Bisogna
cambiare la legge elettorale, lo pretende il presidente della Repubblica, lo
chiede con forza Mario Monti, il quale minaccia un poco auspicabile , ma
possibile, provvedimento diretto del governo, scavalcando i partiti e lo invocano i partiti stessi. Ma perché nonostante tutti
vogliano cambiare a legge porcata la cosa non riesce. In commissione al Senato si stanno consumando
agguati e vendette fra alleati vecchi e nuovi sulla definizione di testi impresentabili, e come
al solito, il banco di questo “Mercante in Fiera” istituzionale lo tiene ben
saldo in mano l’ex democristiano Pier Ferdinando Casini. Ma vediamo di capirci
qualcosa in più.
Le legge attuale. E’ il così
detto Porcellum. Schifato da tutti. Sistema proporzionale alla Camera dei Deputati
con liste bloccate (cioè candidati scelti dai partiti) in cui la coalizione che
vince, indipendentemente dalla percentuale che ottiene, si becca un premio di
340 seggi. Il sistema messo a punto da Calderoli nel 2005 e approvato dalla
sola maggioranza la Casa della Libertà
(Forza Italia, Alleanza Nazionale, Udc, Lega) oggi è inviso proprio dalle forze
che l’hanno partorito. Infatti l’attuale diaspora del centro destra, non consentirebbe
a nessuna di loro, o in coalizione o in solitudine, di
raggiungere la maggioranza e di ottenere quei 340 seggi necessari per
governare. Chi ne trarrebbe vantaggio sarebbe la coalizione di centro sinistra
(Pd Sel Psi), che attualmente è l’unica ad avere la possibilità di raggiungere l’obbiettivo,
ottenere il premio e governare in perfetta solitudine. Considerato che una parte importante di questa
aggregazione è filo montiana probabile un
reincarico a Monti. A Casini non piace.
La modifica approvata . Sistema
proporzionale alla camera dei Deputati, con preferenze, in cui la coalizione
che vince per ottenere i 340 seggi deve realizzare almeno
il 42,5% dei consensi. All’aggregazione di centro
sinistra non piace perché, per quanto accreditata di un risultato elettorale superiore
alle altre formazioni, non sarebbe in
grado da sola di raggiungere la soglia del 42,5% necessaria ad ottenere il premio, dunque
dovrebbe cercare obbligatoriamente di allearsi con altri partiti per governare . Piace ai peones del
centrodestra, i quali potrebbero avere ancora voce in capitolo, piace soprattutto a
Casini che potrebbe vendere a caro prezzo i suoi voti al centro sinistra . Visto
che quasi certamente non si formerebbe una maggioranza con i numeri necessari
per governare, probabile il reincarico a Monti
Trattative:
Casini, oliata la trappola, propone a
Pd-Sel-psi di abbassare la soglia dei consensi al 40% per ottenere i 340 seggi,
(tanto non ci arriverebbe lo stesso pensa l’astuto ex democristiano), in cambio
propone un premio di maggioranza del 10% da attribuire al partito più votato. Al
Pd membro maggioritario della coalizione
del centro sinistra piace, potrebbe starci, rafforzare la collaborazione
con Casini e marginalizzare gli alleati vendoliani Anche a Casini piace. Non piace al centro
destra che avrebbe poche opportunità di limitare i danni, tant’è che da
Gasparri era venuta la proposta, subito spernacchiata, di un ininfluente premo ai partito vincitore del 4%. Chiaramente tutto ciò non garba a Sel e Psi, che all’interno della coalizione
probabile vincitrice della contesa, avrebbero pochissima voce in capitolo e
dovrebbero quasi certamente accettare l’alleanza con Casini. Visto che le probabilità di formare una
maggioranza con i numeri necessari per governare sarebbero minime e che
comunque una parte di questa ipotetica maggioranza è filo montiana, probabile
un reincarico a Monti.
