A furia di praticare le modalità “anchiste” tipiche del veltronismo maturo i sindaci piddini della Consulta Ato5 ieri si sono bloccati . Avrebbero voluto approvare la tariffa idrica determinata dai consulenti incaricati, basata sulle aliquote del piano d’ambito aggiornate con gli indici dell’inflazione programmata. Questa proposta, sostenuta dal Presidente della Provincia Iannarilli con il beneplacito di Acea , stando alle posizioni espresse martedì da alcuni sindaci, andrebbe condivisa se non altro perchè uno dei consulenti è stato indicato dal Pd , inoltre sarebbe stato prudente consolidare un possibile canale clientelare con Acea la cui esistenza giustificherebbe i comportamenti ambigui tenuti fino ad oggi. Però anche esprimersi a favore dell’altra posizione in campo quella dei 5 sindaci socialisti appoggiati da Schietroma avrebbe potuto avere i suoi vantaggi . Tale posizione recepisce le richieste dei comitati per l’acqua pubblica per cui la tariffa dovrebbe essere depurata della remunerazione del capitale investito, come sancito dai cittadini con i referendum e dovrebbe essere decurtata degli importi percepiti da Acea per la manutenzione della rete idrica , risorse spese solo in minima parte dall’ente privato dunque incassate e non investite . L’espressione a favore di questa seconda proposta avrebbe procurato l’indubbio vantaggio di aumentare il consenso a favore di quei sindaci che si apprestano ad affrontare la campagna elettorale. Dunque cosa scegliere? Il connubio con Acea o il consenso? Nel dubbio non si sceglie. Dopo una pausa di riflessione chiesta dai Piddini alcuni sindaci non sono rientrati in aula facendo mancare il numero legale . La scelta comunque è solo rinviata, perché entro lunedì, termine ultimo dato dal TAR per adempiere alla sentenza emessa il giugno scorso, la Consulta dei sindaci dovrà esprimere una posizione, altrimenti la tariffa verrà decisa da un commissario. Dunque da domani l’assise sarà convocata ad oltranza. In realtà non dovrebbe essere così difficile prendere una posizione. Sarebbe sufficiente rispettare le volontà espressa dai cittadini attraverso i referendum e sanare l’ingiustizia per cui ad Acea sono state corrisposte somme per servizi non erogati. Perché tanta indecisione? La stessa manfrina si è verificata anche nella recente questione relativa all’approvazione dell’equilibrio del bilancio comunale. Anche qui la tattica dell’opportunismo ha avuto la meglio. Sicuramente la relazione dei tre revisori contabili nonostante sia stata positiva, non consigliava di votare un bilancio a consuntivo del 2010 estremamente deficitario. E allora per turarsi il naso e votare un documento assolutamente negativo, assicurando la sopravvivenza della giunta, quale contropartita si poteva chiedere al sindaco? Ecco ricomparire il giochetto della mancanza del numero legale e il rinvio del voto . Il comportamento di questi amministratori, si distingue perché ogni decisione presa o non presa , che influisce pesantemente sulla vita dei loro amministrati, è condizionata dai vantaggi ottenibili in termini di convenienza personale di salvaguardia o disfacimento degli equilibri in essere per ottenere posizioni migliori all’interno dell’assise di governo. In queste fini elucubrazioni il cittadino non entra minimamente. Non è per il bene della collettività che si governa. E’ dunque giunto il momento di cambiare completamente questo sistema basato sullo scambio di privilegi. E’ ora che il benessere dei cittadini torni al centro della politica. E solo i cittadini, prendendo in mano il governo della comunità in modo diretto, possono ridare al proprio benessere e alla salvaguardia della propria dignità le centralità che meritano . Portare a termine questo arduo compito è difficilissimo ma possibile anche partecipando alle prossime elezioni comunali con una proposta chiara e imprescindibile. Qualsiasi soggetto o movimento a cui interessa veramente il cambiamento deve farsi portatore della volontà di uscire dal bipolarismo al cui interno germoglia la commistione affaristica che indipendentemente dal banco su cui si side comunque assicura privilegi. Bisogna uscire da questa logica escludente e perversa organizzarsi come cittadini e proporre un progetto forte, BASATO ESCLUSIVAMENTE SULLA PROMIOZINE SOCIALE DELLA PROPRIA COMUNITA’ . Speriamo che qualcuno ci provi, forse s scoprirà che un’altra Frosinone è possibile.
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