perché, poverino, non può permettersi un account... vabbè, lassamo perde va, che è meglio: a Frosinone so' tutti Pasquini!
RispondiEliminaProcediamo. Anonimo dice, citando Erasmo "I folli a volte muovono il mondo, ma nella maggior parte dei casi sono un problema per coloro che hanno vicino e per loro stessi". Non ho capito: chi sono i folli? Quelli che amano atteggiarsi ad avanguardia rivoluzionaria? Ma, un momento: "amano atteggiarsi", oppure "sono!" avanguardia rivoluzionaria? Nel primo caso, sono antipaticuzzi anche a me. Nel secondo, facendo (o almeno sentendomi) io stesso parte di codesta avanguardia, non posso che far notare, ad Anonimo, che chi "è" qualcosa, non può che essere quella cosa lì. Anche se non ha nessuno dietro, davanti o al suo fianco. Non ci si può fare niente: non si può non essere ciò che si è! Dunque, Anonimo si rassegni: noi rivoluzionari, di qualsiasi specie, ci saremo sempre. Per sua fortuna... anche.
l’assenza di assessori nella giunta Pisapia, Quella, per intenderci della megaspeculazione Expò rimasta ne più e ne meno la stessa della Moratti, ha portato l’aumento del biglietti del tram oltre che l’accettazione di compagni di viaggio scomodi, quale il teodem TABACCI. A Napoli invece fortunatamente il Vice Sindaco è Sodano di RIFONDAZIONE COMUNISTA, ma li il progetto vincente è targato De Magistris che ha risucchiato anche comunisti , quasi stalinisti ” tipo i CARC. A Cagliari come a Milano neanche un assessore. E a Cassino comandano più i cattolici dell’Udc che hanno dato l’appoggio esterno che la FdS. A parte Napoli non c’è molto da festeggiare. SEDIAMO AL BANCO COMPLICI DI GIUNTE democratico-liberiste in cambio degli avanzi. Su una cosa hai ragione il mondo gira e i proletari di tutto il mondo stanno occupando sempre di più le piazze della Grecia, della Spagna, dell’Inghilterra, perfino di Wall Street . Il mondo gira anche in Italia, ma GIRA A RILENTO perché la protesta non è mai incisiva moderata dai sindacati e dal blocco socialdemocratico al servizio della finazdemocrazia . In Italia il Mondo gira male perchè chi dovrebbe difendere i diritti dei proletari italiani si allea con i padroni, perché nessuno inorridisce se i proletari italiani sono costretti a firmare i ricatti di Marchionne per poter lavorare. Noi folli sicuramente saremo un problema, VOGLIAMO ESSERLO. Ma i problemi li vogliamo creare a chi dopo tante belle parole nelle piazze cerca disperatamente di rientrare in certi equilibri forieri di privilegi personali anche se minimi e insignificanti. Dobbiamo essere un problema per chi crede di fare affari con i privati svendendo pezzi di città che dovrebbero essere patrimonio esclusivo della comunità. DOBBIAMO E VOGLIAMO ESSERE UN PROBLEMA per chi considera le leggi del mercato come uniche regolatrici della società.
RispondiEliminaI rivoluzionari non siedono dietro le scrivanie,sono simili a Masaniello e purtroppo durano troppo poco,non hanno speranze se non si adoperano per cambiare il sistema, studiandolo e captando i punti nevralgici di coloro che vogliono combattere.I virus letali si mescolano al DNA degli ospiti e lo annientano.I rivoluzionari integralisti o falsi rivoluzionari sono quelli che sputano ai poliziotti,gettano vernice sui portoni delle banche,fischiano contro tutto e tutti.Ultimamente nelle manifestazioni al fianco di questi pagliacci ci sono i loro amichetti che li filmano come idioti.Un giorno nei numeri da circo oltro ai trapezisti,ai pagliacci,ai domatori,ci saranno pure i rivoluzionari....fenomeni da baraccone o da riserva indiana.
RispondiEliminaCaro anonimo, francamente mi sto stancando di questa fessbukkata, per parte mia dirò solo due tre cose poi mi ritiro dalla discussione, se tu vuoi continua il blog è aperto a tutti, I virus letali che intendi non esistono in questo contesto. Esistono microrganismi che si mescolano al DNA degli ospiti e con esso formano un cancro enorme che infetta il corpo sociale del paese. Tu continua a studiare, studia, studia, spera solo che anche tu alla fine non debba unirti a noi giullari fenomeni da baraccone. PERCHE’ SE HO CAPITO BENE COMUNQUE TU VORRESTI MESCOLARTI AL DNA PER DISTRUGGERE L’OSPITE NON PER FARLO PROLIFERARE VERO?
RispondiEliminaScusate, non so come mettere il nome: sono Andrea Cristofaro, non anonimo.
RispondiEliminaAnonimo (o Anonimi, non so se siete lo stesso anonimo: proporrei ad ogni anonimo per non fare confusione di segnarsi con una lettera, così uno sa se sta parlando con anonimo A, anonimo B, ecc.) Capisco le tue perplessità, ma rigetto completamente la tesi del virus: il virus può attaccare un organismo, ma non è nel suo interesse annientarlo completamente. Se tutti gli organismi recettivi ad un virus venissero annientati, per il virus non ci sarebbero più speranze di sopravvivere. Il punto di arrivo è quello della simbiosi, cioè alla fine l'organismo diventa resistente al virus e il virus può tranquillamente vivere da parassita al suo interno. Questa non è rivoluzione, intesa come ribaltamento dello stato di cose presenti, ma una rivoluzione fatta da chi ha la pretesa di pensare di poter governare un sistema ingiusto per sua natura in modo giusto. In pratica: se le privatizzazioni le fa Tremonti sono un danno, ma se le facciamo noi le facciamo in modo giusto: una cosa simile, per intenderci. In merito alle tue perplessità sui rivoluzionari da scrivania le posso anche capire, ma a questo punto sta ai "rivoluzionari", intesi come coloro che vogliono essere portatori di una proposta di alternativa che al momento non esiste, riuscire a ottenere la credibilità necessaria. Questa alternativa il Prc sta provando a costruirla, altri partiti invece stanno lavorando per impedirla. E quando parlo di Prc non parlo di Fds, non sono la stessa cosa. Andrea Cristofaro