mercoledì 14 novembre 2012

La particella del foglio 64

Luciano Granieri





Dopo la ben nota storia della particella di sodio, tormentone della pubblicità di un’acqua minerale, segnaliamo  la solitudine spaesata di un’altra particella, non di sodio ma catastale . Una particella  di circa un ettaro  a destinazione agricola che in compagnia di tante altre sue compagne doveva costituire  la grande aera  per la  costruzione dell’ avveniristico aeroporto di Frosinone – Ferentino.   Dal  momento che un’aerostazione non può occupare una zona agricola, l’allegra compagnia delle particelle doveva cambiare destinazione d’uso per essere inserita in un nuovo piano  regolatore come area  industriale .  L’operazione non era della più semplici. Per approvare il nuovo piano regolatore con le particelle in procinto di svestire i panni delle povere contadinelle per diventare generose supporter di boeing e super jet, gli  amministratori della società costituita per  costruire  la struttura,   dovevano riprodurre le suddette  particelle in fogli catastali e presentarli al consorzio industriale il quale doveva  ratificare la variante. Dopodiché  il tutto passava  al vaglio della regione  Lazio per un’ulteriore   approvazione. Il che è puntualmente avvenuto nel  gennaio del 2008. Il  nuovo piano regolatore con le particelle trasformate da contadine a capitane d’industria, ritornava  così  al consorzio per dare corso all’esproprio  di abitazioni e attività agricole presenti sull’area .     Nel corso di questa macchinosa procedura si consuma il dramma della nostra particella.  Quel piccolo e triste appezzamento di un ettaro, sito nei pressi di Ferentino,  finiva riprodotto nel foglio catastale n.64. Ma per  il  maldestro pressapochismo  degli  amministratori e dei tecnici della società che doveva realizzare l’aeroporto,  il foglio n.64 non è stato indicato nella relazione di accompagno alla documentazione.  Quando il consorzio industriale si è ritrovato sul tavolo la pratica con tutti i fogli attestanti l’avvenuta mutazione delle particelle in aera industriale, si è accorto che  nella relazione mancava il foglio  n.64. Proprio  il pezzo di carta che avrebbe dato  la patente di area industriale alla povera nostra particella, che in questo modo rimaneva marchiata ancora con la destinazione ad uso agricolo.  La disgraziata particella ore è sola. Mentre la sue compagne sono diventate industriose, lei  è rimasta contadinella solitaria. Ma anche  le altre sue amiche  industriali sono tristi, perché  la mancanza  della compagna  del foglio 64, provoca un buco nella  loro  consolidata aggregazione necessaria per costruire l’aeroporto,  rendendo inutile lo sforzo compiuto  peri cambiare destinazione d’uso.  Dunque  la bella e avveniristica struttura non si può realizzare.  Quelli del consorzio industriale, mossi a pietà,  si sono subito resi disponibili a recepire una nuova relazione in cui fosse indicato il foglio 64  per far tornare in compagnia la particella solitaria. Ma per ovviare a questa ingiustizia, gli sciagurati dirigenti della società deputata alla costruzione dell’aerostazione dovranno  iniziare  una nuova procedura  il cui espletamento richiederà  molti, troppi,  anni.  Per cui la particella del foglio 64 rimarrà per sempre triste e sola, l’aeroporto non si costruirà. Non è una favola a lieto fine per la particella, ma forse per gli abitanti della zona si.  La macroscopica svista della Società Aeroporto di Frosinone nel redigere la relazione allegata alla variante del piano regolatore, può costituire l’ennesimo intoppo decisivo nel  decretare la fine definitiva di questo progetto malsano.  Fa comunque rabbia aver foraggiato e continuare a foraggiare con soldi pubblici la società Aeroporto di Frosinone, creata per costruire un mostro ecologico e  incapace  di portare a termine l’operazione.   Speriamo che la svista per cui non si è ottenuto  il  cambio  di destinazione d’uso da agricolo a industriale di una particelle sita nel mezzo dell’area aeroportuale, decreti  la definitiva messa in liquidazione della Società Aeroporto di Frosinone. Un ente la cui insostenibilità economica era già stata rilevata più volte dalla Corte dei Conti e che dell’inizio della sua attività per lavorare inutilmente, , poco e male, ha  fagocitato quattro milioni e mezzo di euro. Meno male che la Regione si è inabissata prima di regalare alla società,  già guidata da Francesco Scalia il cui timone oggi è retto da Gabriele Picano ,  un altro milione e trecentomila euro di denari pubblici. La storia dell’Aeroporto di Frosinone è simile alle vicende di tante altre  “grandi opere” mai realizzate  o in via di realizzazione, o realizzate male.  Per la gestione di  questi piani infrastrutturali faraonici  sono nate società che continuano a drenare milioni di euro pubblici  necessari a imbastire speculazioni e ruberie, vedi la società per la realizzazione del ponte sullo stretto.  Mentre sarebbe utile che quegli stessi milioni di euro fossero utilizzati per la messa in sicurezza del nostro territorio che si disgrega e  viene cancellato dalle piene dei fiumi ogni volta che piove un po’ più intensamente del solito. 

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