mercoledì 28 dicembre 2011

Il primo consiglio comunale dopo il Big Bang

Luciano Granieri


Frosinone. Mercoledì 28 dicembre, ore 18,00.   Si riunisce in seconda seduta, il primo consiglio comunale “DOPO CRISTO” ossia dopo la bufera giudiziaria abbattutasi sull’amministrazione Marini. La curiosità è molta perché, anche se all’ordine del giorno c’è la votazione della delibera sulla costituzione della  nuova società che andrà ad assorbire parte degli addetti  in quota al comune di Frosinone che lavoravano presso la Multiservizi, lasciata andare in malora, e l’approvazione di piccoli  aggiustamenti di bilancio,  si vuole vedere le reazioni di consiglieri, assessori, sindaco e affini sull’”affaire” Lacava e Gallon. Il tutto viene affidato ad un qustion  time richiesto dai banchi dell’opposizione sui cicloni  “occhi vigile” e urbanistica.  Purtroppo le aspettative di una grande discussione e di rivelazioni eclatanti lasciano il posto ad uno squallido e prevedibile gioco della parti. Si comincia con il  presidente del consiglio comunale, dott. Norberto Venturi, che snocciola l’ordine del giorno. Al primo punto la nomina dei nuovi consiglieri che andranno a sostituire i dimissionari Gianfranco Pizzutelli e Paolo Lacava vittime sacrificali di “quer pasticciaccio brutto de P.zza VI dicembre”. Sono  rispettivamente, Giuseppe Scaccia per Pizzutelli e Nicoletta Lombardi per Lacava.  Subito si verifica  il primo intoppo. Il sindaco Michele Marini, ancora prima, che si dia inizio ai lavori e anticipando la bufera che incombe dai banchi dell’opposizione,  prende la parola per dire la sua sulla questione. E’ tutta una sequela di luoghi comuni. “Siamo tutti rattristati e addolorati per l’accaduto, ma esiste la presunzione di innocenza, abbiamo piena fiducia nei magistrati, e comunque Majora Premunt (azzo che cultura)  per cui andiamo avanti con fiducia, che la giunta continui a governare. In  fondo cosa  è successo?  Nulla a parte un consigliere colto da infide telecamere mentre intasca  l’anticipo di una mazzetta e un altro consigliere, insieme con un funzionario, scelto direttamente dal sindaco, indagato per corruzione, non c’è nulla di che preoccuparsi nonostante le deleghe assessorili siano divenuti peggio dei titoli subprime, cioè spazzatura,  e non le vuole più nessuno. Il consigliere di minoranza Fabio Tagliaferri già bello carico, si scaglia imbufalito contro il sindaco urlando che il suo intervento non vale una cippa in quanto proferito quando ancora i nuovi consiglieri non erano stari nominati,  quindii rivolto ad un’assise non formalizzata.  Si accende la bagarre il presidente Venturi sbraita minacciando l’espulsione di Tagliaferri, il consigliere Smania inveisce contro Tagliaferri  manco fosse al congresso del circolo di Rifondazione di Frosinone Carlo Giuliani.  Ritorna la calma anche perché ci si rende conto che gli astanti soprattutto i lavoratori  della Multiservizi,  loro si alle prese con i problemi veri, sono in preda alla nausea più totale .  Si ratifica la nomina dei due nuovi consiglieri ai quali viene concesso un intervento di saluto. Scaccia preferisce non intervenire in un atmosfera incandescente,  Nicoletta Lombardi non riesce neanche a leggere le quattro parole messe in croce che qualcuno gli ha scritto su un foglietto. Inizia il question time. Il consigliere Pdl Magliocchetti  chiede notizie  su  come e a chi verranno riaffibbiate le deleghe assessorili, chiede lumi sul terremoto politico che sta attraversando la maggioranza. Gli viene risposto che il consiglio comunale non è il luogo dove i partiti che appoggiano Marini devono discutere del proprio destino.  Tradotto in Italiano  “Che  ne vuoi sapere tu che  sei della minoranza? Sono cazzi nostri”.  Il consigliere Tagliaferri  rifatto il pieno di adrenalina  ricomincia a caricare a testa bassa: chi governa Frosinone?  Non ci sono più gli assessori,  non ci sono più i consiglieri, si sono dimesse pure le donne delle pulizie  e lo sciacquone del cesso della sala consiliare non funziona, IL COMUNE E’ ALLA PARILISI. Viene facile rispondere che anche la Provincia governata dal partito di Tagliaferri è alla paralisi pur non essendoci alcun dimissionario. Ma qui siamo in Comune e comunque ci penserà il consigliere Quaresima a ricordare a Tagliaferri l’”iperattività” del consiglio provinciale. Il sindaco forte di una calma montiana risponde con  un berlusconiano “ghe pensi mi”. Piacentini sempre dai banchi dell’opposizione riporta la calma e fa un intervento tutto basato sul “noi però vi avevamo avvertito  e ve l‘aveva detto anche un vostro consigliere attraverso un’informativa del marzo 2010, che la pratica della lottizzazione di via Mastruccia era impicciata ma voi niente”. Gualdini transfuga Pd approdato a Sel timidamente si permette di rilevare che il suo piccolo, ma che dico piccolo, minuscolo movimento ritiene che le azioni poste in essere dal comune per lavare i panni non siano sufficienti neanche ad un prelavaggio. Quindi irrompe il consigliere di maggioranza Pierluigi Quaresima, il quale sbraca  affermando che in fin dei conti qualche sbaglio in buona fede si può fare, infatti Lacava mica lo sapeva perché gli stavano mettendo in mano una mazzetta di 25mila euro, credeva fosse un funzionario dello stato che gli  stesse consegnando la vincita del gratta e vinci. Poi Quaresima si riprende e dice due cose sensate. La prima”Sulla questione morale si giocano le fortune elettorali del centro sinistra” la seconda rivolto ai banchi dell’opposizione “se continuiamo così la genti non vota più né voi né noi”.  Ecco su questo secondo punto inviterei a riflettere i cittadini. Forse è veramente giunto il momento di andare oltre la semplice scelta  fra centro destra e centrosinistra, non è più sufficiente scegliere fra questo  o quel candidato,  fra questo o quel programma, non è più il tempo delle scelte fra proposte preconfezionate da burocrati  che tutto hanno a cuore tranne che il benessere dei cittadini. E’ tempo di  proporre noi cittadini un programma di governo è tempo di decidere  noi cittadini come dovranno essere gli scenari futuri. Sono passate le 20,00 nauseato vado via. I lavoratori della Multiservizi sono ancora li per conoscere il proprio destino.





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