In provincia di Frosinone il disagio provocato della mancata
erogazione idrica sta alimentando nella cittadinanza rabbia e indignazione.
Dopo aver corrisposto al gestore privato Acea
ben 6milioni di euro per la
sistemazione della rete idrica, oggi i due terzi dell’acqua che scorre in
tubazioni colabrodo si perde inondando strade e campi. Il gestore privato pretende di vendere il suo
servizio a 3euro al metro cubo, lasciando spesso i cittadini senz’acqua per intere giornate. In questo desolante scenario l’assemblea pubblica organizzata dal coordinamento
del movimenti di
Frosinone, con l’aiuto di varie
associazioni presenti nella nostra città, nel Salone del palazzo della Provincia di Frosinone per la risoluzione del contratto Acea, ha registrato una partecipazione numerosa e sentita da parte dei
cittadini. Nel corso dell’assemblea si sono discusse le strategie da mettere in
campo per cercare di risolvere una
situazione incancrenita che peggiora di giorno in giorno. In primo luogo, si
sta provvedendo a raccogliere le firme per indurre la consulta dei sindaci a chiedere la
risoluzione del contratto di servizio con Acea per gravi inadempienze del
gestore, oltre ad esplorare una serie di
strade parallele , quali il non pagamento delle bollette, la citazione per
danni con conseguente richiesta di risarcimento ad Acea attraverso una class
action. Lo svolgimento dell’assemblea
spesso ha fatto registrare momenti di tensione in cui la rabbia dei numerosi
cittadini presenti è andata sopra le righe.
Questa sollevazione anche se tardiva, potrebbe rivelarsi decisiva per la
soluzione del problema, ovvero liberarsi
di Acea. Ma è importante che la
pressione esercitata si mantenga sempre attiva senza scemare a fronte di un
temporaneo ritorno ad una effimera e raffazzonata
fornitura dell’acqua . Infatti il problema non si risolve togliendo al privato Acea
l’erogazione del servizio, ma lottando affinchè
il controllo dei beni , il cui utilizzo è garantito per diritto
naturale, torni nelle mani dei cittadini. Tanto più che proprio i cittadini
hanno sancito il principio del controllo pubblico della erogazione idrica attraverso
un referendum che , ad oggi, non è
rispettato dalle istituzioni. E
nonostante le numerose iniziative, anche con il ricorso alla corte
costituzionale, per ottenere quanto dovuto per legge, l’obbiettivo è lontano dall’essere raggiunto.
Infatti l’alienazione dei beni pubblici
che l’attuale governo guidato dai banchieri ha pianificato per raccogliere i
fondi necessari ad alimentare la spirale del debito, passa anche attraverso la
privatizzazione dei servizi pubblici. Dunque con la benedizione del Presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano, a cui verrà inviata una lettera affinchè si impegni a far
rispettare gli esiti referendari, l’azione del governo attuale va nella esatta
direzione opposta a quanto sancito dal referendum del 12 e 13 giugno di due
anni fa, in spregio al diritto democratico dei cittadini. E’ necessario però, e questo dovrebbe essere l’impegno
di associazioni e movimenti, sensibilizzare e coinvolgere quei cittadini che
protestano per la mancata erogazione dell’acqua da parte di Acea, ma anche il resto della popolazione , sul
problema politico e di scippo della democrazia costituito dalla mancata
attuazione di quanto sancito dai referendum, che ha come effetto tangibile e più immediato i rubinetti a secco. Se non
si diffonde questo tipo di coscienza politica, la gestione dei servizi sarà
destinata ad un processo di privatizzazione irreversibile.
La sequenza degli interventi in ordine di apparizione:
Gianfranco Schietroma: consigliere provinciale dei Socialisti Italiani.
Un cittadino.
Mario Antonellis del coordinamento dei comitati per l'acqua pubblica di Frosinone.
Luciano Bragaglia, dell'associazione Frosinone che vogliamo e redattore del blog: Frosinone Bella e Brutta.
Maria Letizia Elementi sindaco di Torre Cajetani.
Un altro cittadino
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