Il comunicato che segue era stato preparato prima del turno di ballottaggio, ma è stato inviato solo adesso perchè il nostro senso di responsabilità e la nostra correttezza politica ci hanno imposto di non creare disturbo alla competizione elettorale ancora in corso. Ci dispiace, nonostante tutto, che il risultato del ballottaggio e le successive vicende giudiziarie che hanno coinvolto Michele Marini, abbiano confermato la coerenza della nostra scelta. Sarebbe stato quantomeno imbarazzante trovarci ad appoggiare un sindaco inquisito. E i nostri compagni di Sel come avrebbero potuto più parlare di "codice etico"? Ribadiamo comunque che mai come in questo frangente ci dispiace aver avuto ragione.
“Penso che la politica non consista nell’ adattamento ai rapporti di forza e all’ ideologia dominante , ma nel lavoro per modificare la realtà e la sua rappresentazione simbolica. Come ha fatto il Partito Comunista Italiano, che non verrà ricordato per gli anni del governo di unità nazionale ma per la gigantesca trasformazione sociale politica e culturale che - dall’ opposizione – ha contribuito a determinare nel secondo dopoguerra”. Questo è quanto afferma il segretario di Rifondazione Paolo Ferrero in un recente articolo comparso su il quotidiano “il manifesto” Queste parole sono da noi condivise pienamente, sembra invece che la nostra segreteria provinciale in base alle ultime vicende relative al secondo turno di ballottaggio per le amministrative a Frosinone sia distante anni luce da tali concetti. All’inizio della campagna elettorale l’alleanza di Rifondazione con Sel e Frosinone BeneComune a sostengo della candidata a sindaco Marina Kovari e il programma basato sulla netta presa di distanza sia dal centro sinistra che dal centro destra, venivano completamente avallati e approvati dalla segreteria provinciale. In sede di ballottaggio fra Michele Marini e Nicola Ottaviani la lista di Rifondazione e il circolo cittadino, in continuità con quanto espresso al primo turno ribadiva pubblicamente la sua posizione: né con il centro sinistra né con il centro destra, ovvero né con Marini né con Ottaviani. In questa fase però la direzione provinciale , sconfessava l’operato della sezione cittadina del partito e della lista che aveva concorso alle elezioni . A seguito della partecipazione ad una riunione indetta da dirigenti provinciali di altre forze politiche, che fino a poche ore prima erano nostra avversarie, a parte Sel, la direzione provinciale di Rifondazione Comunista firmava un comunicato congiunto con queste forze, nel quale invitava i propri elettori e militanti a votare al ballottaggio il sindaco uscente Michele Marini in quanto espressione di una coalizione di centro sinistra. Giudichiamo tale atteggiamento oltre che irriguardoso e palesemente contraddittorio, anche di totale insipienza politica se non di malafede verso i propri elettori. Infatti posto che, folgorati sulla via dell’INTERESSE particolare, si sia voluto appoggiare Michele Marini, ignorando bellamente quanto prima sostenuto, il messaggio utilizzato per comunicare la decisione sia stato di totale sprovvedutezza. Sarebbe stato molto più coerente , spiegare il proprio sostegno al sindaco uscente ritenendolo più presentabile come persona , e più incline all’ascolto e ad una maggiore apertura verso i cittadini, rispetto al suo avversario Ottaviani, anziché far passare la panzana che i partiti a sostegno del sindaco uscente come l’Udc, Fli, Cristiano popolari, oltre al Pd che a livello nazionale appoggia il governo ultraliberista del Prof. Monti avversato dal nostro partito , fossero aggregazioni di centro sinistra. Riteniamo l’atteggiamento tenuto dalla segreteria Provinciale del tutto lesivo verso il partito della Rifondazione Comunista e della grande dignità storica che il suo simbolo esprime. Riteniamo che la nostra segreteria provinciale guidata da Ornella Carnevale abbia avvallato una politica “di adattamento ai rapporti di forza e non orientata al lavoro per cambiare la realtà e la sua rappresentazione simbolica” cioè l’esatto contrario di quanto espresso dal segretario nazionale Paolo Ferrero. Questo episodio è l’ultimo e il più grave di tanti altri che hanno visto protagonista, non solo la segreteria provinciale ma anche altri organi direttivi, regionali e nazionali tesi a rendere difficile la vita del circolo Carlo Giuliani di Rifondazione Comunista di Frosinone il quale, a seguito di un profondo cambiamento degli organi direttivi e grazie all’ingresso di nuovi iscritti aveva connotato la sua politica verso modalità più radicali pur sempre in linea con i programmi del partito . Ricordiamo i tentativi di sovvertimento del risultato congressuale del circolo che vide vincente la mozione minoritaria e livello nazionale, ricordiamo ancora il quasi sabotaggio di una campagna elettorale, sovvenzionata con la miseria di 500 euro, perché non proprio in linea con i desiderata occulti della dirigenza che avrebbe auspicato un accordo con il centro sinistra frusinate se questo non si fosse disgregato sotto il peso delle inchieste giudiziarie. Analizzando questi fatti abbiamo tratto la conclusione che la dirigenza provinciale, ma anche regionale e nazionale del partito della Rifondazione Comunista, non tiene in gran conto i circoli cittadini se questi non si adeguano al metodo per cui in piazza si dicono cose che puntualmente vengono sconfessate quando si tratta di partecipare alle elezioni. Ci rendiamo conto che la sciagurata congrega della Federazione della Sinistra, nella quale Rifondazione è confederata con i Comunisti Italiani ed altri sedicenti movimenti di sinistra, indigesta alla maggior parte degli iscritti, è una operazione posticcia ordita per rientrare in parlamento e riappropriarsi del finanziamento pubblico (oggi si chiama rimborso elettorale). Abbiamo preso atto con rammarico che il partito in cui militavamo è un comitato d’affari elettorale come gli altri. Dunque questa esperienza non ci interessa più. In una situazione grave come quella di oggi non ci possiamo più permettere di perdere tempo dietro a strane alchimie, a miseri giochetti di potere e ripicche personali . Riteniamo quindi necessario uscire dal partito per tornare a parlare di politica nelle piazze con la gente, per essere liberi di promuovere la nostra idea di società basata sulla solidarietà, sulla condivisione sociale, in poche parole L’IDEA DI UNA SOCIETA’ COMUNISTA.
Andrea Cristofaro (segretario del circolo)
Luciano Granieri (direttivo del circolo)
Maria Lucia Giovannangelo
Giuseppina Sannai
Samuel Cristofaro
Barbara Torre
Valentina Campoli
Giuseppe Antonio Cristofaro
Viktoriya Doroshenco
Alfio Pandozzi
Giuseppe D’Alessandris
Anna Segneri
"A un processo costituente autoritario, centralistico, verticistico, tecnocratico, messo in atto per riaffermare il primato del mercato e dell’impresa capitalistica sull’uomo e sulla natura, si deve poter opporre un altro e opposto processo costituente, dal basso, democratico, partecipato, diffuso, plurale, per affermare un modello economico e sociale fondato sulla libertà della persona, sull’eguaglianza e su una nuova alleanza tra l’uomo e la natura. Da un lato, la costruzione del recinto; dall’altro, la sua rottura, per cambiare il corso delle cose ".
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