Finalmente uno sciopero e una manifestazione vera. Finita l’ebbrezza anestetizzante per la caduta del sovrano e del suo popolo, realizzato invece che il popolo sovrano è stato espropriato della legittimità democratica di scegliere il proprio destino, il re si è improvvisamente mostrato NUDO. La solerzia e la crudeltà con cui il manovale della Goldman Sachs (chiediamo scusa ai manovali per l’irriverente paragone) e i suoi sottoposti stanno applicando i dettami della troika Ue-Bce-Fmi hanno rapidamente riportato con i piedi per terra tutti coloro i quali credevano che la sobrietà, l’algido e rigoroso tecnicismo potessero risolvere tutti i problemi causati da un quindicennio di esproprio padronale agevolato da suggestioni e imbrogli mediatici. Una volta ritornati con i piedi per terra ci si è svegliati sbigottiti e abbiamo capito che il governo diretto del potere finanziario ha spazzato via ogni rendita di posizione di movimenti e sindacati conniventi con il vecchio potere politico. I sindacati di regime si sono trovati in difficoltà venendo meno la loro funzione di regolatori sociali, esautorati in questo compito dall’ineludibilità mai contestata di una guida diretta del capitalismo finanziario. Dunque si sono dovuti ricompattare ed organizzare ma ormai non sono più adusi, dopo le concessioni al padronato, vedi accordo del 28 giugno, a proporre un terreno di lotta credibile. Al contrario chi aveva immediatamente capito che la presa del potere da parete delle èlite bancarie, sia in Grecia che in Italia , avrebbe definitivamente sepolto gli ultimi brandelli di stato sociale rimasto, insieme con la dignità del lavoro e dei lavoratori, si è ribellato da subito, avvertendo che Berlusconi era un problema secondario e il peggio stava arrivando. Il peggio è arrivato e sta travolgendo tutto. La peggiore feccia del capitalismo si sta impossessando dei beni comuni, nonostante la volontà popolare. Il capitalismo finanziario sta gettando sul lastrico non solo il proletariato, ma anche la piccola borghesia che non è abituata a opporsi secondo una lotta condivisa, ma si scaglia in ordine sparso secondo logiche corporativistiche che nulla possono contro il potere granitico che oggi ci opprime. E’ comunque fondamentale aggregare quante più realtà possibili e organizzarle per non farsi sopraffare . Era inevitabile che i primi passi di una lotta organizzata che si preannuncia aspra partissero dai sindacati di base, dai movimenti. Il primo atto si è compiuto. Una aggregazione variegata composta fra gli altri, dai sindacati di base, dai movimenti per l’acqua, dai No tav, è scesa in piazza per ribadire ancora una volta che non è tollerabile sottostare alla dittatura degli organismi finanziari internazionali. Devono essere i cittadini a scegliere il modello di società in cui vogliono vivere. Le nostre condizioni di vita non devono essere scritte in una lettera cortesemente inviataci dalla Bce. E soprattutto la crisi provocata dalla speculazione finanziaria deve essere pagata da quegli stessi attori che l’hanno determinata.
Foto: Eugenio Oi
Musica: Tetes de Bois
Brano : Andare Camminare Lavorare
Editing: Luc Girello
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