Suonano le trombe, soffiano sui pifferi, intonano una marcia trionfale perché hanno piegato la Stalingrado rossa. C'è qualcosa di vero nello sbandierato successo di Ruspandini in questo primo turno elettorale. Tale esito non va solamente comparato a quanto accaduto durante questo mese perchè è necessario andare più indietro, quando nell'estate passata, un gruppo di persone legate alla sinistra, chiedeva di verificare, alla luce del sole, l'attività amministrativa, in quanto già si coglievano ritardi, divisoni, ambivalenze esistenti nella maggioranza e collegare l'insieme di queste criticità alla campagna per le sempre annunciate primarie, per far scegliere ai cittadini il candidato a Sindaco.
Non abbiamo assistito né a una approfondita ricognizione dell'esistente, né alle necessarie correzioni, e nemmeno alle primarie. I trentatrè cittadini che inviarono un documento ai responsabili di partito mettendosi a disposizione per quella che doveva essere l'apertura di una nuova fase, ancora aspettono un riscontro. Niente primarie, dunque, mentre a gennaio abbiamo visto nascere un brutta e prevedibile contrapposizione fra forze ed esponenti di centrosinistra. In questi mesi si è consumato un equivoco veramente grave: la coalizione elettorale che sosteneva Cerroni nelle critiche, (a volte giuste e veritiere ), alla giunta uscente, dimenticava di far dimettere due suoi assessori dalla stessa. Una situazione di schizofrenia politica.
A fronte di tale sconsolante quadro non me la sono sentito di assegnare ragioni a nessuno.
La coalizione guidata da Ruspantini arriva al 31% , favorita dal silenzio dei due raggruppamenti del centro sinistra, non impegnati a ricordare che la stessa è la fotocopia delle pessime amministrazioni che amministrano la Provincia e la Regione e che lo stesso candidato a Sindaco è quello che bruciò cinque anni fa un libro, sulla piazza del comune di Ceccano contestato vivacemente da esponenti di destra e di sinistra.
In tutta questa vicenda elettorale bisogna dare atto che la novità era costituita dal gruppo di Idee in Movimento che pur con tanti limiti programmatici, primo fra tutto le tematiche sul lavoro, ha assicurato una campagna elettorale accompagnando le critiche alla documentazione, senza strilli e privo di risorse finanziarie.
Vorrei dire infine che sulla Maliziola le critiche ricevute riguardavano una sua presunta debolezza rispetto ai " vecchi marpioni " della politica, anzi di esserne il clone. I fatti dimostrano che i vecchi amministratori, ad esaminar bene, non ottengono grandi successi personali, anzi sono tutti ridimensionati. La stessa Maliziola, se teniamo conto della sua lista, ottiene più voti della coalizione che l'ha sostenuta ed ha caratterizzato con la "farina del suo sacco" la campagna elettorale.
Non mi permetto di dare consigli a coloro che nel centro sinistra hanno responsabilità di partito ma devono sapere che ancora sono nelle condizioni di fare il miracolo: non permettere che un bruciatore di libri arrivi a dominare Ceccano e la sua storia e di riaprire un rapporto nuovo fra tutte le forze politiche.
Nessun commento:
Posta un commento