Ci sono buone probabilità che il governo Berlusconi non veda il 2012 ,ma è CERTO che la macelleria sociale verrà effettuata da un così detto governo tecnico o di larghe intese che dir si voglia perchè ovviamente nessuno vorrà metterci direttamente la faccia su uno dei maggiori scempi dei diritti dei cittadini mai effettuato dal dopoguerra ad oggi i nomi dei nostri ASSASSINI li conosciamo in anticipo saranno TUTTE quelle forze politiche ,sindacali e sociali che non diranno chiaramente NO alla prepotenza della BCE della finanza internazionale. Una mobilitazione come questa li farà venire allo scoperto la politica del NI' è la maggiore responsabile del disastro attuale.
ALLORA POCHE DOMANDE CHIARE E NETTE CHE RICHIEDONO COME RISPOSTA SI o NO lasciare spazio di discussione a questi mestieranti della parola eleva il loro NULLA PAROLAIO a discussione politica..
NOI CITTADINI ITALIANI :
1) NON vogliamo pagare il debito delle banche e della finanza , che se lo paghino loro
2) NON vogliamo l'innalzamento dell'età pensionabile, anche perchè per fare cassa tutti i lavoratori dovranno proseguire la loro attività fino allo sfinimento,la panzana che verranno esclusi i lavori usuranti si scontra con la matematica, le esclusioni sarebbero troppe quindi vanificherebbero la possibilità di fare CASSA
3) NON è possibile ridurre ulteriormente i diritti dei lavoratori e la legge 30 và abolita senza se e senza ma, chi non ne chiede l'abolizione è a favore del precariato.
4) Stop a tutte le spese militari per le missioni all'estero o per l'acquisto di ulteriori armamenti
5) NESSUN FINANZIAMENTO alle scuole private ! E' criminogeno finanziare scuole private quando si riduce il gettito economico verso le scuole pubbliche..di fatto si finanziano le famiglie "benestanti" che vogliono mandare i loro pargoli in istituti privati , questa è una delle azioni più rivoltanti perchè ha come unico obbiettivo ingraziarsi le alte sfere ecclesiastiche che hanno interessi economici nel settore scolastico privato.
6 )STOP a Tutte le grandi opere , le popolazioni locali devono essere consultate e approvarne l'attuazione ,e comunque va data la precedenza alla ristrutturazione dell'esistente
7) NO alle privatizzazioni dei pubblici servizi, il referendum sull'acqua lo ha detto chiaramente che la volontà popolare è per un ritorno del pubblico, si porti un solo esempio dove le privatizzazioni NON hanno portato ad aumenti delle tariffe ed a un peggioramento dei servizi, ne basta UNO...non ve ne sono mentre possiamo portare centinaia di casi dove dimostriamo che le ex municipalizzate/statali sono parcheggi di trombati e riciclati della politica dei BANCOMAT per i partiti e gli amici degli amici...
8) NO ALLA VENDITA del patrimonio immobiliare ai privati !
Anche questa è la solita mossa per arricchire i palazzinari/immobiliari/af faristi amici, è come SVENDERE gli ori di famiglia nell'arco di poco tempo ti ritrovi senza SOLDI e senza GIOIELLI il patrimonio pubblico immobiliare và destinato ad uso pubblico e all' EDILIZIA POPOLARE che in tempo di crisi e di disoccupazione sarebbe un OTTIMO ammortizzatore sociale.
QUESTO SEMBRA IL LIBRO DEI SOGNI ? può darsi ma 20 anni di politica, . anche delle forze fintamente di sinistra,che consisteva nel contenimento della riduzione dei diritti dei cittadini ci ha portato al disastro attuale CREDIAMO QUESTO SIA IL MOMENTO DI PRETENDERE NON DI PIETIRE
CHIUNQUE SI CANDIDA A GUIDA POLITICA DEL PAESE DEVE ESSERE CHIAMATO A RISPONDERE A QUESTE ESIGENZE.
quì sotto un documento politico molto interessante e su cui riflettere ;
E SE IL REFERENDUM SUL DEBITO LO FACESSIMO ANCHE NOI ?
E' la proposta avanzata dal Comitato "No Debito" del 1 ottobre. "Gli strumenti ci sono, è già avvenuto sull'Europa nel 1989" dice Giorgio Cremaschi. E si pensa a lanciare un vero e proprio referendum autogestito
Mentre la Grecia fa marcia indietro sull’ipotesi del referendum popolare, c’è chi in Italia chiede che un referendum si svolga anche nel nostro paese. Obiettivo: la lettera di Trichet e Draghi al governo italiano cioè le misure economiche che la Banca centrale chiede siano applicate dall’Italia. Gli strumenti ci sono, assicura il “Comitato No Debito”, il coordinamento di varie forze sindacali, sociali, politiche, ambientaliste che si è formato lo scorso 1 ottobre in una grande assemblea al teatro Ambra Jovinelli di Roma. A presentare la proposta in conferenza stampa è stato Giorgio Cremaschi, presidente del Comitato centrale della Fiom affiancato dai diversi rappresentanti del Comitato: Usb, Forum ambientalista, sinistra Cgil, Rete Viola, Rifondazione comunista, Sinistra Critica, Pcl, Rete del comunisti, Alternativa di Giulietto Chiesa e altri ancora. “Non siamo euroscettici, diciamo no ai vincoli europei e diciamo no al debito. E chiediamo di poter decidere con un vero e proprio referendum” spiega Cremaschi che punta il dito contro i vertici dell’Unione europea a cominciare dal presidente della Banca centrale europea,
Mario Draghi. “Questa Europa è ormai alternativa alla democrazia, la piega e la fa soccombere” viene ripetuto in diversi interventi a poche ore dalla decisione della Grecia di fare marcia indietro sul referendum.“E invece noi, aggiunge Cremaschi, un referendum lo chiediamo anche per quanto riguarda l’Italia”. Come? A spiegarne le modalità è Franco Russo che da anni segue le tematiche giuridiche e costituzionali con l’occhio rivolto ai movimenti socali, “Istituzionalmente, dice, la cosa è perfettamente fattibile perché non si voterebbe sui Trattati, cosa vietata dall’articolo 75 della Costituzione, ma sulle politiche dettate dall’Unione”. Russo spiega che la lettera di Trichet e Draghi del 4 agosto non è altro che la riproposizione delle linee guida stabilite dall’Ecofin a giugno. Quelle direttive sono diventate legge europea il 21 giugno e dunque è su quello che occorrebbe pronunciarsi. “Si tratterebbe dunque di un referendum di indirizzo, cioè consultivo e basterebbe, come già avvenuto una volta nel 1989, che il Parlamento varasse una legge costituzionale per permettere una consultazione popolare”. Sulla scheda andrebbe scritto: “Siete favorevoli ai piani di salvataggio stabiliti dall’Unione europea?”.
Il Comitato No Debito lancerà una petizione formale al Parlamento, sulla quale saranno raccolte le adesioni più ampie, per chiedere questa iniziativa. Senza, ovviamente, farsi illusioni In subordine, è la proposta lanciata ieri, c’è l’ipotesi di un vero e proprio referendum “autogestito”. “Proveremo a organizzare centinaia e centinaia di urne per permettere un voto popolare che pesi sull’attuale fase politica”.
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