In mezzo a tanta confusione di sicuro ci sarebbe solo
il reincarico a Monti.
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Per capire meglio l’ingarbugliata questione
trasponiamo questo psicodramma ad un ipotetica riscrittura delle regole del
calcio.
Il Milan
propone il restringimento delle porte, dagli attuali 7 metri e 32 a 5 metri,
per rendere meno influenti sul risultato le papere dei portieri. In realtà la difesa della squadra rossonera è
scarsa, dunque la restrizione delle porte andrebbe a suo vantaggio. Possibile
per i milanisti la riduzione del numero
delle squadre di serie A con la retrocessione della Lazio in serie B
La Roma non
è d’accordo. Per aumentare lo spettacolo bisognerebbe allargarle le porte e non
accorciarle. in realtà i giallorossi,
disponendo di un attacco prolifico, ricaverebbero enorme vantaggio da questo
provvedimento. Giusta anche per loro la proposta della diminuzione delle squadre di
serie A con la retrocessione della Lazio in B.
La Juventus non
è d’accordo né con il Milan né con la Roma. E’ una squadra tradizionalista per
cui punterebbe a mantenere inalterata la lunghezza della porta. Al limite, per
premiare la difficoltà di realizzare una
rete da fuori area, propone di attribuire valore doppio ai gol realizzati dalla
distanza, così come succede nel basket. In realtà visto che nella squadra
bianconera abbondano i grandi tiratori è indubbio che tale norma sarebbe un
vantaggio non da poco per gli juventini. Ottima invece la proposta di ridurre
il numero delle squadre di seria A con la retrocessione della Lazio in B
L’Inter
potrebbe essere d’accordo con il Milan, ma non con la Juve. Anzi per
promuovere lo spettacolo offerto dal gioco manovrato, propone di permettere il
tiro in porta solo dopo aver varcato la linea dell’area di rigore. In realtà pure
l’Inter non dispone di una difesa
granitica, ma soprattutto il portiere gioca spesso fuori dai pali, è distratto
e dunque esposto al rischio di prendere
gol da lontano. Anche i nerazzurri sono favorevoli alla riduzione delle squadre
di serie A e alla conseguente retrocessione della Lazio in B.
Anche in questa fantasiosa trasposizione calcistica la
confusione regnerebbe sovrana con l’unica certezza della Lazio in serie B.
Realtà o fantasia, politica o sport il risultato è
sempre un grande casino con due sole certezze, da una parte Il reincarico a Monti dall’altra la Lazio in serie B.
La morale ovvia che si trae da tutto ciò è che le
regole del gioco non andrebbero mai decise dai giocatori, ma da enti terzi al
di fuori della competizione. Nel calcio esistono, un regolamento consolidato e
un organismo mondiale , LA FIFA, che ne tutela l’imparzialità.
E nella politica italiana? Semplice le regole sono
scritte nella Costituzione Repubblicana Questa sancisce che il sistema elettorale è proporzionale
e non prevede né soglie di sbarramento, né
premi di maggioranza, né l’indicazione del presidente del consiglio sulla
scheda elettorale. Sia il presidente
della Repubblica che lo stesso capo del governo Mario Monti più volte hanno richiamato i partiti al rispetto del dettato costituzionale
nel pianificare la legge elettorale ma
qualcosa su queste esternazioni eccellenti non torna. Infatti ciò che risulta
chiaro, da quanto trapela dalla commissione senatoriale incaricata di
modificare il porcellum, è il
condiviso interesse di giocatori e
arbitri affinchè le regole stabilite
possano assicurare lo stesso risultato: Il
reincarico a Monti o a qualcuno che
prosegua il lavoro di Monti. E quando sia gli arbitri che i giocatori sono d’accordo
nel truccare la partita affinchè vinca sempre la solita squadra i tifosi rimarranno
sempre fregati e allora verrebbe voglia di non andare più allo stadio. A meno
che non si decida di invadere il campo ed esautorare giocatori e arbitri.
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