lunedì 30 gennaio 2012

Il Re è nudo

Luciano Granieri


Finalmente uno sciopero  e una manifestazione vera. Finita l’ebbrezza anestetizzante per la  caduta del sovrano e del suo popolo, realizzato invece  che il popolo sovrano è stato espropriato della legittimità democratica di scegliere il proprio destino, il re si è improvvisamente mostrato NUDO.  La solerzia e la crudeltà con cui il manovale della Goldman Sachs (chiediamo scusa ai manovali per l’irriverente paragone) e i suoi sottoposti stanno  applicando i dettami della troika Ue-Bce-Fmi  hanno  rapidamente riportato con i piedi per terra tutti coloro i quali credevano che la sobrietà, l’algido e rigoroso tecnicismo potessero risolvere tutti i problemi causati da un quindicennio di esproprio padronale agevolato da suggestioni e imbrogli mediatici. Una volta ritornati con i piedi per terra ci si è svegliati sbigottiti e abbiamo capito che il governo diretto del potere finanziario ha spazzato via ogni rendita di posizione di movimenti e sindacati conniventi con il vecchio potere politico. I sindacati di regime si sono trovati in difficoltà venendo meno la loro funzione di regolatori sociali, esautorati in questo compito dall’ineludibilità  mai contestata di una guida diretta del  capitalismo finanziario. Dunque si  sono dovuti ricompattare ed organizzare ma ormai non sono più adusi, dopo le concessioni al padronato, vedi accordo del 28 giugno, a  proporre un terreno di lotta credibile. Al contrario chi aveva immediatamente capito che la presa del potere da parete delle èlite bancarie, sia in Grecia che in Italia , avrebbe definitivamente sepolto   gli ultimi brandelli di stato sociale rimasto, insieme con la dignità del lavoro e dei lavoratori, si è ribellato da subito, avvertendo che Berlusconi era un problema secondario e il peggio stava arrivando. Il peggio è arrivato e sta travolgendo tutto. La peggiore feccia del capitalismo si sta impossessando dei beni comuni, nonostante la volontà popolare. Il capitalismo finanziario sta gettando sul lastrico  non solo il proletariato, ma anche la piccola borghesia  che non è abituata a opporsi secondo una lotta condivisa, ma si scaglia in ordine sparso secondo logiche corporativistiche che nulla possono contro il potere granitico che oggi ci opprime. E’ comunque fondamentale  aggregare quante più realtà possibili  e organizzarle per non farsi sopraffare  . Era  inevitabile che i primi passi di una lotta organizzata che si preannuncia aspra partissero dai sindacati di base, dai movimenti. Il primo atto si è compiuto. Una aggregazione variegata composta fra gli  altri, dai sindacati di base, dai movimenti per l’acqua, dai No tav, è scesa in piazza per ribadire ancora una volta  che non è tollerabile sottostare alla dittatura degli organismi finanziari internazionali. Devono essere i cittadini a scegliere il modello di società in cui vogliono vivere. Le nostre condizioni di vita non devono essere scritte in una lettera cortesemente inviataci dalla Bce. E soprattutto la crisi provocata dalla speculazione finanziaria deve essere pagata da quegli stessi attori che l’hanno determinata.




Foto: Eugenio Oi
Musica: Tetes de Bois
Brano : Andare Camminare Lavorare
Editing: Luc Girello

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