sabato 5 maggio 2012

Caro Monti, facciamo due conti

http://www.sbilanciamoci.info/


Il presidente del Consiglio ha invitato gli italiani a segnalare gli sprechi da eliminare. La campagna Sbilanciamoci! ogni anno pubblica una “controfinanziaria” con proposte per evitare gli sprechi e usare la spesa pubblica per i diritti, la pace e l’ambiente. Ecco qualche consiglio a Monti

Legalità e giustizia fiscale:

Tassa patrimoniale.
 In questa crisi i ricchi non stanno pagando alcun prezzo, e il peso della crisi ricade interamente sulle fasce più povere della popolazione. Proponiamo perciò una tassa patrimoniale del 5 per 1000 sui patrimoni oltre i 500mila euro, con alcune correzioni di carattere progressivo (possibile grazie alla registrazione dei beni sulla dichiarazione dei redditi) sul prelievo. In questo modo potrebbero entrare nelle casse dell’erario una somma intorno ai 10 miliardi e 500 milioni di euro.

Progressività.
Il nostro sistema fiscale ha perso in questi anni un carattere di vera progressività. Non si tratta solo di raccogliere più risorse, quanto di dare un maggiore senso di giustizia fiscale. Per questo Sbilanciamoci! propone l’aliquota del 45% per i redditi al di sopra dei 70.000 euro e al 49% l’aliquota oltre i 200.000 euro. Si potrebbero recuperare così 1 miliardo e 200 milioni che sarebbero soprattutto (per il 77%) a carico dei contribuenti al di sopra dei 200.000 euro annui.

Rendite.
Oggi gli interessi sui depositi bancari vengono tassati al 27%, mentre gli interessi sulle obbligazioni, le plusvalenze e i rendimenti delle gestioni individuali e collettive subiscono un prelievo di appena il 12,5%. L’unificazione delle rendite finanziarie ha rappresentato per anni una delle priorità di politica fiscale promossa da Sbilanciamoci! e rappresenterebbe un importante risultato per la giustizia fiscale nel nostro paese. È possibile portare la tassazione di tutte le rendite al 23%, una soglia che ancora resta allineata con i grandi paesi europei e che non presenta quindi rischi di fughe di capitali. In questo modo sarebbe possibile ottenere almeno 2 miliardi di euro.

Tassare i diritti televisivi per lo sport spettacolo.
Come per la pubblicità, il business dello sport-spettacolo ha effetti distorsivi sul mercato e distoglie risorse dallo sport per tutti. Si propone pertanto di adottare il metodo francese di tassazione dei diritti televisivi per finanziare lo sport per tutti e la costruzione di impianti pubblici polivalenti. Con un’aliquota del 5% sul totale dei diritti versati si potrebbero raccogliere circa 40 milioni di euro.

Tassare la pubblicità.
Gli investimenti pubblicitari in Italia sono circa 10 miliardi di euro. Nell’era della grandi concentrazioni dei media e delle agenzie pubblicitarie nessuno può negare l’effetto distorsivo che questa ha su consumi, stili di vita e sulla stessa regolarità della concorrenza tra le imprese. La proposta, dunque, è di frenare i margini di profitto dell’intero comparto pubblicitario aumentando del 5% il prelievo sugli utili, con il duplice obiettivo di ridimensionarne l’invadenza e di drenare risorse da dedicare alla scuola e ad attività culturali per tutti. L’introito atteso è di circa 500 milioni di euro.

Tassa automobilistica sull’emissione di CO2.
Fino ad oggi la tassazione dei veicoli avviene sulla base della cilindrata e dei cavalli fiscali. Chiediamo che la tassazione sui veicoli avvenga in modo progressivo sulla base dell’emissione di CO2 che colpirà progressivamente i veicoli più potenti ed ecologicamente inefficienti (come i Suv o i veicoli di vecchia immatricolazione). Le maggiori entrate derivanti da questo diverso modo della tassazione dei veicoli ammonta a 500 milioni di euro.

Misure fiscali penalizzanti per la produzione e il commercio (consentito dalla legge), delle armi.
La proposta è una sovrattassa del 4% sul fatturato dell’industria bellica e di un aumento di 200 euro per le licenze (oggi sono oltre 50.000) di armi per la difesa personale; queste misure potrebbero portare un ricavo di circa 270 milioni di euro.

