giovedì 18 ottobre 2012

No Monti Day: il 27 ottobre c'è rischio scontri. Forse un servizio d'ordine

fonte: http://www.huffingtonpost.it



Gli organizzatori del No Monti Day temono che la manifestazione del 27 ottobre degeneri in scontri e tafferugli organizzati da gruppi estranei alla protesta di piazza. E per questo starebbero organizzando un servizio d'ordine per tenere lontani coloro che dovessero presentarsi a volto coperto. Il tentativo, insomma, è quello di non replicare la giornata del 15 ottobre 2011 quando l'enorme mobilitazione sfociò nella lunga guerriglia urbana di piazza San Giovanni.
 «Sappiamo che qualcuno, non avendo le forze per organizzare niente di proprio, si comporta da parassita e approfitta delle masse in piazza per coprirsi e fare guerriglia», confessa un promotore che preferisce rimanere anonimo. La paura è che un eventuale pioggia di sampietrini e fumogeni possa oscurare ancora una volta, a livello mediatico, le ragioni di una mobilitazione che idealmente vorrebbe ricollegarsi alle altre mobilitazioni europee.
In effetti all'interno del frastagliato movimento la discussione sullo svolgimento del No Monti Day è sotterranea ma vivacissima. Per le aree più radicali, il corteo del 27 ottobre sarebbe un compromesso pacifico soprattutto nella scelta di rimanere lontano dai palazzi della politica: il percorso concordato infatti prevede di partire da piazza della Repubblica e arrivare a piazza San Giovanni. Nessun assedio al Parlamento come è accaduto recentemente a Madrid, dunque, e nessuna piazza Syntagma. In questo modo, è l'accusa, si cerca di stemperare «la giusta rabbia popolare» che invece diventa protagonista in Spagna e soprattutto in Grecia: ed è proprio la continua rivolta greca il riferimento di coloro che vorrebbero una reazione forte al governo Monti e alle politiche dell'austerity.
Al No Monti Day per il momento aderiscono parti della Fiom vicine a Giorgio Cremaschi (comitato No Debito), la Cgil insegnanti, il sindacato Cobas e molte rappresentanze sindacali di base, rete degli studenti universitari, Rifondazione Comunista, ma anche Gianfranco Mascia del Popolo Viola, scrittori e docenti universitari. Sempre nelle parole degli organizzatori, la speranza è quella di «coinvolgere la gente comune, non affiliata alla politica, persone giovani e meno giovani che non sono d'accordo con quello che sta succedendo in nome dello spread». 
Nessun esponente di Sinistra ecologia e libertà ha invece manifestato la propria adesione, al contrario dell'anno scorso: la battaglia del 15 ottobre in questo senso ha segnato uno spartiacque all'interno della sinistra, che nella sua parte maggioritaria avrebbe voluto scendere in piazza pacificamente sul modello degli allora “indignados” spagnoli e degli Occupy americani. Ora risulta difficile capire in quale modo l'opposizione alle politiche europee e del governo Monti possa esprimersi senza cadere nella trappola della violenza o non-violenza.

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