Francesco Notarcola Presidente della
Consulta delle associazioni della Città di Frosinone
La soppressione della provincia di Frosinone e del suo
Capoluogo evidenzia il clamoroso fallimento
della classe dirigente della Ciociaria e del Cassinate in
tutte le sue espressioni. Le forze politiche, sociali ed imprenditoriali unitamente alle persone
che le hanno rappresentate nelle sfere dirigenziali e nelle Istituzioni,
portano sulle loro spalle questa pesante responsabilità.
Questa classe dirigente incapace di capire e di
rappresentare le problematiche del territorio e delle sue popolazioni non ha
mai elaborato una progettualità ed una proposta di sviluppo che potesse
contrastare con efficacia il processo di deindustrializzazione e di
smobilitazione dell’apparato produttivo nel suo complesso. Le conseguenze sono
sotto gli occhi di tutti: impoverimento progressivo e degrado economico,
sociale e culturale.
Quando:
- non si è all’altezza di dare risposte
agli operai della Videocon e delle altre aziende in crisi che
difendono il loro posto di lavoro, la disoccupazione raggiunge un quarto
della popolazione;
- non si è capaci di
ripristinare la legalità nella gestione del servizio idrico integrato ed
imporre il rispetto degli impegni assunti e sanciti nella Convenzione;
- non ci si impegna per salvaguardare e valorizzare i tesori
archeologici rinvenuti nel capoluogo e si dà via libera alla cementificazione
ed al saccheggio del territorio in una Città che non cresce;
- non si è evoluti e moderni e non si pensa a progettare il
risanamento ed il recupero della Valle del Sacco, che rischia di diventare il
mondezzaio di Roma e con un inquinamento che ha raggiunto livelli altissimi ed
invaso terra, acqua ed aria, con grave danno per la salute della gente;
- si lascia ridurre
l’organizzazione sanitaria alla precarietà, non battendosi per il rispetto
degli impegni assunti per un ospedale DEA di 2° livello;
- ci si lascia portar via, senza colpo ferire, le sedi del
distretto militare,della Banca d’Italia e di quanto altro mentre Latina
diveniva sede del Tar e di Corte d’Assise;
Non si può avere la
pretesa di chiamarsi classe dirigente e rivendicare un ruolo che non è stato
mai svolto per difendere gli interessi di questa nostra terra continuamente
martoriata ed offesa
A difendere questa provincia con i suoi gravi ed annosi problemi di organizzazione della vita
sociale e produttiva sono rimasti i lavoratori e l’associazionismo volontario:(Valle
del Sacco, sanità, servizio idrico integrato, assalto al territorio da parte
della speculazione edilizia, valorizzazione del nostro patrimonio culturale e
storico, ecc.)
Questa lodevole ed impegnativa azione che non ha conosciuto soste e stanchezza, è stata contrastata, spesso, con forza proprio
dai rappresentanti delle Istituzioni e
dei Partiti.
Il nostro Capoluogo è ancora una Città sotto inchiesta. Nessuno
parla più di Piazza Risorgimento,
recintata da anni e sottratta alla vita degli abitanti di quel quartiere e dei
frusinati; della Casa della cultura, del
Forum di Piazzale Europa, ecc. Nessuno informa i cittadini dello stato dell’arte
di queste inchieste e nessun eletto promuove iniziative affinché si possa conoscere l’esatta consistenza del
patrimonio immobiliare del Comune e l’uso che se ne fa. Nessun eletto propone
alcunché per sottrarre al cemento ed alla speculazione l’area attigua alla Villa comunale, vincolata
dal punto di vista paesaggistico con proposta di vincolo archeologico.
Le conseguenze negative e disastrose derivanti dalla perdita del capoluogo erano e
sono presenti a tutti. Ma cosa hanno fatto i parlamentari europei e nazionali,
i consiglieri regionali, i consiglieri
provinciali ed i sindaci per impedire questa sciagurata decisione? Poco o
niente. Al Parlamento hanno votato e sostenuto questa soluzione.
Ora si
strilla. Con quali prospettive? La stalla ormai è chiusa dopo che i buoi sono
scappati.
Potrebbe forse riaprirsi se da San Vittore del Lazio
a Colleferro riuscissimo a portare sulla Casilina i cittadini, i trattori,
tutti i TIR ed i mezzi di trasporto pesanti, tutte le nostre automobili, le
motociclette, i motocicli, le biciclette di tutta la provincia di Frosinone e,
con cartelli e striscioni, andare a protestare in piazza Montecitorio per
chiedere non solo il mantenimento del ruolo di capoluogo ma la rinascita ed il
rilancio economico e occupazionale,
civile, sociale e culturale.
Uno scatto di dignità per restituire valore alle
persone ed alla qualità della loro vita.
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