a cura di Luciano Granieri
Il post che segue è sintomatico delle conseguenze nefaste che il patto di stabilità ha sulla vita di cittadini, lavoratori e imprese. Il comune di Monza non può pagare una ditta che nel 2009 aveva effettuato lavori in città perchè, sostiene l'amministrazione, per non sforare i limiti di spesa imposti dal patto di stabilità, è impossibilitata a saldare l'impresa creditrice . Questa scellerata norma impedisce ai sindaci di investire soldi per il miglioramento di beni e servizi a favore della collettività e può costituire una scusa che consenta agli stessi sindaci di giustificare un mancato investimento . In ogni caso, questa è una norma di INCIVILTA'. Da un lato si tagliano i fondi per gli enti locali, dall'altro si costringono i sindaci a non poter spendere per il bene dei propri cittadini. Ritengo che la possibilità di creare una rete con altri comuni ed aprire con essi una vertenza contro il patto di stabilità, debba costituire uno dei primo punti programmatici di chi, in vista delle prossime elezioni amministrative, volesse candidarsi a divenire sindaco. E' un dovere di civiltà che, partendo dalle realtà locali può, estendersi a tutto il paese. E potrebbe costituire un primo chiaro esempio di come la politica vera possa essere praticata nelle singole città. Dopo lo scippo di democrazia operato dai potentati finanziari i quali, con il beneplacito del Capo dello Stato, sono riusciti a organizzare un governo di tecnocrati non eletti e catapultarlo alla guida del Paese per curare i propri interessi, l'unica possibilità dei cittadini per riacquisire un minimo di agibilità politica è quella di partecipare ai processi decisionali del governo della propria città. Questa situazione, indubbiamente, assegnerà ai sindaci la grande responsabilità, oltre che di governare la città, di riavviare un processo di partecipazione politica popolare azzerato dalla voracità della finanza e delle banche d'affari.
Luciano Granieri.
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Dal quotidiano "il giorno" articolo di Sonia Ronconi
Desio, 3 marzo 2012 — «Il Comune di Monza non paga. L’ufficio ragioneria ha avuto disposizione di nonliquidare nessuna fattura per via del patto di stabilità. Questa è stata la risposta dopo la milionesima telefonata e dopo l’ultimatum dell’avvocato e le minacce di intraprendere vie legali per la citazione in giudizio per danni economici, danni di immagine, danni morali».
E’ l’amaro sfogo dell’imprenditore Rosario Britti, che da un ventennio ha un‘impresa di costruzioni edili e si ritrova sull’orlo del fallimento perché nessuno paga i debiti. «Quello che più amareggia, è che in troppi siamo coinvolti in questa drammatica situazione e lo stupore è che è proprio un Comune come Monza a metterci in ginocchio. Abbiamo vinto una gara d’appalto su diretto invito per lavori nelle case comunali di Via Nievo al 5 e rifacimento recinzione esterna parcheggio case comunali di via Bramante da Urbino al 37 con un totale dispesa di 72.365,08 euro iva compresa. Ebbene: noi abbiamo pagato gli operai, le tasse, gli F24, i fornitori, ecc… ed ora veniamo a sapere che il Comune, ad oggi, sta ancora ultimando i pagamenti delle fatture dell’anno 2009».
Rosario Britti mostra il contratto d’appalto dove vi è scritto che i pagamenti saranno effettuati mediante emissione di mandati a centoventi giorni dalla data di ricevimento delle fatture.
«Io dico ‘vergogna!’; avete il coraggio di invitare imprese a gare d’appalto sapendo benissimo che poi non rispetterete le modalità di pagamento; ma dei vostri problemi con il patto di stabilità (seppur unicamente problemi vostri e non certo imputabili all’appaltatore) non viene menzionato niente nelle gare d’appalto. Tutto ciò viene volutamente tenuto nascosto a chi partecipa alle gare – affonda la lama l’imprenditore brianzolo -. Non rispettate la trasparenza e siete sleali. Se un qualsiasi appaltatore dovesse non rispettare anche un solo articolo di contratto, si incorre subito in penali, more o addirittura risoluzione del contratto con incameramento immediato da parte della polizza fideiussoria e, magari, anche revoca della certificazione SOA. Ma voi no. Ritardate i pagamenti come volete continuando a prendere in giro i creditori che hanno eseguito e terminato a regola d’arte i lavori per vostro conto. Perché di questo ormai si tratta: una vera e proprio presa in giro. Non siamo la vostra banca! Ma è quello che ci state facendo fare da tempo mettendoci veramente in grossissime difficoltà economiche».
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