sabato 27 ottobre 2012

Rivendicazione Acqua

Luciano Granieri

 In provincia di Frosinone il disagio provocato della mancata erogazione idrica sta alimentando nella cittadinanza rabbia e indignazione. Dopo aver corrisposto al gestore privato  Acea  ben 6milioni di euro  per la sistemazione della rete idrica, oggi i due terzi dell’acqua che scorre in tubazioni colabrodo si perde inondando strade e campi.  Il gestore privato pretende di vendere il suo servizio a 3euro al metro cubo, lasciando spesso i cittadini senz’acqua  per intere giornate.  In questo desolante scenario  l’assemblea pubblica organizzata dal coordinamento del movimenti    di Frosinone, con l’aiuto  di varie associazioni presenti nella nostra città,  nel Salone del palazzo della Provincia di Frosinone per la risoluzione del contratto Acea, ha registrato  una partecipazione  numerosa e sentita da parte dei cittadini.  Nel  corso dell’assemblea  si sono discusse le strategie da mettere in campo per cercare di  risolvere una situazione incancrenita che peggiora di giorno in giorno. In primo luogo, si sta provvedendo a raccogliere le firme per indurre  la consulta dei sindaci a chiedere la risoluzione del contratto di servizio con Acea per gravi inadempienze del gestore,  oltre ad esplorare una serie di strade parallele , quali il non pagamento delle bollette, la citazione per danni con conseguente richiesta di risarcimento ad Acea attraverso una class action.  Lo svolgimento dell’assemblea spesso ha fatto registrare momenti di tensione in cui la rabbia dei numerosi cittadini presenti è andata sopra le righe.  Questa sollevazione anche se tardiva, potrebbe rivelarsi decisiva per la soluzione del problema, ovvero  liberarsi di Acea.   Ma è importante che la pressione esercitata si mantenga sempre attiva senza scemare a fronte di un temporaneo ritorno ad una effimera  e raffazzonata  fornitura  dell’acqua .  Infatti il  problema non si risolve togliendo al privato Acea l’erogazione del servizio, ma lottando affinchè  il controllo dei beni , il cui utilizzo è garantito per diritto naturale, torni nelle mani dei cittadini. Tanto più che proprio i cittadini hanno sancito il principio del controllo pubblico della erogazione idrica attraverso un referendum  che , ad oggi, non è rispettato dalle istituzioni.  E nonostante le numerose iniziative, anche con il ricorso alla corte costituzionale, per ottenere quanto dovuto per legge,  l’obbiettivo è lontano dall’essere raggiunto. Infatti  l’alienazione dei beni pubblici che l’attuale governo guidato dai banchieri ha pianificato per raccogliere i fondi necessari ad alimentare la spirale del debito, passa anche attraverso la privatizzazione dei servizi pubblici. Dunque con la benedizione del  Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, a cui verrà inviata una lettera affinchè si impegni a far rispettare gli esiti referendari, l’azione del governo attuale va nella esatta direzione opposta a quanto sancito dal referendum del 12 e 13 giugno di due anni fa,  in spregio al diritto  democratico  dei cittadini.  E’ necessario però, e questo dovrebbe essere l’impegno di associazioni e movimenti, sensibilizzare e coinvolgere quei cittadini che protestano per la mancata erogazione dell’acqua da parte di Acea,  ma anche il resto della popolazione , sul problema politico e di scippo della democrazia costituito dalla mancata attuazione di quanto sancito dai referendum,  che ha come effetto tangibile  e più immediato i rubinetti a secco.   Se non si diffonde questo tipo di coscienza politica, la gestione dei servizi sarà destinata ad un processo di privatizzazione irreversibile.


La sequenza degli interventi in ordine di apparizione:
Gianfranco Schietroma: consigliere provinciale dei Socialisti Italiani.
Un cittadino.
Mario Antonellis del coordinamento dei comitati per l'acqua pubblica di Frosinone.
Luciano Bragaglia, dell'associazione Frosinone che vogliamo e redattore del blog: Frosinone Bella e Brutta.
Maria Letizia Elementi sindaco di Torre Cajetani.
Un altro cittadino

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