Berlusconi non va a Porta a Porta. Alfano non va da Monti. Ufficialmente: Berlusconi per non danneggiare l'immagine di Alfano, Alfano per non parlare di giustizia e RAI (danneggiando così gli interessi di Berlusconi). In pratica, il partito finora di maggioranza relativa rifiuta di partecipare ad una discussione di vertice politico dell'area di governo dimostrando l'inconciliabilità dei suoi disegni con una gestione opportuna del servizio pubblico televisivo e con un'idea democratica dell'amministrazione della giustizia, sebbene assai " di compromesso". Questo per noi non è una novità, pertanto non ci scandalizziamo come pur giustamente fa il segretario del PD Bersani, e preferiamo concentrarci sull'altra vicenda, quella più importante sotto il profilo istituzionale vista la sede, ossia il forfait di Berlusconi dal Bar Sport di Bruno Vespa. Non ci preoccupa tanto la sequela di scempiaggini da cui (si parla per esperienza vissuta, ovviamente) ci aspettavamo di essere inondati, di quella facciamo a meno con molta grazia sia noi che il nostro fegato. Ci angoscia invece la tranquillità con cui viene accolta la motivazione, che se ha qualcosa di straordinario è il livello della sua banalità: ma come, il padrone assoluto del partito su misura ci viene a raccontare che non ci va per non far sfigurare Alfano, che essendo segretario di nomina regia non deve sembrare essere esautorato dall'Imperatore in persona? E quando mai un funzionario si è sentito scavalcato dal padrone? In altre occasioni abbiamo apprezzato il comportamento dell'On. Alfano, che non ha mai perso occasione per ribadire, direttamente o velatamente, che il suo ossequio verso il Visir era assoluto e riconoscente; oggi proprio il padrone del serraglio di Arcore viene a dirci che non vuole danneggiarne l'immagine confrontandosi con Bersani eludendo il protocollo? E rincara pure la dose dicendo che "tutto il partito" gli ha chiesto di non andare! E da quando in qua Berlusconi non diciamo prende ordini, ma ascolta qualcuno? I suoi dipendenti-elettori, poi?
Qualche gonzo potrebbe credere che si tratti di una piccola scusa per non affrontare Bersani, ma anche questa ipotesi è del tutto insostenibile, viste le condizioni cagionevoli del convalescente da febbre primaria. Le ragioni probabilmente stanno altrove, e quando saranno svelate avremo processioni di politologi e giornalettisti che ci spiegheranno il perché e il come tutto avvenne. Per ora, noi che siamo notoriamente maligni e prevenuti, ci limitiamo a pensare che la resa dei conti interna, i problemi del Pirellone, l'avvicinarsi delle prossime elezioni siano ragioni più plausibili per questa serrata. Da un po' di tempo, i capi del PdL non rispondono nemmeno alle domande di Ballantini travestito da Maroni o di Fabrizio nei panni del Vespone, figurarsi se si sbottonano in luoghi così istituzionali e compromettenti (non tanto il vertice da Monti quanto Porta a Porta).
L'unico luogo dove il buon Angelino è andato è stato da Fabio Fazio a "Che tempo che fa", e ci è andato pure senza giacca e cravatta a dimostrazioen di quanto fosse a suo agio in un luogo in cui nessuno gli avrebbe chiesto conto delle malefatte del suo partito. Fazio, dimostrando tutta la sua educazione e confermandosi galante servitore del potere, non ha tradito la sua fiducia, surclassando così perfino Bruno Vespa e affiancando Emilio Fede nella graduatoria degli intervistatori più graditi al Sultano nano.
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