giovedì 28 giugno 2012

L'ascensore va verso il patibolo

Luciano Granieri






Nel video Miles Davis compone le musiche del film di Louis Malle  "Ascensore per il patibolo" del 1957 con Jeanne Moreau. Miles semplicemente improvvisa guardando le scene del film realizzando così una colonna sonora straordinaria. Ma non è di Miles Davis che si tratterà in questo post, nè di cinema . Nell'intervento che segue si ragionerà sempre di un ascensore, il quale non porta al patibolo  ma anzi  si avvia esso stesso al patibolo. Infatti  l’ascensore inclinato di Frosinone ha effettuato la sua ultima corsa. L’esito della verifica straordinaria semestrale effettuata dall’autorità di vigilanza, rappresentata dal geometra  Flavio De Santis, è stato negativo, per cui  l’Ustif (Ufficio Speciale Trasporti a Impianti Fissi) ha disposto la chiusura dell’impianto. E’ emerso che le 14 prescrizioni indicate l’8 febbraio 2010, in sede di prova dell’ascensore, da effettuarsi un mese dopo il.collaudo, non sono mai state eseguite. In particolare è necessario sostituire le funi di trazione arrugginite, installare un limitatore di velocità adeguato, riposizionare i contatti di controllo degli armonizzatori delle cabina, installare un blocco meccanico della cabina stessa, come previsto dal progetto, sostituire i rulli d’appoggio e dotare l’ascensore di un impianto di areazione  adeguato. Il tutto significa pianificare una spesa di 265mila euro. L’assessore ai lavori pubblici, Fabio Tagliaferri evidentemente e giustamente declina ogni responsabilità, perché già dai banchi dell’opposizione aveva denunciato i problemi tecnici presenti nell’impianto .  La nuova giunta quindi non ha alcuna intenzione di investire i fondi necessari alla messa in sicurezza dell’ascensore. In primo luogo  perché non li ha, il neo sindaco Nicola Ottavini, sta vendendo mezza Frosinone per rientrare dei debiti, figuriamoci se può disporre dei 265mila euro per aggiustare la “FUNICOLARE FRUSINATE”, e poi, sempre a detta dell’assessore Tagliaferri, quei soldi devono essere pagati da chi ha determinato questa situazione e diciamolo fuori dai denti, alla nuova giunta non pare vero di sottolineare l’ennesimo fallimento dei propri predecessori. Messa così, campa cavallo che l’erba cresce. L’ascensore sarà destinato a rimanere un ammasso di ferraglia  abbandonato, pasto succulento della ruggine e del degrado, lo stesso destino, temo toccherà alle stazioni di partenza a valle e a monte. A pensarci bene la fine di questo impianto, fiore all’occhiello  della giunta  Marini, coincide con  la fine del mandato a sindaco di chi lo aveva  fortemente voluto. E’ una coincidenza singolare e significativa dal forte valore simbolico. Al di là dei discorsi politici, resta comunque il fatto che un dispositivo su rotaia che collegasse la parte bassa con quella alta non  era una idea così peregrina. Su quel pendio che sale sotto il viadotto Biondi è stato pianificato  di tutto, si è perfino ipotizzata la costruzione di una pista di sci, progetto per fortuna abortito. L’idea dell’ascensore era comunque buona e utile per i cittadini,  soprattutto se legata alla riqualificazione del fiume Cosa. Purtroppo solo l’idea è rimasta buona, perché la sua realizzazione, al contrario, è stata disastrosa. Il progetto è cambiato più volte, all’inizio era previsto un doppio binario per due cabine, una di salita e una di discesa, soluzione che  per un errato calcolo dei carichi, avrebbe portato la costruzione della piattaforma di arrivo a monte troppo al di sotto del livello stradale, quindi la cabina stessa si è rivelata insufficiente soprattutto per l’aerazione, la temperatura all’interno dell’ascensore d’estate era ai limiti della sopportazione umana. Poi una volta inaugurato l’impianto, i problemi di funzionamento sono stati molteplici  spesso la cabina si bloccava costringendo i passeggeri a percorrere  a piedi le scale poste  vicino ai binari. Insomma una nascita e una breve vita travagliata,  hanno trasformato quella che doveva essere una buona soluzione per limitare l’inquinamento in città in  una sorta di barzelletta. Ed è un peccato perché per l’insipienza di chi ha eseguito i lavori e per l’incuria di chi avrebbe dovuto gestire l’impianto un’opera utile ai cittadini oggi rischia seriamente di diventare l’ennesimo arrugginito monumento allo sperpero di denaro pubblico. Quando l’ascensore fu inaugurato, Aut compose una foto clip per sottolineare le tante, troppe, traversie che accompagnarono la realizzazione dell’impianto, la ripropongo qui sotto a futura memoria.

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