martedì 10 aprile 2012

zerotremilacento, cinque anni di riqualificazione sociale e culturale

Luciano Granieri




 Leggendo il volumetto “zerotremilacento, arte pubblica relazionale, 5 anni di azioni/relazioni nel territorio di Frosinone”, mi sono reso conto di quanto il gruppo zerotremilacento in questi cinque anni di attività sia stato importante per la nostra città.  Il volume corredato da un’ampia documentazione fotografica, è insieme una testimonianza e un bilancio delle significative e benefiche  impronte lasciate dal gruppo nel tessuto sociale cittadino e provinciale.   Il progetto zerotremilacento è nato in un  mattino d’estate  del 2005, quando alcune persone animate da amore per l’arte,  per l’aggregazione  sociale  e per la propria città hanno voluto realizzare il desiderio -cito testualmente-  “ Di mettere su un groppo per fare arte. Non un gruppo di artisti ma di cittadini tra i quali possono esserci anche artisti, un gruppo interdisciplinare che produce arte per sé e per il territorio in cui vive. Un’arte non per i luoghi deputati ma per lo spazio pubblico, in cui essi vivono.”  Una sperimentazione degli enunciati di Beuys, secondo il quale  “ l’Arte è dappertutto ed è per tutti, ogni uomo è un artista”. Una sperimentazione espressiva per cui la creatività una volta tanto non emana dagli artisti verso il corpo sociale, o nel corpo sociale, ma emana dal corpo sociale verso l’arte. Determinati gli obbiettivi, il gruppo ha iniziato ad organizzarsi e ad operare cercando di coinvolgere le scuole, l’Accademia di Belle Arti, il Conservatorio e le istituzioni locali. Leggendo il volume,  apprezzando la genialità dei progetti e guardando le foto si è certi che zerotremilacento è andato ben oltre il traguardo di fare arte pubblica a Frosinone. Il gruppo ha avuto il grande merito di rendere visibile l’invisibile. Pianificare un grande progetto di riqualificazione urbanistica attraverso l’arte. Un “Non luogo”  come il fiume Cosa, un corso d’acqua  che le giovani generazioni hanno sempre percepito come una fogna a cielo aperto, senza sapere che un tempo era un fiume rigoglioso e suggestivo, è stata la prima area sensibile individuata . Le preformarne artistiche, le installazioni, gli  eventi nati lungo le sponde del fiume hanno contraddistinto tutta l’attività di zerotremilacento. La manifestazione “Da cosa nasce Cosa” si è svolta per ben sei  edizioni e ha restituito alla cittadinanza, che ha anche partecipato alle installazioni artistiche,  la consapevolezza di avere un fiume nella propria città che può unire percorrendo le sue sponde  bonificate  quartieri lontani fra di loro divisi da un’urbanistica folle . Addirittura il comune di Frosinone, sulla spinta di questi eventi, ha rispolverato il progetto del parco del Fiume Cosa, progetto ora insabbiatosi  un’altra volta . Altri “Non luoghi” presenti a Frosinone sono stati scelti  come aeree sensibili all’arte e alla creatività.  Sono quei brandelli di terra  presenti fra un pezzo di megalopoli  fantasma e  l’altra propri di una città  sviluppatasi attraverso modalità disordinate ad esclusivo uso e consumo della speculazione finanziaria e fondiaria. Terre incolte fra un palazzo e l’altro, pratoni sporchi  che   feriscono  la collina  che divide Frosinone alta da quella bassa  sono diventati, grazie ad Antonio Limonciello, coordinatore del gruppo, degli Orti  d’Arte con l’operazione “Destinazione d’uso” in questi spazi  si sono coltivate piante e fiori proprie della terra ciociara. Un esempio su tutti sono i terrazzi di Colle San Pietro quelli che dal Liceo Classico Turriziani scendono verso Colle San Pietro. Alcune piante derivate da queste coltivazioni hanno costituito materia per la creazione di opere d’arte esposte presso la Villa Comunale nella mostra “Arte e Orto”.  Inoltre l’organizzazione di installazioni, concerti, reading poetici , grazie all’opera di zertoremilacento, ha  ridato dignità culturale al centro storico. Purtroppo  qui l’operazione non è riuscita del tutto, perché, per colpa dell’ottusità di alcuni commercianti e della poca collaborazione del comune,   non si sono  potute chiudere al traffico le piazzette e gli angoli suggestivi dove si sono tenute le performance artistiche  rovinate dal  rumore cacofonico dei motorini smarmittati. Anche sulla questione delle Terme Romane zerotremilacento ha detto la sua, creando opere d’arte nelle aeree sotto le quali probabilmente è sepolto un reperto archeologico, marcando così lo scempio che di questo importante insediamento si è fatto .  Ma scorrendo ancora le pagine del volume ci si accorge che zerotremilacento si è occupato di riqualificare anche la convivenza sociale, cercando di ripristinare la trasmissione orale dei saperi. Ovvero quell’antico, atavico  ed efficacissimo sistema per cui la cultura si trasmette da padre in figlio, da anziano a giovane. Oggi purtroppo questa modalità  è devastata dalla televisione da internet, da sistemi che impediscono la trasmissione della cultura attraverso la relazione fra giovani e anziani, processo ostacolato  anche dalla scomparsa di luoghi comuni intergenerazionali. I centri per anziani, i parchi giochi per bambini, i luoghi di aggregazioni per i giovani, sono strutture specifiche  che tendono a dividere le generazioni, a creare incomunicabilità fra loro. Ebbene zerotremilacento si è inventata La gita in circolare . La circolare IE il mezzo pubblico cittadino su cui sono saliti alcuni anziani che raccontavano ai passeggeri del bus aneddoti, storie antiche di quei quartieri che la circolare stava attraversando. Ed infine a zerotremilacento si deve il merito di aver cercato di unire le varie ritualità delle comunità stranieri in un'unica e condivisa ritualità collettiva organizzando incontri e momenti di creazione artistica comune fra  gli immigrati di diversa etnia. Insomma  fra la lettura del libro e i ricordi dei vari momenti a cui ho assistito e documentato su Aut.,  mi sono reso conto che zerotremilacento non è solo ricerca e promozione di Arte Pubblica, ma è un gruppo capace di restituire dignità a luoghi e persone  cui l’indifferenza e lo sfruttamento di una società capitalista pervasa dalla fame del profitto ad ogni costo  aveva tolto.





2 commenti:

  1. posso solo una piccola notarella......una delle scuole più attive con 03100 è il liceo artistico.......

    Fausta Dumano.

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    1. Confermo, anzi aggiungo che col Conservatorio e l'Accademia abbiamo dovuto lavorare tanto per coinvolgerli e appena ci siamo fermati loro si sono ritirati nelle mura delle loro istituzioni . Col Liceo Artistico assistiamo a un loro agire autonomo e propositivo in un flusso continuo che dura ormai da tre anni.
      Ringrazio Luciano Granieri per l'articolata presentazione della nostra pubblicazione. Non ho potuto fare a meno di notare alcune inesattezze che tuttavia non cambiano la sostanza della recensione.
      Antonio Limonciello

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