Ambiente e sviluppo sostenibile:

Riduzione stanziamenti grandi opere.
Si propone l’abbandono della logica delle grandi opere – costose e incerte sotto il profilo attuativo - a favore della ottimizzazione delle reti esistenti e del loro uso (con i necessari adeguamenti e potenziamenti). In particolare proponiamo la cancellazione del finanziamento di 1,543 miliardi destinati dalla Legge di Stabilità 2012 alle grandi opere.

Eliminazione finanziamento all’autotrasporto di merci.
Si propone di cancellare le misure previste dalla Legge di Stabilità del 2012 di 400 milioni di euro a favore dell’autotrasporto merci, che invece andrebbe disincentivato a favore di forme di trasporto più sostenibile (intermodalità, autostrade del mare, uso del trasporto su rotaia) delle merci per il paese.

Disarmare l’economia, costruire la pace:

Riduzione delle spese militari Chiediamo la riduzione di 3miliardi di euro della spesa militare. Questo potrebbe avvenire grazie alla riduzione degli organici delle forze armate e a un’integrazione – con economie di scala – dentro la cornice europea e delle Nazioni Unite, naturalmente prevedendo un ruolo delle Forze Armate legato ad autentici compiti di prevenzione dei conflitti e mantenimento della pace e rifiutando ogni interventismo militare.

Eliminazione e riduzione dei programmi d’arma (per gli F35 e non solo).
Chiediamo al governo italiano di non firmare il contratto per la produzione dei 90 cacciabombardieri Joint Strike Fighter. Chiediamo di cancellare i finanziamenti previsti per il 2012 per la produzione dei 4 sommergibili FREMM, dei cacciabombardieri F35, delle due fregate “Orizzonte”. Risparmio previsto: 783 milioni di euro. Per un'analisi più dettagliata sui costi per gli F35, 
No ai militari nelle città.
Chiediamo di concludere l’esperienza della presenza e del pattugliamento delle nostre città ad opera di personale delle forze armate e chiediamo che gli stessi fondi (72 milioni di euro) vengano impiegati per pagare gli straordinari al personale delle forze di pubblica sicurezza.

Ritiro dall’Afghanistan.
 Chiediamo il ritiro delle truppe italiane dalla missione in Afghanistan (il ruolo e la presenza dell’Isaf sono strettamente intrecciati ad Enduring Freedom in una funzione bellica e di lotta militare al terrorismo) e da tutte quelle missioni internazionali che non abbiano la copertura e il sostegno delle Nazioni Unite. Questa misura farebbe risparmiare 616 milioni di euro alle casse pubbliche

Cancellare il programma “Vivi le Forze Armate. Militare per tre settimane”.
Chiediamo che questa nuova iniziativa del Ministero della Difesa venga cancellata e le risorse risparmiate (20 milioni di euro) vadano ad incrementare il fondo per il servizio civile nazionale.

Festeggiare la Festa della Repubblica del 2 giugno senza la parata militare.
Negli anni passati abbiamo calcolato un costo medio della Parata militare di circa 10 milioni di euro, cifra con la quale sarebbe possibile far partire 1.700 giovani per il servizio civile che fanno attività utili per la comunità, aiutando in questo modo più di 10mila persone in stato di bisogno: anziani, disabili, senza fissa dimora, bambini.

Welfare, diritti sociali e formazione:

Chiusura dei Cie (Centri di identificazione ed espulsione).
Con i 174 milioni previsti nella legge di bilancio per il 2012 per l’attivazione, la locazione e la gestione di nuovi Cie si potrebbe finanziare un programma nazionale di inclusione sociale, tra cui: corsi pubblici e gratuiti di insegnamento della lingua italiana, soluzioni abitative dignitose per i Roma, un sistema nazionale di protezione contro il razzismo, l’inserimento scolastico dei bambini e dei giovani di origine straniera, borse di studio per i giovani di origine straniera, spazi interculturali e risorse per i giovani “figli dell’immigrazione”.

Abolizione dei fondi alle scuole private e del buono scuola.
Si risparmierebbero 700 milioni di euro dall’eliminazione dei sussidi pubblici alle scuole private. Si tratta di utilizzare le stesse risorse per rilanciare la scuola pubblica, intervenendo su quelle che sono le emergenze del sistema pubblico: il diritto allo studio, l’edilizia scolastica, la qualità dell’offerta formativa.







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