lunedì 3 ottobre 2011

Per il compagno Antonio

Pubblichiamo altre testimonianze sulla militanza del Compagno, prematuramente scomparso,  Antonio Capaldi
La Redazione


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La scomparsa prematura del compagno Antonio Capaldi  è arrivata improvvisa e ha colto tutti di sorpresa, anche se conoscevamo il suo precario stato di salute. Il male non aveva turbato la serenità e la calma che il caro Antonio portava sempre con se, sembrava quasi che nulla potesse scalfire quelle caratteristiche caratteriali che lo rendevano  unico. Ecco perché la sua scomparsa oggi ci appare inverosimile. Antonio Capaldi è stato un compagno serio e diligente, uomo di partito, dirigente vero. La nascita del Partito della Rifondazione Comunista nella nostra Provincia, dopo il Congresso di Aquino, porta anche il suo importante contributo. Nonostante la sua giovane età in quella fase, era già tra le fila della classe dirigente nel partito, tanto che in pochissimo tempo divenne Segretario della Federazione Provinciale, dopo aver ricoperto precedentemente altri incarichi con grande impegno e dedizione. Nel 1998 con la scissione interna al PRC, passò con il Partito dei Comunisti Italiani di Cossutta e Diliberto, anche se non perse mai il contatto con i compagni che quella scelta non la condivisero. Antonio sapeva precorrere i tempi ed era convinto della necessità di riunire la Sinistra Italiana sotto un’unica bandiera per portare avanti la tradizione movimentista e di lotta che poteva essere nello stesso tempo di chiara identità di partito, oppure più genericamente operaista. Era convinto di questa strada tanto che in poco più di due anni aveva ricomposto il circolo “M. De Sanctis” del PRC a Cassino, riuscendo a creare da questo nucleo uno spazio di presenza dei comunisti della città martire alle elezioni amministrative, impegnati  nella lista della Federazione della Sinistra al progetto “BENE COMUNE”. Primo risultato ottenuto da questo impegno, è stato l’elezione del compagno Vincenzo Durante nel Consiglio Comunale di Cassino tra le fila della maggioranza. L’organizzazione della festa Provinciale della FdS a Cassino, e il successo ottenuto con la partecipazione di tantissimi cittadini a questo evento nella penultima settimana di settembre, avevano aggiunto un altro importante tassello di presenza forte e viva dei compagni di tutto il cassinate che sono tutt’altro che marginali in un’area di crisi particolarmente profonda, con realtà industriali intrecciate fortemente col tessuto sociale ed economico. In questi luoghi il compagno Antonio Capaldi era fondamentale, perché capace di studiare i fenomeni che determinavano tutte le attività di gestione del potere economico e politico e agire per creare i giusti spazi di conflitto e di lotta. Con la sua scomparsa abbiamo perso non solo un bravo compagno, ma anche un pezzo della nostra storia nella nostra provincia. Addio Antonio!!


La Segreteria Provinciale del Partito

della Rifondazione Comunista di Frosinone


Con Antonio se ne va un militante comunista puro, un uomo di pensiero e di lavoro, capace di interrogare la teoria rivoluzionaria come di affrontare le campagne organizzative ed elettorali, i problemi del bilancio, le urgenze di ogni tipo. Mente libera, attento ai dettagli ed alle contraddizioni del dire e dell'agire, sincero fino al rischio dell'antipatia con chi limpido come lui non era.

Quante volte ci siamo trovati "contro", quante discussioni senza fine... Mai in malafede, mai per un interesse che non fosse quello per la bandiera!
E quante volte, invece, si era d'accordo, e non c'era bisogno di troppi se e troppi ma...
I lunghi confronti telefonici su questioni ideologiche o organizzative, i congressi con i loro strascichi di veleni e sospetti, ma con Antonio non ti potevi nemmeno arrabbiare, perché era pulito, e lo sapevi. Ci si consigliava, ti aiutava a chiarire le idee, ci si scambiavano opinioni, punti di vista, ogni volta come se avessimo reciprocamente scoperto la chiave di tutto. E invece poi si ripartiva, in quel viaggio infinito che è la coscienza critica.
Militanti, e quindi mai a riposo, sempre il dovere davanti, sempre l'urgenza di qualche battaglia "finale", che finale non è mai.
Vederlo così, muto e immobile ma non del suo silenzio riflessivo, immobile senza speranza di uno scatto, di un gesto magari irato, ma politicamente pesato e moralmente ineccepibile, vederlo senza vita è stato un colpo duro, spiazzante. Sapevamo bene del male che lo corrodeva ormai da tempo, ma la definitiva parola della morte toglie ogni volontaria illusione.
Senza mai chiedere compensi di nessun tipo, senza sentirsi indispensabile ma senza far mai mancare il suo contributo, così è stata la vita nobile di questo intellettuale contadino, legato alla sua terra ed alla sua bandiera. Un mese priam di morire mi ha chiamato per dirmi della festa che stava organizzando con i suoi compagni, invitandomi a partecipare, a vederci come tante volte.
I suoi ultimi giorni di sofferenza non lo hanno consentito. Spero sia l'unico debito che ho con Antonio Capaldi, compagno fraterno e spirito libero.
Giovanni Morsillo



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